Risposte di Svami Kriyananda alle domande dei discepoli

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Risposte di Svami Kriyananda a domande dei discepoli

Domanda

Perché il Kriya non è stato reso pubblico in un libro, in modo che
tutti potessero impararlo?

Risposta

Swami Kriyananda risponde a questa importante domanda nel suo libro,
L’essenza della Bhagavad Gita, commentata da Paramhansa Yogananda:

“Una domanda certamente ragionevole. Sono stati proprio i maestri,
tuttavia, ad affermare che il Kriya Yoga non dovrebbe essere reso
pubblico, proprio perché è un insegnamento che trascende la ragione
stessa. La giusta comprensione di questa pratica dipende dallo
sviluppo graduale dell’intuizione.

Per poter essere pienamente efficace, il Kriya Yoga deve essere
ricevuto non solo con l’intelletto (in forma scritta o a parole), ma
in modo vibrazionale, attraverso un’iniziazione. Un magnete si crea
con il riallineamento elettrico delle molecole, oppure con la
vicinanza a un altro magnete. La sintonia con un guru risvegliato in
Dio influenza i samskara (che sono paragonabili alle molecole della
materia), facendoli fluire in alto verso il cervello.

Si tratta di una realtà più sottile, e molto più difficile da
padroneggiare, delle semplici molecole dei metalli. Senza una guida
esperta, perfino scalare una montagna può essere fatale, sebbene in
questo caso la morte ponga fine a una sola incarnazione. Gli errori
spirituali possono essere più costosi, perché la sofferenza che ne
deriva può essere a lungo termine.

La guida del guru non è solo utile: è essenziale. Ciò non significa
che il Kriya Yoga sia pericoloso. Niente affatto. Tuttavia, decidere
di praticare il Kriya Yoga significa cominciare seriamente il cammino
che conduce a Dio. Non è un gioco, e dovrebbe certamente essere
affrontato come un impegno per tutta la vita … Ogni iniziazione dello
yoga, e specialmente quella nell’antica scienza del Kriya Yoga,
dovrebbe essere considerata come un passo molto sacro nella propria
vita.”

Domanda

Esistono diversi tipi di Kriya?

Risposta

La parola Kriya è un termine ingannevolmente semplice, che si
riferisce a numerose pratiche. In sanscrito significa letteralmente
“azione”. La stessa radice verbale sanscrita kri (agire) è contenuta
nel termine karma. Mentre karma è generalmente definito come “azioni
generate dal desiderio egoico”, kriya indica “azioni che purificano”.

Nella scienza dell’Hatha Yoga vi sono molti kriya, pratiche che hanno
lo scopo di purificare il corpo e il sistema nervoso, per esempio
pulendo il naso, lo stomaco, gli intestini, i canali dei nervi ecc.

Nella scienza del Raja Yoga, il termine Kriya si riferisce alle
pratiche che purificano l’ego (prevenendo così il karma futuro) e che
neutralizzano i “semi” o le tracce del karma passato presenti nella
coscienza. Quando Babaji riportò in vita le antiche tecniche della
realizzazione di Dio che erano appartenute al Raja Yoga nelle epoche
più antiche, chiamò queste pratiche “Kriya Yoga”. Questa scienza
comprende un notevole numero di tecniche, che il suo discepolo Lahiri
Mahasaya concentrò in una progressione di esercizi preparatori e di
iniziazioni, noti come “il Kriya Yoga di Lahiri Mahasaya di Benares”.
Per questo grande contributo, Lahiri Mahasaya è conosciuto come il
padre del Kriya Yoga nell’età moderna, e come Yogavatar.

Lahiri Mahasaya ha insegnato queste pratiche a migliaia di studenti, e
ad alcuni di loro ha datol’autorizzazione a trasmettere questa tecnica
ad altri. Molti di coloro che hanno avuto l’iniziazione, a loro volta
hanno iniziato altre persone e così, nel corso delle generazioni
successive, si sono sviluppate diverse linee di Kriya. Così
dall’albero del Kriya di Lahiri Mahasaya, sono cresciute molte linee,
con diversi rami, ma tutte le linee di Kriya che provengono da Lahiri
Mahasaya insegnano sostanzialmente le stesse tecniche, con variazioni
minime.

Il Kriya che è giunto al mondo occidentale attraverso Paramhansa
Yogananda e che viene insegnato oggi anche in Oriente dal suo
discepolo Swami Kriyananda, è una di quelle ramificazioni, che è nata
da un discepolo molto avanzato di Lahiri Mahasaya, Swami Sri
Yukteswar.

Trattandosi di un termine generico che si riferisce a molte pratiche
di Raja e Hatha Yoga, il termine Kriya viene utilizzato oggi da molti
insegnanti che si riferiscono a pratiche simili, ma distinte, rispetto
a quelle insegnate da Lahiri Mahasaya. In Internet troverai decine di
migliaia di riferimenti.

Domanda

Qual è il Kriya migliore?

Risposta

Quando questa domanda venne rivolta a una yogini molto avanzata, in
India, ella rispose: “Quello che ti viene dato dal tuo guru”.

Non è la tecnica in sé che conduce automaticamente alla liberazione,
sebbene una pratica corretta porti risultati benefici a chi vi si
dedica. Tale pratica, del resto, è possibile solo grazie alle
benedizioni del guru, che usa la tecnica come uno strumento di
liberazione per i suoi discepoli. Come diceva Yogananda: “Il Kriya più
la devozione funzionano come la matematica”.

«La scienza del Kriya Yoga è eterna. Essa è vera come la matematica;
come le semplici norme di addizione e sottrazione, la legge del Kriya
Yoga non può mai essere distrutta. Bruciate tutti i libri di
matematica, e le menti logiche scopriranno sempre di nuovo tali
verità; distruggete tutti i libri sacri sullo yoga, e le sue leggi
fondamentali si riveleranno nuovamente dovunque comparirà un vero
saggio dalla devozione pura e, quindi, dalla pura conoscenza»
(Autobiografia di uno Yogi, edizione originale, 1946)

A causa della necessità delle benedizioni del Guru, il Kriya che
proviene da Babaji viene dato con una “iniziazione”, una cerimonia
durante la quale il potere e le benedizioni del guru si trasferiscono
nel discepolo, dandogli la capacità di eseguire correttamente la
tecnica.

Domanda

Qual è il guru migliore?

Risposta

Il tuo; quello a cui appartieni.

Tra i maestri autorealizzati non c’è competizione. A ognuno di loro
Dio ha affidato delle anime da guidare. Perciò non è il guru che
sceglie i suoi discepoli, né è il discepolo a scegliere il suo guru.
Questo è l’autentico “matrimonio celebrato in cielo”, tra due anime
che Dio ha unito fino a che la morte (dell’ego del discepolo) non le
separi, quando il discepolo tornerà a fondersi con l’oceano cosmico
della coscienza.

Nel suo ultimo messaggio ai discepoli, Gesù disse:

«Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo.
Erano tuoi e li hai dati a me ed essi hanno osservato la tua parola …
Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché
siano una cosa sola, come noi» (Giovanni, capitolo diciassettesimo)

Domanda

Come posso sapere qual è il guru che è stato scelto per me?

Risposta

Il guru si manifesterà ai suoi discepoli nel momento della loro vita
in cui saranno pronti a percepirlo e a riceverlo. In un modo o
nell’altro i maestri “chiamano” i loro discepoli. Possono farlo in
modi tanto diversi quanto sono diversi i discepoli. Può accadere
incontrando il guru di persona. Oppure attraverso la parola scritta,
come nel caso di Autobiografia di uno Yogi di Yogananda, riferendosi
alla quale egli stesso disse di aver infuso le sue vibrazioni in ogni
parola. Oppure attraverso le pratiche spirituali che il maestro
insegna. O attraverso il magnetismo della compagnia dei suoi discepoli
o di coloro i quali trasmettono ad altri le sue vibrazioni e il suo
messaggio. Potrebbe accadere attraverso la sua opera spirituale, che
attrae chi è in sintonia con il maestro. Il contatto può verificarsi
anche in sogno o in visione, udendo la sua voce o guardando una sua
fotografia.

Ciò che è importante per un aspirante discepolo è sintonizzarsi con le
vibrazioni di un maestro, usando tutti i mezzi a sua disposizione, per
poi ascoltare interiormente una risposta che giunge dall’anima. La
risposta si manifesta sotto forma di amore profondo, o gioia, o dalla
semplice certezza di aver trovato la propria casa.

Domanda

Posso praticare il Kriya anche se il mio guru è Gesù?

Risposta

Secondo Yoganandaji, Gesù stesso insegnò ai suoi discepoli una tecnica
molto simile al Kriya, che era adatta a quei tempi. Fu Gesù in persona
che chiese a Babaji di inviare qualcuno in Occidente per insegnare ai
suoi discepoli le pratiche attraverso le quali avrebbero potuto
entrare in comunione interiore con la sua Coscienza Cristica. È per
questo motivo che Yogananda ha inserito Gesù nella linea di maestri
del Kriya.

Domanda

Devo rinunciare alla mia religione e alla mia Chiesa per ricevere
l’iniziazione al Kriya?

Risposta

Lahiri Mahasaya dette l’iniziazione al Kriya Yoga a induisti,
cristiani, musulmani e anche atei, dicendo che nessuno deve rinunciare
alla sua religione per seguire questo sentiero.

«Un tratto caratteristico della vita di Lahiri Mahasaya era quello di
dare l’iniziazione al Kriya a uomini di ogni fede. Tra i suoi
principali discepoli si trovavano non soltanto indù, ma anche
musulmani e cristiani. Monisti e dualisti, uomini di ogni fede o di
nessuna determinata fede, tutti venivano accolti imparzialmente e
istruiti dal grande guru … Egli incoraggiava i suoi allievi a
uniformarsi alla buona disciplina tradizionale della propria fede.
Insistendo sulla natura universale del Kriya quale tecnica concreta di
liberazione, Lahiri Mahasaya dava poi ai suoi discepoli la facoltà di
vivere secondo l’educazione e l’ambiente in cui erano cresciuti»
(Autobiografia di uno Yogi, edizione originale, 1946)

Domanda

Per ricevere l’iniziazione al Kriya devo prima diventare un discepolo?

Risposta

Il Kriya viene dato con un’iniziazione, in un contesto cerimoniale che
sottolinea la sacralità di quel momento, durante il quale il potere
trasformante del guru si trasferisce al discepolo, dandogli la
capacità di comprendere e praticare profondamente le tecniche
liberatrici. Una tecnica tanto avanzata non viene offerta a chi
intende seguire gli insegnamenti a modo suo, ma a coloro che sono
disposti e preparati a praticarle seguendo le istruzioni del guru. Se
da parte del discepolo c’è questo atteggiamento di disponibilità,
apertura e umiltà, il guru può dare più di quanto darebbe a chi prova
per gli insegnamenti una mera curiosità.

Swami Kriyananda spiega:

“Il progresso spirituale senza l’aiuto di un vero, o Sat, guru non può
che essere lento, casuale, incerto e a volte pericoloso. In India,
dove la spiritualità è stata studiata per migliaia di anni – non come
una religione, ma come una scienza pratica (“pratica” nel senso di
risultati effettivamente raggiunti) – la tradizione antica ha sempre
sostenuto che un vero guru sia la conditio sine qua non per il
successo sul sentiero spirituale. Molte persone spiritualmente
ignoranti, perfino in India, insistono nell’affermare che con il
livello di alfabetizzazione ormai raggiunto e con la facilità con cui
oggigiorno si possono trovare i libri, gli insegnamenti spirituali
sono accessibili praticamente a tutti, e quindi un guru non è più
necessario. In verità, la diffusione della capacità di leggere e
scrivere ha avuto un effetto poco felice: la divulgazione non solo del
sapere, ma anche dell’ignoranza!

La vera comprensione non proviene dal ragionamento intellettuale, ma
dall’intuizione. La sintonia interiore e intuitiva con la coscienza
del guru conduce al risveglio spirituale nel modo più diretto e
sicuro.” — L’essenza della Bhagavad Gita

Domanda

Ho già un guru, ma non insegna il Kriya. Posso ricevere l’iniziazione
tramite Ananda?

Risposta

Quando accettiamo la presenza di un guru nella nostra vita, significa
che abbiamo fede che egli ci darà esattamente ciò di cui abbiamo
bisogno. Una volta trovato il tuo guru, pratica fedelmente ciò che
egli ti ha trasmesso. Es-sere un “discepolo” significa anche accettare
la “disciplina” del guru e usare gli strumenti che egli ci dà con
sempre crescente devozione, profondità e costanza.

Domanda

Provo amore per Yogananda, ma mi sento più attratto da uno dei maestri
di questo sentiero che lo hanno preceduto. Dovrei seguire comunque il
sentiero del Kriya attraverso Ananda?

Risposta

Leggendo Autobiografia di uno Yogi è facile sentirsi attratti da tutti
i maestri del Kriya, grazie alla devozione che Yogananda provava per
ognuno di loro. Egli non scrisse di sé, ma di loro. Come loro diretto
discendente spirituale, Yogananda è un canale per le loro benedizioni
e per la scienza del Kriya che insegnano. Se senti amore e rispetto
per Yogananda e anche per uno dei suoi predecessori, e ti senti
ispirato dal modo in cui il Kriya è presentato ad Ananda come pratica
vitale per la vita quotidiana, sei benvenuto e incoraggiato a seguire
il tuo sentiero del Kriya qui. Tutti i maestri del Kriya benediranno
la tua pratica attraverso i loro canali diretti.

Domanda

Ho ricevuto l’iniziazione al Kriya da un altro insegnante. Posso
partecipare alle vostre iniziazioni e ricevere il sostegno dei vostri
insegnanti?

Risposta

Ogni linea di Kriya ha il suo modo specifico di strutturare le
tecniche. Dovresti rivolgerti alla linea alla quale sei stato iniziato
e chiedere consiglio alla persona che ti ha iniziato, o ai suoi
seguaci.

Se, tuttavia, hai la sensazione di non essere stato completamente
consapevole dell’impegno che prendevi al momento dell’iniziazione, e
volessi prepararti a ricevere il Kriya tramite Ananda, ti invitiamo a
parlare personal-mente con uno dei nostri insegnanti di Kriya.

Domanda

Prendendo l’iniziazione al Kriya, che impegno mi assumo esattamente?

Risposta

Affermi il tuo discepolato a Dio e agli avatar del Kriya, e ti impegni
a praticare fedelmente e con regolarità le tecniche del Kriya come ti
sono state insegnate, almeno due volte al giorno. Prometti anche di
non rivelare le tecniche a nessuno a meno che tu non sia stato
autorizzato a farlo.

Domanda

È possibile provare a praticare il sentiero del Kriya prima di
assumermi l’impegno del discepolato?

Risposta

Yogananda ha indicato delle pratiche preparatorie che possono essere
utilizzate quotidianamente da tutti: gli Esercizi di ricarica e la
tecnica di concentrazione Hong-So. È possibile ricevere grandi
benefici praticando queste tecniche e studiando gli scritti di
Yogananda e Kriyananda, cercando anche di rivolgersi quando possibile
a un centro Ananda per partecipare ai corsi sul sentiero del Kriya.
Applicando i principi ed eseguendo le pratiche, comincerai ad avere un
rapporto personale con i guru e un’esperienza diretta dei benefici che
le tecniche portano alla tua coscienza, al tuo benessere interiore e
alla tua vita quotidiana.

Per aiutarti a capire se il sentiero del Kriya e i suoi maestri sono
giusti per te, puoi “fingere” che lo siano e seguirli come farebbe un
discepolo, accogliendoli in ogni ambito della tua vita. Puoi
“fidanzarti” con Yogananda invitandolo nel tuo cuore, nella tua casa,
nella tua famiglia, nel tuo luogo di lavoro, coinvolgendolo
intimamente nelle tue attività, nelle tue decisioni e nei tuoi
progetti. Dopo un periodo di “fidanzamento”, saprai se questo sentiero
è per te. A quel punto, potrai prendere un impegno più formale
attraverso l’iniziazione al discepolato.

Domanda

Quanto devo aspettare prima di ricevere l’iniziazione al Kriya?

Risposta

Non si tratta di far passare del tempo, ma di impegnarti nella pratica
quotidiana delle tecniche di base del sentiero del Kriya. Una volta
stabilita una regolare routine quotidiana, puoi frequentare corsi di
preparazione al Kriya, durante i quali ti verranno insegnate altre
pratiche. Di solito si chiede di far passare un periodo di circa sei
mesi dal momento in cui la pratica diventa quotidiana. Poiché in
genere si ha bisogno di circa sei mesi per diventare discepoli e
instaurare una pratica regolare, è possibile ricevere l’iniziazione
più o meno entro un anno. Per ricevere l’iniziazione, è necessario che
tu dedichi alle pratiche almeno 45 minuti due volte al giorno.

Domanda

Perché è necessaria una preparazione così lunga? Non posso imparare
subito la tecnica?

Risposta

Il Kriya è una tecnica di meditazione avanzata, che richiede un
elevato grado di concentrazione e un forte sistema nervoso centrale,
che sia in grado di sostenere l’accresciuto flusso di energia
risvegliato dalla pratica. Chi non ha sviluppato queste capacità non
sarà in grado di percepire il movimento dell’energia del Kriya,
oppure, in alcuni casi, non riuscirà a controllare l’accresciuto
flusso di energia. Yogananda stesso ha dato queste indicazioni:

«Il Kriya Yoga non viene dato fino a che il devoto non ha praticato
altre tecniche altamente avanzate, preparando la mente alla suprema
benedizione che giunge con quella tecnica più elevata. L’esperienza mi
ha dimostrato la necessità di seguire questa regola generale».

Domanda

Per essere iniziato devo venire ad Ananda Assisi?

Risposta

Le iniziazioni al Kriya vengono date ad Ananda quattro volte l’anno
dai Kriyacharya (insegnanti di Kriya) che sono stati autorizzati da
Swami Kriyananda. Questi insegnanti, inoltre, si recano regolarmente
anche in altre località per dare le iniziazioni.

Domanda

Una volta ricevuto il Kriya, posso tornare per le cerimonie di
iniziazione in cui i miei amici lo ricevono per la prima volta?

Risposta

Se ti è possibile, cerca di partecipare a tutte le cerimonie di
iniziazione, soprattutto nel primo anno. Le benedizioni che si
ricevono durante le cerimonie del Kriya ci aiutano enormemente nel
nostro progresso spirituale. A ogni iniziazione siamo in grado di
comprendere le pratiche più profondamente. Quando Yogananda era in
vita, i suoi discepoli partecipavano a tutte le iniziazioni.

Domanda

Ho sentito parlare di livelli superiori di Kriya. Quanti ce ne sono?

Risposta

Il nostro sentiero del Kriya Yoga prevede quattro livelli di
iniziazione. Dopo che avrai praticato regolarmente le tecniche di base
del Kriya per almeno due anni e ti sentirai pronto ad aumentare la
durata delle tue meditazioni, potrai chiedere il permesso di ricevere
l’iniziazione al secondo Kriya. Dopo almeno un anno di pratica
quotidiana delle tecniche del primo e del secondo Kriya, e
impegnandoti ad allungare le tue meditazioni, potrai ricevere le
iniziazioni di terzo e quarto livello, che vengono date insieme.
Ananda offre dei corsi di preparazione per ognuno di questi livelli.

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