Riconoscere i bugiardi dalla loro voce

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Riconoscere i bugiardi dalla loro voce

Gli scienziati hanno fatto degli esperimenti per capire come decidiamo, in base alla voce, se un
parlante è onesto e fiducioso, oppure disonesto e incerto.

Il successo della cooperazione umana dipende in modo cruciale dai meccanismi che consentono agli
individui di rilevare l’inaffidabilità nei loro conspecifici. Tuttavia, come tale vigilanza
epistemica sia ottenuta da input sensoriali naturalistici rimane poco chiaro.

Velocità di discorso più veloce, maggiore intensità nel mezzo della parola e tono calante alla fine
della parola: questa è la prosodia (1) da adottare se si vuole apparire affidabili e onesti con i
propri ascoltatori.

In questo studio, pubblicato si Nature Communications, (2) gli scienziati del laboratorio Science
and Technology for Music and Sound (CNRS/Ircam/Sorbonne Université/Ministère de la Culture) (3) e
del Perceptual Systems Laboratory (CNRS/ENS PSL) hanno condotto una serie di esperimenti (4) per
capire come decidiamo, in base alla voce, se un parlante è onesto e fiducioso, o al contrario
disonesto e incerto.

Il team ha anche dimostrato che questa firma è stata percepita in modo simile in un certo numero di
lingue (francese, inglese, spagnolo) e che è registrata “automaticamente” dal cervello: anche quando
i partecipanti non stavano giudicando la certezza o l’onestà di chi parla, questo suono
caratteristico ha influenzato il modo in cui memorizzavano le parole. Di conseguenza, la prosodia
trasmette informazioni sul valore di verità o certezza di una proposizione.

Si è dimostrato che le percezioni degli ascoltatori della certezza e dell’onestà di altri oratori
dal loro discorso si basano su una firma prosodica comune. Utilizzando un metodo basato sui dati, si
è decodificato separatamente le caratteristiche prosodiche che guidano le percezioni degli
ascoltatori della certezza e dell’onestà di un oratore in termini di altezza, durata e volume.

Si è scoperto che questi due tipi di giudizi si basano su una firma prosodica comune che viene
percepita indipendentemente dalla conoscenza concettuale degli individui e dalla lingua madre.
Infine, si è dimostrato che gli ascoltatori estraggono automaticamente questa firma prosodica e che
ciò influisce sul modo in cui memorizzano le parole pronunciate. Questi risultati fanno luce su un
adattamento uditivo unico che consente agli ascoltatori umani di rilevare e reagire rapidamente
all’inaffidabilità durante le interazioni linguistiche.

Gli scienziati stanno ora cercando di capire come i diffusori producano tale prosodia in base alle
loro intenzioni.

Riferimenti & note:

(1) La prosodia si riferisce alla “melodia” di una frase o di una parola: la sua altezza, velocità e
intensità.

(2) Listeners’ perceptions of the certainty and honesty of a speaker are associated with a common
prosodic signature

www.nature.com/articles/s41467-020-20649-4

(3) Jean-Julien Aucouturier ora lavora presso il laboratorio FEMTO-ST (CNRS/Université de
Bourgogne-Franche Comté/ENSMM/UTBM) e Louise Goupil presso l’Università di East London.

(4) Gli scienziati hanno utilizzato tecniche di elaborazione del segnale vocale per creare pronunce
casuali di parole (tono crescente, tono decrescente, ecc.), Quindi hanno chiesto a più gruppi di
partecipanti se queste parole fossero pronunciate con certezza o onestà. Il software che hanno
sviluppato come parte di questo sforzo, CLEESE, è open source: FREE- C.L.E.E.S.E. (Combinatorial
Expressive Speech Engine)

forum.ircam.fr/projects/detail/cleese/

Autore traduzione riassuntiva e adattamento linguistico: Edoardo Capuano

Articolo originale: Recognizing liars from the sound of their voice?

www.cnrs.fr/en/recognizing-liars-sound-their-voice

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