Omeopatia: Montagnier riscopre “memoria dell’acqua”. Benveniste ride

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Omeopatia: Montagnier riscopre “memoria dell’acqua”. Benveniste ride

Jacques Benveniste aveva ragione. Uno studio firmato da Montagnier, Aissa, Del Giudice, Lavallee,
Tedeschi e Vitiello pubblicato sul prestigioso “Journal of Physics” dimostra l’esistenza dell'”acqua
informata”. Si aprono nuove prospettive sui medicinali omeopatici. E Benveniste ride per ultimo.

Chissà quando Wikipedia Italia, alla pagina dedicata a “Jacques Benveniste”, si degnerà di
modificare questa frase: “Il suo nome venne alla ribalta nel 1988, quando pubblicò su Nature uno
studio che sembrava dimostrare l’efficacia dell’omeopatia, rivelatosi invece una truffa” (
it.wikipedia.org/wiki/Jacques_Benveniste ). Nemmeno nella paginetta dedicata al grande
scienziato nell’edizione francese dell'”enciclopedia libera”, pur essendo scritta nella patria che
“isolò” (ed è un eufemismo) il geniale scienziato (almeno come scopritore del fattore attivante le
piastrine – PAF), non si arriva ad essere così “tranchant” e neppure si definisce Benveniste un
truffatore, anzi.

Si ricorda giustamente, ad esempio, di quando “Le 27 octobre 2007, lors de la conférence de Lugano,
en Suisse, le professeur Luc Montagnier, Prix Nobel de médecine, découvreur du Virus HIV, a
publiquement déclaré avoir constaté lors de ses travaux sur le VIH des phénomènes décrits par
Jacques Benveniste” ( is.gd/9A8Vu6 ). Il che significa una “replicazione degli esperimenti di
Benveniste”, in termini scientifici, e quindi la conferma delle scoperte dell’ex direttore
dell’INSERM (Clamart). Ma ovviamente una dichiarazione non basta, serve una ricerca ed una
pubblicazione. E infatti eccola.

Proprio dallo stimatissimo (inattaccabile e caro al “mainstream”) Premio Nobel per la Medicina Luc
Montagnier (scopritore del virus dell’HIV nel 1983) arriva la notizia che sta creando sicuramente
dei forti mal di pancia a chi aveva eliminato Benveniste e le sue teorie (compresa quella della
“Activation of human neutrophils by electronically transmitted phorbol–myristate acetate” del 1998
is.gd/twXKbw ). Come si legge da un comunicato stampa dell’AIOT (Associazione Medica Italiana
di Omotossicologia) “Montagnier ha scoperto che alcune sequenze di DNA possono indurre segnali
elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi
‘memoria’ delle caratteristiche del DNA stesso”.

La scoperta è stata pubblicata su una delle riviste scientifiche più prestigiose al mondo, Journal
of Physics ed è stata effettuata da due gruppi di lavoro distinti: “il primo francese coordinato dal
Prof. Luc Montagnier, Premio Nobel per la Medicina, con i tecnici e biologi Lavallè e Aissa, e il
secondo tutto italiano coordinato dal fisico Prof. Emilio Del Giudice, (IIB, International Institute
for Biophotonics, Neuss, Germany) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di
Matematica ed Informatica, Università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White HB,
Milano)”.

La ricerca “DNA waves and water” sul “Journal of Physics” è liberamente scaricabile da
iopscience.iop.org ( is.gd/1Zqf7i ). La scoperta (o la riscoperta, per certi versi, se
vogliamo) ha una portata storica enorme e rende giustizia non solo all’intuito e alle ricerche di
Jacques Benveniste ma anche alla sua penosa vicenda personale, che l’ha visto cadere dalle vette
degli onori scientifici francesi fino all’umiliazione del Prix Ig Nobel “ricevuto” nel 1991 e nel
1998.

Non a caso l’AIOT ricorda nel comunicato che “un’ipotesi di ricerca simile venne percorsa due
decenni fa dal ricercatore francese Benveniste: la scarsità di evidenze scientifiche a suffragio
della sua teoria ne causarono all’epoca l’isolamento dalla comunità scientifica, ma dopo molti anni
quelle ipotesi tornano inaspettatamente di attualità” e non può che sottolineare che “è opportuno
anche ricordare che la medicina omeopatica e omotossicologica sfrutta da sempre i principi fisici
per cui l’acqua può essere ‘informata’ da sostanze in essa diluite: la ricerca di Montagnier, Del
Giudice e Vitello indica la strada per arrivare a una migliore comprensione dei meccanismi di
funzionamento del paradigma medico omeopatico ed omotossicologico, e pare creare la base per una
futura generazione di rimedi farmaceutici senza effetti collaterali, che basano il proprio
meccanismo d’azione sull’acqua ‘informata’ dal segnale elettromagnetico prodotto da sostanze
presenti in essa a bassissime concentrazioni ed ‘attivata’ tramite peculiari tecnologie
chimico-fisiche”.

In relazione alla pubblicazione del lavoro “DNA, waves and water”, si legge sempre nel comunicati,
il Prof. Giuseppe Vitiello ha affermato: “Il dato molto importante da sottolineare è che una rivista
ufficiale di fisica come il Journal of Physics ha pubblicato per la prima volta una ricerca che
normalmente sarebbe di competenza di un Journal di biologia o medicina. Un passo ulteriore a
dimostrazione che la moderna fisica quantistica può dare un contributo fondamentale alle ricerche
mediche di frontiera”.

Interessante rileggere anche una precedente conferma “indiretta” della “memoria dell’acqua” di
Benveniste in uno studio sulle lacrime femminili sul testosterone maschile (“Lacrime femminili
abbassano libido maschile. La vendetta di Benveniste” is.gd/0npuph ).

Fabrizio Laure da mainfatti.it

Memoria dell’acqua, si riaccende il dibattito sull’omeopatia

Il Dna emette e trasmette segnali elettromagnetici di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente
diluite

L’acqua viene «informata» dai principi attivi in essa diluiti

MILANO – Il Dna è in grado di emettere e di trasmettere segnali elettromagnetici di bassa frequenza
in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi «memoria» delle caratteristiche del
Dna stesso. Frequenze che in passato, nel corso di un esperimento, furono trasformate in suoni. La
voce del Dna. Insomma, il Dna «comunica» all’acqua che memorizza e divulga il messaggio.

Uno studio italo-francese che ne riporta alla mente un altro lontano nel tempo e molto contestato
dalla comunità scientifica internazionale: quello della «memoria dell’acqua», pubblicato da Nature
nel 1988 e poi cancellato perché non ripetibile. Il medico e immunologo Jacques Benveniste
(1935-2004), noto a livello internazionale per i suoi studi sulle allergie e sul sangue, all’epoca
direttore della ricerca medica all’Inserm (il Cnr francese), è l’autore di quell’esperimento.
Benveniste fu poi accusato di truffa e di conflitti di interesse con le aziende di prodotti
omeopatici. Seppur additato dalla scienza internazionale, non fu mai licenziato dall’Inserm, cosa
che invece avvenne per la sua segretaria, e continuò i suoi studi fino alla sua morte. Questa nuova
ricerca sembrerebbe aver trovato una chiave scientifica a quello che cercò di provare Benveniste.
Che oggi, se fosse ancora vivo, sarebbe super felice nel leggere quanto scoperto dal team italo
francese e pubblicato su una delle riviste di fisica più prestigiose, il Journal of Physic. Titolo
del lavoro: Dna,waves and water, che ad effetto gioca tra le parole Dna, onde (elettromagnetiche) e
acqua. Ma ancora più importante è il nome di chi ha guidato il team francese: il premio Nobel per la
medicina Luc Montagnier insieme ai biologi Lavallè e Aissa. Il secondo gruppo di ricerca,
l’italiano, era invece di fisici. Coordinato da Emilio Del Giudice, (Iib, International Institute
for Biophotonics, di Neuss in Germania) con Giuseppe Vitiello (Fisico teorico del Dipartimento di
matematica ed informatica dell’università di Salerno) e Alberto Tedeschi, ricercatore (White Hb di
Milano).

E’ stato Montagnier a scoprire che alcune sequenze di Dna possono indurre segnali elettromagnetici
di bassa frequenza in soluzioni acquose altamente diluite, le quali mantengono poi «memoria» delle
caratteristiche del Dna stesso. Che cosa significa questo? «Innanzitutto — spiega il Nobel — che si
potranno sviluppare sistemi diagnostici finora mai progettati, basati sulla proprietà “informativa”
dell’acqua biologica presente nel corpo umano: malattie croniche come Alzheimer, Parkinson, Sclerosi
multipla, Artrite reumatoide, e le malattie virali, come Hiv-Aids, influenza A ed epatite C,
“informano” l’acqua del nostro corpo (acqua biologica) della loro presenza, emettendo particolari
segnali elettromagnetici che possono essere poi “letti” e decifrati».

Nel regno animale, l’acqua rappresenta una quota compresa tra il 90-95% negli organismi inferiori e
il 70-80% in quelli superiori, uomo in testa. E all’interno delle strutture biologiche, l’acqua si
può trovare sia come una molecola sia in forma combinata. In realtà, l’acqua ha ancora molti
«segreti», potendo per esempio agire come fattore di risonanza magnetica all’interno delle cellule e
riuscire a modificare la sua concentrazione in funzione dell’invecchiamento. Si può dire che siamo
fatti d’acqua: il corpo di un bambino è composto di liquidi per l’80%, quello di un adulto per il
60%. Solo negli anziani la percentuale scende un pochino (45%). E il cervello è l’organo che ne ha
di più (85%): nelle cellule, tra le cellule, tutt’intorno. Galleggia. Così come nel grembo materno,
il feto galleggia nel liquido amniotico. Scoprire quindi che la molecola d’acqua «registra» le onde
a bassa frequenza del Dna, le «memorizza» e le trasmette in un certo senso «amplificandole» apre
realmente importanti prospettive.

Non solo per la diagnosi, possibili sviluppi di tale scoperta potrebbero anche riguardare la cura. I
segnali elettromagnetici presenti nell’acqua, infatti, sono riconducibili alla presenza o meno di
una sua «memoria», intervenendo sulla quale si prospettano ampie possibilità di trasmissione
dell’azione terapeutica dei principi attivi diluiti nell’acqua stessa. Con la prospettiva di
cambiare di fatto la vita a molti pazienti, costretti all’assunzione di indispensabili farmaci
salvavita che a volte recano però con sé il rischio di pesanti effetti collaterali. Concetti che
scateneranno polemiche così come accadde oltre vent’anni fa per la teoria di Benveniste, all’epoca
tacciato di truffa e isolato dalla comunità scientifica. Anche perché la medicina omeopatica e
omotossicologica sfrutta da sempre i principi fisici per cui l’acqua può essere «informata» da
sostanze in essa diluite. Dopo molti anni le ipotesi di Benveniste sembrano tornare inaspettatamente
di attualità. E questa volta con il supporto scientifico della Fisica italiana, notoriamente al top
mondiale.

La ricerca di Montagnier, Del Giudice e Vitello indica la strada per arrivare a una migliore
comprensione dei meccanismi di funzionamento del paradigma omeopatico ed omotossicologico, ma
soprattutto sembra creare la base per una futura generazione di rimedi farmaceutici senza effetti
collaterali perché diluiti, che basano il proprio meccanismo d’azione sull’acqua «informata» dal
segnale elettromagnetico prodotto da sostanze presenti in essa a bassissime concentrazioni. Acqua
«informata» e poi «attivata» tramite peculiari tecnologie chimico-fisiche.

La ricerca, dal punto di vista dei fisici, ha anche un ulteriore risvolto. Dice Giuseppe Vitiello:
«E’ un passo ulteriore a dimostrazione che la moderna fisica quantistica può dare un contributo
fondamentale alle ricerche mediche di frontiera». In parallelo all’acqua «messaggera» del Dna, le
ricerche cominciate nel 1984 dal biochimico giapponese Masaru Emoto dopo aver incontrato il
bio-chimico Lee H. Lorenzen, inventore della microcluster water (un’acqua energetizzata avente
effetti terapeutici). Emoto ha messo a punto una tecnica di refrigerazione che gli consente di
fotografare i cristalli di diversi tipi di acqua, come quelle degli acquedotti di diverse città del
mondo, e quelle provenienti da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai. E di fotografare l’acqua esposta
a vibrazioni diverse, come la musica o le parole (pronunciate o anche soltanto scritte sulle
bottiglie che la contengono). Persino dei pensieri.

I risultati dei suoi esperimenti mostrano che i cristalli cambiano struttura a seconda dei messaggi.
L’acqua trattata con parole «positive» forma cristalli bellissimi, simili a quelli della neve;
l’acqua trattata con parole «negative» invece, reagisce, creando forme amorfe e prive di armonia
geometrica. Le immagini dei cristalli sono talmente impressionanti che Masaru Emoto ha deciso di
renderle disponibili a tutte le persone interessate, attraverso la pubblicazione di numerosi libri e
attraverso conferenze che tiene in tutto il mondo.

Mario Pappagallo da corriere.it

24 luglio 2011 (ultima modifica: 25 luglio 2011 13:39)

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