Neurogaming: giocare con il cervello

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Neurogaming: giocare con il cervello

Il neurogaming sarà la prossima rivoluzione nell’ambito del gioco interattivo, ma sarà utile anche
per semplificare la diagnosi e il trattamento di alcuni disturbi mentali, come lo stress
post-traumatico o il deficit di attenzione.

Il neurogaming è un nuovo modo di giocare ai videogiochi e prevedere l’uso di onde cerebrali per
azionare i comandi all’interno del gioco. Questa nuova tecnica è il risultato degli ultimi progressi
in ambito di videogiochi e neuroscienze.

Alcuni esperti sono convinti che la prossima rivoluzione tecnologica dei videogiochi avverrà grazie
alla neurologia. Ma anche le neuroscienze posso beneficiare da queste scoperte, che aiuteranno a
diagnosticare e trattare più facilmente alcuni disturbi psicologici.

Attualmente sono diversi i videogiochi che sfruttano il neurogaming con l’obiettivo di usarlo nel
settore della salute mentale, pur trattandosi di una tecnologia appena nata. A ogni modo, questi
progressi hanno generato alte aspettative sia nel settore elettronico che in quello della
neuroscienza. Continuate a leggere per scoprirne di più!

Come funziona il neurogaming?

Il neurogaming si basa principalmente sul sistema BCI di interfaccia neurale, che consiste nella
registrazione delle onde cerebrali tramite una serie di voltmetri molto sensibili applicati sul
cranio, per poi elaborarle e interpretarle attraverso un computer. In altre parole, si permette a
una persona di interagire con un programma informatico attraverso il pensiero.

Quando si pensa o si immagina qualcosa, il cervello emette delle onde cerebrali che possono essere
misurate e trasmesse a un programma informatico. Per esempio, a seconda del computer, si può
indicare il livello di concentrazione di una persona. I dati, una volta processati, possono essere
utilizzati per riprodurre un movimento o un’azione all’interno di un videogioco.

Uomo che realizza neurogaming

La tecnologia che rende possibile il neurogaming tiene conto del fatto che ogni cervello è diverso.
Il primo passaggio consiste, infatti, nel capire come reagisce il cervello della singola persona,
permettendo al computer di interpretare nel modo più fedele possibile le onde cerebrali. Ciò
consente di adattarsi a ogni caso particolare.

L’interfaccia neurale applicata al neurogaming permette a ciascun individuo di giocare a un
videogioco senza usare il controllo fisico. È sufficiente un casco e lo sguardo fisso del giocatore
sullo schermo per eseguire certi movimenti e comandi nel gioco.

Limiti del neurogaming

Sebbene la tecnologia che rende possibile il neurogaming sia piuttosto accessibile, gli studi al
riguardo sono ancora in atto. Si tratta di una tecnologia molto generica e non pensata per essere
applicata esclusivamente all’ambito del gioco interattivo. Per questo, gli esperti ritengono che lo
sviluppo di una tecnologia specifica per videogiochi sia soltanto questione di tempo.

D’altra parte, la tecnologia attualmente esistente è in grado di leggere soltanto una parte limitata
degli schemi mentali. Inoltre, i computer e le macchine che captano e interpretano le onde cerebrali
sono ancora troppo lenti. Per godere di un’esperienza completa e davvero divertente, la tecnologia
del neurogaming dovrà aumentare la sua velocità e la quantità di comandi che è in grado di leggere.

Gli scienziati che stanno sviluppando questi strumenti ritengono che in un futuro non troppo
distante il neurogaming utilizzerà non soltanto un’ampia varietà di onde cerebrali, ma anche fattori
fisiologici (la frequenza cardiaca, le espressioni facciali, il movimento delle pupille…).

Applicazione per diagnosi e trattamenti psicologici

Secondo Matias Palva, ricercatore del Centro Di Neuroscienze di Viikki, Finlandia, i contributi del
neurogaming alle neuroscienze e alla psicologia sarebbero tre:

Allenare il cervello a restare sano più a lungo. Questo grazie a un costante allenamento a cui è
sottoposto il cervello quando è occupato in questo genere di giochi.

Diagnosticare alcuni disturbi mentali. A seconda del rendimento dei giocatori, si possono
individuare alcuni segnali che preludono a un declino cognitivo.

Trattare i disturbi mentali diagnosticati. In futuro il neurogaming potrà essere applicato nel
trattamento di difficoltà neurologiche come l’Alzheimer o la schizofrenia. Lo si potrà usare anche
per controllare le emozioni negative o l’insonnia.

Un videogioco che utilizza il neurogaming è Throw Trucks with your Mind (lancia camion con la
mente), che viene usato per trattare il disturbo da deficit di attenzione invitando i giocatori a
rallentare o accelerare le proprie onde cerebrali per controllare un camion in aria. Un altro
videogioco è NeuroRacer, il cui fine è controllare e riparare il declino cognitivo dovuto
all’invecchiamento. Una scommessa molto interessante.

Bibliografia

Crespo Pereira, V. (2015). Neurogaming: El papel de la neurociencia en la industria del videojuego.
Ponencia presentada en la Conferencia Internacional sobre Cine, Arte, Tecnología e Comunicación en
Avanca, Portugal.

www.helsinki.fi/en/news/health-news/neurogaming-to-treat-brain-disorders

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