Manuale di meditazione 3

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Manuale di meditazione 3

“Manuale di meditazione” – (di Tolle – Chopra – Watts – Krishnamurti)

– (terza parte)

Una volta che vi siate tolti di mezzo a livello del voler fare,
comincerete a scoprire che fate grandi cose che sono reali eventi. …
Creare musica o poesia, avere intuizioni profonde sulla vita e mille
altre cose. Non sappiamo come lo facciamo, ma lo facciamo. (W)

I Taoisti siedono in meditazione, ma non con il proposito egoistico di
migliorare se stessi; è piuttosto che, compreso intuitivamente che non
vi è alcuna strada da percorrere che non sia la via del Tao “essi
fanno viaggi laddove le cose non possono sfuggire” (Chuang-tzu, 6) e
meditano per la gioia della meditazione – lo scorrere del respiro, il
canto del gallo in lontananza, la luce sul pavimento, il sussurro del
vento, la quiete, e tutte quelle cose che gli attivisti militanti sia
dell’Occidente che dell’Oriente hanno imparato a disdegnare, con la
loro furibonda premeditazione. (Watts)

Tu e le cose siete uno stesso processo: il Tao che scorre adesso.

Anche la sensazione che vi sia una differenza fa parte del processo.
Non c’è proprio niente da fare a questo riguardo. C’è soltanto la
corrente e le sue migliaia di convulsioni – onde, bolle, soffi,
vortici e turbini – e tu sei questo.

Ma invece di provare lo scorrere dell’ora – che renderebbe tutto
chiaro – essi vogliono ogni tipo di garanzie preliminari che la cosa
sarà sicura e vantaggiosa come se questa comprensione “funzionasse” in
quanto filosofia di vita. Naturale che funziona e molto bene, ma se
qualcuno la segue per questo motivo, in realtà non la seguirà.
Tuttavia se vi è la comprensione, il potere o la virtù del te sorge
spontaneamente o, come dicono i Cristiani, per mezzo della grazia
divina in quanto distinta dalla forza di volontà. (W)

Nel realizzare che tu sei il Tao, tu automaticamente manifesti la sua
magia; ma la magia, come la grazia, è qualcosa che nessuno dovrebbe
pretendere. Come Lao-tzu dice dello stesso Tao: “Quando le cose buone
sono compiute esso non le rivendica”. (Watts)

Non Forzare

Le persone cercano di forzare i problemi soltanto quando non si
rendono conto che ciò non può essere fatto – che non vi è modo di
deviare dalla corrente della natura. Noi potremmo forse immaginare di
essere al di fuori, o separati, dal Tao e perciò in grado di seguirlo
o meno; ma proprio questa immaginazione è essa stessa nella corrente,
poiché per essa non vi è altra via che non la Via. (Watts)

Per amore o per forza noi siamo questa cosa ed andiamo con essa.

Concedetevi il diritto di smettere di credere che la risposta sia la
lotta. Apprezzate nel silenzio la vita che vi viene incontro in ogni
momento. Con questa silenziosa accettazione, arriva la tremenda
energia nascosta nel presente, e in quell’energia vi è abbondanza,
pace, intelligenza e creatività. Questi sono i doni del silenzio
celati nello spirito della terra. (Chopra)

Fintanto che l’intelletto cosciente si sforzerà faticosamente di
imprigionare il mondo nella sua rete di astrazioni e insisterà nel
voler incatenare la vita e adattarla alle proprie rigide categorie, lo
spirito del Tao rimarrà incomprensibile; e l’intelletto si logorerà.
Il Tao è accessibile soltanto alla mente in grado di praticare la
semplice e sottile arte del wu-wei, che, dopo il Tao, è il secondo
importante principio del taoismo… la scelta spontanea delle
decisioni; decisioni che sono valide nella misura in cui si riesce ad
abbandonare la propria mente, lasciandola lavorare da sola. (Watts)

Wu-wei significa ‘non-fare’ semplicemente nel senso che non c’è azione
da parte nostra che possa portarci in armonia col Tao, perché, come
abbiamo visto, il segreto di questa armonia dell’attimo non è
l’azione, ma l’accettazione di un’armonia già conseguita dallo stesso
Tao. Noi non modifichiamo la situazione reale; ma il nostro
atteggiamento verso di essa subisce un cambiamento: sentiamo l’armonia
dove prima sentivamo disarmonia. La sola difficoltà del Taoismo è la
sua inaudita semplicità. (Watts)

Non c’è modo di Non Interferire.

Basta la nostra presenza per cambiare un’infinità di eventi intorno a noi.(Regi)

Persino se ci limitiamo a guardare qualcosa interferiamo con quella
cosa, perché la nostra stessa esistenza è, sotto un certo aspetto,
un’interferenza con l’ambiente. Tutto quello che facciamo altera
l’equilibrio. Anche se siamo seduti, perfettamente immobili, stiamo
pur sempre respirando, e questo altera la natura delle cose che ci
circondano. Produciamo calore e anche questo è causa di
trasformazioni. E quando mangiamo, allora davvero le cose cambiano.
Dunque, non possiamo evitare di interferire. Eppure, la massima dice:
Non interferire, ma quello che intende realmente è: Non forzare.
(Watts)

Allora, che cosa possiamo fare? AFFIDARCI ALL’INTUITO

Dentro ciascuno di noi è presente la più straordinaria capacità di
analisi esistente nel mondo conosciuto. Il punto è di cercare di farla
lavorare per noi. Invece di usare soltanto l’attenzione consapevole
(che è in grado di pensare non più di tre o quattro cose nello stesso
tempo), dobbiamo servirci anche dell’intuito.

Se impariamo a usare il cervello permettendogli di lavorare sui
problemi senza interferenze da parte della consapevolezza
superficiale, il cervello ci fornirà una decisione. Ecco perché si
deve imparare ad agire senza decidere, o piuttosto, senza scegliere.
(Watts)

Se vogliamo davvero trovare una soluzione, ciò che dobbiamo fare è
contemplare il problema. Basta aspettare per qualche tempo: la
soluzione arriva da sola. (W)

Siamo molto più intelligenti di quanto crediamo.

Ogni tentativo di afferrare altro non è se non il vano sforzo di
afferrare se stessi. Non esiste dualismo fra la personalità e il mondo
esterno. Tutte le azioni motivate e intenzionali, convenzionalmente
buone o cattive, sono karma nella misura in cui sono dirette ad
afferrare la vita. (W)

Lasciate che ogni cosa sia libera di essere esattamente com’è. Non
separate voi stessi dal mondo e non cercate di ordinarlo. (W)

Non abbiate preoccupazioni per la vostra vita, riguardo al cibo, né
per il corpo, riguardo al vestito, perché la vita è più del cibo e il
corpo è più del vestito. Considerate i corvi; essi non seminano, non
mietono, non hanno dispensa, né granaio, eppure Dio li nutre…
Osservate come crescono i gigli del prato; essi non lavorano e non
filano; eppure vi dico che nemmeno lo stesso Salomone in tutto il suo
splendore, non fu mai vestito come uno di loro… non preoccupatevi di
quel che mangerete o di quel che berrete e non vi tormentate lo
spirito… Cercate piuttosto il regno dei Cieli, e tutte le altre cose
vi saranno date in più. (Luca 12)

Paura e desiderio

Non c’è bisogno di scomodare l’esistenza del diavolo, né quella
dell’inferno, per spiegare la presenza del Male nel mondo. La mente
umana contiene in sé tutto il male necessario. (Re)

L’inconscio non è, come alcuni immaginano, un pozzo nero mentale; è
semplicemente la natura senza ceppi, demoniaca e divina, dolorosa e
piacevole, odiosa e amabile, crudele e compassionevole, distruttiva e
creativa. È la sorgente dell’eroismo, dell’amore e dell’ispirazione
come pure della paura, dell’odio e del delitto. Si può dire che dentro
di noi portiamo un esatto duplicato del mondo che ci circonda, perché
il mondo è uno specchio dell’anima e l’anima uno specchio del mondo.
(Watts)

La maggior parte delle persone vive una vita perennemente condizionata
dalla Paura e dal Desiderio.

Il desiderio è il bisogno di aggiungere qualcosa a voi stessi per
poter essere più completi. Tutte le paure, invece, nascono dal timore
di perdere qualcosa e quindi di sentirsi sminuiti, di essere di meno.
Questi due movimenti oscurano il fatto che all’ESSERE non si può
aggiungere né togliere. L’ESSERE nella sua pienezza è già dentro di
noi adesso.

Paura

Qui non parliamo della paura fisica ma di quella psicologica. La
condizione psicologica di paura è separata da ogni pericolo immediato,
vero, concreto.

Abbiamo sempre paura di qualche cosa. Non esiste la paura in astratto,
essa è sempre in rapporto a qualche cosa. Conosciamo le nostre paure?
Paura di perdere il lavoro, di non avere cibo o denaro a sufficienza,
paura di ciò che gli altri pensano di noi, paura di non riuscire ad
avere successo, di essere ridicolarizzati, disprezzati, paura delle
malattie, paura di perdere le persone che ci sono care, paura di
perdere la fede, di venire meno all’immagine che gli altri si sono
creata di noi ecc… (K)0

La Paura e il Desiderio nascono dalla mente. (Re)

La PAURA si presenta sotto varie forme: disagio, preoccupazione,
angoscia, tensione, nervosismo, terrore, fobia etc. Questo genere di
paura è sempre di qualcosa che potrebbe accadere, non di qualcosa che
sta accadendo ora.

Quando ci identifichiamo con la mente e abbiamo perduto il contatto
con la potenza e la semplicità dell’adesso, questo divario di ansia ci
accompagnerà sempre. Possiamo far fronte al momento presente, ma non
possiamo fronteggiare qualcosa che è soltanto una proiezione della
mente: non possiamo far fronte al futuro.

Anche se la paura sembra avere molte cause, in definitiva essa è la
paura che ha l’io della morte, la paura del suo annullamento.

Per l’io, la morte è sempre dietro l’angolo. In questo stato
identificato con la mente, la paura della morte influenza ogni aspetto
della vita. Quando ci identifichiamo con una posizione mentale e viene
messa in dubbio una nostra convinzione, il nostro io si sente
minacciato di annullamento. Per questo il nostro ego non può
permettersi di avere torto. Avere torto significa morire.

Finché c’è paura non c’è amore; una mente oppressa dal dolore non
saprà mai cos’è l’amore.(K)

La paura del dolore viene chiamata dagli psicologi paura originaria.
Come la tartaruga o la chiocciola si richiudono nel guscio, così
l’uomo si rifugia nel castello dell’illusione (d’essere il proprio
ego). Mentre la tartaruga esce spesso dal suo guscio, l’uomo quasi mai
esce dal suo castello, perché gli sembra di avere un senso molto più
acuto della sua identità personale, della sua distinzione dal resto
dell’universo. Più grande è il senso di distinzione, più grande è la
tensione fra i due e più grande la guerra fra gli opposti nell’anima.
A questa tensione noi diamo il nome di infelicità. La difficoltà
dell’uomo è che la paura è di rado originaria; più di una volta è
lungi dall’esserlo, non essendo proprio semplice paura, ma paura di
aver paura. (Watts)

Quando appare la Paura, dobbiamo entrare nel Presente.

Finché la paura rimarrà nel nostro cuore, non saremo mai amabili,
poiché gli altri vedranno il vuoto che si nasconde in noi e ne avranno
paura. Se vogliamo tornare a sentirci integri e attraenti, dobbiamo
riempire questa mancanza, rimarginare la ferita che ci ha tenuti
lontano dalla felicità. C’è un solo modo per guarire: imparare ad
amarci, sentire in noi la presenza divina. Il bisogno doloroso della
mancanza d’amore può essere soddisfatto solo tornando ad amare e ad
essere amati. Ma questo non sarà possibile finché non cominceremo ad
amare noi stessi. Nel momento in cui troveremo un collegamento stabile
con lo spirito, potremo tornare a volerci bene. Se noi e lo spirito
siamo una sola cosa, come possiamo non amarci? (Regi)

Desiderio

Desiderare significa proiettare il tuo passato nel futuro, e il futuro
è sconosciuto, qualsiasi cosa tu chieda apparterrà al tuo passato.
Tutti i desideri continueranno a ripetere il passato. Come si può
desiderare lo sconosciuto? Come puoi desiderare ciò che è nel futuro?
Il futuro è lo sconosciuto. Il passato è un mondo conosciuto. Se
desideri, il desiderio verrà dal passato. Che fare? Non desiderare!
Lascia che il futuro accada senza desiderarlo. Il futuro verrà! Non è
necessario desiderarlo. È già arrivato. Non hai bisogno di imporre le
tue proiezioni al futuro. Sii passivo, non essere attivo nei confronti
del futuro. Lascialo arrivare! Non fare domande sul futuro! È questo
il significato dell’essere senza desideri. Non è abbandonare il mondo,
rinunciare al mondo e andare sull’Himalaya, tutto questo è solo
immaturità. Se riesci ad aspettare senza desiderare, ti accadrà ogni
cosa: in questo caso tutto accadrà a partire dalla Totalità, dal
Tutto, da Dio stesso. (Rajneesh)

Il desiderio è la mente

che cerca salvezza o appagamento nelle cose esteriori e nel futuro
come sostituti per la gioia dell’Essere.

Fintanto che io sono la mia mente, io sono questi desideri. Perfino il
mio desiderio di liberazione o illuminazione non è che un’ulteriore
brama di appagamento o completamento nel futuro. Per cui non bisogna
cercare di liberarsi dal desiderio di raggiungere l’illuminazione.
Bisogna essere presenti. Bisogna diventare consapevoli della mente.
Invece di citare il Buddha, bisogna essere il Buddha, essere “il
risvegliato”. (T)

Sta’ molto attento a ciò che desideri profondamente, perché di sicuro
lo avrai. (Emerson)

È importante capire la natura del desiderio; capire perché il
desiderio abbia assunto un ruolo così straordinario nella nostra vita.
Dobbiamo vedere come il desiderio ci tolga chiarezza e come impedisca
di fiorire a quella qualità straordinaria che appartiene all’amore. E
importante capire che cos’è il desiderio invece di sopprimerlo, di
controllarlo, di dargli un orientamento particolare che forse potrebbe
concedervi un po’ di pace. (Kris)

Questo dipende dal fatto che noi siamo nel momento presente, mentre la
mente è nel futuro.

Oppure ci troviamo qui e vogliamo andare da un’altra parte.

Non c’è niente di sbagliato nei sogni e nelle fantasie, ma non
alimentateli: vedetene l’irrealtà e staccatevi. State con l’unica cosa
reale: la percezione del corpo, del respiro e dell’ambiente. (Joko
Beck)

Siamo così presi dal desiderio da dimenticare persino di essere vivi.

Vogliamo realizzarci dando soddisfazione ai nostri desideri. Ma non
vediamo quale spaventosa rovina il desiderio ha provocato nel mondo,
il desiderio di una sicurezza individuale, il desiderio di un
successo, di un potere, di un prestigio individuale.

Non ci rendiamo conto che siamo completamente responsabili di
qualsiasi cosa facciamo. Dove va a collocarsi il desiderio, quando ne
comprendiamo la natura? Ha un posto dove c’è amore? E l’amore è
qualcosa di così completamente estraneo all’umana esistenza, da non
avere in realtà per noi alcun valore? O è perché non vediamo la
bellezza, la profondità, la grandezza, la santità di quello che sta
dietro questa parola, che ci manca l’energia, il tempo, la passione
per studiare, per educare noi stessi a capire di cosa si tratta? Se ci
mancano l’amore, la compassione e la loro intelligenza, allora la
meditazione avrà ben poco significato. Senza quel profumo, quello che
è eterno non potrà mai essere trovato. (Kris)

Per questo è tanto importante mettere completamente in ordine la
nostra casa, non solo la casa in cui abitiamo, ma la casa della nostra
vita, del nostro essere, delle nostre lotte. (Kris)

D’altra parte sarebbe opportuno non giudicare i nostri desideri. Se la
Vita ce li ha messi davanti, significa che c’è qualcosa che dobbiamo
sistemare dentro di noi. Non c’è niente di sbagliato nei desideri, ma
non dobbiamo lottare per realizzarli. Lasciamoli sbocciare ma non
diventiamone schiavi. Dobbiamo solo osservarli e affidarne la
realizzazione alla nostra parte divina. (Regi)

È necessario comprendere il Desiderio. Sappiamo bene come esso si
contraddica, si tormenti, si lanci nelle direzioni più diverse; porta
con sé sofferenze, turbamenti, angosce di ogni genere e anche
l’esigenza di essere sottoposto a una disciplina, a un controllo.
Eternamente impegnati a combatterlo, non siamo più nemmeno in grado di
riconoscerlo; ma il desiderio e sempre lì, in attesa, pronto ad
esplodere. Fate quello che volete, sublimatelo, fuggitelo, negatelo,
accettatelo, scatenatelo: il desiderio rimane sempre lì. E sappiamo
bene anche quanto vari insegnanti, religiosi e non, abbiano parlato
contro il desiderio, abbiano detto che dovremmo essere privi di
desideri, che dovremmo distaccarci dal desiderio ed esserne liberi. Ma
questa è un’assurdità, perché quello che serve è capire il desiderio e
non distruggerlo. Se lo distruggeste, distruggereste la vita stessa.
Quando lo pervertite, lo deformate, lo controllate, lo dominate, lo
soffocate, correte il rischio di distruggere qualcosa di
straordinariamente bello. (Krishnamurti)

Non è bene per gli uomini che si avverino i loro desideri. (Eraclito)

Perché? Perché non è meglio? Perché qualsiasi cosa tu voglia sarà
sbagliata, perché tu sei sbagliato! Come puoi volere, desiderare
qualcosa di giusto? Prima di tutto, per poter desiderare qualcosa di
giusto devi essere giusto tu. Nell’ignoranza, qualsiasi cosa desideri
ti porterà sempre più profondamente nell’inferno, perché il desiderio
è parte di te, scaturisce da te. Come potrebbe uscirne qualcosa di
diverso? Tutto quello che ne uscirà sarà tuo. Ecco perché i tuoi
desideri non fanno che aumentare i tuoi problemi. (Rajneesh)

Dio conosce i nostri desideri prima ancora che nascano nel nostro
cuore. Pensiamo d’essere in grado di suggerire alla Vita cosa è meglio
per noi? Questo è certamente di là delle nostre capacità. Lasciamo che
le cose accadano e non sporchiamole con i nostri egoismi e la nostra
cupidigia. (Regi)

Se vogliamo veramente fare qualcosa di utile per noi e per i nostri
cari, entriamo nel presente, usciamo dalla mente ed entriamo nella
realtà.

La Vita ci ha sempre amato e continuerà ad amarci, lasciamo che sia
essa a decidere per noi. Da parte nostra cerchiamo di vivere adesso e
qui perché esiste solo questo momento. Affidiamoci all’ignoto e tutti
i nostri bisogni saranno soddisfatti. (Regi)

Non c’è niente di sbagliato nel desiderare; il desiderio in se stesso
è bello… se è un Buddha a desiderare. Ma se sei tu a desiderare,
come potrai mai desiderare qualcosa che ti porti alla beatitudine? Non
è possibile proprio perché il desiderio scaturisce da te, è parte di
te, è una continuità. E se tu sei sbagliato, il desiderio sarà
inevitabilmente sbagliato. (Rajneesh)

Se non vi aspettate l’inaspettato non troverete mai la verità, perché
è arduo scoprirla ed arduo conseguirla. (Eraclito)

Se sei in collegamento con l’essere, se è l’essere che desidera,
allora nascerà qualcosa di nuovo, di diverso. Ricorda: solo ed
esclusivamente l’essere ha importanza. Nient’altro. (Rajneesh)

Se abbracciate il presente e diventate una sola cosa con esso, se vi
unite ad esso, avvertirete l’ardore, la luminosità e lo scintillio
dell’estasi che palpita in ogni creatura sensibile. Soltanto allora
sarete allegri, spensierati, liberi e felici. In questo stato di
libertà gioiosa e semplice saprete con certezza in cuor vostro che
quello che desiderate è a vostra disposizione in ogni momento, perché
i vostri desideri nasceranno da una condizione di felicità. (Chopra)

L’universo non ti nasconde niente, nessuno t’inganna. L’apparenza
della limitazione si manifesta perché questo mondo è una scuola, un
terreno educativo. E la regola fondamentale è che in qualsiasi modo tu
veda te stesso, così vedrai il mondo. Se sei carente o indegno, quel
giudizio sarà sufficiente a tenere Dio lontano da te. Da parte Sua,
Dio non vede in te nulla di sbagliato. (Chopra)

Quando sei presente, non sei tu a desiderare ma il mondo che sta
sognando nuove realtà (Regi)

Ciascuno di noi produce una serie infinita di pensieri, ricordi,
desideri, eccetera. Questi impulsi, traboccando nell’oceano della
consapevolezza, diventano la nostra realtà. Se sapessimo come
controllare la creazione degli impulsi d’intelligenza, potremmo far
crescere non solo nuovi dendriti ma qualsiasi altra cosa. (Chopra)

Mentre siamo seduti, ogni nostro pensiero crea un’onda nel campo
unificato. Bagna tutti gli strati dell’io, intelletto, mente, sensi e
materia, spargendosi in cerchi sempre più ampi. Siamo come una luce
che irradia coscienza e fotoni. Mentre irradiano, i pensieri hanno un
effetto su tutta la natura. Il fatto di essere confinati nella nostra
condizione di veglia non ci permette di percepire i sottili
cambiamenti che provochiamo ovunque. (Chopra)

Per inviare un’intenzione nel campo e ottenerne una risposta non è
necessario alcun lavoro. Nella vostra natura unificata, esaudire le
intenzioni è tutto quello che fate: è la vostra occupazione a tempo
pieno. Non vi è neanche un pensiero fra tutti quelli che potete avere
che non produca qualche risultato.

Se imparate ad acquietare la mente e a purificarla dai suoi vecchi
conflitti, davanti a voi si aprirà la semplice realtà del
funzionamento dell’universo: ciò che è. (Chopra)

sogni nel mondo. Inseguiteli nel vostro cuore finché scompaiono nel sé
e lasciateveli. Può essere necessaria un po’ di autodisciplina, ma
siate semplici, benevoli. Occupatevi della vostra salute e felicità
interiori. La felicità si diffonde come un profumo da un fiore e
attira verso di voi ogni cosa buona. Concedete al vostro amore di
alimentare voi e gli altri. Non arrancate dietro i bisogni della vita,
basta esserne tranquillamente consapevoli. In questo modo la vita
procede più naturalmente e senza sforzi. La vita è qui da godere.
(Maharishi)

Accettare il momento presente

Dobbiamo sempre dire sì al momento presente. Che cosa potrebbe essere
più futile, più folle, che creare resistenza interiore a qualcosa che
già esiste? Che cosa potrebbe essere più folle che opporsi alla vita
stessa, che è adesso e sempre adesso? Abbandoniamoci a ciò che esiste.
Diciamo di sì alla vita, e vedremo come la vita all’improvviso
comincerà a lavorare per noi anziché contro di noi. (Tolle)

Il vero potere è interiore ed è disponibile a voi adesso, in questo
preciso istante.

Il cambiamento della consapevolezza avviene nel momento in cui dici
“si” a ciò che è, perché l’intera struttura del sé egoico costruito
dalla mente vive di resistenza e opposizione, e di fare dell’adesso un
nemico.

La bellezza sta nel fatto che possiamo uscire da millenni di
condizionamento collettivo senza bisogno di alcun tempo per farlo.

Tutto ciò che dovete affrontare e gestire nella Vita Reale è vivere
consapevolmente questo momento.

Siete preoccupati? Pensate spesso “e se succede che… ?” Allora vi
identificate con la vostra mente, la quale proietta se stessa in una
futura situazione immaginaria e crea PAURA. Non vi è modo di fare
fronte a una tale situazione perché non esiste. È un fantasma mentale.

Potete fermare questa follia che corrode la salute e la vita
semplicemente

accettando il Momento Presente.

Potete sempre fare fronte all’Adesso, ma non potete mai fare fronte al
futuro, né siete tenuti a farlo. La risposta, la forza, l’azione
giusta o la risorsa saranno lì quando ne avrete bisogno, né prima né
dopo. (T)

L’accettazione totale è in effetti una chiave per la libertà, perché,
quando accetti quello che sei ORA, diventi libero di essere quello che
sei ora, ed ecco perché lo stolto diventa savio quando lascia se
stesso libero di essere uno stolto. In verità noi siamo sempre liberi
di essere quelli che siamo ora e solo il falso orgoglio ci trattiene
dal rendercene conto. Perciò l’accettazione è insieme attività e
passività. (Watts)

Accettare la Vita, nel bene e nel male, significa accettare noi stessi.

La vera accettazione non è una meta da raggiungere; non è un ideale da
perseguire – uno stato d’animo che si possa acquistare e possedere,
che possiamo aggiungere a noi stessi per accrescere la nostra statura
spirituale… la vera accettazione è accettarsi come si è ORA, in
questo momento, prima di cominciare a rendersi diversi con
l’accettarsi…

Vediamo Dio tutte le volte che apriamo gli occhi; Lo respiriamo con
ogni respiro; usiamo la Sua forza in ogni movimento delle dita; Lo
pensiamo in ogni pensiero, anche se non pensiamo direttamente a Lui, e
Lo assaporiamo ad ogni boccone di cibo. (Watts)

In questo momento non v’è nulla che venga in essere. In questo momento
non v’è nulla che cessi di essere. Così non vi è nascita-e-morte che
debba concludersi. L’assoluta tranquillità (del nirvana) è il momento
presente. Sebbene sia in questo momento, questo momento non ha limiti,
e quivi è eterno diletto. (Watts)

Quando c’è calma e ordine dentro di noi, accade lo stesso fuori di
noi. Se troveremo la pace nel nostro cuore, tutti i problemi
svaniranno e l’armonia del cielo scenderà su di noi. In questo modo
saremo nella condizione di dare un nuovo significato alla nostra vita.
Se lasceremo che le cose siano quello che sono, nel momento in cui non
ci opporremo più alla realtà, la “virtù” ci proteggerà. Sarà come
lasciare il controllo degli eventi a qualcosa più grande di noi capace
di guidarci in ogni frangente.

Da dove vengono le intuizioni o le premonizioni che talvolta sembrano
sorgere dal nulla? Da quali inesplorati territori giungono rivelazioni
e sensazioni strane? Nessuno conosce le vere capacità della Mente;
l’uomo è un’entità sconosciuta e insondabile a se stessa. 7

Il problema dell’attesa

Siete abituati ad aspettare? Quanto della vostra vita la trascorrete
in attesa? Non è insolito trascorrere l’intera vita aspettando di
cominciare a vivere. L’attesa è uno stato mentale. Sostanzialmente
significa che volete il futuro; non volete il presente.
Non volete ciò che avete, e volete ciò che non avete. Con ogni genere
di attesa create inconsapevolmente un conflitto interiore fra il
vostro qui e ora, dove non volete essere, e il futuro proiettato, dove
volete essere. Questo riduce la qualità della vostra vita facendovi
perdere il presente, la sola cosa che esiste realmente.

Molte persone si proiettano nel futuro e attendono ingenuamente la
prosperità. In realtà la gratitudine per il momento presente e la
pienezza della vita adesso sono la vera prosperità.

Rinunciate all’attesa come stato mentale. Quando vi sorprendete a
scivolare nell’attesa scuotetevi da questa situazione. Arrivate al
Momento Presente. Cercate semplicemente di esserci e di gioire ad
essere.

L’unico luogo in cui potete sperimentare il flusso della vita è adesso.

L’abbandono è accettazione incondizionata e senza riserve del momento
presente. È abbandonare la resistenza interiore a ciò che è.

La cosa meravigliosa è che noi siamo l’inizio di un mondo in continua
trasformazione.

Stare presenti nella vita quotidiana, aiuta a essere profondamente
radicati in voi stessi; altrimenti la mente, che ha un incredibile
impeto, vi trascinerà via come un fiume in piena.

L’attesa è uno stato d’animo.

Significa che noi vogliamo il futuro, non vogliamo il presente. Non
vogliamo ciò che abbiamo.

Con ogni genere di attesa creiamo inconsapevolmente un conflitto
interiore fra il nostro qui e ora, dove non vogliamo essere, e il
futuro proiettato, dove vogliamo essere. Ma la vita è qui, in questo
istante, in ogni momento. La vita è il nostro Essere più profondo. È
già integra, completa, perfetta.

Molte persone attendono la prosperità. Non può arrivare nel futuro.
Quando onoriamo, riconosciamo e accettiamo pienamente la nostra realtà
presente, quando accettiamo pienamente ciò che abbiamo, siamo grati
per ciò che abbiamo, grati per ciò che esiste, grati per Essere. La
gratitudine per il momento presente e la pienezza della vita adesso è
la vera prosperità. Non può arrivare nel futuro. Poi, col tempo, tale
prosperità si manifesta a noi in vari modi.

Se siete presenti, non vi è alcuna necessità di aspettare alcunché.
Allora, la prossima volta che qualcuno vi dice: “Mi dispiace averti
fatto aspettare” potete rispondere: “Va bene, non stavo aspettando;
ero qui a gioire di me stesso, la gioia del mio sé”.

Resa e abbandono

All’interno di ogni creatura vivente è presente una sensazione di
essere in mezzo a un campo di tensione e di resistenza, un’impressione
di essere un po’ bloccato, o, dovrei dire, d’essere un ostacolo, un
intralcio a se stesso. Ora, immaginiamo l’opposto. Supponiamo, per
esempio, che ogni mattina ci svegliamo con una sensazione di
trasparenza totale, senza resistenza alcuna nei confronti del mondo
esterno. Immaginiamo di scorrere con esso, ne facciamo parte: il mondo
è parte di noi. (Watts)

La maggior parte conduce un’incessante lotta contro il mondo esterno:
se studiamo i muscoli e la dinamica del corpo umano, scopriamo che
stiamo sempre combattendo. (Watts)

Facendo veramente attenzione al corpo, alla sua posizione, alla
tensione muscolare, scopriremmo di essere sempre in contrasto con il
mondo. (Siamo in lotta con la realtà che ci circonda) Se non riusciamo
a vedere che siamo parte del mondo allora proviamo questa immensa
sensazione di separazione. (Watts)

La resistenza interiore è dire di “no” a ciò che è, con il giudizio
mentale e la negatività emozionale. Diventa particolarmente evidente
quando le cose “vanno storte”, vale a dire quando vi è un divario fra
le richieste o le rigide aspettative della vostra mente e ciò che è.
Questo è il divario del dolore.

Se avete vissuto abbastanza a lungo, saprete che le cose vanno storte
piuttosto spesso. Ed è proprio in quei momenti che è necessario
praticare l’abbandono se volete eliminare la sofferenza e il dolore
dalla vostra vita.

L’accettazione di ciò che è vi libera immediatamente
dall’identificazione con la mente e così vi ricollega all’ESSERE. (T)

La resistenza è la mente.

Se trovate insoddisfacente o perfino intollerabile la vostra
SITUAZIONE di VITA, è solamente arrendendovi che potete spezzare lo
schema di resistenza inconsapevole che perpetua quella situazione. (T)

L’abbandono vi riunisce alla fonte energetica dell’ESSERE divenendo
una celebrazione gioiosa di energia vitale che vi porta ancora più
profondamente nell’ADESSO. Nello stato di abbandono vedete molto
chiaramente ciò che va fatto e lo fate, facendo una cosa per volta e
focalizzandovi su una cosa per volta. (T)

L’abbandono è la saggezza semplice ma profonda di lasciarsi andare
invece di opporsi al flusso della vita.

Quando vi abbandonate al flusso della Vita, il cambiamento arriva in
strani modi senza che vi sia la necessità da parte vostra di fare
chissà che cosa.

*****************************

La Vita vi viene in aiuto
e coopera con voi.

Se fattori interiori come paura, colpa o inerzia
vi impediscono di intraprendere un’azione,
si dissolveranno
alla luce della vostra PRESENZA.

ONORA l’ADESSO e ogni forma che viene e va insieme ad esso. Se onori
l’adesso, qualsiasi forma esso prenda viene onorata. Siate lì quando
la resistenza sorge. Osservate come la vostra mente la crei, come
etichetta la situazione, voi stessi e gli altri. Sentite l’energia
dell’emozione. Essendo testimoni della resistenza, vedrete che non ha
scopo.

Focalizzando la vostra attenzione nell’adesso, la resistenza
inconsapevole diventa consapevole, e quella è la sua fine.

La vostra prima opportunità per l’ABBANDONO è quella di arrendervi in
ogni momento alla realtà del momento. Se dimorate in questo stato di
accettazione, non create più negatività, né sofferenza, né infelicità.
E quindi vivete in uno stato di non resistenza, uno stato di grazia e
di leggerezza, privo di lotta …

Poiché la resistenza è inseparabile dalla mente, la rinuncia alla
resistenza, l’abbandono, è la fine del ruolo di maestra della mente,
l’impostore che finge di essere voi, il falso dio.

ABBANDONATI AL DIVINO.

Non è resistendo o scappando, ma è attraverso l’abbandono che il
divino viene realizzato, e ciò, incredibilmente, non richiede tempo.
L’abbandono può avvenire solo adesso. Assumiti ora la responsabilità
del tuo stato di coscienza! Questo è il succo dell’intero
insegnamento. Chiediti: Com’è il mio stato di coscienza in questo
momento?

Per godere della Realtà e per conoscerla, dobbiamo lasciarla andare e
comprendere che è Lei a possedere noi. La bellezza imprigionata si
trasforma in dolore, perché Dio è la fonte sia della bellezza sia del
dolore della vita. Nella bellezza, Egli ci chiama a sé; nel dolore che
deriva dall’averla imprigionata, Egli ci avverte che non possiamo
avvicinarci a Lui con spirito possessivo. (Watts)

Quando non ci attacchiamo al mondo e non abbiamo più un atteggiamento
ostile nei suoi confronti, ci rendiamo conto che il mondo è noi
stessi. (Watts)

L’abbandono non è debolezza. Vi è in esso una grande forza. Soltanto
chi pratica l’abbandono ha potenza spirituale. Attraverso l’abbandono
saremo liberi internamente dalla situazione. Possiamo allora scoprire
che la situazione cambia senza sforzo alcuno da parte nostra. In ogni
caso siamo liberi. (Tolle)

La Vita è sempre presente, in attesa che la riconosciate. Non la
sentite prorompere irrefrenabile nell’erba dei prati e nelle foglie
degli alberi? Siete consapevoli del calore che vi giunge dal sole, del
respiro che vi attraversa continuamente? Non vi accorgete della forza
che spinge il sangue nelle vene? È la sua voce che chiama con dolcezza
infinita. Abbandonatevi tra le sue braccia e ogni problema svanirà.
(Re)

La fede nell’abbandono

La fede non è credenza cieca e certamente non è puro assenso
spirituale alla proposizione che Dio esiste. Né è la fiducia che la
vita si risolverà in bene nonostante le sue varie tribolazioni. La
fede non è speranza. Da un certo punto di vista la fede è la cosa più
illogica del mondo; ha fiducia nella vita proprio per le sue
tribolazioni; è il senso dell’amore e della meraviglia davanti al
mistero di un Dio che è insieme Creatore e Distruttore, amore e
terrore, vita e morte, angelo e demone, saggio e stolto, uomo e verme.
(W)

La verità è che senza la fede non facciamo che picchiare la testa
contro un muro. Nessuna illusione, nessun espediente della ragione o
della scienza, nessuna magia, nessuna fiducia in se stessi può
renderci indipendenti dall’universo e metterci in grado di evitare il
suo aspetto distruttivo. Il dolore è una realtà e non c’è
vagheggiamento di teologia che possa minimizzarlo con promesse e
apologie della sua esistenza in un universo in cui Dio è ritenuto
“amore”. (W)

Dio, la vita e l’universo, checché possiamo sforzarci di pensare di
essi, conservano in loro due aspetti e continuano il loro gioco in
tutto il suo amore e la sua crudeltà. Fede significa che ci doniamo a
esso assolutamente e totalmente, senza condizioni di sorta, che ci

abbandoniamo a Dio senza chiedere nulla in cambio, salvo che il nostro
abbandonarci a Lui possa farci sentire più intensamente il ritmo
cadenzato del Suo gioco. Questo abbandono è la libertà dello spirito.
(W)

Questa è la sola promessa che può esserci garantita, ma quale
promessa! Essa significa che partecipiamo all’estasi della Sua
creazione e della Sua distruzione, e sperimentiamo il mistero e la
libertà del Suo potere in tutti gli aspetti della vita, nelle altezze
del piacere e negli abissi del dolore.

La libertà mediante l’abbandono è la partecipazione dell’uomo alla natura di Dio

Può sembrare illogico, ma quanti hanno partecipato una volta a questo
mistero, provano una gratitudine che non conosce confine e possono
dire ancora che Dio è Amore, sebbene con un significato completamente
nuovo. (W)

Entrare nell’ignoto

Per quanto tu cammini e percorri ogni strada, non potrai raggiungere i
confini dell’anima, tanto profonda è l’espressione che le appartiene.
(Eraclito)

Ti è possibile abbracciare l’incertezza
e non chiedere di sapere

che cosa succederà nella tua vita?

L’ignoto è pericoloso perché la mente non vi esercita alcun dominio.
Ecco perché la mente non ama e ignora il momento presente. (T)

In definitiva, ogni azione è un salto nel buio. L’unica reale certezza
che abbiamo rispetto al futuro è quel quid sconosciuto chiamato morte,
che si erge a simbolo finale del fatto che la vita non è in nostro
possesso. In altre parole, la vita umana è fondata su un irriducibile
elemento di ignoto e di incontrollato che è lo shunya (Vuoto), del
Buddismo, e il mushin o assenza di mente dello Zen. Ma lo Zen
significa renderci conto che non poggiamo semplicemente su questo
ignoto, né che ci galleggiamo sopra nella fragile barca del nostro
corpo: è renderci conto che questo ignoto siamo noi stessi.

Noi dobbiamo agire e pensare, vivere e morire, attingendo da una fonte
che sta al di là di tutta la nostra conoscenza e controllo (l’ignoto).
Ma questa fonte siamo noi stessi, e quando ce ne rendiamo conto essa
non ci sovrasta più come un oggetto minaccioso. (W)

Se poteste dimenticare ogni cosa e non anticipare nulla, vi trovereste
automaticamente a passare attraverso quei confini che vi fanno da
schermo rispetto alla percezione di una realtà superiore. Quella
realtà superiore è avviluppata a quella familiare che vedete e nella
quale vi muovete ogni giorno; non vi è alcuna distanza che vi separi.
Eppure potrebbero essere lontane milioni di miglia. (Chopra)

Incontri di possibilità, coincidenze inattese, premonizioni che si
avverano, improvvise soddisfazioni di desideri, momenti di
imprevedibile gioia, sensazione profonda di sapienza, il manifestarsi
della fiducia… tutte queste sono forme che può assumere la realtà
quando cerca di farci evadere dalle prigioni che noi stessi abbiamo
costruito. Non siamo obbligati ad ascoltare questo affascinante
sussurro. La scelta è del tutto personale. É nella profondità del
proprio cuore che occorre decidere fra ciò che è conosciuto, ed è
vecchio e familiare, e l’ignoto che è nuovo, un campo di possibilità
infinite. (Chopra)

Se non vi aspettate l’inaspettato non troverete mai la verità, perché
è arduo scoprirla ed è arduo conseguirla.

(Eraclito)

Andate mai a fare una passeggiata da soli? È molto importante uscire
da soli, sedere sotto un albero – non con un libro, non in compagnia
ma da soli – e osservare una foglia che cade, ascoltare lo sciabordio
dell’acqua o la canzone del pescatore, seguire il volo di un uccello o
il corso dei pensieri che si rincorrono nello spazio della propria
mente. Se sapete essere soli e osservare queste cose, allora
scoprirete le straordinarie ricchezze che nessun governo può tassare,
nessuna istituzione umana potrà corrompere, e che non potranno mai
essere distrutte. (K) l’intero processo del pensiero, perché
intendere tale processo equivale a porvi termine, e por termine al
processo del pensiero è l’inizio del silenzio. (K)

Soltanto quando la mente sarà in perfetto silenzio, soltanto allora
l’ignoto potrà nascere.

L’ignoto non è qualche cosa che la mente debba sperimentare; soltanto
il silenzio si può sperimentare, null’altro che il silenzio. Se la
mente sperimenta qualcosa di diverso dal silenzio, sta semplicemente
proiettando i propri desideri, e una mente cosiffatta non sta in
silenzio, finché il pensiero in una qualsiasi forma, sia conscia sia
inconscia, sarà in movimento, silenzio non si potrà dare. (K)

Il silenzio è libertà rispetto al passato, alla conoscenza, alla
memoria sia conscia che inconscia

Quando la mente starà in perfetto silenzio, quando non funzionerà,
quando vi sarà quel silenzio che non nasce da uno sforzo, allora
soltanto nascerà ciò che è fuori del tempo, l’eterno. Perciò Dio, o la
Verità, o quel che voi volete, è qualche cosa che nasce di momento in
momento, e si verifica soltanto in uno stato di libertà e di
spontaneità, non quando la mente viene disciplinata secondo uno
schema. Dio non è qualcosa che appartenga alla mente, non nasce da una
proiezione dell’ego, nasce soltanto quando vi è virtù2, che è libertà.
(K)

La Virtù affronta la realtà di ciò che è, ed affrontare la realtà è
uno stato di beatitudine. Soltanto quando la mente è beata, calma,
senza alcun movimento proprio, senza la proiezione del pensiero,
conscio o inconscio, soltanto allora nasce l’eterno. (K)

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