Lo scopo della vita di Hazrat Inayat Khan

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LO SCOPO DELLA VITA (1)

dal libro “L’ Alchimia della Felicità” di Hazrat Inayat Khan

Ogni essere vivente ha uno scopo nella vita e la conoscenza di questo scopo
rende ogni anima capace di esaudirlo. Come viene detto nel Gayan: “Beato
colui che conosce lo scopo della sua vita”.

Non essere sorpreso quando trovi che tanti brancolano nel buio attraverso
tutta la vita, facendo una cosa o un’altra, sempre insoddisfatti, sempre
scontenti; e tutte le cose che fanno rimangono senza un risultato. La causa
di ciò é l’assenza di quella conoscenza, la conoscenza dello scopo della
vita.

Indipendentemente dagli individui, ogni oggetto ha il suo scopo. La missione
della scienza é di scoprire lo scopo degli oggetti, ed é per questa ragione
che la scienza é nata. Sia la scienza medica che quella filosofica, tutti i
diversi aspetti della scienza, sono il risultato del desiderio di scoprire
lo scopo delle cose. Ma lo scopo del misticismo é trovare lo scopo nelle
vite degli esseri umani – lo scopo nella propria vita e lo scopo nella vita
degli altri. Finché l’uomo non ha trovato questo scopo, anche se possa avere
successo o fallire, nonostante possa sembrare felice o infelice, in realtà
egli non vive; poiché la vita inizia nel momento in cui una persona trova lo
scopo della propria vita.

C’é gente molto ricca, gente che ha una posizione ed ogni comodità e
convenienza, a cui tuttavia manca qualche cosa, quella cosa principale che
può da sola renderli felici: la conoscenza dello scopo della loro vita.
Questa é l’autentica cosa che manca a loro. Eppure allo stesso tempo l’
umanità ignora questo. Un uomo sarà interessato a mille cose, sarà
interessato prima ad una cosa e poi passa ad un’altra, e così via, ma sembra
che non arrivi mai al punto di trovare lo scopo della sua vita. Perché?
Perché non lo cerca.

Per quanto riguarda l’educazione dei bambini, dei giovani, molto spesso i
genitori non riflettono su questo problema. Qualunque cosa sembra loro sia
utile al bambino, questi la deve fare. Non prestano attenzione al fatto che
é durante la gioventù che si deve trovare lo scopo della propria vita.
Quante vite sono state rovinate per questo motivo! E’ possibile che un
bambino venga cresciuto nel benessere e tuttavia tenuto lontano dallo scopo
della sua vita. Per quanto un uomo possa essere infelice, non appena si
rende conto dello scopo della sua vita, é come se venisse girato un
interruttore e la luce si accendesse. E’ possibile che non sia capace di
compiere ogni cosa immediatamente, ma il fatto stesso di conoscere lo scopo
gli dà tutta la speranza, il vigore, l’ispirazione e la forza di attendere
quel giorno. Anche se si devono compiere degli sforzi per tutta la vita per
raggiungere quello scopo, non é importante purché si sappia quale sia lo
scopo. Dieci persone così hanno un potere molto più grande di mille persone
che lavorino dalla mattina alla sera senza conoscere lo scopo della loro
vita. Inoltre, ciò che chiamiamo sbagliato o giusto, bene o male, é diverso
a seconda dello scopo della vita. Più si studia la vita, più si realizza che
non é l’azione ma lo scopo che rende le cose giuste o sbagliate, bene o
male. E progredendo diventiamo più svegli, e più grande diventa lo scopo
davanti a noi.

Oltre a ciò c’é lo scopo di tutto, lo scopo ultimo. Iniziamo lo scopo della
nostra vita con uno scopo individuale, ma arriveremo ad uno stadio dove lo
scopo di ogni anima é uno e lo stesso. E questo può essere studiato
osservando le inclinazioni degli uomini. Ogni uomo ha cinque inclinazioni.
nascoste nella profondità del suo cuore. Essendo assorbito nella vita del
mondo potrebbe dimenticare quell’ultimo scopo, ma allo stesso tempo c’é un’
inclinazione continua verso questo scopo. Ciò dimostra che lo scopo ultimo
della vita di tutti é uno e lo stesso.

La prima di queste cinque inclinazioni é l’amore per la conoscenza. Non sono
soltanto gli essere intellettuali e intelligenti che ricercano la
conoscenza. Perfino un bambino desidera sapere cosa é ogni piccolo rumore.
Ogni bambino che vede un colore o una linea bella in un disegno indaga su
questo: E perciò ogni individuo si sforza di raggiungere la conoscenza.
Senza dubbio nella vita di oggi tanti si trovano in una situazione dove non
hanno mai un momento per raggiungere quella conoscenza che cercano. Dalla
mattina alla sera devono compiere il loro dovere; sono talmente assorbiti da
questo che dopo qualche tempo quella fame per la conoscenza é persa e la
loro mente non é più acuta. Ci sono migliaia di persone che la vita ha messo
in una situazione dove non possono fare altro che concentrarsi su un lavoro
particolare senza avere mai il tempo di pensare a quelle cose a cui
piacerebbe loro pensare, che desidererebbero conoscere. Abbiamo creato
questa vita. La chiamiamo il progresso, la libertà, ma non é la libertà
della mente. La mente é imprigionata in un orizzonte limitato e chiamiamo
ciò una sfera.

Se tutti i pensieri, tutta la vita consistessero nello studiare qualche cosa
con il solo scopo di guadagnarsi il pane, allora quando ci si può
concentrare con il pensiero e la mente su ciò che l’anima ricerca? Fra
coloro che hanno un poco di libertà nella vita, che hanno tempo di pensare
ad ottenere un pò di conoscenza, ci sono tanti che ricercano soltanto le
novità. Pensano che imparare significhi soltanto ottenere la conoscenza di
ciò che non hanno conosciuto prima. Molto pochi sono i ricercatori che
scoprono che da ogni idea, per quanto semplice, viene una rivelazione quando
si concentra la mente su di essa, e questa rivelazione comincia allora ad
insegnare loro sempre più cose che non hanno mai conosciuto. Ho avuto io
stesso questa esperienza. C’era una strofa di un verso persiano che
conoscevo da dodici anni. Mi piaceva, era un semplice concetto quotidiano,
ma dopo dodici anni un giorno mi venne un barlume d’ispirazione e quella
stessa strofa diventò una rivelazione. Sembrava che ci fosse stato un seme e
che poi fosse germogliata una pianticella, che poi cambiò in una pianta che
produsse frutta e fiori.

La difficoltà che i cosiddetti cercatori della verità provano é che quando
hanno poco tempo per cercare la verità sono irrequieti. Una sola cosa non li
soddisfa e allora vanno da una cosa all’altra. Così invece di arrivare alla
nozione vera della verità, si confondono.

Qualcuno chiese ad un artista se fosse in grado di produrre un disegno
veramente nuovo. “Si”, egli disse, “posso farlo”. Così mise due corna e due
ali sul corpo di un pesce, e la gente disse”Come é fantastico, questo é una
cosa che nessuno ha mai visto prima!” Tutti hanno visto ali sugli uccelli e
corna sugli animali; ma ci sono tante anime che hanno bisogno di questo
genere di novità. Tanti le ammirano, pochi pensano, come Salomone, che non c
’é nulla di nuovo sotto il sole, specialmente quando arriviamo al campo
della saggezza, della conoscenza. E ciò perché non si arriva alla
concentrazione, alla contemplazione o alla meditazione con lo studio di
molte cose, né andando da un’idea all’altra. L’inclinazione successiva é l’
amore per la vita, e questo non esiste soltanto negli esseri umani perché
persino i piccoli insetti scappano quando si cerca di toccarli; anche loro
ci tengono alla vita. Che cosa dimostra tutto ciò? Dimostra che ogni essere
desidera vivere, per quanto possa essere infelice, per quanto difficile gli
possa sembrare la vita. Forse in un momento di melanconia una persona
potrebbe desiderare suicidarsi, ma se fosse nella sua condizione normale
egli non penserebbe mai di lasciare questo mondo. Non perché il mondo gli
sia così caro, ma l’inclinazione della sua anima é di vivere.

Nel Gayan si dice: “La vita vive, la morte muore”. Poiché la vita vive, la
vita desidera vivere, e nessuno si augura, nemmeno per un momento, che la
morte ci prenda. I grandi profeti, i maestri, i santi, i saggi, i filosofi,
i mistici, che cosa si sforzavano di raggiungere? Il loro sforzo fu di
trovare un rimedio per curare l’uomo della sua mortalità. Ma la sua
mortalità é la sua concezione o la sua condizione? L’anima considera il
corpo fisico come una veste, solo fino a quando il suo scopo viene compiuto
e poi desidera abbandonare questa veste. Poiché nessuno desidera portare
sempre la sua veste pesante. Perfino il re si sente più comodo quando la
corona é riposta nell’armadio.

La felicità dell’anima viene quando questa é liberata dal fardello fisico;
ella può solo essere felice quando può essere sé stessa. Finché l’uomo pensa
di essere il suo corpo, egli é mortale, essendo soltanto conscio della sua
esistenza mortale. Ma la comprensione intellettuale di ciò non é di aiuto. L
’anima deve vedere se stessa, l’anima deve realizzarsi. E come? Nelle
scritture si dice: ” Muori prima di morire”. Cosa é questo morire? Questo
morire é giocare alla morte. Durante tutta la loro vita sulla terra i
mistici hanno praticato il giocare alla morte; giocando con essa, furono
capaci di veder cos’é la morte. Allora non era soltanto una conoscenza
intellettuale; essi videro che l’anima esiste indipendentemente dalla sua
veste fisica. Buddha chiamò ciò Jnana, che vuol dire realizzazione. L’
essenza di questo é chiamato Ajnana, la mancanza di realizzazione.

Ogni persona premurosa si sente molto triste quando pensa al giorno in cui
deve partire dalla terra dove ha i suoi amici che ama e i suoi tesori. Non
solo questo, ma é ancora più triste sentendo che una volta andata, sarà
andata per sempre, poiché la vita non desidera diventare morte; la vita
desidera vivere: Ma questo dimostra l’ignoranza e una concezione falsa della
vita, una concezione ottenuta tramite i sensi, tramite l’esperienza dei
sensi. Colui che ha realizzato la vita e le cose tramite i sensi non conosce
la vita. La vita può essere completamente diversa da ciò. La terza
inclinazione che l’uomo mostra é quella di ottenere il potere. La ragione é
che l’anima si sforza contro l’invasione della vita, poiché le condizioni
della vita sembrano spazzare via ogni cosa che non ha forza. Quando la
foglia ha perso la sua forza cade dall’albero; quando il fiore ha perso la
sua forza viene buttato via. Naturalmente l’anima desidera mantenere la sua
forza; quindi l’individuo cerca il potere. Ma lo sbaglio sta nel fatto che,
per quanto potere un uomo possa avere, esso é limitato. Con l’aumento del
potere, arriverà un momento in cui l’uomo si accorge che un altro potere può
essere più grande di quello che possiede. Questa limitazione gli causa
sofferenza; egli resta deluso. Inoltre quando si osserva la potenza dell’
uomo, la potenza del mondo, cos’é? Le nazioni potenti che furono costruite
mille anni fa possono essere distrutte in pochissimo tempo; allora cosa é il
loro potere? Se ci fosse un potere, esso é la potenza nascosta, l’
Onnipotenza. E venendo in contatto con quella potenza si comincia ad
estrarre da essa tutta la potenza necessaria.

Il segreto di tutti i miracoli e di tutti i fenomeni dei saggi e dei maestri
deve essere visto nel potere che essi sono capaci di ricavare dall’
interiore.

Ci sono fachiri e dervisci che saltano nel fuoco o si tagliano e guariscono
all’istante. Ma esiste una potenza ancora più grande di questa. Coloro che
possono veramente fare queste cose non le fanno apertamente; ma allo stesso
tempo c’é questa potenza che é la prova che lo spirito ha potenza sulla
materia, nonostante lo spirito possa essere sepolto sotto la materia per un
certo periodo – il che ci rende impotenti.

La quarta inclinazione che l’uomo mostra é di essere felice. L’uomo cerca la
felicità nel piacere, nella gioia, ma queste sono soltanto le ombre della
felicità. La vera felicità é dentro nel cuore dell’uomo. Ma l’uomo non la
cerca. Per trovare la felicità egli cerca il piacere. Qualsiasi cosa che sia
temporanea non é felicità. La felicità é proprio l’essere dell’uomo. I
vedantisti hanno chiamato l’anima Ananda, felicità, poiché l’anima stessa é
la felicità, ed é per questo che cerca la felicità. E poiché l’anima stessa
non la può trovare, é sempre alla ricerca di qualcosa che la possa rendere
felice; ma ciò che trova non può mai renderla veramente felice,
perfettamente felice.

Il peccato e la virtù, il bene e il male, il giusto e lo sbagliato, possono
essere distinti e determinati su questo principio. La virtù é ciò che porta
la vera felicita. Ciò che viene chiamato bene é quello che porta alla
felicità. Ciò che é il bene é bene poiché dà la felicità; e se non fosse
così non potrebbe essere il bene, non potrebbe essere la virtù, non potrà
essere il giusto. Ogni volta che l’uomo ha trovato la virtù nell’infelicità
si é sbagliato; ogni volta che era ingiusto egli é stato infelice. La
felicità é l’essere dell’uomo; questa é la ragione per cui egli la desidera:
La quinta inclinazione che l’uomo mostra é quella per la pace. Non é il
riposo, la comodità o la solitudine che possono dare la pace. E’ un’arte che
deve essere imparata, l’arte dei mistici tramite la quale si arriva alla
pace. Ci si potrebbe chiede perché, se é naturale per l’anima provare la
pace, ci si deve sforzare per raggiungere la pace tramite la pratica, la
meditazione, la contemplazione. La risposta é che é naturale fare l’
esperienza della pace, ma la vita nel mondo non é naturale. Gli animali e
gli uccelli hanno tutti l’esperienza della pace ma l’umanità no, poiché l’
uomo é il ladro della propria pace. Ha reso la sua vita talmente artificiale
che non può mai immaginare quanto si sia allontanato da ciò che per lui può
chiamarsi una vita normale e naturale. E’ per questa ragione che abbiamo
bisogno dell’arte di scoprire la pace dentro di noi. Non potremo fare l’
esperienza della pace migliorando le condizioni esteriori.

L’uomo ha sempre desiderato la pace e ha sempre causato la guerra; allo
stesso tempo ogni individuo dice che sta cercando la pace: Allora da dove
deriva la guerra? Esiste la guerra perché il significato della pace non é
stato capito completamente. L’uomo vive in una agitazione continua, in una
condizione inquieta, invece di cercare la pace cerca la guerra; se ciò
continua non avremo pace finché ogni individuo non comincerà a cercare per
primo la pace dentro se stesso.

Cosa é la pace? La pace é la condizione naturale dell’anima. L’anima che ha
perso la sua condizione naturale diventa inquieta. La condizione normale
della mente é la tranquillità; tuttavia allo stesso tempo la mente é tutt’
altro che tranquilla; l’anima non prova nient’altro che pace.

La domanda che viene nella mente di ogni persona meditativa é quale é stato
il motivo, lo scopo della creazione del mondo. La risposta é: per rompere la
monotonia. Chiamarlo Dio, chiamarlo l’Unico Essere, chiamarlo la fonte e il
fine di tutto; essendo solo, Egli desiderava che dovesse esistere per Sé
qualcosa da conoscere. Gli Indù dicono che la creazione fu il sogno di
Brahma. Si può chiamarlo un sogno, ma é lo scopo principale. I Sufi spiegano
questo nel modo seguente: che Dio, l’Amante, desiderò conoscere la Sua
Propria Natura; e che per questo motivo, attraverso la manifestazione, l’
Amato fu creato. così che l’amore potesse manifestarsi. E in questa luce,
allora tutto ciò che vediamo é l’Amato. Come dice Rumi, il più grande autore
persiano:

L’Amato é tutto in tutti,

l’amante Lo vela soltanto;

L’Amato é tutto ciò che vive,

l’amante é una cosa morta.

I Sufi hanno perciò chiamato Dio, l’Amato. E hanno visto l’Amato in tutti
gli esseri. Non pensavano che Dio fosse nel cielo, separato, lontano da
tutti gli esseri. Hanno visto la bellezza di Dio in tutte le cose, in tutte
le forme. E in questa realizzazione si compie lo scopo principale e lo scopo
ultimo della vita. Come si dice nelle scritture antiche, quando Dio chiese
ad Adamo: “Chi é il tuo Signore?”, egli disse: “Tu sei il mio Signore”.
Questo vuol dire che lo scopo della creazione fu che ogni anima potesse
riconoscere la propria fonte ed il suo scopo, arrendersi ad essi ed
attribuire loro tutta la bellezza, la saggezza e la potenza, e che così
facendo potesse perfezionarsi. Come dice la Bibbia “Siate perfetti come é
perfetto vostro Padre in Cielo”.

“Tratto dalla mailing list Sadhana

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