Lo Scoop, la droga dello stupro

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Lo Scoop, la droga dello stupro

redazione ECplanet.net

La cronaca recente riporta la storia di una ragazza perugina che si risveglia malconcia nel
parcheggio di una discoteca, al pronto soccorso i medici constatano che ha subito una violenza di
gruppo dopo essere stata stordita da una dose di Ghb (acido gamma-idrossibutirrico): in gergo Scoop,
una sostanza liquida nota per il suo potenziale afrodisiaco ed euforizzante. Qualcuno lo ha versato
nel suo drink la sera prima e la vittima non ricorda niente degli abusi. A dosi elevate e mescolato
con all’alcol, lo scoop causa la perdita di coscienza e fa svanire il ricordo di ciò che è accaduto.

Il GHB è una molecola presente naturalmente nell’organismo dei mammiferi, soprattutto nel cervello.
Viene anche chiamata “ecstasy liquida” pur essendo costituita da una molecola diversa dall’ecstasy.
Lo si trova sul mercato illecito sotto forma di polvere bianca o di liquido. Prima che se ne
scoprissero gli effetti collaterali, il GHB era una sostanza utilizzata come regolatore del
metabolismo energetico, come anabolizzante, anestetico, sonnifero, afrodisiaco e allucinogeno. Lo
Scoop, droga dello stupro, è una cosiddetta “nuova droga”, figlia di questo spazio-tempo impazzito.

Massimo Barra, medico fondatore della comunità terapeutica Villa Maraini a Roma, chiarisce però che
“si parla di nuova droga quando il consumo di una determinata sostanza diventa statisticamente
rilevante. Trent’anni fa, esattamente come oggi, circolavano amfetamine e allucinogeni”. Ora,
insieme alle più note, cocaina, speed (amfetamina) ed ecstasy, si parla di Shaboo (eccitante a base
metilamfetamina cloridrato caratterizzata da un elevatissimo grado di purezza, un grammo equivale
diverse dosi di cocaina) Ice (molecola amfetamino-simile reperibile in forma di cristalli molto
simili a quelli prodotti dal ghiaccio) Glass, Batu (tra le nuove metamfetamine) Crystal (uno dei
nomi con cui viene indicata la sostanza allucinogena di provenienza chimica detta fenciclidina) e la
pericolossisma Cristallina, un mix di cocaina (50-70%) e atropina.

E proprio su queste droghe e sulle nuove modalità di consumo ha puntato l’attenzione la “Conferenza
per un progetto delle regioni sulle dipendenze” svoltasi a Bologna. “I danni sono molteplici”,
spiega Teodora Macchia dell’Istituto Superiore della Sanità, “variano da sostanza a sostanza,
dipendono anche dal soggetto che ne fa uso, dal suo stato in quel momento. Un adolescente rischia di
più perché vive un periodo di evoluzione, in cui il sistema organico e psichico è in fase di
modellamento”.

“I danni dipendono anche dalle modalità e dai tempi di assunzione”, dice Gaetano di Chiara,
farmacologo dell’Università di Cagliari, “per esempio la cocaina fumata arriva al cervello molto più
rapidamente di quella inalata e ha effetti più pervasivi. Per quanto riguarda le amfetamine poi,
l’uso prolungato rischia di portare alla degenerazione di determinati neuroni”.

Un’indagine dell’Istituto superiore di sanità rivela nuovi luoghi di consumo e nuovi comportamenti.
La discoteca non è il solo posto dove ci si droga: spesso lo si fa a casa, in solitudine. E la
cocaina è la preferita. Ma come riporta l’indagine, i consumatori ricorrono a più tipi di sostanze
per moderare gli effetti di altre droghe assunte precedentemente. Eroina e psicofarmaci ad esempio,
servono spesso per moderare gli effetti di una serata a base di ecstasy e “coca”. È il fenomeno
delle “poliassunzioni”.

Concetto non nuovo per Massimo Barra: “Anche negli anni 70 si mischiava. A un certo punto è stato
necessario spegnere l’incendio degli eccitanti con l’eroina”. Ora, alle droghe “ricreazionali” si
aggiungono Cobret (eroina tagliata dal costo molto basso), Ketamina (un anestetico dissociativo che
provoca forti allucinazioni), Popper (diffuso per la sua fama di potente afrodisiaco), e Smart
Drugs.

Dall’indagine dell’ISS emergono anche differenze di genere: le donne usano cocaina, psicofarmaci e
alcol, anche combinati tra loro per combattere stress, depressione e disturbi della personalità, una
sorta di automedicazione con effetti collaterali devastanti (il popolo degli zombie è servito, ndr).
Questa notizia è stata pubblicata da “Repubblica online”.

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