Le strette relazioni fra Cuore e Cervello: perche’ e’ necessario allinearli e tenerli in equilibrio

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Le strette relazioni fra Cuore e Cervello: perche’ e’ necessario allinearli e tenerli in equilibrio

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La distinzione tra il cuore-muscolo e l’area energetica-spirituale che lo accoglie sta diventando
sempre meno netta, anche per la scienza: come allineare quindi cuore e cervello? Ce lo insegna la
coerenza cardiaca

Elsa Nityama Masetti – 28/08/2020

Si pensa che sia il cervello che regola l’attività mentale e invece, come insegna la medicina
cinese, è il cuore. È l’attività pensante che è programmata per corrispondere al cuore piuttosto che
viceversa. È come essere cresciuti su un malinteso che dice: il processo cerebrale deve precedere e
ottenere credito poi, semmai, vedremo anche le ragioni del cuore. Stando ai fatti, il primo a
formarsi nell’embrione è il cuore. Il cervello viene dopo e ciò che prima si forma ha la precedenza
e richiede il rispetto della temporalità. Perché, direte voi?

La coerenza cuore cervello

Semplice, poiché senza cuore niente cervello. Imporre l’attività cerebrale sul cuore significa
bypassarlo e poi non lamentiamoci se abbiamo bisogno del bypass! E qui passo con voluta facilità dal
cuore fisico al centro energetico del Cuore, all’area del torace, davanti e anche dietro. La
distinzione tra il cuore-muscolo e l’area energetica-spirituale che lo accoglie sta diventando
sempre meno netta, anche per la scienza. Il cuore anatomico, si scopre, non è solo una pompa e
tuttavia quando si dice Cuore la mano istintivamente sa dove andare, e si poggia al centro del petto
e non a sinistra dove è situato l’organo.

Allineare il cervello al cuore è ciò che prende il nome di coerenza cuore-cervello – quando la mente
combacia con il cuore – ora sempre più esplorata in campo scientifico. È come un pochino
sotto-mettere (in senso letterale) il principio maschile del capo (testa) a quello femminile del
seno (non a caso area del cuore), i quali poi armoniosamente si affiancano. Questa sottomissione
infatti va intesa alla luce di un ordine di precedenza, come di un qualcosa che si evolve grazie a
chi viene prima.

Si sa il cervello – e la sua area pensante, la mente-intelletto – crede di essere il capo (da qui
anche il nome di testa=capo) e vorrebbe sempre tener testa. Gli piacerebbe e ci prova, così è fatto,
tuttavia è il cuore e la più ampia area ritmica che lo accoglie la sua l’intelligenza intuitiva, il
Governatore, il Maestro.

Ed è mia intenzione affiancare il cuore fisiologico all’area spirituale detta del Cuore piuttosto
che separarli nettamente, come mai l’antica medicina cinese e il loro Tao hanno fatto. Sebbene sia
consapevole che le capacità del Cuore spirituale si espandano ben oltre forma, tempo e spazio, oltre
anche l’ampio toroide di frequenze elettromagnetiche emesse dal cuore fisico, di recente sotto la
lente delle nuove scienze. Tale radianza elettromagnetica permea ogni cellula del corpo, incluse
quelle del cervello. E questo già dovrebbe convincere i più razionali dubbiosi a imparare di nuovo
ad ascoltare la “sua voce”.

Benvenuti dell’era del cuore

Il cuore fisiologico è l’organo più sonoro del nostro corpo, il suo ritmo scandisce il contrarsi e
l’espandersi del movimento della vita in ogni punto nodale dell’organismo. In questo senso tutto il
corpo pulsa nel Cuore, anche se a una prima occhiata distratta potrebbe sembrare il contrario. Il
cuore possiede anche un sistema nervoso autonomo, per più della metà è costituito da neuroni e può
diminuire e accelerare i propri battiti senza ricevere impulsi dal cervello.

Lo sviluppo evolutivo del cervello che si è dimostrato progressivo e plastico sembra richiedere ora
più che mai il coinvolgimento del cuore. Le capacità cerebrali hanno bisogno di essere illuminate
dal Cuore per scoprirsi nella loro sconosciuta ampiezza. L’intelletto arriva fin dove può, e ora più
che mai l’urgenza delle qualità del Cuore si fa sentire. Meglio è dire che il loro congiunto
corrispondersi è la base dell’armonia mente-cuore di cui sembra necessitare una rinnovata umanità.

Quali sono queste qualità? Apprezzamento, sincerità, gentilezza, rispetto, considerazione,
gratitudine, generosità, attitudine al sorriso, apertura, inclusione, gioia e dall’altro lato,
dispiacere, tristezza, amarezza, chiusura… Assai auspicabili e degne di essere coltivate le prime,
il troppo di ognuna di esse può provocare un senso di squilibrio. Chi, direte voi, può sentirsi
squilibrato nella gioia? Se questa assume caratteristiche di attaccamento emozionale e di eccesso
per esempio di esuberanza sopra le righe, di entusiasmo altisonante.

Cuore, cervello, intestino

Come si dice: sembrava gioia, ma era un calesse! Ogni organo ha un suo gemello, che lo radica. Nel
caso del cuore si tratta dell’intestino tenue, l’area energetica ombelicale dell’hara della
tradizione giapponese e del cosco di quella andina. Esso collabora con il cuore a veicolare in basso
eventuali eccessi di energia assumendo caratteristiche digestive da un punto di visto fisiologico ed
energetico, evitando congestioni, ristagni di sangue e di emozioni nella parte bassa della pancia
che possono essere disfunzionali anche per le ovaie e le mestruazioni. E direi anche per i meno
conosciuti effetti sulla prostata.

Soprattutto per la donna l’asse cuore-ventre è molto importante, sebbene tenda quale moderna
creatura ubicata spesso nella testa a dimenticarsene. È con la pancia che sente di voler far parlare
il Cuore, è nel ventre che ne percepisce la quiete e lo scombussolo, del suo ed eventualmente di
quello di un nuovo essere. In lei infatti possono pulsare due cuori contemporaneamente, quale
misteriosa meraviglia! E venne chiamata due cuori. Che magari nulla ha a che fare con la narrazione
di un libro così titolato di cui non ricordo il contenuto.

Detto questo, che ne sappiamo noi del Cuore? Qual è la nostra esperienza diretta? Ci fermiamo ad
ascoltarlo? E non intendo il suo pulsare, talvolta impazzito da non poter essere trascurato? Ci
prendiamo qualche momento per conoscerlo? Per comunicare con il Cuore? Per ascoltare con i suoi
orecchi, guardare con i suoi occhi? Per parlargli e parlare con la sua bocca? Per toccare, con la
consapevolezza diretta che le mani sono un suo prolungamento?

Basta raccogliersi un attimo, magari chiudere gli occhi e sentire la comunicazione diretta tra il
Cuore e ciò che è toccato. È un gesto semplice, di cui abbiamo dimenticato la naturalezza. Si tratta
di riscoprire la differenza tra ascoltare, guardare, toccare, parlare con la testa e farlo invece
con il Cuore.

Si può cominciare con la musica, iniziare consapevolmente a lasciarla entrare nel Cuore, ad
ascoltarla con le sue orecchie, rimanendo in ascolto dello stesso Cuore, tornando a essere un po’
esploratori e un po’ scienziati pronti a meravigliarsi di ciò che il Cuore ha in serbo per noi.
Possiamo “raggiungerlo” accompagnando il respiro, riposare nella sua ampia area, un attimo,
espirando. Così come la stufa o il caminetto, una volta accesi, diventano il cuore della casa,
spargendo calore, luce e senso di allegria, questo è il posto del Cuore nella nostra vita. Di un
Cuore acceso. E pare quindi più di una semplice coincidenza che l’organo cuore sia legato
all’elemento fuoco. Il calore, il tepore, l’apertura e la morbidezza che ci coglie vicino al fuoco,
sono presenti nel Cuore. Un calore che arde e non brucia. Come l’amore saggio. Che cosa potrebbe
rendere un freddo inverno più dolcemente caldo?

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Nuove scienze, Medicina Integrata

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