Le imposizioni scientifiche e tecnologiche per impedire l’evoluzione umana

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Le imposizioni scientifiche e tecnologiche per impedire l’evoluzione umana

Data articolo: agosto 2007

Fonte: Etleboro Emilia Romagna

6.08.2007 – È in questi ultimi anni che stiamo assistendo all’incredibile ripresa della corsa allo
spazio: sono in fase di progettazione il nuovo Shuttle, i nuovi vettori per le prossime missioni
lunari nonché la pianificazione della missione su Marte. Ciò che non viene messo alla luce, è il
perché questa corsa frenetica anni fa si arrestò.

Nello speciale TG1 dello scorso 15 luglio, “La rivincita della Luna”, l’astronauta italiano Paolo
Nespoli, ha evidenziato come l’arresto dell’esplorazione spaziale sia stata indotta dalle spese
militari che gli Stati Uniti hanno dovuto sostenere, negli ultimi decenni del secolo, come appunto
quella della prima guerra del golfo. Una tesi che tuttavia non ha fondamento, considerando che
l’attuale politica degli Stati Uniti riesce a sostenere una sorta di guerra perpetua nel
Medioriente, costata finora 450 miliardi di dollari, e allo stesso tempo stanzia altrettanti
investimenti per la ricerca spaziale.

A differenza del complottismo di massa, che nega che l’uomo sia giunto sulla luna, possiamo
affermare che la tecnologia spaziale sia molto più avanzata di ciò che viene mostrato, proprio come
avviene per le tecnologie destinate alla produzione energetica, giunte già a sostenere la free
energy. Sempre nella citata trasmissione televisiva, viene “suggerita” una soluzione che
permetterebbe di velocizzare la corsa allo spazio, attraverso lo sfruttamento economico del suolo
lunare. Difatti sulla superficie lunare è presente una notevole quantità di Trizio (isotopo
dell’idrogeno 3H), in continua formazione grazie all’azione del vento solare sulla Luna.

Questo carburante nucleare è infatti quello utilizzato nell’ITER ( International Thermonuclear
Experimental Reactor ) – progetto del Reattore sperimentale termonucleare internazionale, volto a
realizzare la Fusione nucleare. In realtà tale progetto allontana ancora di più i progressi della
tecnologia verso la fusione fredda, che invece potrebbe portare alla creazione di sistemi energetici
autonomi per le singole abitazioni senza utilizzare centrali nucleari. Tuttavia l’ITER sembra ormai
essere diventato l’ultima carta da giocare per mantenere il sistema economico vigente, ora che le
riserve di idrocarburi sono ormai giunte a zero.

Infatti, con ogni missione si avrebbe la possibilità di trasportare dalla luna una quantità di
trizio tale da alimentare il sistema energetico-economico degli Stati Uniti per un anno, a fronte di
una spesa di centinaia di miliardi di dollari. Se alle spese di missione, vengono aggiunte quelle
per il controllo del sistema e dello stoccaggio delle scorie radioattive – che con l’Iter –
verrebbero comunque prodotte – il costo per KWh, diverrebbe pari a quelli attuali. Quello di passare
dal “petrodollaro” al “triziodollaro” sembrerebbe un tentativo disperato, ma riuscirebbe a
perpetrare un sistema economico sempre più centralizzato e monopolizzato dagli Stati Uniti, in
quanto detentori dell’unica possibilità di giungere sulla Luna. In tale ottica è facile comprendere
che gli Stati Uniti impedirebbero in ogni modo la possibilità agli altri Stati di sviluppare le
tecnologie spaziali, anche perché la monopolizzazione gli permetterebbe di imporre prezzi tali da
poter auto-finanziare le missioni: il predominio sul suolo lunare sarebbe garantito a costi quasi
nulli.

Il fatto che siamo arrivati a questo punto, indica che, di fatto le conoscenze scientifiche , che
hanno falle e difetti ben conosciuti, vengono spacciate come verità incontrovertibili e dunque
imposte. Nelle scuole e nelle università vengono insegnate amenità, e trascurati molte nuove
scoperte, che solo pochi scienziati mettono in luce, nel silenzio dei media e dei vertici della
comunità scientifica. Un grande esempio è quello di Massimo Corbucci, che ha “reinventato” – anche
se il termine giusto sarebbe “ ordinato giustamente” – la tavola periodica degli elementi, in
concomitanza della scoperta della vera natura della gravità e delle sue caratteristiche, per non
parlare della vera origine della materia.

La sua ricerca mette in discussione molti dei principi assoluti della dottrina scientifica, in
quanto cessa di esistere il gravitone, cioè la particella che “comunica” la presenza della gravità,
poiché l’azione della stessa diventa istantanea a prescindere dalla distanza. In realtà quello di
Corbucci è solo uno dei percorsi che giungono alla stessa meta, in quanto trova analogie in altre
teorie confermate dalla sperimentazione, come la teoria delle Connessioni non Locali, che vede le
sue affermazioni nella Meccanica Quantistica: la teoria rileva nella materia la capacità delle
particelle di connettersi per l’appunto non localmente, cosicché una modifica (riferita a qualsiasi
voglia caratteristica) su di una particella si ripercuote istantaneamente su di un’altra,
successivamente ad un primo contatto, al pari della gravità. La bellezza di questa caratteristica è
la sua universalità e scalabilità, infatti le sperimentazioni sono state confermate in particelle
sempre più grandi fino alle molecole, per arrivare alla sperimentazione umana. La sincronizzazione è
evidente nel tracciato bioelettrico cerebrale, di cui gli uomini possono accorgersene o meno.

L’universo in tale contesto trova la sua strutturazione nella teoria “olografica”, segue cioè leggi
analoghe a quelle che regolano gli ologrammi. Per maggiore precisione è giusto evidenziare i punti
più importanti: suddividendo una unità in due parti, ogni parte ha in sé le informazioni per
ricostruire il 99.99% della parte mancante, tale che la complessità del sistema si annulla
concependo se stesso come un’unica entità. Da tutto questo si evince la natura del creato, in cui le
leggi che veicolano i processi free energy, la fanno da padrona. Gli atomi sono costituiti da
particelle disperse in un mare di vuoto, ogni particella è costituita da sub-particelle in un mare
di vuoto, e così via all’infinito.

Ma le conclusioni sperimentali di Corbucci, evidenziano la genesi degli atomi, delle particelle e
delle sub-particelle nel vuoto opportunamente modificato a livello quantico. Ci troviamo
letteralmente in un paradosso, in cui il vuoto è la concentrazione di una quantità infinita di
energia, e le particelle sono costituite da una quantità di energia ben definita (E=mC2), che lo
contengono. In altre parole il contenuto è più grande del contenitore, ed il contenitore è una
scatola i cui confini sono indefiniti e senza spessore. La teoria olografica vede l’universo come
illusorio, in cui ogni sua parte contiene il tutto, e allo stesso tempo ogni entità ha più valore
della semplice somma delle parti. Tutto il creato, dunque, è collegato, costituito da una quantità
infinita di dimensioni (le tre spaziali, una temporale ed oltre), ognuna di esse infinita. È così
possibile affermare – a rigor di logica – che se l’universo è infinito per estensione, lo è anche
temporalmente. Ma se non è possibile individuare, “istanti” specifici del tempo – come l’inizio del
tempo, che ci consente poi di individuare una fine – allora il tempo stesso non esiste, viviamo cioè
in un eterno presente.

Ma dove si colloca la free energy in tutto questo ?

L’universo è costituito da una quantità infinita di energia, sia nella sua totalità, quanto in ogni
suo punto. È per questo che Tesla ha sempre indicato il vuoto cosmico come l’accesso primario ad una
fonte inesauribile, poiché è più facile accedere al vuoto che costituisce la materia. Ma la
grandiosità va ben oltre. I processi di free energy riguardano l’universo nelle sua totalità e poi i
suoi costituenti, e così anche gli uomoni in quanto soggetti alle regole dell’universo. Se
l’universo nella sua totalità è in ogni sua parte, allora tutto l’universo è in noi. Se il tempo non
esiste, l’universo non può essere stato creato da Dio perché non esiste un suo inizio, quel Dio che
tutti cercano è l’Universo.

Se l’universo è in noi, Dio è in noi e coincide con ognuno di noi !

Ci troviamo così in una scienza che si confonde sempre più con la filosofia, perché più ci spingiamo
oltre e sempre più ci avviciniamo a concepire l’origine dell’esistenza. Il potenziale umano è dunque
illimitato, tutto quello a cui ogni giorno assistiamo va ben oltre l’annullamento dell’indipendenza
energetica. La free energy pian piano porterebbe a porre sempre più domande, fino a percepire ciò
che è in noi, la ragione dell’esistenza, la nostra evoluzione, ciò che ci viene negato. I veri
padroni del mondo, gli uomini al vertice delle entità sovranazionali e delle strutture religiose –
come il Vaticano- negano la verità per mantenere il potere, lasciando l’umanità nell’ignoranza
attraverso le paure, esaltate da TV, giornali e religioni.

Anche qui ci troviamo in un altro grande paradosso, se l’universo funziona come un’unica entità in
cui tutto è istantaneamente collegato, l’evoluzione del singolo si ripercuote sul gruppo e quella
del gruppo sui singoli. Chi detiene il potere nega a se stesso l’evoluzione negandola agli altri. È
in tale contesto che prende il sopravvento la tecnologia legata alla cibernetica, in cui si cerca
l’ottimizzazione delle prestazioni attraverso componenti elettroniche ed apparati elettromeccanici
in sostituzione ad arti ed organi biologici.

L’evoluzione, quella vera è interna e si ripercuote verso l’esterno, ma bloccando il cambiamento
esternamente, si frena questa evoluzione, si mette cioè come un “tappo” al flusso del cambiamento.

Tutto ci viene negato, come il nostro passato, perché conoscere le nostre origini, ci permette di
conoscere il motivo della nostra esistenza e quindi il nostro futuro. Viviamo immersi nella menzogna
così come è avvenuto nel passato: per permettere il cambiamento abbiamo lottato, ma più volte
abbiamo ricominciato daccapo. Anche questa volta dovremmo lottare per permette re la nostra
evoluzione, con la speranza che sia l’ultima, senza alcuna auto-distruzione.

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