La Vita inizia prima della nascita

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La Vita inizia prima della nascita

dal libro “La Vita inizia prima della nascita”

di Marisa Bettio e Marcello Pamio

“La donna deve immedesimarsi sul fatto che il carattere del nascituro dipenderà interamente dalla sua condotta, dalla vita che farà durante questo sacro periodo. Se ella non accoglie in se che pensieri d’amore per tutto quanto v’è di nobile e di buono, il suo bambino manifesterà le stesse tendenze; se, invece, si lascia trascinare dalla collera e ad altre cattive passioni, il bimbo le erediterà inevitabilmente. Perciò durante i nove mesi di gravidanza, ella deve dedicarsi costantemente ad opere buone, liberarsi da ogni angustia e timore, non ammettere pensieri o sentimenti cattivi, togliere dalla sua vita tutto ciò che non è verità profonda e non perdere un momento solo in parole oziose o in opere vane. Come è possibile che il figlio nato da una tal madre non sia nobile e forte?
S’intende che la donna incinta deve mantenere il corpo puro come la mente, respirando aria fresca e libera in gran copia, mangiando cibi semplici e sani, e anche di questi solo quel tanto che può digerire con facilità. Se segue i consigli non avrà alcun bisogno di ricorrere ai medici”.
Mohandas Karamchand Gandhi (1869-1948).

Siamo abituati alla immensa profondità di Gandhi, la grande anima, ma le sue parole esprimono una saggezza che ancora oggi lascia stupefatti.
Saggezza che viene sempre più confermata da ricerche scientifiche nell’ambito della psicologia, della medicina e della fisica quantistica. In pratica tutto quello che abbiamo vissuto dal concepimento e per tutta la gravidanza, tutte le esperienze che ci sono venute incontro, sono memorizzate e ci condizionano, nel bene e nel male….
Non a caso nella delicatissima fase a partire dalle primissime cellule dell’impianto dell’ovulo ad opera dello spermatozoo e durante tutti i nove mesi successivi si seminano le condizioni di sviluppo psicofisico, comportamentale e spirituale del futuro uomo.

L’esempio più calzante è quello del contadino che deve seminare un campo: prima va sistemato e dissodato il terreno eliminando le erbacce e tutto quello che può impedire la semina (rovi, pietre, ecc.). Dopo aver creato l’ambiente più consono alla crescita e alla vita, si passa alla semina vera e propria. La morale è che se si semina in un terreno inquinato, poco fertile e dissestato, i risultati non saranno ottimali.
Se i genitori fossero veramente consapevoli di quello che sta avvenendo dal punto di vista fisico, emotivo e spirituale nella creatura che si sta formando dentro l’utero materno forse starebbero più attenti a quello che fanno, dicono, pensano, mangiano; eviterebbero anche di trasmettere ansia, angoscia e paura.

Come dice il biologo statunitense Bruce Lipton, esperto di epigenetica: i genitori sono dei veri e propri ingegneri genetici che formano e informano il bambino.
La mamma in gravidanza è una vera e propria spugna che assorbe tutto, e non a caso la sua sensibilità è maggiore rispetto a qualsiasi altro periodo della sua vita. Si aprono addirittura certi canali sensoriali non visibili all’occhio umano (detti antakarana) ma percepibili dalle persone con facoltà extrasensoriali. Questi canali entrano dalla sommità del capo, passano attraverso la spina dorsale, arrivano giù fino alla terra e tornano verso il cielo creando così un collegamento tra noi e il Tutto, un ponte tra l’Uomo e il Cielo (la forma è quella del toroide o toroidale).

Questi canali, che qualsiasi essere umano ha, normalmente hanno uno spessore di circa un centimetro, mentre nella donna in gravidanza tale spessore si allarga molto di più. Questo è il motivo per cui le mamme possono ricevere comunicazioni sottili dai cosiddetti piani superiori. La donna è una vera e propria porta aperta sull’infinito…
Con tali aperture spirituali è facile immaginare quali bellezze o bruttezze sia possibile seminare, giusto per tornare all’esempio di prima, nella creatura che si sta sviluppando.
Nel mondo duale infatti questa porta può essere aperta verso il bene, il bello e il vero, oppure verso il male, il brutto e il falso. Una mamma che vive nella gioia, nella pace, nella serenità e nell’amore proprio e del suo compagno, riceverà un sano nutrimento per se stessa e per la sua creatura, che ricordiamo essere un adulto in divenire. Al contrario, se la donna vivrà male la sua condizione rimanendo ricettiva a stimoli negativi, tutto ciò andrà a discapito di un sano sviluppo del bambino.

Per il bimbo sono basilari tutti i valori ricevuti da una madre e un padre che lo hanno desiderato, voluto e amato a partire dal concepimento e durante tutto il periodo prenatale. Questa creatura, a prescindere dalla vita adulta che intraprenderà, potrà essere un uomo o una donna felice e libero, e non un infelice della società, arrabbiato con tutto e tutti.
Giorgio Mambretti nel suo ultimo libro “La medicina del futuro; la realtà nascosta della malattia” spiega come “tutto quello che è successo nel momento del concepimento, durante la gravidanza, la nascita e nei primi anni di vita, è registrato.”

Sempre più studiosi stanno comprendendo che già nel momento del concepimento viene registrato dal feto tutto quello che avviene nel mondo esterno, nel bene e nel male…
Lo psichiatra Stanislav Grof è riuscito a dimostrare che il neonato registra tutto quello che avviene in gravidanza (endogestazione), durante il parto e nell’esogestazione (primi 2-3 anni di vita).
Ha portato in ipnosi delle persone facendo loro rivivere per esempio la gravidanza o il parto, e poi le ha fatte disegnare tale evento.
Ci sono persone che hanno vissuto nel grembo materno una favola e chi un incubo vero e proprio…
Ecco perché se tutti avessero dato ai loro bambini le giuste attenzioni e l’amore, forse la nostra società odierna sarebbe molto diversa…

Nell’antica Grecia per esempio le donne incinte vivevano tutte insieme dentro grandi case circondate da un ambiente sereno, nel verde e nella tranquillità, affinché i loro bambini si sviluppassero in una condizione di estrema protezione e si nutrissero del vero e del bello, immersi nella natura, perché ovviamente la natura è il luogo dove una persona si può rilassare e vivere in armonia ed equilibrio.
L’epigenetica, una nuova disciplina della scienza sviluppata accanto alla genetica, ha messo in evidenza l’importanza e il ruolo dei genitori, quale ambiente di vita del nascituro, nella formazione del bambino.

Queste informazioni sono note da molti anni sia tra medici, psicologi che ricercatori, i quali sanno perfettamente che il periodo prenatale e perinatale fanno parte a tutti gli effetti del percorso della vita, l’inizio di un continuum che è la nostra esistenza fisica e psichica.
Già a partire dal 1924, Otto Rank ipotizzò un legame fra il parto e molti problemi esistenziali e psicologici, visti come reazioni o conseguenza al trauma della nascita, e concepì l’utero come un “paradiso perduto” a cui si tende nella ricerca del piacere.
Addirittura il dottor Frank Lake afferma che l’esperienza più formativa è quella prenatale, specialmente quella del primo trimestre intrauterino!
Nonostante queste conoscenze siano a disposizione da quasi un secolo, non viene prestata dai genitori e dai medici la dovuta attenzione alle esperienze che si sono svolte “in utero”, esperienze che si sono impresse nella nostra memoria fisica e corporea e che contribuiscono alla formazione del nostro temperamento, il nostro carattere e la nostra personalità.

La società di domani sarà composta da quelli che il filosofo Rudolf Steiner definiva “adulti in divenire” e che saranno coloro che andranno a governare, insegnare, che saranno medici, infermieri, spazzini, ecc., ma con un cuore nuovo.
Il grande psichiatra Thomas Verny, uno dei massimi esperti mondiali della vita prenatale, lo va dicendo da molto tempo: “Un’esplorazione della biologia cellulare suggerisce che una forma di ‘coscienza’, una consapevolezza rudimentale del mondo circostante, esiste fin dai primi giorni nel grembo materno. Oggi la prova dell’esistenza di questa memoria cellulare viene confermata dagli scienziati del MIT Massachusets Institute of Technology e dal National Institute of Mental Health. La loro scoperta collettiva, cioè che le cellule dell’individuo accumulano esperienze basate sulla memoria già prima che il cervello si sia formato, sottolinea il ‘dramma’ della vita embrionale, l’urto che avviene al concepimento non è che l’inizio.”

Verny sta semplicemente affermando che già a pochi minuti dal concepimento esiste una rudimentale forma di memoria cellulare…
Se ne fossimo realmente consapevoli, cambierebbe sicuramente il nostro modo di porsi, di fare l’amore, di pensare, di relazionarsi con l’altro… e perché no, anche il nostro modo di pregare.
Queste cose sono risapute da sempre. Già all’epoca il grande Leonardo Da Vinci (1452-1519) era solito dire che quello che vive la mamma lo vive anche il bimbetto, come pure nel vangelo di Luca (1,41/42) se ne parla: “Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo”…

Una recente ricerca senese dimostra che la memoria del feto influisce sulla vita post-natale.
Questa ricerca è stata condotta per la prima volta in Italia dal dottor Carlo Bellieni, neonatologo di fama mondiale dell’U.O. di Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico “Le Scotte” di Siena.
Questa equipe di medici ha seguito per cinque mesi 43 donne in stato di gravidanza con permanenza forzata nel letto per cause legate ad una difficile gestazione, comparandole con altrettante mamme che, durante lo stesso periodo, non hanno avuto problemi significativi. Il risultato dimostra come i bambini delle mamme rimaste ferme durante la gravidanza hanno avuto qualche difficoltà di equilibrio in più rispetto agli altri neonati (ad esempio hanno maggior tendenza al mal d’auto).

La memoria del movimento è un’altra scoperta realizzata a Siena, confrontando 32 madri ballerine che hanno continuato a danzare intensamente durante i nove mesi, con altrettante madri che non lo facevano. I bambini nati da madri che praticavano danza sono più esigenti nell’essere cullati e richiedono un movimento più vigoroso rispetto agli altri. “Ciò dimostra come il feto possa ricordare il movimento che la madre compie durante la gravidanza e come lo ricerchi ancora dopo la nascita”.
In conclusione l’essere umano può essere aiutato e trasformato – partecipando così al cambiamento di questo pianeta – se e solo se si raggiunge una profonda consapevolezza che tutto quello che ci accade nella vita deriva dal periodo prenatale…

Tratto dal libro “La Vita inizia prima della nascita” di Marisa Bettio e Marcello Pamio

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