La gentilezza del Guru

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La gentilezza del Guru

di Lama Zopa Rimpoche

parte prima

(Trascrizione rivista di un insegnamento dato ai monaci ed alle monache dell’IMI (International
Mahayana Institute) al Tushita Retreat Center in India nel maggio del 1982, nel corso della Prima
Enlightened Experience Celebration)

Quello che vi voglio dire, lo dirò rapidamente, visto che non abbiamo molto tempo. Lama Yeshe ha
detto di cercare di generare una grande forte volontà per ottenere la felicità per voi stessi e per
gli altri, ma non so in che modo parlarne perhè sono pigro ed io stesso non ho volontà di conseguire
la felicità per me stesso e per gli altri. Quindi, spero di parlarvi un po’ della gentilezza.

Un modo molto efficace per suscitare la volontà è ricordare la gentilezza degli esseri senzienti
profondamente, proprio dal cuore; questo aiuterà la vostra volontà di praticare il Dharma e di
adoperarvi per la felicità, specialmente quella degli altri.

E’ molto importante ricordare la gentilezza del guru; ricordandosene ripetutamente, i pensieri
errati non sorgono più così spesso, anzi smetteranno di sorgere. Più penseremo alla gentilezza e la
sentiremo dal profondo del cuore, più svilupperemo la perseveranza ed una forte volontà di
sopportare difficoltà, obbedire gli ordini e seguire completamente le indicazioni del guru.
Basandoci sulle spiegazioni del lam rim e su quanto viene detto in questi insegnamenti, e sulla
nostra stessa esperienza della bontà e gentilezza del guru, siamo più capaci di mantenere la nostra
mente calma e chiara, sempre meno simile all’acqua sporca.

Allora nasce la devozione. Una volta che abbiamo devozione, la nostra mente è pronta all’arrivo
delle realizzazioni, quantomeno alla gentilezza del guru che benedice la nostra mente ed a
improvvisi, forti pensieri di morte ed impermanenza, compassione ed amorevolezza. I sentimenti di
amorevolezza r compassione insopportabile diventano così potenti che si genera un forte desiderio di
rinascere immediatamente fra i narak, per il bene degli altri. Lo si sente con forza insopportabile
e sinceramente, dal profondo del cuore. Inoltre inaspettatamente sorge qualche realizzazione della
vacuità. E’ una sorpresa, ma sviluppando la devozione creiamo le condizioni perché ciò accada.
Ricordiamo come eravamo prima di incontrare Lama Yeshe. Noi eravamo diversi dagli animali selvaggi –
tigri, leopardi della foresta e così via – salvo che avevamo un corpo considerato umano. Così vedo
l’ultima vita – non scherzo! Prima di incontrare il nostro guru, eravamo come animali, pensavamo
solo alle nostre necessità, ad avere abbastanza da mangiare e da bere, poter dormire eccetera.

Ora, dopo aver incontrato Lama Yeshe, possiamo verificare la differenza, possiamo verificare quanto
progresso c’è stato nella nostra vita e nella nostra mente. Qualunque comprensione del dharma
abbiamo adesso, corrisponde a quanta libertà abbiamo di praticare. Abbiamo la possibilità di
praticare, dalla nostra parte, esiste quel grado di libertà. E’ importante paragonare il passato al
presente in questo modo.

Ricordiamo anche come, dopo aver incontrato Lama Yeshe, la nostra mente è stata ispirata, abbiamo
generato un po’ di rinuncia e preso gli ordini. Pensate come, da quando abbiamo preso i 5, gli 8, i
36 o i 253 precetti, il merito che abbiamo creato, ogni ora della nostra vita, è aumentato: tutto
questo è stato possibile per la gentilezza di Lama Yeshe. Anche se no siete stati ordinati
personalmente da Lama Yeshe, la causa della vostra ordinazione, cioè la rinuncia, è stata generata
per merito della sua gentilezza. Pensate alla quantità infinita di meriti che abbiamo generato
mantenendo i voti del bodhisattva e quelli del mantra segreto – ancora, tutto ciò è stato reso
possibile dalla gentilezza di Lama Yeshe. Perfino la comprensione del dharma che abbiamo ricevuto da
altri maestri la dobbiamo alla gentilezza di Lama Yeshe che ha creato le condizioni e fondato i
centri, creato i luoghi ed invitato i maestri, organizzato tutto questo. Quindi, se anche conosciamo
estesamente un soggetto – che sia tantra o sutra, madhyamika, Abhisamayalankara, e così via – se
anche abbiamo ricevuto insegnamenti fantastici da altri lama, la gentilezza di Lama Yeshe è alla
radice di tutto. Per esempio, nel corso di queste Dharma Celebrations abbiamo ricevuto insegnamenti
incredibili!

Dovremmo, nella nostra vita di tutti i giorni, pensare alle nostre azioni, ed a quanto sia difficile
renderle virtuose come nel Bodhicaryavatara, o far sì che siano causa dell’illuminazione, nonostante
siamo rinati come esseri umani. E’ difficile comprendere come abbiamo creato la causa per ricevere
una tale fortuna, così profondi insegnamenti del mantra segreto che donano l’illuminazione nel breve
arco di una sola vita, ed in particolare insegnamenti di Maha Anuttara Yoga Tantra come gli
insegnamenti sul il mandala del corpo di Guhyasamaja o di Heruka. Se pensiamo alla nostra vita ed al
nostro comportamento quotidiano, è assolutamente sorprendente che abbiamo ricevuto le cause per
poter avere tutti questi insegnamenti.

Anche se non riusciamo a raggiungere l’illuminazione in questa vita, o non possiamo ottenere
realizzazioni degli insegnamenti di dzog-rim o kye-rim o non riusciamo a praticare quello che
abbiamo udito, il solo ricevere questi insegnamenti lascia nella nostra mente una incredibile
traccia. Da molti lama abbiamo sentito l’aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita
precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano
Nagarjuna che recitava. Nonostante non capissero il senso [di quello che udivano], nella vita
successiva presero rinascita come grandi pandit, e scrissero molti commentari sugli insegnamenti che
avevano udito. Questa e molte altre storie simili ci mostrano che, se anche non riusciamo a mettere
in pratica quello che ascoltiamo, questo lascia una traccia incredibile nella nostra mente. Per il
solo aver ascoltato, potrete vivere il resto della vostra vita in grande felicità. Pensate poi alla
prosperità di cui godrete nella prossima vita, sempre grazie a queste impressioni. Quindi anche se
non riusciamo a praticare adesso, possiamo dedurre che la nostra prossima vita sarà migliore di
questa, ed allora potremo praticare il lam- rim ed il tantra e generare le realizzazioni. Credo che
questo sia il modo in cui il guru ci guida all’illuminazione, di vita in vita.

Il fatto di aver ora contatto con Lama Yeshe, lo dobbiamo a semi che sono stati piantati nelle
nostre vite precedenti. Nelle vite passate abbiamo ricevuto insegnamenti e siamo stati guidati da
lui in diversi modi; ma anche questo è dipeso da un contatto avuto in precedenza. Così gradualmente,
col piantare semi, impressioni nella nostra mente, grazie alla gentilezza del guru, sotto la guida
del guru, la nostra vita migliora sempre di più. Se nella vita passata non ci fosse stato alcun
contatto con Lama Yeshe, non ci sarebbe motivo di un contatto in questa vita.

Vorrei raccontarvi la storia di come ho incontrato Lama Yeshe, se non ci porta via troppo tempo; è
una storia molto divertente. Dopo i due maestri di alfabeto, mio insegnante è stato l’abate dal
quale ho ricevuto l’ordinazione di getsul, che è trapassato proprio al tempo dell’invasione del
Tibet da parte dei cinesi. Dopo di lui, ho avuto per maestro Geshe Rabten Rimpoche, alla cui
gentilezza devo ogni interesse posso avere ora per la pratica della meditazione. Mentre ero a Buxa,
Geshe Rabten dava insegnamenti su sunyata e sulla meditazione samatha, e anche se ero molto piccolo
ero molto interessato.

Cercavo di praticare la meditazione samatha sul letto, dopo che era stata sistemata la zanzariera;
meditavo sul coperchio d’argento della mia ciotola da tè tibetana, anche se non sapevo come fare.
Dopo che fui condotto in India dal Tibet, ho provato la meditazione di concentrazione univoca, ma
sono caduto. Non so cosa è successo, tutto il mio corpo è completamente caduto; questo è successo
diverse volte, così alla fine ho rinunciato. Comunque, in quella casa poteva forse esserci qualche
leggera impressione da una vita passata. Ecco perché mi interesso un poco di lam-rim, più che della
pratica meditativa.

Originariamente grazie alla gentilezza di Geshe Rabten Rinpoche, ho riconosciuto il mio guru radice.
Successivamente Geshe Rabten, che era molto impegnato, mi inviò da un altro maestro, proveniente dal
Kham, che si chiamava pure Yeshe. Da questo maestro ho ricevuto la meditazione e visualizzazione
sulla Ganden Lha Gyema, e gli insegnamenti sulla gentilezza delle madri esseri senzienti tratti da
quelle parti dei testi della Prajnaparamita che trattano di questo. Non avevamo testi, e quindi il
mio maestro Yeshe doveva recitare a memoria. In Tibet io non avevo imparato a scrivere in tibetano,
l’avevo un po’ imparato da solo in modo da poter leggere, quindi ho ricopiato tutto quanto. E’ stato
solo dopo il mio arrivo in India che ho studiato la scrittura con uno dei governatori che ora lavora
qui. In seguito questo maestro Gen Yeshe desiderava cambiare vita, quindi lasciò Buxa per andare
vagando e sostare in diversi posti in India; credo che ora questo maestro Yeshe, non più vestito da
monaco, abiti in una comunità Sakyapa vicino a Dharamsala. Da quando ha lasciato Buxa, è tanto che
non lo vedo. Comunque, Gen Yeshe era molto bravo nel dibattito e , come Lama Yeshe, scherzava e
sorrideva sempre, ed era sempre pronto a dibattere.

Poi ancora Geshe Rabten mi trovò un altro maestro che non è qui adesso, e dopo ancora ebbe l’idea di
mandarmi a prendere insegnamenti da un monaco tibetano, Geshe Thubten. Ero contento di ricevere
insegnamenti dal Geshe, ma per qualche motivo ero riluttante ad andare a ricevere insegnamenti da
Lama Yeshe.

Nel mio corso c’era un monaco che molti conoscono come Chompel – è stato per molti anni il cuoco di
Kopan ed ora lavora per Samsara Trading. Insieme con Lama Pasang ed altri monaci tibetani, Chompel
riceveva insegnamenti da Lama Yeshe. A quel punto io ricevevo insegnamenti solo da Geshe Rabten, e
solo quando lui aveva tempo, da momento che aveva molti discepoli e doveva insegnare in corsi
diversi molti testi differenti. Chompel era allora il capo del mio corso, e continuava a spingermi a
ricevere insegnamenti da Lama Yeshe. Il mio amico spesso usciva a passeggiare, per rilassarsi; un
giorno cominciammo ad uscire dal campo, ma io non avevo nulla con me, nessuna offerta. Arrivati
all’albero di mango dove si trovavano dei sedili, dissi “Voglio tornare indietro”. Lui però mi
spingeva, così andai ancora un poco avanti.

Nuovamente mi fermai e dissi: “No, non voglio andare avanti”, ma lui continuò a spingere. Il luogo
sulla montagna dove viveva Lama Yeshe era piuttosto lontano, mezz’ora o un’ora di strada, a seconda
di quanto svelti si camminava. Anche quando fummo in vista della capanna, io volevo tornare
indietro; non avevo portato alcuna offerta, e questo è uno dei motivi per cui volevo tornare. La
prima volta che si incontra il guru, è molto importante eseguire correttamente le offerte; da questo
dipende quanti insegnamenti si riceveranno. Moltissimo dipende da questo, come voi sapete dalle
storie di Milarepa; ecco perché a Buxa non ho ricevuto molti insegnamenti.

Il capo del mio corso aveva portato una ciotola di riso ed alcune rupie, ed anche una katha molto
vecchia e misera. Entrò per primo per chiedere a Lama Yeshe se voleva ricevermi. Credo che Lama
Yeshe abbia chiesto “Avete avuto l’autorizzazione di Geshe Rabten?”, al che lui rispose “Si”. Io
avevo domandato a Geshe Rabten a che maestro dovessi rivolgermi per avere insegnamenti, ma lui non
me ne aveva indicato uno. Era un maestro abilissimo, che sapeva esattamente cosa fosse meglio per i
discepoli. Sentivo cosa pensava, ed egli disse che non importava cosa uno imparasse. Così me ne
andai. Il primo giorno, sedetti sullo stesso letto di Lama Yeshe perché ero chiamato “incarnato”,
qualcosa del genere, e gli altri sedevano sul pavimento. L’insegnamento riguardava causa ed effetto.
Io non capivo assolutamente niente – penso perché ero andato con una motivazione scorretta. Pensavo,
perché Lama Yeshe non può insegnare più lentamente? Gli altri capivano, ma io no. Poi, il secondo
giorno, riuscii a capire qualcosa; penso che fosse perchè sono stato guidato da Lama Yeshe per molte
vite, proprio come voi. Così, anche se non avevo un intenso desiderio, c’era una forza potente, il
karma, fra Lama Yeshe e me. Quindi vedete, certamente ci sono stati contatti nelle vite passate. Non
solo Lama mi ha aiutato e guidato in questa vita, ma ha anche piantato semi nella mia mente in molte
vite passate. Penso che in questo possiate vedere molto chiaramente per quale motivo tutta la
felicità del passato, del presente e del futuro dipende dal guru.

Quando diciamo il Guru yoga in sei sessioni, è molto d’aiuto visualizzare in alto Guru Vajradhara, e
sotto di lui tutti i nostri guru, per quanti siano – anche quindici o sedici. Il guru è colui che
compie le azioni del Buddha. Presentate le vostre richieste, quindi rammentate la gentilezza del
guru nel guru yoga esteso in sei sessioni. “Faccio richiesta al guru prezioso che è l’incarnazione
dei Buddha dei tre tempi e delle dieci direzioni, che agisce in molti, innumerevoli reami
manifestandosi in qualunque aspetto sia appropriato”. Questo significa che Vajradhara si manifesta
agli esseri in accordo col livello mentale di ciascuno e con quello degli esseri senzienti.

Quando recitiamo la versione estesa della preghiera, dovremmo tenere a mente il significato- il
fatto che Vajradhara si manifesta in accordo al karma di ciascun essere senziente. Se Vajradhara
prendesse la forma di un animale o una forma inferiore, non saremmo in grado di ricevere gli
insegnamenti; se si manifestasse come nirmanakaya o sambhogakaya, non avremmo il karma di poterlo
vedere. Quindi egli si manifesta esattamente in accordo al karma che noi abbiamo in questo momento,
in aspetto umano, e in questo modo possiamo comunicare con lui e riceverne gli insegnamenti.

Vi è un numero incalcolabile di Buddha – i mille Buddha di questa era fortunata; le quattro
divisioni delle divinità tantriche, gli innumerevoli e diversi aspetti dei Buddha e dei
bodhissattva. Eppure, per quanti ne esistano, non abbiamo il karma di vederli o di ricevere
insegnamenti direttamente da questi aspetti. Per conseguenza, è una grande gentilezza il fatto che
il nostro maestro si sia manifestato come essere umano così che possiamo comunicare con lui e
ricevere insegnamenti. Egli è più gentile di tutti i Buddha dei tre tempi ed è ammirato nel supremo
campo dei meriti per aver compiuto azioni virtuose per noi e per altri esseri in innumerevoli regni.
A questo punto ricordiamo che i guru che ora visualizziamo là in cima ci hanno guidato nelle vite
passate ed in questa attuale con diversi mezzi, piantando impronte nella nostra mente. Gradualmente,
manifestando mezzi diversi, ciascun guru ci conduce, vita dopo vita, allo stato della mente
onnisciente. quando ricordiamo che i guru ci guidano in ogni vita e comprendiamo che la felicità dei
tre tempi viene da ciascuno di loro, questo ha un effetto molto potente sulla nostra mente.

Come si dice ne L’Essenza del Nettare – avrete certamente letto questi versi molte volte – anche se
facciamo offerte per tanti eoni quante sono le parole di ciascun verso, non potremo ripagare la
gentilezza del guru. Trovo che questo sia molto efficace. Se Buddha ha detto così, come potremmo
ripagare la gentilezza di chi ci ha mostrato il sentiero santo e completo verso l’illuminazione?
Anche mostrarci un solo verso è molto, molto gentile. Un motivo per cui non possiamo ripagare la
gentilezza, anche se facessimo offerte incommensurabili per eoni, credo sia perché l’ascoltare il
Dharma fa sì che nelle nostra mente rimangano delle impronte. Se anche si ascolta un solo verso da
un guru, viene piantato un seme così potente da portare un grande progresso di vita in vita. Il seme
diventa un albero incredibile, con rami enormi che coprono una vasta area e molti luoghi, e danno
riparo a molti carri e case.

Se poi il verso riguarda bodhicitta, possiamo portarci il beneficio di una piccola impronta fino
all’illuminazione. E’ incredibile quello che otteniamo di vita in vita solo per l’aver udito un
unico verso. Mostrandoci il metodo grazie al quale possiamo essere liberati dai tre regni inferiori,
il guru gentile ci ha fornito di tutte le condizioni necessarie – le libertà e le ricchezze. Sulla
base di questo perfetto corpo umano, il guru ci rivela il metodo più elevato e perfetto per
pacificare le sofferenze del samsara e per liberarci dai vincoli del nirvana, ed in questo modo ci
guida fino all’illuminazione. Come è incredibilmente gentile! Tutto questo dipende dalle vite
passate, da semi piantati nella mente, dal fatto che siamo stati guidati.

E grazie alla gentilezza del guru siamo in grado di vivere una vita di castità in un luogo isolato o
in un monastero, rinunciando alla vita mondana e familiare. Se ora fate vita di famiglia, è
esattamente come vivere in un fuoco- i problemi vostri, quelli dei vostri figli, quelli di vostra
moglie: quanti problemi familiari! In paragone, quanto è grande la pace che noi abbiamo, grazie alla
gentilezza del guru che ci ha dato l’ordinazione, e così via.

Molti di noi hanno insegnato il Dharma ad altre persone nei Centri o altrove; spiegando il Dharma e
lavorando nei centri, offriamo grandi benefici agli esseri senzienti; e tutto il merito che
accumuliamo insegnando il Dharma e fondando centri nei quali gli esseri senzienti possano praticare
il Dharma e seguire il sentiero che porta all’onniscienza, lo dobbiamo senza dubbio alla gentilezza
di Lama Yesce. Per esempio, da quando è stato costituito il primo centro in Australia, quante
persone lo hanno visitato e hanno ricevuto semi per il raggiungimento della mente onnisciente;
quante persone sono state salvate dai regni inferiori?

Anche solo il pensiero delle persone che vengono ai centri e comprendono il Dharma può renderci
tanto felici e pieni di gioia, anche senza pensare alla mente onnisciente – immaginiamo solo che
siano salvati dai regni inferiori! Se queste persone vengono ai centri con la mente turbata e
trovano un oggetto di rifugio perfetto, valido, affidabile, e prendono rifugio, trovano una guida
sicura ed affidabile, un beneficio incredibile per altri esseri senzienti. Nei confronti dei
barbari, degli esseri senzienti che soffrono, dovremmo provare pietà. Anche senza ricevere
insegnamenti completi sul lam-rim, la bodhicitta o il tantra, anche il solo ricevere insegnamenti
sul rifugio e l’incontrare un oggetto di rifugio affidabile è di incredibile beneficio. Da questa
radice si sviluppano rami, e molti esseri senzienti ricevono la pace.

Costituendo e mantenendo i centri, si sono create le cause di felicità in vite future. Un
grandissimo numero di persone hanno aperto gli occhi alle cause di felicità ed alle cause di
sofferenza. In Inghilterra al Manjusri, in America, in Germania, in Francia e a Nuova Delhi – anno
dopo anno, i centri portano beneficio agli esseri senzienti, beneficio temporaneo ed ultimo. Voi
lavorate duramente in questi centri e vedere il risultato ed il beneficio che siete in grado di
offrire, che avete offerto e che essi hanno ricevuto. Fino a questo momento, quello che è stato
realizzato è stato qualcosa di importante. Ne è valso infinitamente la pena, per quanto abbiamo
dedicato a ciò la nostra vita o per quanto abbiamo sofferto, è valsa la pena di sopportare queste
difficoltà.

Qualche volta abbiamo problemi con Lama – ci dice di fare qualcosa ed anche se la facciamo come ci
ha chiesto, poi ci dice di farla in modo diverso – è così difficile da accontentare. Lavoriamo
duramente sotto il sole cocente o al freddo, patendo fame o sete. E per anni sopportiamo le critiche
di persone che si lamentano di noi da est, da ovest e dalle dieci direzioni – magari non i Buddha.
Scherzo! E infine, quando spieghiamo a Lama quello che abbiamo fatto e ci aspettiamo un complimento
“Benissimo, fantastico, grazie!” ci arriva invece qualcosa d’altro. Non ce la passiamo bene, così
spremuti come siamo. E’ difficile andare avanti non sapendo esattamente cosa fare o cosa esattamente
Lama desiderava. I rimproveri del Guru sono come un mantra irato che purifica le interferenze. In
conclusione, vale veramente la pena di affrontare tutte le difficoltà e le critiche.

Dovremmo pensare ai vantaggi, a tutti gli esseri senzienti che traggono beneficio ed usano quello
che siamo in grado di offrire; in questo modo, invece di farci prendere dallo scoraggiamento e di
lasciare che la nostra mente si restringa, rafforziamo la nostra volontà di operare continuamente
per gli altri. Questo è molto importante. Non dico che dovremmo essere orgogliosi “Ecco, ho fatto
questo e quello, e adesso sono grande”. L’orgoglio non conduce all’illuminazione e nemmeno alla
felicità degli altri; però rallegrarsi ripetutamente, specialmente quando lavoriamo per un centro, è
molto importante.

Anche le cose importanti che abbiamo realizzato per gli esseri senzienti le dobbiamo alla gentilezza
di Lama Yeshe. Dovreste continuare e andare avanti – vedendo i progressi fatti e le cose realizzate.
E’ meraviglioso che anche prima di raggiungere l’illuminazione o di generare alcuna realizzazione
del lam- rim, siamo in grado di offrire agli altri enormi benefici. Non è una cosa facile; dipende
da tanti fattori. La persona che può farlo è estremamente fortunata e dovrebbe rallegrarsene molto
spesso.

Coloro che vengono nei centri a studiare, tutti questi esseri senzienti sono una sola famiglia. La
differenza sta nel corpo e nel tempo – c’è chi ora è un cane, chi è questo o quello, corpi diversi
in momenti diversi, in diversi rapporti reciproci. Siamo tutti una sola famiglia, quindi stiamo
aiutando gli esseri senzienti di una sola famiglia. Lavorare nei centri da monaci, lavorare
intensamente coi laici, credo sia meraviglioso. Occorre coraggio, occorre essere eroi, per vivere da
monaci e contemporaneamente lavorare insieme ad altre persone. E’ come vivere fra gli spini o nel
fuoco. Credo che sia estremamente coraggioso, qualcosa di cui dovremmo rallegrarci dal più profondo
del cuore. In questo modo diventiamo davvero un esercito per lottare contro le illusioni – grazie
alla gentilezza di Lama Yeshe. E’ qualcosa di cui dovremmo essere veramente felici.

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