La dottrina della reincarnazione e la Bibbia 2

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La dottrina della reincarnazione e la Bibbia 2

a cura di G. Butindaro

10) La Scrittura insegna che c’è un giorno in cui tutti noi credenti compariremo “davanti al
tribunale di Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione delle cose fatte quand’era nel corpo,
secondo quel che avrà operato, o bene, o male” (2 Cor. 5:10); questo avverrà quando risusciteremo
corporalmente. Quindi noi per tutto ciò che abbiamo fatto saremo retribuiti in quel giorno e non nel
corso di successive vite sulla terra. La retribuzione ce la darà Dio per mezzo di Cristo. Questa è
la ragione per cui siamo chiamati ad essere zelanti nelle opere buone, ad approfittare delle
opportunità per fare il bene mentre siamo ancora in vita perché una volta morti non ci sarà più
nessuna possibilità di compiere ulteriori buone azioni; rimarrà solo di attendere la retribuzione
per quello che abbiamo fatto. Quello che avremo fatto sarà fatto per sempre; quello che non avremo
fatto non sarà possibile mai più farlo. E sempre questa è la ragione per cui siamo chiamati ad
aborrire il male e a fuggirlo, perché farlo (oltre a dispiacere a Dio e disonorare la dottrina di
Dio) significa dovere rendere conto per esso un giorno a Dio, il giusto Giudice e riceverne noi
stessi danno.

11) La Scrittura insegna che gli empi risorgeranno nell’ultimo giorno per essere giudicati secondo
le loro opere ed essere condannati al tormento eterno. Dice infatti Giovanni che vide le anime dei
morti tornare in vita stare ritti davanti al trono di Dio “ed i libri furono aperti;… e i morti
furono giudicati dalle cose scritte nei libri, secondo le loro opere” (Ap. 20:12); quindi per i
malvagi impenitenti ci sarà ira e indignazione da parte di Dio e nessuna misericordia. E quindi non
c’è la possibilità che i malvagi dopo morti tornino a vivere sulla terra per pagare i loro debiti,
perché i loro debiti rimarranno con loro per l’eternità e per essi dovranno subire una punizione
eterna. Naturalmente tra i malvagi ci saranno diversi gradi di punizioni, perché essi saranno
giudicati in base alle loro opere (cfr. Matt. 11:20-24).

12) La Scrittura insegna che c’è un Dio in cielo pronto a rimettere tutti i debiti a chi si ravvede
dai suoi peccati e crede nel suo Figliuolo Gesù Cristo; dice infatti il profeta Isaia: “Lasci
l’empio la sua via, e l’uomo iniquo i suoi pensieri: e si converta all’Eterno che avrà pietà di lui,
e al nostro Dio che è largo nel perdonare” (Is. 55:7) e Pietro afferma che “chiunque crede in lui
riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome” (Atti 10:43). Quindi i debiti che un uomo ha
contratto nei confronti del nostro Dio possono essere da lui rimessi appieno e gratuitamente mentre
l’individuo è ancora in vita. La ‘legge’ del karma esclude che una cosa simile possa avvenire, la
Parola di Dio invece lo afferma chiaramente. La ‘legge’ del karma è quindi da rigettare essendo
falsa, generata dal diavolo, padre della menzogna, il quale vuole fare credere alle persone che non
esiste perdono per i loro falli perché non esiste un Dio perdonatore. E’ vero che i
reincarnazionisti parlano anch’essi talvolta di assoluzione e di espiazione ma si tratta sempre di
autoassoluzione di autoespiazione perché l’uomo è chiamato a pagare il prezzo del suo riscatto,
ossia – per loro – il debito karmico. Nei loro discorsi non è infatti mai menzionato il pagamento
del riscatto compiuto per noi una volta per sempre da Cristo Gesù quando offrì se stesso in
propiziazione per i nostri peccati. Gli uomini devono pagare fino all’ultimo spicciolo – essi dicono
-, quando avranno finito di pagare questo debito allora saranno salvi (non dal peccato però, ma
bensì dal ciclo delle rinascite).

13) La Scrittura dice che “con un’unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che sono
santificati” (Ebr. 10:14); ciò sta a significare che chi ha creduto in Gesù Cristo mediante la fede
nel Suo sangue che Egli ha sparso per i nostri peccati è stato reso perfetto quanto alla coscienza
una volta per sempre. Nel sangue di Cristo c’è infatti il potere di cancellare dalla coscienza
dell’uomo ogni peccato, ogni iniquità. Noi che abbiamo sperimentato questa purificazione attestiamo
che le cose stanno proprio così come dice la Scrittura. Se dunque i discepoli di Cristo hanno
raggiunto – quanto alla coscienza – la perfezione in virtù del sangue prezioso di Gesù Cristo, non
c’è il benché minimo bisogno di vite successive durante le quali purificarsi dalle impurità, appunto
perché queste impurità sono loro state purificate dal sangue di Gesù. Anche per quanto riguarda i
peccati che si commettono dopo la conversione il sangue di Gesù persiste ad avere lo stesso potere
purificatore infatti è scritto: “Se camminiamo nella luce, com’Egli è nella luce, abbiamo comunione
l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figliuolo, ci purifica da ogni peccato” (1 Giov. 1:7).
Questa è la ragione per cui il credente sa che la reincarnazione e la relativa ‘legge’ del karma non
possono essere cose vere, perché la fede nel sacrificio espiatorio perfetto di Cristo e nel suo
sangue prezioso annulla qualsiasi altra dottrina sulla purificazione dalle iniquità sia in questa
vita che in vite successive. Si legge spesso nei libri che trattano la reincarnazione che la
perfezione in una sola vita per la maggioranza è un’impresa pressoché impossibile, per questo ci
vogliono altre vite. La Buona Novella del regno di Dio afferma invece che quantunque la perfezione è
un impresa umana impossibile a tutti in questa unica vita concessaci da Dio perché nessuno può
purificarsi dai suoi peccati ed eliminare il senso di colpa che essi producono nel cuore, Gesù
Cristo offrendo se stesso sulla croce per i nostri peccati ci ha acquistato col suo sangue la
perfezione della nostra coscienza. Quello che l’uomo deve fare quindi non è sforzarsi per
raggiungere la perfezione, ma bensì pentirsi e credere nel Figlio di Dio per essere reso perfetto da
lui mediante il suo prezioso sangue quanto alla coscienza. Sia ringraziato Dio per Gesù Cristo che
col suo sangue ci ha resi perfetti!
Come si può ben vedere l’insegnamento della Scrittura a riguardo di Dio, dell’uomo, dell’espiazione
compiuta da Cristo Gesù, del dopo la morte e del giudizio a venire non lascia spazio nella maniera
più assoluta alla dottrina della reincarnazione e alla ‘legge’ del karma.

COME I REINCARNAZIONISTI SOSTENGONO LA REINCARNAZIONE NEI CONFRONTI DI NOI CRISTIANI E COME NOI
RISPONDIAMO LORO

Coloro che sostengono la reincarnazione pensano di avere trovato un alleato persino nella Bibbia che
è la Parola di Dio (un po’ come pensano alcuni maghi per sostenere certe loro pratiche occulte);
quindi per loro la reincarnazione è presente pure nella Parola di Dio. Adesso citeremo i passi
principali da loro presi a sostegno di questa eresia e ne daremo la giusta spiegazione per
dimostrare la fallacia delle loro interpretazioni.

Mosè disse in una sua preghiera a Dio: “Ritornate, o figliuoli degli uomini” (Sal. 90:3). Queste
parole starebbero a indicare che Mosè credeva nella reincarnazione perché dice che Dio dice agli
uomini di ritornare a vivere sulla terra, ossia di rinascere sulla terra. Falso. Il profeta Mosè non
ha per nulla attribuito a Dio una tale cosa perché poco prima ha detto: “Tu fai tornare i mortali in
polvere” (Sal. 90:3) e poi afferma: “E dici: Ritornate, o figliuoli degli uomini” (Sal. 90:3). Quel
“ritornate” sta a indicare quindi quel processo naturale secondo il quale l’uomo ritorna nella
polvere donde è stato tratto secondo che Dio disse all’uomo: “Sei polvere, e in polvere ritornerai”
(Gen. 3:19) e secondo che è scritto: “Prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo
spirito torni a Dio che l’ha dato” (Ecc. 12:9). Quel ritornare è dunque un ritornare alla polvere
della terra e non un ritornare a vivere sulla terra nel corpo di qualcun altro.
Dio disse a Geremia: “Prima che io ti avessi formato nel seno di tua madre, io t’ho conosciuto; e
prima che tu uscissi dal suo seno, io t’ho consacrato e t’ho costituito profeta delle nazioni” (Ger.
1:5). Geremia quindi prima di venire al mondo era vissuto in qualcun altro perché Dio l’avrebbe
conosciuto e costituito profeta ancora prima che egli nascesse in questo mondo. Falso. La dottrina
della prescienza di Dio non ha nulla che fare con la dottrina della preesistenza delle anime; la
prima è vera la seconda è falsa. Dio aveva preconosciuto Geremia e perciò lo aveva potuto anche
prestabilire profeta delle nazioni: ma ciò non significa che Geremia era esistito prima di essere
concepito nel seno di sua madre. Egli, se così possiamo dire, prima di essere concepito esisteva
nella mente di Dio; ma nella realtà del mondo invisibile non esisteva affatto. Sono cose impossibili
a comprendere perché troppo profonde; sia chiaro comunque che queste parole di Dio a Geremia non
sostengono per nulla la preesistenza di Geremia o la sua reincarnazione.
Gesù disse ai suoi discepoli di Giovanni Battista: “E se lo volete accettare, egli è l’Elia che
dovea venire” (Matt. 11:14). Giovanni Battista sarebbe stato quindi la reincarnazione di Elia.
Falso. Innanzi tutto ricordiamo che per esserci la reincarnazione deve esserci la morte di chi si va
a reincarnare; nel caso di Elia egli non morì ma fu assunto in cielo spirito anima e corpo (cfr. 2
Re 2:9-12). Quindi gli stessi reincarnazionisti sono impossibilitati a sostenere persino la
trasmigrazione dell’anima di Elia perché egli non morì. E poi Giovanni Battista se fosse stato Elia
lo avrebbe saputo e confessato; mentre lui disse chiaramente di non essere Elia. Quando infatti gli
fu chiesto: “Sei Elia?” (Giov. 1:21) egli rispose: “Non lo sono” (Giov. 1:21). Se dunque Giovanni
disse di non essere Elia gli dobbiamo credere. Che volle dire allora Gesù con quelle parole ai suoi
discepoli? Volle dire che Giovanni Battista era venuto con lo spirito e la potenza d’Elia come era
stato predetto dall’angelo Gabriele a suo padre Zaccaria quando gli disse: “Egli andrà innanzi a lui
con lo spirito e con la potenza d’Elia” (Luca 1:17). Questa è la retta interpretazione di quelle
parole di Gesù.

È scritto: “E passando vide un uomo, ch’era cieco fin dalla nascita. E i suoi discepoli lo
interrogarono, dicendo: Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco? Gesù
rispose: Né lui peccò, né i suoi genitori; ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in
lui” (Giov. 9:1-3). Ecco la prova che i discepoli credevano nella ‘legge’ del karma e nella
reincarnazione! dicono i reincarnazionisti. Come avrebbe potuto quell’uomo peccare prima di nascere
se non perché era vissuto prima in un altro corpo umano? Innanzi tutto diciamo che quantunque i
discepoli in questa loro domanda fanno capire che essi pensavano che prima di nascere si potesse
peccare, bisogna escludere che essi pensavano che l’uomo quando moriva se ne andava nel corpo di un
altro a scontare i suoi peccati. La legge, i salmi e profeti infatti non insegnano una tale cosa. Si
può supporre però, ma precisiamo che si tratta solo di una supposizione, che al tempo di Gesù ci
fossero scribi che insegnavano che prima di nascere si potesse peccare e per questi peccati si
veniva puniti da Dio, e i discepoli avevano accettato questo particolare insegnamento errato (che fa
pensare subito ad una preesistenza dell’anima) e volevano sapere da Gesù se la cecità di quel cieco
nato fosse dovuta a qualche suo peccato commesso prima di nascere. Quello comunque che è importante
non è la domanda dei discepoli, ma la risposta di Gesù; egli rispose infatti che quell’uomo non era
nato cieco per qualche suo peccato compiuto prima di nascere ma in virtù di un disegno di Dio. Dio
aveva decretato infatti di fare nascere cieco quell’uomo per poi un giorno tramite il suo Figliuolo
donargli la vista e manifestare così la sua gloria. Ancora oggi ci sono persone che sono nate cieche
in virtù di questo disegno di Dio.

Gesù disse a Nicodemo: “In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può
vedere il regno di Dio” (Giov. 3:3). Ecco la rinascita ossia la reincarnazione insegnata da Gesù,
dicono i reincarnazionisti! Falso anche questo. Gesù qui ha parlato della nuova nascita spirituale
che l’uomo deve sperimentare per potere entrare nel regno di Dio. Infatti poco dopo egli afferma:
“In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel
regno di Dio” (Giov. 3:5). Nascere d’acqua significa essere rigenerati (o vivificati) dalla Parola
di Dio e nascere dallo Spirito significa essere rigenerati (o vivificati) dallo Spirito Santo.
Questa nuova nascita si sperimenta quando ci si ravvede e si crede in Cristo Gesù.
Vediamo ora di confutare altre asserzioni che fanno i reincarnazionisti nei nostri confronti.
‘La reincarnazione era nella Bibbia inizialmente ma poi col tempo fu da essa tolta’.
In altre parole la Bibbia sarebbe stata manipolata per questo la reincarnazione non è chiaramente
insegnata nella Bibbia. E quale fu la ragione per cui i passi che parlavano chiaramente della
reincarnazione sarebbero stati tolti dalla Bibbia? Questa: la dottrina della reincarnazione
diminuiva il potere della chiesa perché essa responsabilizza l’individuo, il quale diventa il
padrone del proprio destino e non ha bisogno di rendere conto a nessuno, se non a se stesso, delle
proprie azioni. Il perdono non viene più da Dio ma si ottiene attraverso l’espiazione del karma
nelle vite successive, finché non si raggiunge, vita dopo vita, la perfezione e pertanto Dio. La
chiesa, una volta che l’individuo scopre la reincarnazione, diventa inutile perché l’individuo si
rende conto di essere autonomo; in altre parole il reincarnazionista non ha più bisogno che gli sia
mostrata la via che mena a Dio perché lui stesso diventa, teoricamente, la via che lo porterà a Dio.

Comunque – dicono sempre i reincarnazionisti – i riferimenti sulla reincarnazione nella Bibbia
rimangono in forma velata, simbolica, ma chiara per chi è in grado di tradurre dalle antiche lingue
ebraiche e greco. Rispondiamo: la dottrina della reincarnazione non è mai stata nella Bibbia, al
pari di qualsiasi altra eresia. La Bibbia insegna la risurrezione finale dei morti sia nell’Antico
Testamento che nel Nuovo, il che esclude che in essa ci potesse essere anche la dottrina della
reincarnazione perché questa e la risurrezione sono in aperta contraddizione l’una contro l’altra,
sono due dottrine inconciliabili, l’una esclude l’altra. Dio non si contraddice su nessun punto; la
sua parola quindi non ha mai potuto includere la reincarnazione. I reincarnazionisti assomigliano in
questo modo di parlare a tanti cattolici romani che non conoscono le Scritture e neppure la storia,
i quali ci dicono che noi abbiamo tolto dalla Bibbia i libri apocrifi. Ma noi diciamo: essi non sono
ispirati e non fecero mai parte del canone, come è possibile che siano stati da noi tolti? Non è
forse vero piuttosto che essi sono stati ingiustamente aggiunti al canone a danno di tante persone?
Per quanto riguarda la ragione addotta a questa sua presunta estromissione dalla Bibbia, diciamo che
in effetti essa descrive in maniera chiara la ragione per cui essa non ha potuto mai essere nella
Bibbia; perché essa annulla la Buona Notizia della grazia di Dio, che ricordiamo era stata promessa
dai profeti di Dio nelle Scritture (cfr. Rom. 1:1,2; quelle dell’Antico Testamento). In sostanza
queste ragioni addotte dai reincarnazionisti non fanno altro che fare capire quanto pericolosa sia
la dottrina della reincarnazione per la chiesa di Dio. Per quanto riguarda poi l’affermazione che i
riferimenti sulla reincarnazione sono nella Bibbia in forma velata e simbolica, diciamo che essi
invece sono inesistenti, anche per chi conosce la lingua ebraica e quella greca.

‘La chiesa ha condannato la reincarnazione al concilio di Costantinopoli del 553 d.C’.
Con questo vogliono dire che essa veniva insegnata da taluni cosiddetti padri ma poi venne
condannata. I fatti sono altri; in quel concilio vennero lanciati diversi anatemi contro degli
insegnamenti di Origene; uno dei quali (il primo) era contro la dottrina della preesistenza delle
anime che Origene insegnava. Origene aveva insegnato infatti la preesistenza delle anime dicendo che
l’anima esisteva prima del corpo umano (ma non in un altro corpo umano) e che l’uomo era sulla terra
quello che meritava di essere in base alle sue azioni commesse prima di incorporarsi nel corpo. Ma
non si può dire che Origene insegnava la reincarnazione perché la reincarnazione insegna che dopo la
morte l’anima torna a incarnarsi ripetutamente in altri corpi per purificarsi e questo Origene non
l’accettava. Si deve quindi attribuire a Origene la dottrina errata della preesistenza delle anime
ma non gli si può attribuire la reincarnazione. Origene insegnava la risurrezione. Ma noi vogliamo
dire pure che quand’anche un concilio della chiesa antica avesse approvato la reincarnazione non per
questo noi saremmo chiamati ad accettarla per questo motivo, ma saremmo sempre chiamati a
rigettarla. I concili hanno introdotto nel corso dei secoli tante dottrine di demoni che annullano
la Scrittura e che noi per questo rigettiamo; quindi se ci fosse stata tra di esse pure la
reincarnazione noi la rigetteremmo ugualmente. Noi non ci appoggiamo sui concili per stabilire se
una dottrina è vera o no, ma sulla Parola di Dio e sulla guida dello Spirito Santo che Dio ha
mandato nei nostri cuori appunto per guidarci in ogni verità.

‘La reincarnazione fu insegnata da Gesù ai suoi discepoli in privato e non pubblicamente’.
In altre parole Gesù come spiegava in privato ai suoi discepoli il significato delle parabole, così
avrebbe spiegato loro in privato la reincarnazione. Falso anche questo. Dire una tale cosa è come
affermare che Gesù in privato avrebbe spiegato ai suoi discepoli che Pietro era il loro capo che
alla morte avrebbe lasciato le chiavi del regno dei cieli a un suo successore che poi sarebbe
diventato capo di un impero, che esisteva un purgatorio, che oltre a lui sarebbero sorti nel tempo
altri mediatori su cui appoggiarsi nelle preghiere a Dio, che Maria sua madre doveva essere adorata
e pregata da loro, e tante altre eresie che ancora oggi vengono insegnate e credute da molti che si
dicono cristiani. Niente di nuovo sotto il sole; il discorso di costoro è vecchio, molto vecchio.

‘PROVE’ A SOSTEGNO DELLA REINCARNAZIONE – LA LORO REALE SPIEGAZIONE

Ci sono dei fatti che – a dire dei reincarnazionisti – proverebbero che la reincarnazione è una
dottrina vera, e perciò questi fatti sarebbero delle prove irrefutabili. Ecco quali sono questi
fatti e come noi rispondiamo.

1) Il déjà-vu (“già visto”). Un fenomeno che consiste nella sensazione, anzi nella certezza, di
conoscere perfettamente un luogo mai visto, nel quale si va per la prima volta. Alcuni di questi
fenomeni sono spiegati dalla scienza come risultato di un affaticamento del cervello. Ma ci sono
diverse persone che asseriscono di essersi trovate in qualche posto per la prima volta e di avere
visto cose o persone che essi già conoscevano. Cosa dire a riguardo di queste esperienze? Dopo
averne lette alcune sono giunto alla conclusione che si tratta di un’opera del diavolo il quale
riesce in qualche modo a fare credere all’individuo di avere vissuto in un’altra vita in un castello
del Medioevo, in un paese del deserto, ecc. Noi credenti riconosciamo solo un tipo di ‘déjà-vu’; è
quell’esperienza che si sperimenta tale e quale dopo che noi l’abbiamo vista in sogno o in visione.
In questi casi Dio ci annunzia un evento che deve avere luogo e ci fa vedere esattamente come esso
avverrà; quando la cosa succede diciamo: ‘E’ proprio così come Dio mi aveva fatto vedere in sogno o
in visione’.

2) Regressioni ipnotiche. L’ipnotista chiede al paziente di tornare in un tempo precedente alla sua
nascita e lui sotto ipnosi crede di vivere in un altro tempo della storia, in circostanze a lui
estranee e così di seguito. In altre parole mediante queste sedute ipnotiche gli individui sarebbero
in grado di ricordare le loro vite passate. Anche in questo caso si deve dire che si tratta di
un’opera del diavolo.

3) Le sedute medianiche. In queste sedute il medium dice alla persona chi lui era e dove ha vissuto
nelle sue vite precedenti (l’attrice americana Shirley MacLaine – che da anni divulga idee del New
Age – in un suo libro racconta come un medium le disse chi lei era stata nelle sue vite precedenti).
In questo caso degli spiriti seduttori parlano tramite la bocca di questi ministri di Satana per
indurre le persone a credere nella menzogna. Bisogna tenere presente quando si parla della
reincarnazione che il diavolo ha tutti gli interessi a fare sì che le persone la credano, perché sa
che chi l’accetta non sentirà affatto il bisogno di ravvedersi dai suoi peccati e di credere in Gesù
Cristo, perché penserà che la salvezza è nelle sue mani, che dipende da lui. Non c’è dunque da
meravigliarsi che questi medium parlino molto di vite passate, di registri akascici, e di tante
altre cose del genere.

4) I cosiddetti colpi di fulmine, ossia l’innamoramento improvviso tra due persone che non si sono
mai viste prima. Due persone si innamorano a prima vista e pare che si siano sempre conosciute
perché si sarebbero conosciute in una vita precedente e quindi esse si sarebbero reincontrate. Non è
affatto vero, perché l’innamoramento a prima vista, quello vero che sfocia nel matrimonio, è dovuto
all’imperscrutabile opera di Dio nei loro cuori.

5) Le capacità straordinarie di quei “bambini prodigio” che riescono a suonare o fare delle cose che
alla loro età normalmente non si possono fare. Se per esempio un bambino sa suonare maestrevolmente,
significherebbe che è la reincarnazione di Mozart, di Beethoven o di qualche altro famoso musicista
del passato; se riesce a scrivere delle belle poesie sarà la reincarnazione di un famoso poeta e
così via. Nel caso dei bambini prodigio diciamo che in qualche caso si tratta di possessione
demoniaca; cioè degli spiriti maligni prendono possesso del bambino che comincia a fare delle cose
impensabili per un bambino della sua età. Un esempio di ciò è riportato nella New Age Encyclopedia
di Melton Gordon dove viene detto che un bambino prodigio di nome Pepito Arriola nel 1900, all’età
di tre anni e mezzo componeva marce, valzer, minuetti e riusciva a suonare a memoria 20 difficili
pezzi musicali. La risposta spiritualista per le sue abilità fu data solo undici anni più tardi
quando Arriola cominciò a esercitare una pratica occulta, la scrittura automatica (J. Gordon Melton,
Clark Jerome, Kelly Aidan A., New Age Encyclopedia, Detroit 1990, 1 ed., pag. 294). Ricordiamo però
che come il diavolo riesce a fare stupire le persone tramite questi bambini, così Dio riesce a fare
stupire molto di più sempre tramite bambini. Un bambino può essere infatti costituito profeta sin
dalla sua giovanissima età, e lasciare stupiti per i doni di rivelazione che si manifestano tramite
lui; Samuele e Geremia ne sono degli esempi. Anche Gesù da bambino fece meravigliare gli uomini,
infatti a dodici anni egli faceva delle domande ai dottori della legge e tutti stupivano del suo
senno e delle sue risposte. Ma tutto ciò era dovuto all’opera di Dio Padre in lui. Una cosa deve
essere chiara; quando è Dio a visitare un bambino o un fanciullo, il Suo nome viene glorificato e le
persone sono attratte a Cristo Gesù per la loro salvezza.

6) Il fatto che taluni dimostrano capacità nello studio delle lingue o di particolari materie
difficili. Cioè, se l’individuo è riuscito nelle lingue per cui è in grado di parlare dieci lingue
sarà stato uno studioso di lingue del passato, se è riuscito invece nella medicina, allora sarà
stato un famoso dottore del passato, e così di seguito. Non è affatto così; quell’individuo riesce
in quella cosa in virtù dei suoi studi e basta. Si è impegnato ed è riuscito, tutto qui.

REINCARNAZIONE E VEGETARIANISMO

Abbiamo visto che una parte dei reincarnazionisti sostiene che l’uomo può reincarnarsi nelle sue
vite successive anche in un animale. Tra coloro che credono in questo ci sono soprattutto le sette
orientali di matrice induista, come per esempio gli Hare Krishna. Conseguenza di questa credenza:
costoro rifiutano di mangiare ogni tipo di carne per non rendersi colpevoli di omicidio nei
confronti di coloro che secondo loro si trovano negli animali per espiare il loro debito karmico, e
impongono ad altri di non mangiare nessun tipo di carne.
Abbiamo dimostrato che la reincarnazione è una dottrina generata dal diavolo, quindi è superfluo
dire che chi uccide gli animali per cibarsene non si rende colpevole di nessun omicidio. La
Scrittura dice chiaramente che il divieto di mangiare la carne è una dottrina di demoni insegnata da
uomini a motivo della loro ipocrisia i quali sono “segnati di un marchio nella loro propria
coscienza” (si legga 1 Timoteo 4:2).
Ma perché è una dottrina di demoni? Perché si oppone alla Parola di Dio che dice: “E Dio vide tutto
quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono” (Gen. 1:31) ed ancora all’ordine che Dio diede
dopo il diluvio: “Tutto ciò che si muove ed ha vita vi servirà di cibo; io vi dò tutto questo, come
l’erba verde…” (Gen. 9:3) ed ancora alle parole di Dio: “Potrai a tuo piacimento scannare animali
e mangiarne la carne in tutte le tue città…” (Deut. 12:15).

ALCUNE PAROLE CONCLUSIVE

Fratelli nel Signore, concludo questo mio articolo mettendovi in guardia dall’accettare la
reincarnazione perchè essa è una dottrina di demoni che si oppone alle Sacre Scritture e in
particolare al sacrificio espiatorio di Cristo.
La grazia del Signore sia con voi.

da evangelici.altervista.org/butreincar.html

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