Introduzione al Buddhismo Theravada

pubblicato in: AltroBlog 0
Introduzione al Buddhismo Theravada

Introduzione al testo di Guido Da Todi

(Sei dialoghi davanti al caminetto)

***

Esiste, o monaci, un non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato.
Se non ci fosse questo non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato,
non si potrebbe
scorgere via di scampo dal nato, evoluto, fatto, condizionato. Ma poiché,
invece, c’è un
non nato, non evoluto, non fatto, non condizionato, si scorge una via di
scampo dal nato,
diventato, fatto, condizionato (Itivuttaka, 43).

– Introduzione –

La via del Buddha è una via di amore e di conoscenza, un viaggio senza
meta, ma con una
precisa direzione; un percorso dal malsano al sano, dalla malattia alla
guarigione, dalla
prigione delle abitudini e dell’attaccamento alla libertà dai confini,
dalla reazione all’azione,
dall’illusione alla realtà, dallo stato di sonno a quello del risveglio.

Il Buddha ci parla in tempi diversi e da luoghi diversi, con linguaggi
diversi. Quello che viene
detto è per il bene di chi ascolta, la parola del Buddha è pragmatica,
terapeutica e la terapia che
il Buddha indica non è mai sintomatica; non mira alla semplice eliminazione
del sintomo, ma
alla scoperta del problema e delle sue origini profonde, fino alla radicale
estinzione del
malessere e delle sue cause.

Il sentiero che il Buddha propone di percorrere non è un sentiero di fede;
la realtà va svelata, il
sentiero va percorso.

Il Buddha non è un liberatore, non è un Dio, non è un profeta e non farà il
viaggio per noi.

Il Buddha indica la strada, invita al viaggio. Le sue parole non consolano,
non illudono non promettono; le sue parole svegliano, risvegliano.

Tutto l’insegnamento del Buddha riguarda la realtà e la mente che la
percepisce. Il Buddha ci
parla di noi, di ciò che è più intimamente e più profondamente in noi; il
Buddha parla di noi
stessi, di ciò che siamo; ci da gli strumenti per dissipare il velo di
illusione che ci impedisce di
vedere e ci insegna a guardare, a percepire e conoscere in profondità.

Posare lo sguardo su un oggetto significa rimanere in superficie; guardare
senza vedere nulla è
guardare in profondità. O, meglio: guardare senza un soggetto che guarda e
senza un oggetto
che viene visto è vedere la realtà.

Cosa sono soggetto ed oggetto? Cosa è l’io, l’ego; chi o cosa percepisce in
realtà? E cosa viene
percepito?

Andare a fondo in questa ricerca e porsi la questione in modo autentico e
senza preconcetti,
senza risposte preconfezionate, significa non dare nulla per scontato ed
iniziare un percorso di
ricerca autentico, spregiudicato, senza giudizi e pregiudizi, ma aperto e
sincero.

Il Buddha non dà la risposta, ma pone la domanda fondamentale e ciò che ci
propone è lo
strumento, la via, l’indicazione preziosa per giungere da noi stessi alla
risposta, alla verità, alla
realtà ultima ed infine alla guarigione radicale e profonda, al risveglio.

Ci sono molti modi per parlare del Buddhismo, e Guido sceglie appunto di
parlare, non di
scrivere, proprio come facevano i mercanti e i viaggiatori entusiasti che
hanno contribuito a
diffondere il Buddhismo oltre i confini dell’India; proprio come facevano i
Bikkhu (monaci), nei
primi tempi – ed il Buddha prima di loro – oltre 2500 anni fa.

Guido non è nuovo alle tradizioni spirituali d’Oriente, ma la scoperta
della via del Buddha
instilla nel suo eloquio un tocco di entusiasmo, di innocenza e di
ingenuità, che, invece di essere
occultate nel testo scritto, vengono, al contrario, evidenziate
nell’espressione verbale, nell’oralità
del discorso, tanto più che l’autore non si pone come maestro o guru, ma,
come qualcuno che
semplicemente ha scoperto un tesoro di così inestimabile valore che non può
che essere
condiviso e che sembra dire ad altri che hanno iniziato, o stanno per
iniziare, un cammino di
ricerca: “Venite, venite a vedere, ho trovato una pista per un antico e
prezioso sentiero”.

La tradizione del Buddha è, infatti, una tradizione antica e si trasmette
come un contagio
positivo, fertilizzando e arricchendo le culture con le quali viene in
contatto; è una rivoluzione
dolce, non violenta; una diffusione ed una infusione di amore e di
conoscenza.

Ci sono molti modi per parlare del Buddhismo, come dicevo, ma, in fondo,
non si può che
parlarne con il linguaggio dell’amore e della gentilezza e non si può che
guardare a ciò che il
Buddha ci indica con lo sguardo del principiante, dell’apprendista, del
novizio:, uno sguardo
vergine sul mondo e sulla realtà.

Molte sono le vie d’accesso al Dharma, e nessuna è migliore o peggiore
delle altre; ma, ognuna
è preziosa per chi la percorre.

Da qualunque porta siate entrati, ora siete i benvenuti.

Che ogni cosa sia propizia!

(Antonello Marzocchella – Rappresentante dell’Unione Buddista Italiana –
www.buddhismo-napoli.it)

*****

– Introduzione dell’autore –

Ritengo interessante l’ascolto di questi Dialoghi – condotti, come al
solito, con stile semplice ed
amichevole – perché propongono una completa sintesi ragionata della Figura
di Gotamo Buddha
e del Suo Insegnamento, nell’ aspetto storico e nei contenuti.

I Dialoghi offrono la possibilità – a chi non l’abbia ancora avuta – di
comprendere e di
assimilare la superba Dottrina alla liberazione dalla sofferenza, propria
ed altrui, insegnata dal
primo Uomo che riconobbe integralmente il problema del samsara (catena
delle rinascite) e
porse una soluzione definitiva all’umanità, che ne è imprigionata.

I metodi della meditazione samatha (quella usualmente adottata dalla
maggior parte delle
scuole mistiche ed iniziatiche di tutti i tempi, ma che non dà la libertà
all’anima) e di quella
vipassana (insegnata da Buddha, 2.600 anni fa, e che può, invece,
affrancarci, sin dall’attuale
reincarnazione) sono stati accuratamente analizzati e spiegati nei
Dialoghi, assieme
all’antichissima meditazione sul respiro; poi, lungo i millenni, divenuta
l’Hong So.

E’ ovvio che circa 10 ore di ascolto non riescono a immettere, in modo
pieno e sovrano, nel
“terreno di Buddha” e a riprodurre integralmente – salvo che ai
predestinati – quel respiro di
cosmicità genuina, posseduto dai veri monaci buddisti e dai seguaci della
Via del Dharma,
liberati dai cicli delle rinascite.

Tuttavia, credo che uno schema integrale e sostanziale della dottrina
dell’Illuminato – seguita,
oggi, non dimentichiamocelo, da oltre 500 milioni di persone, nel mondo –
sia stato raggiunto.
Ajahn Chandapalo, abate del monastero buddista Santacittarama, nella
provincia di Rieti,
scrisse a Guido, tempo fa: “Come il mare ha sapore di sale, in ogni goccia
della propria acqua,
così l’insegnamento di Buddha ha sapore di libertà in ogni suo concetto…”

L’autore si è sforzato di mostrare agli ascoltatori questa libertà, nella
sua ultima fatica; e lo ha
fatto con molto amore…

Possiate impadronirvi della chiave di volta delle 4 Nobili Verità e
dell’Ottuplice Sentiero al
Nirvana, assieme al sistema di auto-liberazione che Buddha ha insegnato
2.600 anni fa
all’umanità e che ha portato fuori dalla ruota della sofferenza
innumerevoli anime E divenire,
così, delle donne e degli uomini felici!

(Guido Da Todi)

__

Nota aggiunta:

– come per i precedenti audiolibri dell’autore, sottolineiamo che i testi
che accompagnano i Dialoghi in
MP3 non costituiscono – né vogliono farlo – un’opera letteraria, di per se
stessi. Ma, rappresentano, soltanto, la
riproduzione scritta, abbastanza fedele, di quanto esposto verbalmente
nelle tracce sonore, contenute nel volume;
ovviamente, con ogni pecca ed ogni imperfezione di stile, che
caratterizzano tale tipo di prosa.

Proprio per questo, e ciò nonostante, riteniamo di avervi fornito un caldo
e creativo strumento di assimilazione
culturale – equiparabile a ben pochi altri.

I numeri tra parentesi, esposti con cadenza regolare, fra gli argomenti
interni dell’indice di ogni Dialogo, indicano il
tempo trascorso dall’inizio della registrazione sino ai contenuti così
circoscritti.

Basterà, quindi, rintracciarne la corrispondenza digitale, in ore e minuti,
indicata dal lettore audio che si utilizza, per
ascoltare, a volontà, ogni brano prescelto.

—> NOTA:
—> L’opera “Introduzione al Buddismo Theravada” di Guido Da Todi,
—> compresi i brani MP3, è disponibilie a questo indirizzo:
—> goo.gl/yGqxC9

__________

– Indice del primo Dialogo in MP3 –

Introduzione ai Dialoghi (00,01) – L’Abate buddista del monastero
Santacittarama, di Rieti (00,30)
– Il suo parere sul buddismo – Buddha, il primo Uomo che risolse il
problema della sofferenza e ne
divenne medico universale (02.00) – “Analizzate la mia Verità, come l’orafo
analizza l’oro” (02,29)
– L’unica cosa che interessò Buddha fu di eliminare la spina della
sofferenza nell’uomo (03,35)- Il
Suo Insegnamento iniziò 2600 anni fa (06,00) – Qual è la fisionomia del
dolore che Buddha venne
a guarire (Dukkha) (06,10)? -Oggi esistono circa 500 milioni di buddisti
sulla terra (07,85) – Cosa
è il sangha? (08,15) – “Stiamo parlando di te, dei tuoi problemi, del tuo
dolore, del tuo gruppo
famigliare…”(09,45) – Le tue prossime rinascite (10,10) – Chi giunge alla
rivelazione di Buddha,
“era scritto dovesse giungerci” (11,35) – I due più grandi yoghi del tempo
di Buddha, ai quali il
Risvegliato negò la validità del loro insegnamento (14,00) – Buddha
soddisfa il senso di
incompletezza che ogni altra verità propone ai ricercatori (15,00) – Chi
sperimenta la Dottrina di
Buddha, può sperare di giungere alla libertà in questa sua stessa vita
(16,25) – Cosa vuol significare
e cosa porta la libertà di Buddha? (17,40) – Riscontrare la verità delle
cose, da solo ed in maniera
autonoma (19,00)- Non si abbandona nulla della yoga studiata, prima di
conoscere Buddha; solo
che Egli offre il tassello mancante a tutte le rivelazioni che lo
precedettero – “Che il vostro cuore si
riempia, quindi, di gioia!” – (21,00) – Studieremo, qui, la meditazione
vipassana, che riesce a dare
quanto non offre alcun altro metodo interiore (23,40)- La rovente “trappola
di sofferenza”, in cui
l’umanità è serrata, da millenni (24,00) – La tartaruga in mare, l’anello
di gomma e l’incredibile
dharma, che possiede l’umanità ad essersi incarnata tale (24,15) – La
grande e gelosa occasione che
essa ha, oggi, di trovarsi “sul Terreno di Buddha” (25,45) – Un Buddha non
nasce per caso. Le sue
centinaia e centinaia di rinascite preparatorie a quella finale (26,15) –
Suddhodana, il padre di
Buddha ed il suo regno – La madre di Buddha, Maya Devi [bella, come un
giglio d’acqua] (28,00) –

La miracolosa nascita di Buddha, a Lumbini, tra gli Angeli (30,20) – I
ciechi videro, i sordomuti
udirono, la luce invase il mondo, gli zoppi camminarono, i fuochi degli
inferni si
estinsero…(31,00) – La profezia del Grande Veggente (34,00) – Siddharta
significa” colui che ha
realizzato il suo scopo” (35,30) – Le fonti tradizionali a cui ci si
riferisce in questi dialoghi (37,30)
– Il monastero buddista Santacittarama, in Italia, a Rieti, di tradizione
Theravada – Cos’è la
tradizione Theravada? (38,30) – I monaci buddisti di questo monastero
(39,30) – Riferimenti
storico-culturali della vita di Buddha (40,20) – I primi concili degli
appartenenti alle comunità
buddiste, dopo la morte di Buddha, per la stesura e la protezione del Suo
Insegnamento (41,50) – Il
“sentiero antico, già percorso dai completamente illuminati del passato”,
che Buddha rivela di
avere riscoperto ed offerto all’uomo (43,00) – Questo è il “solo sentiero
che offra completamente la
libertà” (43,30) – I “sei Buddha precedenti” a Gotamo e Quello che Egli
indica, come Suo
successore: “Maitreya” (39,90) – Questi dialoghi attingono alla più pura
tradizione della Dottrina
Buddista (44,20) – La natura ascetica ed austera della Tradizione Theravada
[il Piccolo Veicolo],
uno dei due rami del buddismo (47,10) – Il ricco contenuto, invece, del
Grande Veicolo
(Mahayana), il secondo ramo, presieduto dal Dalai Lama (49,00) –
Caratteristiche formali delle due
“scuole” (50,00) – Il buddismo tantrico (50,40) – I “tre canestri” della
tradizione scritta buddista
(52,40) – La trasmissione orale della Dottrina (54,00) – I monumenti di
pietra, con i primi
frammenti scritti della Dottrina, innalzati, 250 anni a.C., dal re hindu
Asoka (54,00) – Il Canone
originario, redatto in lingua pali (dialetto del sanscrito), nel primo
secolo a.C. (55,00) – Perchè
“canestri”? (55.40) – In cosa consistono queste tre raccolte dei Canoni
buddisti? (56,15) –
Spiegazione dettagliata delle raccolte (57,00) – L’ambiente protettivo,
artificiosamente creato dal
padre di Buddha, per proteggerlo, nella sua prima giovinezza, dai mali
della vita (1,00) – Le parole
che si riporta avesse detto Buddha, descrivendo questa sua esistenza dorata
e lussuosa (1,01) – I
preparativi per le nozze di Buddha (1,03) – I tornei fisici, le prove di
intelligenza e di cultura a cui
Egli venne sottoposto dai genitori delle potenziali spose, e nei quali
sbaragliò guerrieri e guru
famosi (1,04) – La moglie di Buddha, Yadosara e suo figlio (1,03)
-L’Iluminato chiede al padre di
uscire fuori dal palazzo dorato e di conoscere la vita che esiste, là,
nelle strade, oltre ogni cinta
protettiva (1,06) – L’apparizione dei 3 Messaggeri simbolici: la Vecchiaia,
la Malattia, la Morte
(1,07) – Cosa pensò, Buddha, dopo averli incontrati (1,09) – Il suo saluto
alla moglie ed al figlio,
prima della partenza, verso il mondo esterno, dove avrebbe cercato la
soluzione definitiva al dolore
umano (1,12) – Le tentazioni di Mara (la forza oscura del mondo), per
trattenerlo dalla ricerca
dell’ultimo sentiero alla libertà (1,13) – Siddharta ha 30 anni. Passeranno
5 anni, prima della sua
definitiva illuminazione (1,13) – L’incontro di Buddha con i due grandi
yoghi Alara Salama e
Ramaputta ed il Suo rifiuto dell’insegnamento ricevutone, che non offriva
la libertà finale. I due
yoghi rappresentano simbolicamente il vertice della meditazione e
dell’ascesi comune a tutti gli
spiritualisti, prima che essi giungano alla Rivelazione dell’Illuminato
(1,14) – Qual è il tassello
finale, che manca? (1,18) – L’incontro di Buddha con i suoi cinque nuovi
compagni di ricerca: gli
asceti della sofferenza fisica (1,20) – La ricusazione di questa vita di
ascetismo, dopo cinque anni
di cilici e di digiuni (1,21) – La Sua vittoria sullo yoga, con il
raggiungimento dei 4 massimi gradi
di concentrazione meditativa (1,22) – La finale meditazione, ai piedi
dell’albero di fico indiano. Il
ricordo delle centinaia di migliaia di sue reincarnazioni passate, e dei
cicli cosmici vissuti [prima
rivelazione](1,23) – La realizzazione della grandiosa legge del karma, che
determina gioia e dolore
ad ogni universo, ed alle sue parti [seconda rivelazione] (1,25) – La
visione dei mondi infernali e di
quelli celestiali (1,26) – Il finale palesarsi dell’ultimo meccanismo di
dolore umano e della chiave
idonea a superarlo definitivamente [terza rivelazione](1,28) – Gli
“inquinanti”, causa di ogni
sofferenza individuale – La riscoperta dell’”antico sentiero, già percorso
dai perfettamente
risvegliati del passato”; ossia, l’Ottuplice Sentiero – (1,29) – “Il non
nato, il non-sè; la suprema
liberazione dalla morte, dalla sofferenza, dalla malattia, dalla vecchiaia;
il nirvana” (1,32) – La
decisione di Buddha di non rivelare l’ultima, sfolgorante verità sulla vita
e sulla morte, a causa
della sua difficile comprensione, da parte della media umanità (1,35) –
L’intervento diretto di
Brahma, che appare a Buddha, e Lo prega di desistere dalla sua decisione,
in favore e per amore di
coloro che, nel mondo, hanno solo “un leggero strato di polvere sugli
occhi”; ma, sono pronti,
però, a comprendere ed utilizzare l’ultimo meccanismo liberatorio della
vita (1,38) –
L’incamminarsi di Buddha verso l’umanità, per dare inizio alla sua missione
incredibile (1,41) –

(Guido Da Todi)

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *