Indeterminatezza quantica e campi morfogenetici

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Indeterminatezza quantica e campi morfogenetici

di Ranan Banerji

Le teorie di Sheldrake non hanno avuto finora quell’attenzione che secondo noi meriterebbero,
considerando la mole di dati e informazioni accumulate. La causa principale di ciò, a nostro parere,
è nell’ostinata resistenza del mondo scientifico a qualsiasi ontologia diversa dal materialismo, o a
una certa concezione dualista che pone ogni studio del mondo non-materiale fuori dai confini della
scienza. Un esempio rivelatore di ciò, che richiama tristemente i tempi dell’inquisizione romana
contro Galileo, è un editoriale della rivista “Nature” (24 settembre 1981) che definiva il libro di
Sheldrake A New Science of Life(Una nuova scienza della vita) “…il miglior candidato al rogo da
molti anni in qua”.

Forse è arrivato il momento di chiedersi se uno studio serio e approfondito dei campi morfogenetici
e delle loro proprietà possa dare risultati migliori, nel campo della morfogenesi e della
parapsicologica, delle ricerche basate su una più classica impostazione materialista. Ma se il mondo
scientifico continua a essere diffidente verso questo percorso alternativo, chiaramente questi nuovi
studi impiegheranno molto più tempo per svilupparsi, e ciò avrà un costo sociale e nazionale.
Fenomeni simili hanno impedito il progresso anche in molte aeree della medicina alternativa. Nel
presente articolo non intendiamo affrontare quest’ultimo punto; ciò che faremo è commentare l’opera
di Sheldrake, soprattutto per quanto riguarda la stretta affinità tra le sue idee e il concetto
dell’indeterminatezza quantica.

Ci rendiamo conto che molte idee che esponiamo in “Science Within Consciousness” necessitano di
ulteriori approfondimenti. Non ci scusiamo per questo. Nessuna scienza è mai completamente in grado
di spiegare il mondo, né viene mai sviluppata fino in fondo. Il massimo che possiamo fare è indicare
quei punti in cui riteniamo che occorrono chiarimenti e unificazioni, e tentare di offrirli noi
stessi laddove è possibile. Questo è un altro degli scopi del presente articolo.
Quanto segue è una sintesi delle idee di Sheldrake contenute nel suo libro A New Science of Life e
nei successivi Seven Experiments that could Change the World e Dogs that Know When their Masters are
Coming Home.

I Campi morfogenetici
La scienza materialista non è un complesso unificato. Studiando sistemi di complessità sempre
maggiore, questi ultimi sembrano sviluppare un proprio sistema di proprietà assiomatiche. La scienza
materialista, come è noto, sostiene che dalla meccanica quantica delle particelle subatomiche si può
derivare la meccanica quantica delle strutture atomiche e molecolari, e da queste ultime le
proprietà chimiche delle sostanze, che a loro volta spiegano i fenomeni vitali e sono alla base
della psicologia, della sociologia, dell’economia e della cosmologia. Ovunque sia possibile, questi
passaggi sono stati studiati, spesso con risultati soddisfacenti. Tuttavia, lo studio di alcuni di
essi presenta grandi difficoltà. Nel caso della meccanica quantica, le difficoltà sembrano inerenti
alla disciplina stessa: la transizione dallo stato di potenza a quello di attualità non è
spiegabile, ora come ora, all’interno della meccanica quantica. Le altre transizioni, incluse le
interazioni non-lineari dei costituenti, danno luogo a insormontabili difficoltà di calcolo, che
rendono necessaria la creazione di nuovi assiomi sulle macrostrutture emergenti da tali complesse
interazioni. Studiamo la Fisica nucleare, la Fisica atomica, la Fisica classica (incluse la Fisica
ottica e geometrica), la Fisica molecolare, la Chimica, la Biologia, la Psicologia, la Sociologia,
ognuna come una disciplina a se stante, con le sue proprie leggi. Ora invece torniamo a esse,
cercando di integrare il nostro sapere con le teorie di Sheldrake.

Come sottolinea Sheldrake, quando si cerca di predire il comportamento di grandi aggregati in
termini di comportamento dei loro singoli componenti, ci si trova di fronte al fatto che l’aggregato
può presentare molte configurazioni stabili di energia relativamente minima. La configurazione che
un aggregato può assumere dipende in larga misura dalle condizioni iniziali imposte al sistema: la
teoria del caos dimostra come mutamenti infinitesimali di queste condizioni possono produrre enormi
cambiamenti, quindi è praticamente impossibile predire la configurazione dell’aggregato.
Ciò vale a esempio per i cristalli, gli enzimi, il comportamento animale o delle società
(confrontare l’analisi di Rene Thom riguardo la Teoria della catastrofe). “… Niente ci autorizza a
dire che [le attuali teorie della Fisica] … possono spiegare il formarsi di una di queste possibili
strutture anziché di un’altra”. Sheldrake postula che la determinazione di una struttura dipende da
un campo esterno di influenza associato al processo di formazione della struttura stessa. Questo
cosiddetto campo morfogenetico porta con sé il “programma”, per così dire, del processo di
formazione.
Sheldrake postula che tale programma si sviluppa nel campo tramite strutture precedenti formatesi
sotto la guida del campo. Ciò ricorda molto da vicino il modo in cui le cellule cerebrali sono
all’origine della consapevolezza individuale nel contesto (ipotizzato da Goswami) della separazione
tra la consapevolezza individuale e quella universale.

A ogni modo, c’è una grande differenza nei due meccanismi postulati: quello ipotizzato inizialmente
da Goswami (cioè la transizione dalla consapevolezza universale a quella individuale) e quello di
Sheldrake. In entrambi i casi, le strutture in questione hanno proprietà classiche, donde la
memoria: nel caso dei neuroni o delle cellule individuali, essa sorge dal termine non-lineare
dell’equazione many-body approssimata di Schroedinger; nel caso di Sheldrake sorge dalla complessità
della struttura dell’organismo. L’indeterminatezza della struttura è meccanico-quantica nel caso
delle cellule, mentre nel caso degli organismi è dovuto alla natura caotica (nel senso della teoria
del caos) della struttura emergente.

Comunque, tale differenza nel meccanismo del collasso non deve necessariamente essere fondamentale.
Quando Goswami analizza l’Evoluzione, ascrive il campo morfogenetico alle cellule individuali, in
modo tale che considerazioni meccanico-quantiche bastano a condurci all’indeterminatezza. Invece, il
campo di Sheldrake prende in considerazione l’organismo intero, che è più in linea con il fenomeno
morfogenetico da esso spiegato. Quindi, almeno per la morfogenesi, può essere più ragionevole
postulare che il collasso non avviene al livello della cellula individuale, ma dell’organismo.
L’indeterminatezza fondamentale è ancora quanto-meccanica, cioè provocata dalla sensibilità della
struttura a piccoli cambiamenti delle condizioni iniziali, al livello degli atomi costituenti.

Goswami analizza due fenomeni collegati all’individuo: la consapevolezza individuale e la
morfogenesi (collegata a quello che egli spesso chiama il Corpo Vitale: la consapevolezza
individuale di cui il Corpo Mentale è una componente). Parleremo in seguito di un altro fenomeno da
lui studiato, cioè dell’evoluzione. Per ora, vogliamo solo ricordare che la sua analisi di
quest’ultima tratta soprattutto dell’evoluzione delle nuove specie e della morfogenesi durante lo
sviluppo dell’embrione. Invece, nel campo morfogenetico di Sheldrake, l’influenza tra membri delle
specie è studiata attraverso il fenomeno della risonanza morfica, simile alla telecinesi. Con
Sheldrake, la telecinesi diventa un costrutto teorico. “Science Within Consciousness”, usando il
quadro del collasso quantico simultaneo, è riuscita a spiegare questo fenomeno in modo
soddisfacente. Sheldrake ha analizzato la relazione tra l’eredità classica a la risonanza morfica.

L’analisi di Sheldrake della morfogenesi non si limita a spiegare l’esistenza del campo
morfogenetico; include il meccanismo attraverso cui una struttura biologica parzialmente formata (il
germe morfogenetico) si collega al campo morfogenetico di una specie, che poi guida la crescita del
resto della forma. Finora, nessuna indagine è stata condotta per verificare se la spiegazione
quanto-meccanica del corpo vitale può venire estesa a questo fenomeno.

Il corpo vitale nei sogni
Un altro punto da analizzare riguardo il corpo vitale, a parte la sua connessione con la
morfogenesi, è l’interpretazione di esso come del portatore di emozioni, come fa Goswami nella sua
interpretazione dei sogni. Per la nostra mentalità, considerare il corpo vitale un portatore di
morfogenesi e di emozioni lascia molto a desiderare, a meno che non si facciano ulteriori
supposizioni.

Il quadro di Sheldrake sembra fornire le supposizioni richieste, a patto che siano uniformabili al
quadro della meccanica quantica. Sheldrake postula che ogni struttura trasporta il suo campo
morfogenetico. Se una struttura del tipo di un organismo incorpora sub-organismi di natura diversa,
il campo morfogenetico dell’organismo incorpora i campi dei sub-organismi. Ovvero, non esiste un
unico campo morfogenetico: i campi degli individui sono incorporati in quelli della specie, e campi
di aspetti diversi di un individuo interagiscono. La loro interazione dà origine ad altri campi. I
campi formano quello che si potrebbe descrivere come un continuum. Da questo punto di vista, si può
ipotizzare che quelle che chiamiamo emozioni sono determinate in parte dal corpo mentale e in parte
dal corpo vitale, ovvero sono un prodotto della loro interazione. Goswami basa la sua
interpretazione dei sogni quasi direttamente sul Vedanta, i cui concetti di consapevolezza
universale e individuale sembrano sostenere le sue idee.

Comunque, non sembra né necessario né desiderabile attenersi troppo fedelmente al modello del
Vedanta. Quest’ultimo, dopo tutto, è solo l’inizio di una grande scienza: non possiamo aspettarci
che in esso tutto sia chiaramente definito. Allo stesso modo, nessuna affermazione di “Science
Within Consciousness” può essere ritenuta la risposta definitiva. Forse è meglio ritenere i cinque
corpi del Vedanta un’utile approssimazione del continuum dei corpi (campi), allo stesso modo in cui
parole come blu, rosso, giallo creano utili suddivisioni nello spettro ottico. Se dobbiamo prendere
sul serio una concezione del genere, occorrono studi molto più approfonditi sul fenomeno del
collasso (meccanico quantico o all’interno della teoria del caos). Quello che finora abbiamo
delineato è solo l’abbozzo a grandi linee di un quadro generale; una teoria completa richiederà
molto tempo ancora per venire alla luce. Perché ciò avvenga, un numero assai più vasto di scienziati
deve cominciare a lavorare su questo quadro.

Un problema evolutivo
“Science Within Consciousness” ha cercato di usare il concetto di Consapevolezza Universale per
superare alcune difficoltà incontrate dai biologi nello studio dell’evoluzione da un punto di vista
neo-darwiniano. Il fenomeno dell’equilibrio punteggiato è stato studiato in modo abbastanza
dettagliato. Si è notato spesso che, dopo un periodo di cambiamenti omeostatici in una specie
attraverso le selezioni naturali, si forma improvvisamente una nuova specie. Questa specie non può
essere spiegata come il risultato del cambiamento di alcuni geni nella specie antica: un numero
molto grande di geni cambia simultaneamente. Nessuno di questi cambiamenti darebbe origine a un
mutamento evolutivamente significativo. Questo fenomeno si ritiene provocato da molti cambiamenti
potenziali nella struttura avvenuti nel corso di un lungo arco di tempo, fino alla comparsa di una
significativa struttura potenziale, la cui consapevolezza a quel punto collassa in stato di
attualità.

Questo quadro attribuisce alla Consapevolezza una proprietà che non era tra quelle da noi usate per
spiegare altri fenomeni come la consapevolezza individuale o l’origine del campo morfogenetico. Qui
stiamo immaginando la Consapevolezza dotata di una specifica struttura “in mente” degna di venire
attesa. Questa proprietà non concorda con il concetto vedantico dell’unità indifferenziata, che è un
importante principio guida nel nostro modello. È possibile che tali punteggiature nell’equilibrio si
verificano per formare molte nuove specie, alcune delle quali passano il test della selezione
naturale, altre no. Ma a questo punto ci si può anche chiedere in che modo i collassi accadono solo
quando una significativa combinazione di geni è disponibile in potenza. Dobbiamo forse dire che se
un collasso accade prima che tutti i geni siano al loro posto, le specie corrispondenti non nascono
solo perché le leggi della biologia non permettono a tali specie di esistere? O forse bisogna fare
ricorso a quello sconcertante concetto del Vedanta secondo cui la Consapevolezza, essendo senza
dualità, ricerca quest’ultima attraverso determinate creazioni?
Allo stato presente delle conoscenze, possiamo solo dire che esistono alcune proprietà della
consapevolezza che vanno chiarite, e che allo scheletro della teoria dell’evoluzione qui abbozzata
va aggiunta ancora un po’ di carne.

Fonte: Science Within Consciousness: www.swcp.com/~hswift/swc/Winter00/Banerji0002.htm
Traduzione di Daniele Gagan Pietrini
Riferimenti:
1) SWC web site: www.hswift.swcp.com/swc

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