Il ruolo della dopamina nella formazione della memoria

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Il ruolo della dopamina nella formazione della memoria

08 maggio 2018

Un piccolo gruppo di neuroni che producono dopamina ha un ruolo chiave nell’innescare i processi di
memorizzazione degli eventi. Questi neuroni hanno la caratteristica di attivarsi solo in risposta a
qualcosa di nuovo e di rimanere inattivi di fronte a tutto quello che è familiare (red)

da lescienze.it/news

Un piccolo gruppo di neuroni che risponde solo alla vista di qualcosa di nuovo innesca i meccanismi
che permettono di memorizzarne un ricordo. Di fronte a situazioni e oggetti che sono familiari essi
rimangono invece silenti, e questo aiuta a spiegare perché sia difficile ricordare nitidamente a
distanza di tempo specifici eventi di routine. Questi neuroni si trovano in una piccola struttura
del cervello, la substantia nigra, di cui ne rappresentano circa il 25 per cento, situata alla base
del cervello e nota per la sua funzione di controllo delle attività motorie grazie ai suoi neuroni
che producono dopamina. A scoprire il coinvolgimento della substantia nigra nella formazione della
memoria episodica – ossia quella che registra gli eventi che punteggiano la nostra vita – è stato un
gruppo di ricercatori del Cedars-Sinai Medical Center a Los Angeles, che firmano un articolo
pubblicato su “Current Biology”.

La scoperta è importante perché inizia a chiarire il ruolo del sistema dopaminergico nella
formazione della memoria e, sia pure in una prospettiva non immediata, può avere ripercussioni sulla
terapia di alcuni suoi disturbi. “I neuroni che producono dopamina – ha detto Ueli Rutishauser,
coautore dello studio – sono progressivamente distrutti in varie malattie neurodegenerative e in
particolare nel Parkinson, che oltre ai sintomi motori è spesso anche accompagnato da problemi
cognitivi e in particolare a disturbi della memoria.”

In base ai risultati della ricerca, il meccanismo che porta alla formazione di nuovi ricordi è
innescato da improvvisi e brevi picchi di rilascio della dopamina da parte di questi neuroni, che
sono in collegamento con altre aree cerebrali, fra cui ippocampo, gangli della base e corteccia
frontale. Questo andamento a picchi è sembrato essenziale per l’innesco del processo di
memorizzazione, e questo spiega perché i farmaci usati nella cura del Parkinson per aumentare i
livelli di dopamina cerebrale hanno scarso effetto sui problemi di memoria dei pazienti, quando si
presentano.

I ricercatori hanno anche rilevato che l’attività di questi neuroni della substantia nigra era
correlata con la particolare forma assunta dalle onde cerebrali theta registrate
dall’elettroencefalogramma nei lobi frontali; in particolare hanno osservato che quanto maggiore era
la sincronizzazione fra le diverse onde theta registrate dopo un input ricevuto dai neuroni della
substantia nigra, tanto più persistente era il ricordo dell’evento che aveva attivato quei neuroni.

www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(18)30353-1

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