IL PERCORSO EVOLUTIVO DELL’ESSERE UMANO – 8

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IL PERCORSO EVOLUTIVO DELL’ESSERE UMANO – 8

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Esperienza del vuoto: essenza e sessualità
di A Hameed Alì

a cura di Luciano Marchino

Questo lavoro si fonda da una parte sul concetto freudiano dello sviluppo psicosessuale del bambino,
dall’altra sulla ricerca di Wilhelm Reich sull’importanza della sessualità nello scaricare stress
accumulato nonché sulla sua scoperta dell’energia orgonica che accompagna la sessualità. A partire
da questa base… e facendo inoltre ricorso alla conoscenza della storia delle relazioni oggettuali
sugli stadi di evoluzione dell’ego, alla nostra esperienza clinica fondata su osservazioni

tipo di carattere fisico, energetico e psicologico, come pure sottili osservazioni sull’essenza e
sulle energie del livello dei chakra…mostriamo l’in

terazione degli stati psicosessuali, lo sviluppo dell’ego e lo sviluppo dell’istinto sessuale
(libido oppure orgone sessuale) e come la sessua

lità diventi la forza primaria per l’au

toregolazione nell’adulto. In questo modo facciamo luce sulla relazione fra aggressività e libido,
mettiamo in evidenza come la libido si svilup

pi a partire da un’energia aggressiva originaria con il fine dell’autorego

lazione, e delineiamo una nuova più basilare comprensione dell’an

sia di castrazione.

Attraverso ampi studi dei casi clinici dimostriamo che la causa sottostan

te dell’ansia di castrazione è la perdita dell’essenza del bambino che è sentita dall’inconscio come
un buco nella regione genitale. Le implicazioni di questa nuova conoscenza sono esplorate nella
casistica.

La causa sottostante del complesso di castrazione è l’esistenza nell’inconscio di un buco vuoto
nella regione pelvica. Nell’affrontare il problema della castrazione un individuo può diventare
cosciente di questo vuoto genitale. Esso viene percepito nell’area genitale come un buco nero e
vuoto, senza alcuna parte anatomica. L’individuo sente e talvolta vede una “mancanza”, una assenza
fra le cosce. L’esperienza può essere molto definita e chiara. I confini del buco possono essere
percepiti come molto ben delimitati. E’ quasi un’esperienza fisica anche se l’individuo è sempre
cosciente del fatto che non è così. La sua nitidezza e chiarezza non mancano mai di stupire
l’individuo: sono percepite come qualcosa di inconsueto e di inatteso.

Entro i confini del buco c’è una sensazione di nulla, di vuoto, di non

esistenza. Se la persona acuisce la propria percezione sensoriale il nulla si approfondisce e si
espande. Il buco di espande inghiottendo una parte maggiore della pelvi e alla fine il resto del
corpo. Facciamo un esempio, la storia di un caso.

Sandra è una donna sposata, bella, sui trent’anni. E’ da qualche anno che lavora con me. La troviamo
mentre lotta e cerca di affrontare i suoi sensi di inferiorità, di inutilità, di dipendenza, di
bisogno e di vuoto. Mi racconta della sua sofferenza degli scorsi giorni provocata da queste
sensazioni che diventano sempre più coscienti. Attraverso il lavoro di questi due anni ha imparato a
sperimentare il suo stato in profondità. Il senso di vuoto le provoca il pianto. Le chiedo dove, nel
suo corpo, senta questo vuoto. Allora comincia ad essere percorsa da tremiti, come se rabbrividisse,
in diverse parti del corpo, in particolare lungo la spina dorsale. Dopo un po’ si sente come se non
avesse più una spina dorsale; avverte il vuoto nella parte bassa della schiena. Si sente vuota nella
pancia e nella regione pelvica. Le chiedo di centrare maggiormente la sua attenzione in quella
regione. Sente il vuoto ne1 bassoventre. Questa sensazione diventa più specifica; di fatto,
fisicamente, sente nella pelvi un buco che parte dai genitali. L’intera area dei genitali è
percepita come un vuoto, come un buco vuoto. Stando alla sua percezione, in quel posto non c’è
nulla. Ciò la spaventa e intensifica i tremori del suo corpo. Tuttavia ora si rende conto di come il
senso di sé così incompleto, come se le mancasse qualcosa, come se fosse inferiore agli altri, se
fosse vuota, sia basato fondamentalmente sull’immagine di corpo fisico caratterizzata da un buco
vuoto nella regione dei genitali. A questo stadio Sandra non è cosciente di avere lì qualcosa, una
vagina. E’ cosciente solo di una mancanza, di un buco vuoto e buio. Questa ovviamente è stata
un’immagine del corpo inconsapevole che ora sta tornato a livello conscio.

Non è che Sandra non sia più in contatto con il suo corpo: al contrario ne è acutamente cosciente,
molto di più di quanto sia normale per lei. E’ proprio grazie a questa acuta consapevolezza in
quell’area del corpo durante l’esperienza che essa è in grado di sentire la sensazione di mancanza,
del buco vuoto. Questa impressione di un buco, in effetti, è sempre stata presente come una parte
dell’immagine inconscia del corpo.

Dopo un po’ di tempo e una certa catarsi, lo stato emozionale decresce e resta solo l’esperienza di
un buco vuoto nella regione pelvica. Il buco comincia ad espandersi fino a comprendere tutto il
basso ventre. Sandra sente e vede un grande buco, vuoto e buio. La incoraggio ad arrendersi
all’esperienza, a lasciare che si sviluppi spontaneamente. Questo vuoto (ormai trasformato in senso
di vuoto sia fisico che mentale) si espande verso l’alto fino a comprendere tutto il corpo. Sandra
diventa cosciente di una certa tensione fisica alla gola e al diaframma. Dirigendo l’attenzione a
questa tensione, essa prova paura per questa esperienza e comincia a piangere. Ciò dissolve la
tensione ed ora essa sente tutta sé stessa come un vuoto e un nulla.

In circostanze normali la persona si protegge dal buco in molti modi. Il più ovvio consiste in
contrazioni fisiche ed in tensioni. Normalmente c’è una tensione attorno alla pelvi, centrata nel
sacro e nel perineo. Questo anello di tensione è accompagnato da un altro analogo attorno alla
testa, specialmente attorno alla regione oculare. Ciò è facile da capire se consideriamo che questo
buco è una delle estremità di una colonna di vuoto che percorre il corpo. Così ci sono due blocchi
di tensione alle due estremità del tubo, o alle due estremità della spina dorsale. Nel corpo ci sono
altri modelli di tensione correlati a questo buco, ma i due segmenti citati sono i principali ed i
più ricorrenti. Questi modelli di tensione e i meccanismi psicodinamici di difesa che li
accompagnano sono generalmente inconsci. Non salgono in superficie per diventare coscienti, a meno
che l’individuo non si avvicini a questo buco ed al materiale psicologico che vi è associato. La
tensione nella testa si manifesta in casi estremi sotto forma di mal di testa di ogni genere. La
tensione nella pelvi ovviamente può portare alle più svariate difficoltà sessuali.

L’importanza del buco genitale diviene chiaramente palese quando ci rendiamo conto che si tratta di
un fenomeno universale. Troviamo che esso è una parte dell’immagine inconscia che tutti gli
individui hanno di sé, uomini e donne senza eccezioni. Ciò non significa necessariamente patologia o
nevrosi. E’ parte della normale immagine di sé, seppure inconscia, che ha ogni individuo.

Le sole eccezioni possibili sono quegli individui che non resistono all’esperienza del vuoto. Se
l’individuo può sperimentare completamente e consciamente il vuoto, in questo caso non ci sarà un
buco genitale nell’immagine del corpo.

Questa asserzione potrà sembrare a molti assurda, ma diventa comprensibile se noi capiamo la
relazione fra essenza e buco genitale.

Usiamo la parola “essenza” per riferirci al concetto di Essere. Ad essere al di là è la nostra vera
natura… ed è la base di… tutte le emozioni, sensazioni, pensieri, energie, e così via. E’ quanto
di reale c’è in noi, ciò che non è mai stato toccato o contaminato dai condizionamenti.

L’essenza è il centro di ogni vera religione e spiritualità. Talvolta viene definita come Dio,
spirito, anima, vero sé. Usiamo la parola essenza per riferirci ad una simile esistenza dato che i
Sufi utilizzano questa parola, e noi ricorreremo spesso a molte delle loro formulazioni.

Il concetto di orgone di Reich si avvicina al concetto di essenza. Il concetto di Reich però non è
così specifico come l’altro. L’orgone così come l’ha concepito Reich, è un’energia primordiale. La
sua formulazione sembra includere il concetto dell’essenza, visto che Reich considerò l’orgone
nostra energia e fonte vitale.

Tuttavia, per i Sufi e per noi, l’essenza è qualcosa di più dell’energia. Essa comprende o
quantomeno ha un aspetto energetico, ma è qualcosa di più fondamentale. E’. il nostro essere che
esiste nel senso di “Io sono”. E’ la fonte dell’energia è di ogni altra cosa. E’ il nostro essere
infiniti, la nostra eternità. E’ la nostra natura che sta al di là del tempo e della mente. E’ la
parte di noi che trascende la morte.

Nell’uso che faremo del concetto di essenza, focalizzeremo la nostra attenzione su alcuni suoi
aspetti o manifestazioni. Ciò implica la comprensione… la percezione… del fatto che l’essenza si
manifesta in vari e differenti aspetti. Si manifesta come amore, forza, volontà, pietà, verità,
pace, contentezza, eccetera. Tutti questi aspetti sono essenza, il medesimo essere, ma diverso è il
modo nel quale vengono sperimentati. La relazione che hanno fra di loro è funzionale e non
gerarchica. Sono come i diversi organi che costituiscono il corpo.

L’essenza è il nostro vero essere, è ciò che siamo al nostro livello più profondo. Tuttavia, per
molti, questo non è evidente: essi credono di essere il loro ego. E’ questo il motivo per cui gli
psicologi dell’ego hanno coniato il concetto di “identità dell’ego”, che costituisce la percezione
che di sé ha una persona media. In effetti, la psicologia dell’ego è prima di tutto uno studio su
come questo senso di sé stessi si sviluppa. Si ritiene che questa identità si sviluppi lentamente
nei primi 3 anni di vita, nel processo di individuazione separazione. Essa è vista come
l’organizzazione dei ricordi. o delle impressioni dell’esperienza di qualcuno.

La religione della natura e dell’eros
di Alain Danielou

Da “Siva e Dionisi”, Ubaldini Ed.

L’universo è un’opera meravigliosa d’armonia, di bellezza, d’equilibrio. Sono possibili altri
universi, fondati su altre formule. Quello in cui si trova l’uomo è il risultato di una scelta nel
pensiero di quel principio immenso, inconoscibile, indefinibile, da cui sono nati gli dei, la
materia e la vita.

Non può esserci nulla che non sia implicito nella propria causa. Se il pensiero esiste negli esseri,
il pensiero è necessariamente parte del principio cosmico che li ha originati. Esiste dunque un
pensiero universale, una coscienza universale, e la creazione non è soltanto un caso, ma la scelta
di una volontà trascendente che l’ha voluta così com’è. Tutti gli elementi che costituiscono il
mondo sono interdipendenti, sono parte di un tutto. Non c’è uno iato, una discontinuità nell’opera
del Creatore. Il mondo minerale, il mondo vegetale, il mondo animale e umano, e il mondo sottile
degli spiriti e degli dei esistono l’uno mediante l’altro, l’uno per l’altro. Non può esserci un
vero approccio al divino, una ricerca del divino, una scienza, una religione, una mistica che non
tenga conto di questa unità fondamentale del creato.

Vediamo comparire dal profondo dei tempi questa ricerca, questa sete di conoscere, di capire la
natura del mondo, la ragion d’essere della vita, questo desiderio di accostarsi al principio
creatore, di prendervi rifugio. E’ una ricerca che, per essere valida, non può ammettere né
barriere, né, a priori, non può ignorare alcun aspetto degli esseri o delle cose. Penetra nelle
civiltà, nelle religioni, nei modi di pensare più diversi e li rimette inevitabilmente in questione.

Il sentimento dell’unità profonda del pensiero creatore e di tutti gli aspetti del creato resta
sempre presente, sia pure allo stato latente, alla coscienza degli uomini, e basta che un messaggio
degli dei venga a risvegliare questa coscienza per ricorda

re ad alcuni di essi che l’unica via alla felicità, alla realizzazione di sé stessi è quella della
cooperazione senza riserve all’opera del Creatore, nell’amore e nell’amicizia che devono unire le
piante, gli animali, gli uomini e gli esseri sottili. Qui non si tratta di sentimentalismo, di amare
il proprio giardino e il proprio cane, di dipingere le nuvole in rosa, ma occorre che l’uomo ritrovi
umilmente il proprio posto in questo mondo selvaggio, magnifico e crudele che è opera degli dei. Se
invece ignoriamo o rifiutiamo di vedere l’ordine universale in tutto ciò che costituisce il nostro
ordine, fisico e mentale e i legami che ci uniscono, a ogni livello, al mondo naturale e cosmico,
attiriamo su di noi la follia distruttrice che è manifestazione della collera degli dei.

Le due fonti della religione

Il fenomeno religioso, dopo la nascita delle civiltà urbane, si è manifestato e concretato, presso i
popoli sedentari, in due forme opposte e contraddittorie. L’una è legata al mondo della natura,
l’altra all’organizzazione della vita collettiva nelle città.

La religione primordiale rappresenta l’insieme degli sforzi dell’uomo per capire la creazione, per
armonizzarsi con essa penetrarne i segreti, cooperare all’opera del Creatore, accostarglisi,
identificarsi con lui. Quest’approccio non separa la sfera corporea da quella intellettuale e
spirituale cui è indissolubilmente legata. Il corpo è lo strumento di tutte le realizzazioni umane e
come tale va trattato, come insegna lo Yoga. La creazione nella sua totalità, la sua bellezza, il
suo rigoglio, la sua crudeltà, la sua armonia, è l’espressione del pensiero divino, è in qualche
modo la materializzazione, il corpo di Dio.

Solo coloro che comprendono il loro posto tra gli alberi, i fiori, gli animali, possono realmente
accostarsi al mondo degli spiriti e degli dei, immaginare il piano del Creatore, presentire la gioia
del divino. Per l’uomo consapevole che la creazione non soltanto è opera divina, ma è la forma
stessa del divino, ogni essere, ogni vita, ogni atto assume un carattere sacro, diventa un rito, un
mezzo di comunicazione col mondo celeste.

“Conformarsi a ciò che si è, è dharma” (“Svalaksana dharanad dharmah”). Dharma è un vocabolo che
significa ‘legge naturale’. Conformarvisi è l’unica virtù. Non c’è altra religione che la
realizzazione

di ciò che si è per nascita, natura, atteggiamenti. Ciascuno deve recitare come meglio può la parte
che gli è stata assegnata nel gran teatro della creazione.

L’altra forma di religione è quella della città, della società degli uomini. Essa pretende d’imporre
sanzioni divine a convenzioni sociali. Innalza delle leggi umane ad atti sacri. Serve di scusa alle
ambizioni degli uomini che pretendono di dominare il mondo naturale, di servirsene, di attribuirsi
una posizione unica a detrimento delle altre specie, vegetali, animali, persino sovrannaturali. C’è
voluta la strana e malefica perversione dei valori nelle civiltà e nelle religioni moderne che
caratterizzano il Kali Yuga, l’Età dei Conflitti in cui ci troviamo, perché l’uomo rinunciasse al
proprio ruolo nell’ordine cosmico che comprende ogni forma di essere o di vita, per interessarsi
solo a se stesso e divenire il distruttore dell’armonia del creato, lo strumento cieco, vanitoso e
brutale del proprio declino. Sotto l’influsso delle concezioni religiose rudimentali dei
conquistatori nomadi le religioni della città assunsero un carattere antropocentrico che in origine
non era palese. I popoli nomadi non hanno un vero contatto col mondo della natura. Non vivono in
comunità con dei, alberi, animali, a meno che non si tratti di quelli che hanno asservito o
addomesticato.

Si portano appresso i loro dei e le loro leggende e più degli altri sono predisposti alla
semplificazione monoteistica, a considerare la natura come un insieme di pascoli anonimi, che essi
sfruttano e distruggono, e gli dei come guide al servizio dell’uomo. In origine tutte le religioni
antidionisiache sono religioni di nomadi, siano essi Ari, Ebrei o Arabi, tendono a conservare questo
carattere, anche quando i nomadi sono divenuti sedentari. Ogni religione che consideri i propri
fedeli come eletti i quali pretendono d’aver ricevuto da un dio il diritto e il dovere di
propagandare le loro credenze, i loro costumi, e di distruggere o asservire gli ‘infedeli’, non può
essere che un’impostura. Le crociate, le missioni, le guerre sante sono maschere dell’egemonia e del
colonialismo.

La religione della città doveva trovare giustificazione nell’illusione monoteistica. “Il numero uno,
dicono i Tantra, è il simbolo dell’illusione”.

Il sesso è una porta al divino
di Osho

da ‘La mia via, la via delle nuvole bianche’ Ed. Mediterranee.

Il sesso è l’energia

E non dico energia sessuale perché non c’è altra energia.

Il sesso è l’unica energia che avete.

Questa energia può venir trasformata

può diventare un’energia più elevata. E più in alto si muove meno rimane sessualità.

E alla fine vi è un culmine dove questa energia diventa compassione e amore.

Il supremo fiorire è il Divino ma la base, la radice, è nel sesso.

Per cui il sesso è il più basso livello dell’energia e Dio il livello più alto ma è il fluire della
stessa energia.

La prima cosa da capire è che io non divido le energie. Una volta che hai diviso hai creato il
conflitto, una volta che dividi l’energia tu stesso ne vieni diviso e allora sarai o contro il sesso
o a suo favore.

Io non sono né a favore né contro perché io non divido.

Dico che sesso è energia, sesso è il nome dell’energia, questa energia sconosciuta…

che diventa divina una volta che è liberata dalla schiavitù del biologico, una volta che va aldilà
del corpo.

Per duemila anni il cristianesimo ha cercato di distruggere l’energia sessuale. Essere religiosi
consisteva nel privarsi assolutamente del sesso. Questo ha finito solo col creare pazzia.

E più lotti, più reprimi, più il sesso acquista importanza e più entra in profondità nel tuo
inconscio, contaminando così tutto il tuo essere.

Per questo se leggete la vita dei santi cristiani vedrete che erano tutti ossessionati dal sesso.

Non riuscivano a pregare, non potevano meditare.

Qualsiasi cosa facessero arrivava il demonio del sesso veniva sempre il diavolo a tentarli.

Ma non c’è nessun diavolo, se ti reprimi tu stesso sarai il demonio!

Dopo duemila anni di continua repressione cristiana l’Occidente ne ha avuto abbastanza era troppo e
la ruota ha fatto un giro.

E ora, invece di repressione, si indulge

l’indulgere nel sesso è diventata la nuova ossessione. La mente si è spostata all’estremo opposto.
Entrambe sono attitudini malate.

Il sesso va trasformato – non è da reprimere o da lasciar scatenare.

L’unico modo possibile per trasformarlo è essere sessuali con profonda consapevolezza è fare del
sesso una meditazione.

Vivi la tua sessualità, ma con attenzione con consapevolezza, con presenza totale dell’essere.

Non permettere che diventi una forza inconsapevole. Esperimenta con comprensione, saggezza, in
amore.

Ma trasforma l’esperienza del sesso in una esperienza di meditazione medita nell’atto sessuale!

Questo è ciò che l’Oriente ha fatto nella tradizione Tantrica.

Ed una volta che sei attento in questa esperienza, la sua qualità inizia a cambiare. la stessa
energia che fluiva nella sessualità inizia a fluire verso la consapevolezza.

Puoi essere così attento al culmine dell’orgasmo sessuale, più attento che in qualsiasi altra
esperienza perché nessuna altra esperienza è così profonda, nessun’altra esperienza ti assorbe cosi
totalmente.

Nessun’altra esperienza è cosi totale.

Nell’orgasmo sessuale sei completamente assorbito, corpo e mente utto l’essere vibra.

E il pensiero si arresta completamente. E anche se per un solo momento quando l’orgasmo è al suo
culmine il pensiero si ferma completamente sei così totale che non riesci a pensare.

Nell’orgasmo sessuale semplicemente tu sei l’essere è presente ma non vi è pensiero.

Se in quel momento diventi consapevole, attento il sesso diventa una porta verso il divino.

E se sai rimanere cosciente in quel momento saprai rimanere cosciente anche in altre esperienze. La
consapevolezza diventa parte di te. Allora anche mangiando camminando, facendo ogni lavoro sarai
portatore di quella qualità della consapevolezza.

Tramite il sesso la consapevolezza ti ha toccato nel profondo, è penetrata dentro di te.

E quando diventi meditavo giungi a realizzare un fatto nuovo: non è il sesso che ti dà beatitudine
non è il sesso che ti dà l’estasi.

E’ piuttosto quello stato della mente privo di pensieri ed il coinvolgimento totale nell’atto che ti
fanno beato.

Anche al di fuori del sesso. E’ questo il significato della meditazione.

Repressione e trasformazione

L’uomo è l’unico essere che può reprimere le sue energie – o che le può trasformare. Nessun altro
può farlo.

Repressione e trasformazione esistono come due aspetti dello stesso fenomeno.

Gli alberi esistono, gli animali esistono, gli uccelli esistono ma non possono fare nulla con la
propria esistenza, ne sono parte.

Non possono uscirne, guardarla da una posizione distaccata.

Non possono intervenire. Sono così immersi nella loro energia che non riescono a separarsene per un
solo istante.

L’uomo se ne può separare. Può fare qualcosa per la sua crescita.

Può osservarsi a distanza, può guardare le sue energie come se fossero separate da lui. E le può
reprimere o le può trasformare.

Nascosti dietro i vostri vestiti siete ancora animali; il nudo rivela l’animale: voi siete scimmie
nude.

Il sesso è attività animale. Qualunque cosa tu faccia per nasconderlo, qualunque cosa gli crei
intorno, il sesso rimane animale. E quando entri nel sesso diventi un animale.

Proprio per questo tanta gente non riesce a gioire del sesso. Non riescono a diventare totalmente
animali, l’ego non glielo permette.

Ego e sesso, questo è il conflitto.

Ego contro sesso. E quando si entra profondamente nel sesso l’ego si dissolve completamente. E più
si avvicina il momento in cui l’ego sparisce più la paura s’impadronisce di te.

Per questo la gente fa l’amore entra nel sesso, ma non profondamente, non con pienezza. Perché
quando si fa davvero l’amore bisogna disfarsi di tutta la civiltà, la tua mente va messa da parte,
la tua religione, la tua filosofia, tutto.

Improvvisamente senti che un animale selvaggio è nato dentro di te. Comincerai a ruggire come un
animale selvaggio, a urlare e a gemere.

Se lo permetti, il linguaggio si dissolverà. Ci saranno suoni, di uccelli suoni di animali.
Improvvisamente ti sei liberato di milioni di anni di civiltà, sei di nuovo animale in un mondo
selvaggio.

Ti prende una grande paura E a causa di questa paura l’amore è diventato praticamente impossibile. E
la paura è reale perché quando perdi l’ego è come se impazzissi Diventi selvaggio e può succedere di
tutto. Hai paura perché senti che perdi il controllo, e una vota che hai perso il controllo puoi
fare di tutto.

Bene, io ti insegno una consapevolezza nuova: non il controllo della mente manipolatrice ma la
consapevolezza del sé testimone. Entra nel sesso ma rimani un testimone. Diventa pure un animale
selvaggio ma non diventare incosciente.

Essere selvaggi è bellissimo. In realtà solo un selvaggio può essere bello. Una donna che non sia
selvaggia non può essere bella perché più selvaggi si è più si è vivi. Allora sei una tigre nella
giungla, un cervo che corre nella foresta… e vi è una tale bellezza!

L’intero processo di diventare testimone è il processo di trasformazione del sesso. Nell’energia
dentro di te si è creato un nuovo circuito l’elettricità del corpo si muove in modo diverso ora si
muove in circolo L’elettricità del tuo corpo si è unita a quella del partner, dell’amata e ora vi è
un cerchio interiore. Se sei cosciente puoi sentirlo, sentirai che sei diventato un veicolo
dell’energia vitale.

Se rimani cosciente, vedrai prima di tutto mutamenti dell’energia del corpo secondo lo svanire dei
pensieri della mente, e per terzo il dissolversi dell’ego dal cuore. Queste tre cose devono venire
osservate con attenzione, e quando anche la terza sarà accaduta l’energia sessuale si è fatta
meditazione.

Se trasformi l’energia diventerai divino. L’animale selvaggio con il totale splendore del suo essere
è presente, libero da rifiuti e negazioni. Una volta trasformata l’energia la natura e Dio si
incontrano in te. Un incontro tra la terra e il cielo.

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