Il linguaggio benefico della malattia – Incontro con Anna Zanardi

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Il linguaggio benefico della malattia – Incontro con Anna Zanardi

di Giampiero Cara

Nella nostra società, la malattia è generalmente considerata qualcosa di fastidioso di cui liberarsi il più presto possibile. Di qui il successo di farmaci come gli antidolorifici, gli antipiretici, ecc., che eliminano il sintomo senza andare alla causa. E’ come se, vedendo la spia dell’olio accesa sul cruscotto della nostra auto, invece di cambiare l’olio cercassimo di spegnere la spia…

Proprio per aiutarci a cambiare questo assurdo modo di fare, imparando ad ascoltare i messaggi che sintomi “fastidiosi” come la malattia e il dolore ci lanciano per guidare la nostra crescita interiore, la psicologa, giornalista e docente di Scienze delle Comunicazioni Anna Zanardi ha scritto un libro appassionante intitolato “Il linguaggio degli organi” (Tecniche Nuove, € 14,27), che vi consigliamo senz’altro di leggere

In esso, la D.ssa Zanardi (che ha già scritto e pubblicato per Franco Angeli “Dinamiche interpersonali e sviluppo del sé” e “Il coaching automotivazionale”) tratteggia in modo agile ed efficace l’attuale “quadro della situazione” di “scienze di frontiera” come la medicina psicosomatica e la psiconeuroimmunologia, la teoria ologrammica, l’antropomedicina, per introdurre una trattazione più dettagliata del “linguaggio degli organi”, in base alla visione del “modello uomo” offerta dal medico e omeopata Nicola Del Giudice e da suo fratello Emilio, fisico. Capitoli specifici sono dedicati ai vari apparati del corpo umano (respiratorio, digerente, escretore, riproduttivo, ecc.), con un pratico glossario finale che suggerisce il significato psicosomatico di alcune tra le patologie più comuni.

Con l’autrice – che vanta un curriculum straordinario sia a livello clinico, con il trattamento di malati terminali presso l’Istituto dei Tumori di Milano e presso la clinica universitaria dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano, sia a livello organizzativo-consulenziale, con prestigiose società di consulenza o direttamente presso aziende multinazionali di primo piano, oltre ad essere giudice onorario al Tribunale dei Minori di Milano ed esperta del Ministero di Grazia e Giustizia, nonché responsabile di progetti di automotivazione per la Regione Lombardia, per il carcere di San Vittore e per altri enti sociali – abbiamo voluto approfondire di persona alcuni dei temi trattati dal libro. Ne è venuto fuori un incontro molto stimolante, che vi proponiamo.

L’INTERVISTA

– Nel suo libro “Il linguaggio degli organi”, lei suggerisce di “integrare vecchia e nuova scienza”. In che modo?
Cosa c’è di ancora valido, secondo lei, nei paradigmi della “vecchia” scienza newtoniana?

“Ci sono la capacità di analisi e di sintesi ed alcune chiavi di lettura che ci hanno permesso di progredire sin qui. Sono le nostre radici e ci aiutano a capire come abbiamo proceduto e ottenuto i risultati che oggi ci permettono di scegliere altre strade. Se fossimo capaci di imparare dalla storia, capiremmo anche come evitare gli stessi errori, ma questo è dato a pochi, purtroppo”.

– Il “linguaggio degli organi” da lei proposto nel suo libro si basa sulla visione dell’organismo umano a tre livelli dei fratelli Del Giudice; ma quanto è influenzato anche da opere di T. Dethlefsen e R. Dahlke come “Malattia e Destino” o “Malattia e linguaggio dell’anima”?

“Moltissimo. Mi sono formata alla scuola tedesca di psicosomatica di cui i due autori che lei ha citato sono capiscuola. Non a caso, sono stata una delle prime a tradurre le opere di Dahlke in Italia”.

– Nel caso dei suddetti libri, si parla anche di “psicologia esoterica”. Quanto c’è di “esoterico” nel suo libro?

“Non amo le classificazioni, soprattutto se danno adito a fantasmi di vario genere, e la parola esoterisnmo ha perso oggi il suo significato originario, cioè la ricerca dell’occulto inteso come profondo, sconosciuto mondo all’interno di ognuno di noi. La ricerca di sè è al centro del mio approccio terapeutico e psicosomatico; in questo senso, l’esoterismo ne è parte fondamentale”.

– Sempre riguardo al rapporto tra malattia e stati psicologici, cosa pensa dell’opera di Louise L. Hay e, in particolare, del suo libro “Guarisci il tuo corpo”?

“Credo che abbia contribuito grandemente alla divulgazione della fede nelle proprie capacità di autoguarigione e che, come ogni cosa appaia sull’argomento, possa essere utile a meglio capire se stessi. Sta poi alle singole persone individuare l’approccio più utile soggettivamente, e dai contenuti maggiormente vicini al proprio livello spirituale”.

– Lei afferma, sulla base dei risultati di studi scientifici all’avanguardia, che ricambiamo in un anno più del 98% del nostro corpo. Da cosa dipendono fenomeni come l’invecchiamento e la morte? Visto, per esempio, che ricreiamo le cellule epiteliali, perchè da adulti abbiamo le rughe invece che sempre la pelle liscia di un neonato?

“Perchè la riproduzione in sé delle cellule non avviene senza cambiamento di alcuni paramentri che portano a cellule diverse da quelle precedenti. Un’affascinante teoria sull’invecchiamento afferma che invecchiamo perché il nostro cervello sa che deve invecchiare; se sostituissimo il programma cognitivo, dunque, potremmo evitare le rughe. Anche senza arrivare a tali estremi, è comunque significativo che chi meno si preoccupa delle rughe meno ne ha. Forse c’è ancora molto da lavorare, ma davvero dovremmo fidarci di più delle nostre capacità mentali e sovramentali”.

– Alla luce del “linguaggio degli organi” e dei paradigmi della Nuova Scienza, quali consigli darebbe alle persone per mantenersi il piu’ possibile sani e in forma?

“Conoscere se stessi ed i meccanismi che governano le nostre reazioni emotive, e non avere aspettative limitanti nei confronti della vita e degli altri. Il mondo non va come vogliamo noi, ma non per questo dobbiamo sentirci frustrati ed ammalarci; dovremmo invece riappropriarci della fiducia in ciò che avviene ed accettarlo per quello che ci può insegnare. Per quanto doloroso possa essere, ha sempre un significato evolutivo per noi”.

– Lei segue progetti di automotivazione per la regione Lombardia. Come si articolano tali progetti? E che risultati hanno raggiunto finora?

“Attualmente mi occupo di vari progetti formativi, tutti incentrati sullo sviluppo personale, in cui prima e dopo l’intervento si misurano i livelli di apprendimento individuali relativi al contraollo dello stress, alla flessibilità comportamentale, alla capacità di comunicare le proprie emozioni, ecc. Statisticamente le varie indagini sono molto confortanti, e dimostrano che, quando le persone possono sperimentare in un ambiente protetto come un corso gestito da professionisti le proprie emozioni e i propri disagi, alla fine imparano a capire come stare meglio per se stessi e per coloro che amano”.

– Quali sono i suoi progetti futuri a cui tiene di piu’? Nuovi libri, corsi, altri progetti?

“Sto scrivendo un altro libro, mentre uno è in pubblicazione, sempre per le Edizioni Tecniche Nuove, sulla psicosomatica delle patologie dermiche. Uscirà in autunno. Intanto, porto avanti la mia attività di formazione sullo sviluppo personale, e spero di incontrare sempre più persone con la voglia di crescere e di stare bene”.

Copyright © 2002 Giampiero Cara

L’AUTORE

Giampiero Cara

Giornalista dal 1986, direttore di Bliss-Il Giornale dell’Anima, si laurea in lettere nel 1990 con una tesi su Georgei Ivanovic Gurdjieff.

Profondo conoscitore della lingua inglese, ha tradotto professionalmente libri di saggistica e narrativa per prestigiose case editrici nazionali.

Nel 1995 ha cominciato ad interessarsi in maniera approfondita, oltre che di esoterismo, di filosofia New Age pubblicando sull’argomento centinaia di articoli.

Può essere contattato al seguente indirizzo: bliss2000@libero.it

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