Il Karma di Andrea Pangos

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Il Karma di Andrea Pangos

IL KARMA

(di Andrea Pangos)

IL KARMA INFINITO ED IL KARMA INDIVIDUALE

Il Karma Infinito trova Origine nella Reale Identità di ogni essere umano ed
è l’aspetto primario dell’esprimersi della Reale Identità. Il Karma è un
processo atemporale ed aspaziale che tende incessantemente ad
autoriconoscersi. Il Karma Infinito è la Coscienza Infinita. Tutte le
definizioni espresse in questo volume riguardo alla Coscienza Infinita
valgono anche per il Karma Infinito. Coscienza (Infinita) e Karma (Infinito)
sono due termini che indicano lo stesso processo.

Il Karma individuale è la Coscienza individuale, vale a dire il processo d’individuazione
della Coscienza Infinita (Karma Infinito). Tutte le definizioni espresse in
questo volume riguardo alla Coscienza individuale ovvero all’individuazione
della Coscienza, valgono anche per il Karma individuale. Coscienza
individuale, individuazione della Coscienza e Karma individuale sono tre
termini per designare lo stesso processo.

Il Karma può essere definito anche come modello (matrice) generale che
determina particolari modelli di provocazione e di coordinazione delle
Vibrazioni della Coscienza dell’individuo, i quali sono lo stesso che il
codice genetico della Coscienza, il codice genetico della Coscienza
individuale oppure più semplicemente – la Coscienza.97
Zoran e Milica
Gruicic

97 Essere, Zoran e Milica Gruicic, Andrea Pangos Editore, Roma, 2005, pag.
63

Nella sua Natura Trina ogni essere umano è: sia l’Origine (Reale Identità)
del Karma, sia il Karma Infinito/individuale sia il manifestarsi del Karma
attraverso la mente e come mente. In questo è utile tenere presente che
soltanto l’Origine del Karma È Reale, mentre il Karma ed il suo manifestarsi
come vibrazioni – energie e materia è irReale.

9.2 IL KARMA È INCOMPRENSIBILE (ALLA MENTE)

Essendo “di là” della mente, il Karma ed i suoi processi sono
incomprensibili all’attività intellettiva e non sono percepibili dalla
mente. Nell’ambito del Karma tutto avviene in modo spontaneo, senza alcuna
ragione definibile intellettualmente. Il Karma non è determinabile con la
logica mentale, con leggi fisiche, con regole matematiche, geometriche,
dialettiche. fenomeni che sono tutti esclusivi alla mente ovvero alle
vibrazioni-energie ed alla materia.

L’universo è nato dal Karma e perirà soltanto tramite il karma.
Yoga Vasishtha

98 Storie dello yoga Vasishtha, Edizioni Vidyananda, Assisi, 2001, pag. 29.

Riguardo al Karma si possono comunque tracciare delle linee generali,
definendolo, ovviamente, dalla prospettiva della mente. Soltanto la mente
può dare definizioni, il Karma di per sé è “di là” di ogni pensiero e non
definisce alcunché, anche se rende possibile l’attività intellettiva.

9.3 IL KARMA E LA LEGGE DI CAUSA E DI CONSEGUENZA

Il Karma (Coscienza) non avviene nel tempo e nello spazio, i quali sono
elementi della mente che a sua volta è una manifestazione dei processi del
Karma. Ogni processo mentale è una manifestazione (“proiezione”) dei
processi del Karma (Coscienza). Il Karma è “di là” della mente e dunque è
anche atemporale e aspaziale. Molte incomprensioni riguardo al Karma
derivano proprio dal fatto di collocarlo nell’ambito del tempo/spazio. Molti
utilizzano il concetto di Karma per definire il principio basilare di causa
e conseguenza degli avvenimenti, non considerando però che il tempo/ spazio
e tutti gli avvenimenti temporali/spaziali sono una conseguenza dei processi
del Karma (Coscienza). Gli Accadimenti Effettivi accadono nell’ambito del
Karma come processi del Karma, mentre gli avvenimenti mentali (immagini,
emozioni, pensieri, sensazioni, avvenimenti, corpi fisici, energie,
oggetti.) sono la manifestazione di questi Accadimenti Effettivi.

Le cause effettive non sono nel tempo/spazio, ma si trovano nell’ambito del
Karma. È quindi errato porre il Karma nell’ambito del tempo/spazio,
basandosi su definizioni (intellettuali), leggi mentali e fisiche, sulla
c.d. razionalità e su altri elementi di tipo mentale, anche perché il Karma
“di là”: dell’intelletto, della c.d. razionalità, delle leggi mentali e
fisiche e “di là” di ogni altro elemento della mente.
È l’illusione del tempo che ti fa parlare di causalità. Quando il passato e
il futuro vengono visti nel presente senza tempo, come parti di un unico
schema, l’idea di causa – effetto perde validità e al suo posto subentra la
libertà creativa.

Nisargadatta Maharaj

99 Io Sono Quello, Sri Nisargadatta Maharaj, Ubaldini Editore Roma, 2001,
pag. 13.

Il Karma è anche l’effettivo principio di causa e conseguenza, ma è anche
“di là” delle cause e delle conseguenze (mentali). Il Karma è sì la causa
della mente ed i processi Karmici sono quindi pure il “seme” di quelle che
(nell’ambito della mente) possono essere percepite ed interpretate come
cause e conseguenze, ma il Karma è comunque “di là” dello stesso principio
di causa e conseguenza.
Nell’ambito del Karma non ci sono cause e conseguenze di tipo mentale. Ci
sono processi Karmici “simultanei”, nel senso che le (potenziali) “cause” e
le (potenziali) “conseguenze” avvengono “simultaneamente” (non in senso
temporale). Questi processi sono anche le predisposizioni Karmiche
(potenzialmente infinite) di potenziali avvenimenti mentali. Nel-l’ambito
del Karma esistono “primariamente” le predisposizioni di eventuali
cause/conseguenze e soltanto in un “secondo momento” le cause effettive. Le
predisposizioni Karmiche diventano cause Karmiche quando nell’ambito della
mente si creano le condizioni affinché le predisposizioni Karmiche diventino
cause Karmiche. Soltanto quando un fenomeno si è manifestato nell’ambito
della mente, si può parlare di cause Karmiche del fenomeno in questione,
senza il quale non si potrebbe parlare di cause Karmiche di quel fenomeno,
perché inesistente.

Il Karma (Coscienza) è anche il potenziale di tutti i processi mentali e può
rendere possibile ogni esperienza (mentale). Ad esempio, processi mentali di
bassa qualità (stress, basso funzionamento del sistema immunitario e
nervoso, condizioni climatiche particolari.), possono far sì: che un lieve
malanno fisico “attivi” le predisposizioni Karmiche di una malattia grave,
che il lieve malanno si trasformi in grave malattia e che quindi ci siano le
cause Karmiche di tale malattia. D’altro canto, condizioni mentali positive,
ad esempio la consapevolizzazione delle emozioni e dei pensieri che hanno
contribuito al manifestarsi della grave malattia, possono trasformare
(riprogrammare100) le cause Karmiche di una c.d. malattia mortale e che il
c.d. malato terminale guarisca in modo definito spesso come inspiegabile

100 La riprogrammazione del Karma e delle cause Karmiche è spiegata a pag.
115.

101 Inspiegabile perché non si conosce: che cos’è effettivamente il Karma
(la Coscienza), il nesso tra Coscienza e mente e quali erano effettivamente
le cause (Karmiche) della malattia.
La Coscienza produce effetti nella maniera e nella forma voluta dalla mente.

Vasishtha Yoga

102 Storie dello yoga Vasishtha, Edizioni Vidyananda, Assisi, 2001, pag. 50.

La legge di causa e di conseguenza dovrebbe essere osservata non dalla
prospettiva dell’ineluttabilità, nel senso che una determinata azione
porterà ad una ben precisa conseguenza, ma dovrebbe essere considerata come
legge di “innumerevoli ed impensabili” potenziali conseguenze. La
riprogrammazione del Karma ovvero delle predisposizioni Karmiche, trascende
la legge di causa e conseguenza intesa nel senso comune del termine. Essere
convinti dell’ineluttabilità ovvero che una data causa creerà sicuramente
una ben definita e “logica” conseguenza, potenzia il manifestarsi del
principio di ineluttabilità. L’umanità ed il singolo con i propri
convincimenti creano un mondo basato proprio su tali convincimenti, nel
quale le leggi valgono anche perché l’umanità ed il singolo danno valore e
forza a tali leggi e convincimenti, utilizzando in ciò l’infinito potenziale
del Karma. Così, a causa di preconcetti la mente limita la manifestazione
risolutiva della Grazia Divina.

Il Karma è Infinito e dal potenziale Infinito, spontaneo, atemporale e
aspaziale, imprevedibile e “libero” dalla legislazione di causa e
conseguenza di tipo mentale. L’attività intellettuale che cerca di definirlo
come legge di causa e di conseguenza, magari basandosi sui concetti di bene
e di male, limita l’esprimersi del potenziale infinito del Karma attraverso
la mente. Questo limita il potenziale dell’individuo e della collettività,
ostacola il Divenire e crea un destino lisciato in gran parte delle
“impensabili” possibilità risolutive della Grazia Divina.

Concettualizzare senza consapevolizzare e senza abbandonare/ consacrare la
mente alla (Ricerca della) Reale Identità ostacola il pieno manifestarsi
della Grazia Divina. Questo priva il Divenire delle infinite possibilità che
possono far “trascendere” il c.d. destino e liberare la stessa mente dai
suoi abbagli. Abbagliare se stessa è una specialità della mente non
consapevolizzata, la quale può però anche iniziare a liberarsi dai propri
abbagli, anche decidendo di consacrarsi/abbandonarsi alla (Ricerca della)
Reale Identità e di aprirsi pienamente alla Grazia Divina.
Il destino è solo un falso concetto radicato nelle menti degli ignoranti.103
Vasishtha Yoga

103 Storie dello yoga Vasishtha, Edizioni Vidyananda, Assisi, 2001, pag. 22.

“Donare” pienamente la mente a Dio (Sé, Reale Identità, Assoluto)
riprogramma radicalmente le predisposizioni Karmiche e fa trascendere ogni
“destino avverso” ovvero ogni ostacolo per Divenire del tutto. La mente non
consapevolizzata creatrice del destino e Ignara della Reale Identità, è però
aggrappata al destino e ha paura di perdere le fallaci sicurezze che esso
sembra garantire. Teme di perdere il presunto controllo sugli eventi, il
fallace controllo che soltanto immagina di avere sull’immaginario futuro:
non di rado succede che in un attimo si dissolvono quelle che prima
sembravano essere sicure certezze basate sulla logica e sull’esperienza. Si
dissolvono perché sono solamente presunte certezze. L’unica effettiva
certezza È la Reale Identità: perché Immutabile.

Per la mente non consapevolizzata “tutto” è predestinato, la mente in via di
consapevolizzazione è una mente trascendente il destino, mentre la mente
pienamente consapevolizzata ha trasceso ogni destino.

9.4 IL C.D. KARMA POSITIVO E IL C.D. KARMA NEGATIVO

Il Karma è spesso correlato alle dicotomie bene – male, azioni buone –
azioni cattive, agire spirituale – agire non spirituale, positivo –
negativo… Da tali concetti conseguono anche i concetti di Karma positivo e
di Karma negativo.

Il Karma non può essere né negativo né positivo, né buono né cattivo, né
pesante né leggero. Il negativo, il positivo, il buono, il cattivo, il
leggero, il pesante. sono tutti elementi esclusivi alla mente, mentre il
Karma è di là della mente e quindi anche “di là” di ogni dicotomia. Il Karma
non è caratterizzato dal c.d. bene e dal c.d. male e dai concetti sul bene e
sul male.

Il Karma non può essere né pesante né leggero. La pesantezza e la leggerezza
sono relative alla mente e non “toccano” il Karma. Ci sono però delle
predisposizioni ovvero delle cause Karmiche che, a causa del basso grado di
consapevolizzazione della mente, possono manifestarsi come circostanze
mentali (temporali/spaziali) che possono essere definite come pesanti o
spiacevoli. Ciò che è effettivamente pesante è la mente inquieta (non
consapevolizzata), la quale percepisce però soltanto parte della propria
pesantezza anche perché assuefatta ad essa ovvero ai propri processi non
armonizzati con il Karma (Coscienza).

In relazione alle dicotomie bene – male, azioni positive – azioni negative.
il Karma è talvolta inteso anche in relazione alla dicotomia punizione –
ricompensa. Il Karma è però di là di ogni punizione e di ogni ricompensa,
anche perché sia la punizione sia la ricompensa sono processi/concetti
esclusivi all’ambito mentale.

9.5 GLI OSTACOLI PER L’ESPRIMERSI DEL KARMA

Ciò che è “negativo” riferito al Karma, sono gli ostacoli che non permettono
il pieno esprimersi (individuarsi) del Karma attraverso la mente, i quali
ostacolano l’individuazione del Karma ovvero il Divenire. Questi ostacoli
sono primariamente le vibrazioni – energie non armonizzate con il Karma
(Coscienza).

Le emozioni ed i pensieri non armonizzati con il Karma (Coscienza), vale a
dire le emozioni ed i pensieri non consapevolizzati, sono gli ostacoli
principali per l’esprimersi ottimale del Karma attraverso la mente. Si
tratta di emozioni nocive e di pensieri nocivi e di fenomeni che sono la
conseguenza di tali emozioni e pensieri, tra cui: l’identità immaginata, i
samskara non armonizzati con la Coscienza Infinita, le Strutture Mentali
Energetiche Negative (SMEN), le fatture magiche, le strutture energetiche
negative nell’aura, le cicatrici emotive, i campi energetici negativi, le
maledizioni, la possessione104, l’identificarsi, l’attaccamento.

104 I fenomeni: Strutture Mentali Energetiche Negative (SMEN), fatture
magiche, strutture energetiche negative nell’aura, cicatrici emotive, campi
energetici negativi, maledizioni, possessione e radiazioni astratte
negative, sono spiegati in modo dettagliato nel libro “Guarire con le
energie” di Zoran e Milica Gruicic, Andrea Pangos Editore, Roma, 2003.

9.6 IL KARMA E LA SOFFERENZA

Per alcuni, il Karma ovvero i concetti sul Karma, sono un modo di spiegarsi
la propria sofferenza e giustificarla, magari imputandola al c.d. (presunto)
Karma pesante accumulato nelle (presunte) vite precedenti. Tale
interpretazione delle cause della sofferenza fuorvia e impedisce di scorgere
che la sofferenza è un’espressione del non vivere in modo consapevolizzante.
La sofferenza è un processo della mente inquieta (non consapevolizzata) ed
ignorante la Reale Identità. La mente Quieta (consapevolizzata) è invece
caratterizzata dalla Beatitudine. Il Karma di per sé non può essere mai
caratterizzato dalla sofferenza che è limitata alla mente non
consapevolizzata, mentre il Karma è “di là” della mente. Nell’ambito del
Karma ci possono essere le predisposizioni Karmiche della sofferenza, le
quali nell’ambito della mente si manifestano come sofferenza a causa della
mente non consapevolizzata.

Consapevolizzare la mente richiede dedizione, sforzo e tendere costantemente
ad “essere ora e qua”, mentre alla mente non consapevolizzata “piace vagare”,
“fuggire dall’ora e qua”. La mente non consapevolizzata
percepisce/interpreta perciò il fantasticare sulle (presunte) vite passate
come ottima destinazione. Comprendere che la sofferenza è una caratteristica
della mente inquieta (non consapevolizzata) può essere un ottimo stimolo per
assumersi la responsabilità (delegata nel caso del credere alle vite
precedenti: ad altri immaginari “se stessi” di immaginate vite precedenti,
al Karma, al destino…) della propria sofferenza e per iniziare a
consapevolizzare la mente.

Soltanto la mente quieta è una mente sana ed esente dalla sofferenza.
Quietare la mente è il lavoro più difficile da farsi, ma anche l’unico
lavoro a cui merita veramente dedicare la vita ovvero consacrare la stessa
mente. Quietando la mente emerge la Verità che Dio È la (propria) Reale
Identità.

La verità esiste fin dall’inizio, ed è seminata ovunque: molti vedono che è
seminata, ma pochi sono coloro che la vedono raccolta.

Vangelo di Filippo

105 Vangelo di Filippo, I vangeli gnostici. Adelphi Edizioni Milano, 1984,
pag. 52.

Una vita “vissuta” Ignorando la (propria) Reale Identità è una vita da
ignoranti ed è del tutto normale che sia una vita caratterizzata dalla
sofferenza.

9.7 IL KARMA E LE MALATTIE

Le cause Karmiche della malattia ci sono, chiaro, solamente quando la
malattia si manifesta. Quando la malattia non si è manifestata, possono
comunque esserci le predisposizioni Karmiche di ciò che potrebbe
manifestarsi come malattia.

La qualità della mente, vale a dire la misura in cui è consapevolizzata
(quietata), è il fattore primario che determina le probabilità che le
predisposizioni Karmiche di una malattia si manifestino come malattia. Le
predisposizioni Karmiche e le cause Karmiche delle malattie non sono
malattie, ma sono processi del Karma che concorrono all’autoriconoscersi
dello stesso Karma (Coscienza). La Coscienza (Karma) non è mai malata. La
malattia si manifesta nella mente della quale il corpo fisico è un aspetto.
La malattia di base è la mente inquieta (non consapevolizzata) – la mente le
cui vibrazioni, primariamente le emozioni ed i pensieri non sono armonizzate
nella misura necessaria con il Karma.

Il corpo fisico, le energie e le vibrazioni sono manifestazioni dei processi
del Karma (Coscienza). Per guarire effettivamente non basta agire solamente
sul corpo fisico e nemmeno solamente sulle energie e sulle vibrazioni, ma è
necessario agire anche direttamente sul piano del Karma, neutralizzando le
cause Karmiche della malattia. Riprogrammandole. La guarigione qualitativa
consiste sostanzialmente nella riprogrammazione delle cause Karmiche della
malattia e nella consapevolizzazione della mente, primariamente nell’armonizzazione
delle forme emozione e pensiero che sono direttamente correlate alla
malattia. Agendo primariamente sul corpo fisico, sulle energie e sulle
vibrazioni, si influisce anche sulle cause Karmiche, ma in modo indiretto e
minore rispetto alla diretta riprogrammazione delle cause Karmiche.

9.8 IL KARMA ED IL LIBERO ARBITRIO

Uno dei concetti in uso riguardo al Karma è quello che non si deve influire
sul Karma altrui, perché così facendo ci si intromette nel libero arbitrio
altrui. Questo concetto è molto fuorviante, anche perché ogni attimo si
influisce sul Karma altrui e sul libero arbitrio altrui, il quale è un
aspetto del manifestarsi dello stesso Karma. Tra l’altro, siccome il Karma
(Coscienza) è uno soltanto, non c’è Karma altrui.
Con il proprio esistere ognuno riprogramma incessantemente, con minor o
maggior qualità, il “proprio” Karma individuale ovvero il “proprio” processo
d’individuazione della Coscienza. Dato che il “proprio” Karma ed il Karma
“altrui” sono lo stesso ed unico Karma che si individua attraverso menti
diverse, influendo sul “proprio” Karma è impossibile non influire anche sul
Karma “altrui”. Dunque, essendo impossibile non influire sul Karma “altrui”
e sul libero arbitrio altrui, quello che si può fare è migliorare la qualità
dell’influenza sugli altri ovvero sulla loro mente.

Pregare per stimolare il Divenire di qualcuno o per la sua guarigione, è un
ottimo modo per influire beneficamente sul suo Divenire e sul suo libero
arbitrio. La qualità dell’influsso sul libero arbitrio altrui, sul Karma
“altrui” ovvero sull’esprimersi del Karma Infinito attraverso una singola
mente, è comunque determinata primariamente da quanto si è consapevolizzata
la propria mente. Maggiore è il grado in cui si è Divenuti e maggiormente si
indirizzano le menti “verso” la Reale Identità – più si stimola la
coordinazione delle emozioni e dei pensieri con il Karma.

9.9 IL CONCETTO DI DEBITO KARMICO

Il concetto di debito Karmico è un altro concetto essenzialmente sbagliato.
Nell’ambito del Karma non ci possono essere debiti. Il debito esige l’esistenza
di un creditore e di un debitore, i quali non ci possono essere nell’ambito
del Karma.

Il concetto del dare ed avere (in modo equilibrato) può facilmente
trasformarsi in un ostacolo per il Divenire, anche perché può stimolare l’attaccamento
ai concetti di bene e di male e ai frutti del proprio agire. Può alimentare
l’identità immaginata con la sensazione/idea di essere dei benefattori e
quindi spiritualmente più meritevoli. Può inoltre stimolare concetti/domande
potenzialmente fuorvianti del tipo: ho dato abbastanza, sono stato
abbastanza buono?, oppure, Ho dato molto ed ora è giusto che riceva molto!
Tali concetti/quesiti possono facilmente stimolare un mercanteggiare
finanziario/emotivo/concettuale supportato da “principi morali o spirituali”.
Così, invece di avvicinarsi al rendere fluidi ed esenti da
concettualizzazione i rapporti con gli altri e con “se stessi”, i rapporti
si contabilizzano e questo è certamente un modo molto concreto per
ostacolare l’avvicinamento all’esperire che Tutto È Uno, più precisamente
che solamente Uno È (Reale).

Possono i meriti e i demeriti accumulati nel sogno condurre al paradiso o
all’inferno quando il sogno è svanito?

Samkara

106 Vivekacudamani – il gran gioiello della discriminazione, Samkara, Âsram
Vidja, 1989, Roma, pag. 198.

Ogni avvenimento mentale influisce sui processi del Karma creando delle
predisposizioni Karmiche. I processi mentali negativi per il Divenire
stimolano la formazione di predisposizioni Karmiche che nell’ambito della
mente possono manifestarsi come processi negativi per il Divenire.
Consapevolizzando la mente però anche le predisposizioni Karmiche formatesi
come conseguenza dei processi mentali più negativi possono essere
trasformate in processi Karmici che nell’ambito della mente si possono
manifestare come avvenimenti che stimolano il Divenire – la
consapevolizzazione della mente è il bene di per sé.

Il concetto di debito Karmico si esprime pure attraverso il concetto del
dover essere puniti perché si è peccato, il quale oltre ad essere molto
limitante, contrasta con il principio del perdonare. La vera punizione è la
mente non quieta/non consapevolizzata, celante la (propria) Reale Identità:
Dio che in Realtà (si) È.

E anche se tu fossi di tutti i colpevoli il più colpevole, oltrepasserai
ogni mulinello col solo aiuto della conoscenza.

Bhagavad Gita
107 Bhagavad Gita, Oscar Classici Mondatori, Milano, 1999; pag. 26.

9.10 IL CONCETTO DI COPPIA KARMICA

Un altro concetto molto ammaliante è il concetto di coppia Karmica, il quale
è per molte menti un modo particolarmente efficace di imprigionare
ulteriormente se stesse nei propri labirinti concettuali e di diminuire così
la qualità della vita e dello stesso rapporto di coppia. Chiaro che ci sono
individui con i quali si è più compatibili e con i quali si può avere un
rapporto di coppia migliore, ma attaccarsi al concetto di c.d. coppia
Karmica e investire pensieri ed emozioni in tale concetto, può molto
facilmente fuorviare. Tra l’altro, l’identificazione con il concetto di c.d.
coppia Karmica, può facilmente far investire molta energia per mantenere un
rapporto di bassa qualità e senza prospettive, quasi soltanto perché la
mente è ammaliata dal concetto di c.d. coppia Karmica e che bisogna fare di
tutto per mantenere la c.d. coppia Karmica. Alcune menti sono addirittura
convinte che è bene avere un rapporto di coppia, basato magari sulla
sofferenza, perché così si espiano le presunte colpe di presunte vite
precedenti in cui si era la moglie/il marito o l’amante del compagno/della
compagna attuale.

Il concetto di coppia Karmica può esprimersi anche attraverso i concetti di
coppia spirituale e di matrimonio spirituale. Ogni rapporto, ogni coppia ed
ogni matrimonio sono manifestazioni dello Spirito (Coscienza, Karma) e
quindi, in sostanza, non ci possono essere coppie, rapporti e matrimoni non
spirituali. I concetti di: coppia Karmica, coppia spirituale, rapporto
spirituale e matrimonio spirituale, sono comunque di certo un alimento molto
nutriente per cibare l’identità immaginata di tipo spirituale e per
ostacolare il Divenire.

Tra l’altro, l’effettivo maturare spiritualmente (Divenire qualitativamente)
porta a trascendere il rapporto inteso nel senso comune del termine. Più si
è vicini ad Essere pienamente e più il rapporto è percepito come spontaneo
interagire di due menti appartenenti a due individui che sono espressioni
della stessa ed Unica Reale Identità, che sono espressioni di Se Stessi

-della (propria ed unica) Reale Identità. Per giungere a ciò è
indispensabile consapevolizzare la mente, il che è di fondamentale
importanza per la qualità del rapporto di coppia: ogni aspetto
temporale/spaziale (avvenimenti, pensieri, emozioni, interagire emotivo,
rapporti sessuali .) del rapporto di coppia è, infatti, percepito nella
mente. Per migliorare la qualità del rapporto di coppia è inoltre utile
ricordarsi che il Divenire consiste nell’individuazione della Coscienza e
non nella “dualizzazione” o nella “rapportizzazione” della Coscienza.

9.11. ASTROLOGIA KARMICA

L’analisi astrologica Karmica (individuale) descrive gli aspetti mentali
(vibrazioni – energie – materia) dell’esprimersi del Karma Infinito
attraverso un singolo processo d’individuazione. La carta natale, i pianeti,
le case, gli aspetti astrologici . rappresentano vari aspetti della mente,
avvengono nella mente e non possono in alcun modo rappresentare direttamente
il Karma che è di là di ogni carta natale, pianeta, casa, aspetto
astrologico. Gli aspetti astrologici indicano a dei processi temporali e
spaziali, mentre il Karma è atemporale ed aspaziale.

L’oroscopo Karmico del singolo rappresenta l’influsso della collettività
sull’individuo, su una singola mente. L’interpretazione astrologica Karmica
andrebbe quindi osservata anche come influsso/esprimersi della “psiche
collettiva” attraverso una singola mente. L’oroscopo Karmico non indica a
presunte vite precedenti dell’individuo, ma è una mappa che
può permettere di decodificare: come l’umanità nel suo complesso si esprime
attraverso un individuo e come l’individuo può utilizzare tale influsso per
migliorare la qualità del proprio Divenire e di conseguenza anche del
Divenire altrui.

È comunque importante tener presente che Divenendo in modo concreto si
trascendono le predestinazioni, anche quelle astrologiche e che la Reale
Identità È di là del destino, di là di ogni aspetto astrologico, di là della
mente, di là della Coscienza.

1O. RIPROGRAMMARE IL KARMA

Riprogrammare il Karma significa in sostanza stimolare il Divenire
attraverso:

– la riprogrammazione dei processi del Karma, la quale stimola l’individuarsi
del Karma ovvero il Divenire,
-la neutralizzazione delle cause Karmiche degli ostacoli per il Divenire,
tra cui le cause Karmiche delle malattie e dei problemi.
– l’armonizzazione della mente con il Karma (Coscienza).
Riprogrammare direttamente il Karma attraverso la preghiera è quindi uno dei
modi fondamentali per stimolare il Divenire, la guarigione e la risoluzione
dei problemi.
Si può riprogrammare il “proprio” Karma ed il Karma “altrui”:
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammare il Karma di. (indicare nome e
cognome).

Le meditazioni per riprogrammare il Karma e le cause Karmiche si fanno senza
visualizzazione. Prima di farle si possono anche abbassare le onde cerebrali
con la preghiera: Chiedo alla Reale Identità di abbassarmi le onde
cerebrali.

Per stimolare in modo concreto il Divenire è necessario riprogrammare il
Karma per 5′-15′ al giorno per un periodo più lungo (alcuni mesi, alcuni
anni), che non si può definire e che varia da caso a caso. Per avviare
processi ancora più concreti, si può riprogrammare il Karma per 30′-45′
minuti al giorno per alcune settimane e poi ridurre i tempi di
riprogrammazione del Karma a 5′-15′ al giorno. Tale riprogrammazione
accentuata è però consigliata soltanto ai meditatori più esperti. La
riprogrammazione del Karma è più efficace se si sono attivati i processi
necessari attraverso le meditazioni del corso Alla Ricerca della Reale
Identità.

Essendo il Karma individuale eguale al Karma Infinito, ogni qualvolta si
riprogramma il Karma, sia che si tratti del “proprio” o “altrui” Karma, si
riprogramma sempre il Karma Infinito. La differenza consiste nel fatto che
quando si riprogramma il “proprio” Karma si riprogrammano i processi del
Karma che sono correlati in modo “più diretto” con la propria mente e si
agisce così “più direttamente” sulla propria mente ovvero sull’esprimersi
del Karma Infinito attraverso la propria mente. Quando invece si agisce sul
Karma “altrui”, si riprogrammano “più direttamente” i processi del Karma
correlati con la mente altrui e si agisce in modo più diretto sulla mente
altrui ovvero sull’esprimersi del Karma Infinito attraverso la mente del
singolo a cui si riprogramma il Karma.

10.1. RIPROGRAMMAZIONE DEL KARMA SPECIFICO

Oltre al Karma “generico” si può riprogrammare anche il “Karma specifico” –
oltre a riprogrammare i processi del Karma Infinito senza specificare quali
processi, si possono riprogrammare anche quei processi del Karma che nell’ambito
della mente si manifestano come: lavoro, rapporti famigliari, vita emotiva,
vita sessuale, aspetti finanziari., ad esempio:

-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma professionale.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma famigliare.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma del rapporto
con.(indicare nome e cognome).
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma finanziario.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma sessuale.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma scolastico.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi il Karma del tempo libero.
-Chiedo alla Reale Identità di riprogrammare il Karma della mia posizione
sociale.

In modo simile si può riprogrammare il “Karma specifico altrui”, ad esempio:
Chiedo alla Reale Identità di riprogrammare il Karma professionale
di…(indicare nome e cognome).
Il “Karma specifico” si riprogramma per 5′-10′ al giorno, per alcuni giorni
o settimane, in base alle esigenze.

10.2. MATURARE LA CAPACITÀ DI RIPROGRAMMARE IL KARMA

La capacità di riprogrammare il Karma e le cause Karmiche si può maturare
con la preghiera:
-Chiedo alla Reale Identità di maturarmi la capacità di riprogrammare il
Karma.
Tempo: 2′-3′, da fare una o più volte al giorno.

È utile anche indirizzare tale richiesta ai Divenuti del tutto, soprattutto
a quelli che hanno maturato una forte capacità di riprogrammare il Karma, ad
esempio a Gesù e a Padre Pio:

-Chiedo a Gesù di maturarmi la capacità di riprogrammare il Karma.
-Chiedo a Padre Pio di maturarmi la capacità di riprogrammare il Karma.

La capacità di riprogrammare il Karma e le cause Karmiche, dipende
primariamente dalla maturità della Coscienza di chi riprogramma il Karma e,
appunto, da quanto egli ha maturato la capacità di riprogrammare il Karma. L’efficacia
della riprogrammazione aumenta se ci si trova in un luogo con forti
strutture energetiche positive o se si è (fisicamente) vicino a chi ha
maturato una maggior capacità di riprogrammare il Karma oppure a chi è
Divenuto del tutto. Maturando la propria capacità di riprogrammare il Karma,
si arricchisce anche il Karma Collettivo/Infinito (Coscienza
Collettiva/Infinita) con processi che aumentano la capacità dell’umanità di
riprogrammare il Karma.

11. MEDITAZIONE DEL KARMA

A) Chiedo alla Reale Identità di abbassarmi le onde cerebrali. Visualizzare
la testa. Tempo: 1′-2′

1) Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi i concetti sul Karma. Senza
visualizzare. Tempo: 2′-3′

2) Chiedo alla Reale Identità di maturarmi il sapere sul Karma.
Senza visualizzare. Tempo: 2′-3′

3) Chiedo alla Reale Identità di eliminare gli ostacoli per l’esprimersi del
(mio) Karma. Senza visualizzare. Tempo: 2′-3′

4)Chiedo alla Realtà di farmi manifestare pienamente il Karma.
Senza visualizzare. Tempo: 2′-3

5) Consapevolizzare il Karma individuale (Coscienza individuale).
Esprimere l’intenzione di consapevolizzare il Karma individuale.
Senza visualizzare. Tempo: 2′-3′

6) Consapevolizzare il Karma Collettivo (la Coscienza collettiva). Esprimere
l’intenzione di consapevolizzare il Karma Collettivo. Senza visualizzare.
Tempo: 2′-3′

7) Consapevolizzare l’Unitarietà del Karma individuale, Collettivo e
Infinito. Esprimere l’intenzione di consapevolizzare l’Unitarietà del Karma
individuale, Collettivo e Infinito. Senza visualizzare. Tempo: 2′-3′
8) ConoscerSi come Origine (Sé, Dio, Reale Identità) del Karma. “Cercare” di
Essere pienamente/Sussistere pienamente. Tempo: minimo 2′-3′

B) Chiedo alla Reale Identità di rialzarmi le onde cerebrali. Visualizzare:
la testa. Tempo: 1′-2′.

Spiegazioni più dettagliate su come meditare si trovano negli articoli: La
meditazione appartata e La tecnica di meditazione.

11.1. FUNZIONI DELLE SINGOLE RICHESTE DELLA MEDITAZIONE PER CONOSCERE IL
KARMA

1) Chiedo alla Reale Identità di riprogrammarmi i concetti sul Karma.

Questa preghiera avvia e matura gli stessi processi della richiesta: Chiedo
alla Reale Identità di riprogrammarmi i concetti incarnazione e
reincarnazione, inerenti però ai concetti sul Karma.

2) Chiedo alla Reale Identità di maturarmi il sapere sul Karma.

Questa preghiera avvia e matura gli stessi processi della preghiera: Chiedo
alla Reale Identità di maturarmi il sapere sull’incarnazione, ma riferiti al
Karma.

3) Chiedo alla Reale Identità di eliminare gli ostacoli per l’esprimersi del
(mio) Karma.

Questa preghiera stimola l’eliminazione degli ostacoli per l’esprimersi del
Karma attraverso la mente.

4) Chiedo alla Realtà di farmi manifestare pienamente il Karma.

Con questa preghiera si potenziano gli effetti della preghiera numero 3), si
facilità cioè il pieno esprimersi dei processi del Karma attraverso la
mente.

5) Consapevolizzare il Karma individuale (la Coscienza individuale).

6) Consapevolizzare il Karma Collettivo (la Coscienza Collettiva).

7) Consapevolizzare l’Unitarietà del Karma individuale, Collettivo e
Infinito.

I passi 5), 6) e 7) stimolano:

-la consapevolizzazione dei processi del Karma e

-la consapevolizzazione che il Karma individuale, il Karma collettivo ed il
Karma Infinito sono lo stesso ed unico processo.

8) ConoscerSi come Origine (Reale Identità, Dio) del Karma
(Infinito/Collettivo/ individuale).

Questo passo stimola l’avvicinarsi al ConoscerSi come Origine (Sé, Reale
Identità, Dio, Assoluto) del Karma

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