IL CULTO VAISNAVA Nell’antico Egitto

pubblicato in: AltroBlog 0

IL CULTO VAISNAVA Nell’antico Egitto

(da Movimento Iskcon di Gennaio-Febbraio 2004)

Durante la scorsa primavera, il Museo “Country” di Ait (Los Angeles), ha organizzato un’esposizione
sul tema “I Faraoni del Sole” che si è rivelata una delle mostre più frequentate tra quelle
allestite da questo museo. Era possibile apprezzare alcune sculture dell’epoca dei regni di
Akhenaton, di Nefertiti e del celebre re Tut.
Un gran numero di ricercatori considera Akhenaton uno dei primi monoteisti dell’umanità. Alcuni di
loro hanno stabilito che questo faraone ricevette una formazione religiosa da una tradizione ancora
più antica della cultura egiziana, le cui radici si trovano in India. Essi fanno così risalire la
cultura egiziana all’antica cultura vedica dell’India attraverso i legami familiari delle tribù
Human e Mitanni. È ampiamente riconosciuto che i Mitanni parlavano correntemente la lingua sanscrita
e adoravano diverse murti [forme divine adorate nel tempio] vediche.

Secondo il ricercatore B. A. Goswami, i parenti di Akhenaton, come anche sua moglie, erano legati ai
Mitanni. B. A. Goswami è stato invitato al museo di Los Angeles dove era allestita la mostra e vi ha
tenuto una relazione di due ore sul pensiero vedico di Akhenaton. Egli ha presentato un buon numero
di oggetti antichi collegati alla tradizione vaisnava di culto ad Hari. Tra gli argomenti da lui
trattati durante la conferenza, B. A. Gosvami ha elaborato i seguenti punti:

· Le forme di Radha Krishna e di Balarama furono adorate in tempi remoti nella regione mediterranea
dell’isola di Rodi.
· Esistono numerose prove che l’antico Egitto, la Giudea e l’Europa adoravano immagini dove si
ritrovano forme di avatara vedici come Matsya, Kurma, Narasimha e Kalki. Questa tradizione è detta
elioteismo, per il fatto che si adorava Elios, nome greco di Hari.
· Le radici di centinaia di nomi ebrei, egizi e greco-romani riferite ad immagini religiose hanno un
legame con i nomi di Krishna e di Visnu.
· Diversi emblemi religiosi ufficiali, compresi i sigilli di stato dei regni ebraici d’Israele e di
Giudea, hanno un legame evidente con alcuni simboli vaisnava provenienti da Akhenaton.

– Nel culto dell’antico Egitto veniva spiegato che la creazione prendeva origine da NHRYN (Narayan),
il quale riposava sulle acque primordiali, con un loto che spuntava dal Suo ombellico, e da questo
loto nasceva Eliosfano (Brahma), “dalle quattro braccia e dalle quattro teste, che è all’origine
della creazione”.

– Si ritrovano prove dell’antico culto vaisnava mediterraneo confrontandolo con le Scritture
vaisnava autentiche, specificatamente la Bhagavad-gita, dov’è spiegata la Virat-rupa (forma
universale) del Signore Supremo. Ad esempio, i versi enunciati da Krishna nella Bhagavad-gita hanno
un diretto parallelo con i celebri inni dell’antico Egitto, HR-Heri. La religione egiziana antica
considerava HR-Heri l’origine di tutti gli dei e divinità.

– In parallelo con la tradizione vaisnava autentica, le città eliopolitane avevano sempre una
divinità maggiore di Elios (Hari) che veniva adorata insieme alla Sua Fortuna (dea della fortuna o
Shakti). La forma originale di Elios (Hari) veniva adorata sull’isola greca di Rodi col nome di
Kouros. Il nome originale della Fortunata era Rhoda, che suona molto vicino a Rhada.

– Molti storici contemporanei riconoscono che Kouros era considerato l’origine di tutti gli dei
greci. Egli è descritto come un bel ragazzo che pascola le Sue bianche mucche sacre insieme a Suo
fratello maggiore e ai Suoi amici. Egli suona il Suo flauto e incita i ragazzi a danzare suonando i
loro cimbali. Egli danza con Rhoda e le Sue emanazioni. Viene anche chiamato Coreagos, il Signore
della danza, dal quale venne più tardi la parola coreografo. La piuma di pavone era un simbolo della
più grande importanza sia per Elios che per Kouros. In tutta la zona, Elios (Hari) era adorato come
il Signore del cuore e come la Personalità Suprema dell’Amore, ed era considerato il Signore di
tutti gli esseri viventi, di tutte le culture e di tutte le tradizioni.

Al termine della sua relazione, B. A. Goswami ha spiegato che la mèta della sua ricerca era quella
di trovare l’eredità comune dell’umanità, attraverso la tradizione del puro servizio devozionale
offerto al Signore Supremo nella forma di Sri Sri Radha e Krishna e così promuovere l’unità fra i
figli di Dio.
Egli ha riconosciuto di avere attinto molta della sua conoscenza nei libri di A.C. Bhaktivedanta
Swami Prabhupada. Egli ha spiegato che prima di penetrare il vasto sapere dell’eredità vaisnava, era
impossibile per lui comprendere altre traduzioni della Gita o del Bhagavatam, perché piene di
speculazioni impersonaliste.

“Poiché l’antica religione del mondo,” precisa, “aveva come base il concetto di un Dio persona, solo
le traduzioni vaisnava autentiche e personaliste degli antichi testi vedici potevano fornire gli
indizi necessari alla scoperta della vera religione primordiale.”

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *