Gli UFO nei Veda

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Gli UFO nei Veda

di Krishna Sundara Dasa

feb 2002 – n.1048 – www.isvara.org

Colgo l’occasione visto che mi hai dato l’opportunità di compiere questo servizio nello spedirti un
breve passo di un autore occidentale appassionato delle scritture vediche che parla dei veda e li
mette in correlazione con gli ufo. Ho visto che diverse persone che partecipano al vs forum sono
molto interessate alla parte letteraria-scentifica, e siccome molte non credono a persone se non
occidentali, questo mi sembra un buon argomento di discussione…. Spero di non sbagliarmi visto
che questo libro “Le civiltà degli alieni” edito dal gruppo futura scritto da Richard L. Thompson
non è affatto speculativo ma si basa prettamente sulle scritture vediche e su fatti avvenuti di
recente di avvistamenti di ufo che tra l’altro lui ha catalogato arditamente, e ha riscontrato
strabilianti analogie con gli ufo dei veda, i vimana o i “vailixi” (non sono però sicuro della
scrittura esatta del secondo termine) degli atlanti-dei…. Inoltre all’inizio offre le sue
reverenze a Srila Prabhupada e gli dedica il suo libro con affetto riferendosi a quello che
Prabhupada ha scritto”Viaggio facile verso altri pianeti”. Ecco…. qui inizio un racconto tratto
dal libro spero che possa servire a qualcosa e possa essere pubblicato:

UNA SINTESI DELLA VISIONE VEDICA DEL MONDO

Bhagavatha Purana, Mahabharata e Ramayana sono tre opere importanti della tradizione vedica indiana,
famose scritture religiose induiste, che però non dovrebbero essere considerate soltanto racconti
mitologici o presentazioni di un credo settario. Il loro vero valore sta nel fatto che ci rivelano,
con dovizia di particolari, un modo completamente diverso di vedere il mondo, e di viverci,
praticato per millenni da una civiltà umana estremamente evoluta. Dal punto di vista degli studiosi
di indologia moderni, queste opere appartengonoa un periodo che va dal IX secolo d.C. per il
Bhagavatha-Purana, al V o VI secolo a.C. per il Mahabharata e il Ramayana. Tuttavia, gli studiosi
riconoscono concordemente che i testi attuali incorporano materiale assai più antico e, secondo la
tradizione indiana originaria, tutti e tre i testi risalgonoalmeno al terzo millennio prima di
Cristo. Qui devo fare un appunto tecnico sull’uso del termine “vedico”. Gli studiosi occidentali
moderni sostengono che la definizione si può applicare solo ai quattro Veda: Rig, Yajur, Sama, e
Atharva. Nella tradizione indiana vivente, però il termine indica una categoriaben più ampia di
opere letterarie, che include i Purana, o antiche spiegazionidi cosmologia, e gli Itihasa,
narrazioni epiche storiche. Il Bhagavata Purana è uno dei diciotto Purana principali, Mahabharata e
Ramayana sono Itihasa. Io quindi utilizzerò il termine “vedico” per riferirmi a queste opere, oltre
che ai quattro Veda.

Vimana

Un punto importante da chiarire a proposito dell’antica società vedica, è che i veicoli arerei, in
sanscrito detti vimana, erano conosciuti da tutti. Potevano essere macchine fatte di energia fisica
grossolana, oppure di altri due tipi di energia trascendentale. Gli esseri umani della Terra, in
genere, non costruivano macchine simili, però a volte le ricevevano da esseri tecnologicamente più
avanzati. In India esistono antiche descrizioni di veicoli di legno fatti a mano, che volavano con
ali come aereoplani moderni. Sebbene anche questi veicoli di legno fossero chiamati vimana, la
maggior parte dei vimana non assomigliavano affatto agli aereoplani. I vimana tipici presentavano
caratteristiche di volo simili a quelle riscontrate negli UFO, e degli esseri che le pilotavano si
diceva possedessero poteri analoghi a quelli che si attribuiscono oggi alle entità UFO. Un
interessante esemplare di vimana è la macchina volante di Salva, un re dell’India antica, ricevette
da Maya Danava, abitante di un sistema planetario chiamato Talatala. La storia di Salva viene
presentata più avanti, in questo capitolo, e per informazioni supplementari sui vimana vi rimando al
Capitolo 7.

Altri mondi

Nella società vedica i viaggi in altri mondi erano ritenuti possibili, che si trattasse di viaggi in
altri sistemi stellari, in dimensioni superiori o in regioni sovradimensionali di altri sistemi
stellari. Si sapeva inoltre che è possibile abbandonare completamente l’universo materiale e
viaggiare attraverso un sistema scalare di regioni trascendentali. La letteratura vedica non
utilizza termini geometrici come “dimensioni superiori” o “altri piani” in riferimento a questo
genere di viaggi. Il viaggio in altri mondi viene descritto in termini funzionali all’esperienza del
viaggiatore, e il lettore moderno deve dedurre dal contesto che si tratta di qualcosa di più dello
spostamento attraverso lo spazio a tre dimensioni. Poché nella società odierna siamo abituati a
pensare che il viaggio sia necessariamente tridimensionale, userò il termine “sovra-dimensionale”
per indicare le descrizioni dei Veda non classificabili in termini tridimensionali. Si potrà
obiettare che sicuramente il popolo dell’antica India aveva una concezione estremamente ingenua e
ascientifica delle stelle e dei pianeti, e che quindi non ha senso pensare che avesse contatti con
esseri provenienti dallo spazio. La risposta è che la descrizione vedica dell’universo appare strana
o mitologica alla mentalità occidentale, perché è ricca di concetti completamente estranei alle idee
familiari all’Occidente. D’altra parte contiene anche numerose nozioni sull’universo che
corrispondono a quelle della scienza moderna. Analizziamo, per esempio, la seguente descrizione dei
viaggi dell’eroe Arjuna nella regione delle stelle:

Là non brillavano né sole, né luna, né le stelle, essi splendevano della luce dei loro meriti
acquisiti. Quelle luci, che sembrano stelle, appaiono piccole come la fiamma di una lampada ad olio
per via della distanza, ma in realtà sono molto grandi. I Pandava le videro, splendenti e
bellissime, che ardevano di luce propria all’interno dei loro cuori… Al cospetto di quei mondi
illuminati di luce propria, Phalguna, stupefatto, ne chiese in confidenza spiegazione a Matali, ed
egli rispose: “Tu, mio signore, hai visto uomini dal passato virtuoso e dal cuore acceso, che
appaiono come stelle dalla Terra sottostante”.

Il passo citato presenta un miscuglio di elementi familiari e non. Ci aspetteremmo, viaggiando tra
le stelle, di trovarci a grande distanza dal Sole e dalla Luna, e di non vederli più. inoltre siamo
abituati a pensare che le stelle siano grandi mondi che brillano di luce propria e che sembrano
piccoli a causa della distanza. Invece, non ci aspetteremmo mai che fossero abitate da “uomini dal
passato virtuoso”, e sembra strano riferirsi a stelle come a persone. Pare invece che sia abituale
nei testi vedici riferirsi a una stella come a una persona, la quale è in genere il reggente
dell’astro, o il suo principale abitante. Si potrà obiettare che nell’Inda antica la Terra era
considerata piatta. In realtà, la letteratura dei Veda contiene due concezioni della Terra. Il
Surya-siddhanta la descrive come un globo di 1.600 yojana di diametro. Lo yojana è un unità di
misura lineare, equivalente nel testo citato a cinque miglia, per cui il diametro della Terra
misurerebbe circa ottomila miglia, concordando con le misurazioni odierne. Lo stesso testo
attribuisce al diametro della Luna la lunghezza di 480 ypjana, o 2400 miglia, misura che si avvicina
molto alle 2.160 miglia dell’astronomia moderna. La Terra è inoltre descritta come un disco piatto,
chiamato Bhu-mandala, di cinquecento milioni di yojana di diametro. Tuttavia uno studio attento dei
testi vedici mostra che questa “Terra” corrisponde in realtà al piano dell’eclittica, cioè al piano
descritto, dal punto di vista geocentrico, dall’orbita del Sole intorno alla Terra. Naturalmente è
piatto e quindi, in questo senso, i Veda parlano di una Terra piatta. Bisogna stare attenti al
termine “Terra”, nell’impiego che ne fanno i testi vedici, non sempre corrisponde al piccolo globo
terrestre. Le regioni abitate sovra-dimensionali, secondo il pensiero vedico, si estendono
all’interno della Terra o sopra di essa, come anche nello spazio. In particolare, la “Terra piatta”
di Bhu-mandala è una regione abitata che si estende più o meno sul piano del sistema solare e che
non è direttamente visibile o accessibile ai nostri sensi grossolani. Il termine sanscrito per
queste regioni abitate è loka, spesso tradotto con “pianeta” o “sistema planetario”. Esistono
quattordici livelli di loka, sette superiori e sette inferiori. Il Sole, la Luna e i pianeti
Mercurio, Venere, Marte, Giove e Satrurno sono detti graha e sono tutti ritenuti abitati. (Non ho
mai incontrato alcun riferimento a Urano, Nettuno o Plutone nei testi vedici). Si dice e non ci
sorprende, che gli abitanti del Sole abbiano corpi di fuoco e gli abitanti degli altri pianeti corpi
fatti di elementi di energia adatti all’ambiente di ciascun pianeta.

Umanoidi

I Purana parlano di 400 mila razze di esseri simili agli umani che vivono su diversi pianeti e di
otto milioni di altre forme di vita, che includono le forme di vita vegetale e gli animali
inferiori. Dalle 400 mila razze umane, gli esseri umani che noi conosciamo sono considerati tra i
meno potenti. Quest’ultima affermazione indubbiamente concorda con l’immagine che deriviamo dai
resoconti degli incontri con gli UFO. Ho utilizzato il termine “umanoide” per indicare gli esseri
simili agli umani descritti nei resoconti sugli UFO, e lo userò ora anche per riferirmi alle specie
umano-simili dei veda. I resoconti UFO spesso descrivono gli umanoidi come esseri di aspetto strano
o repellente, alcuni però sono stati definiti bellissimi. Anche gli umanoidi dei Veda presentano una
vasta gamma di aspetti differenti. Di alcuni come i Gandharva e i Siddha, si dice abbiano una
bellissima forma umana; altri invece sono brutti, spaventosi o di fattezze deformi. Un gruppo è
chiamato Kimpurusa, dove kim significa “è?” e purusa significa “umano “. Molte razze di umanoidi dei
Veda si dice posseggano per natura certi poteri chiamati siddhi. Anche gli umani della Terra hanno
il potenziale per acquisire tali poteri, e alcuni hanno sviluppato capacità maggiori di altri in
questo campo. Ecco un elenco di alcuni siddhi e, poiché sembra che siano direttamente collegati ai
poteri attribuiti alle entità UFO, ne discuterò più approfonditamente nei capitoli successivi.

1. Trasmissione e lettura del pensiero. Sono poteri comuni tra gli umanoidi vedici, che però in
genere utilizzano anche la comunicazione verbale normale.
2. Capacità di vedere o sentire a grande distanza.
3. Laghima-siddhi: levitazione o antigravità. Esiste anche il potere di generare un peso enorme.
4. Anima e mahima-siddhi: il potere di trasformare la dimensione di un oggetto o di un corpo vivente
senza alterarne la struttura.
5. Prapti-siffhi: il potere di spostare gli oggetti sa un posto all’altro, apparentemente senza
attraversare lo spazio. Questo potere è collegato alla capacità di viaggiare in realtà parallele
sovra-dimensionali.
6. La capacità di spostare gli oggetto direttamente attraverso l’etere, senza essere impediti da
ostacoli fisici grossolani. Questo modo di viaggiare è chiamato vihayasa. Esiste anche un tipo di
viaggio chiamato mano-java, in cui il corpo viene direttamente trasferito in un punto lontano grazie
all’azione della mente.
7. Vasita-siddhi: il potere del controllo ipnotico a distanza. Le spiegazioni dei Veda puntualizzano
che tale potere può essere impiegato per controllare a distanza i pensieri della gente.
8. Antardhana: l’invisibilità.
9. La capacità di assumere forme diverse o di generare corpi illusori.
10. Il potere di entrare nel corpo di un’altra persona e di controllarlo, utilizzando il corpo
sottile.

Si dice che molte razze diverse di umanoidi vivano in regioni parallele, sovradimensionali
all’interno della Terra, sulla sua superficie e nelle sue immediate vicinanze. Una dichiarazione
sorprendente dei Veda è che differenti razze, come i Siddha, i Carana, gli Uraga, i Guhyaka e i
Vidyadhara, spesso vivono insieme e collaborano tra loro, anche se differiscono enormemente per
aspetto ed abitudini.

Questi esseri generalmente posseggono un discreto numero di siddhi. In passato, molti di loro si
trovavano sulla Terra, come visitatori o come abiatnti. Infatti, vaste aree della superficie
terrestre sono state per diversi periodi controllate e popolate da una varietà di specie di
umanoidi. Era così al tempo del Ramayana, infatti l’epica racconta di Ramacandra che salvò sua
moglie Sita dal regno di Sri Lanka, dove era stata portata con la forza da un Rakshasa di nome
Ravana. I Rakshasa sono una delle 400 mila razze di umanoidi, e a quel tempo reganavano su Lanka. La
durata della vita tra gli umanoidi varia moltissimo. In accordo ai Veda, gli esseri umani della
Terra vivevano molto più a lungo nei millenni passati. Per esempio, prima di cinquemila anni fa, la
vita umana durava circa mille anni. La durata media di vita degli esseri umanoidi che non vivono
sulla Terra è nell’ordine di diecimila anni. Si dice acneh che esistano esseri chiamati Deva, che
amministrano l’universo e vivono milioni di anni. In India ci sono tuttora casi di persone che
riferiscono di aver incontrato umanoidi del tipo classico descritto nei Veda.

E qui mi fermo …

JAY GURUDEVA!
Krsna Sundara dasa

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