E’ possibile vedere la realta’ in modo obiettivo?

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E’ possibile vedere la realta’ in modo obiettivo?

Fino a che punto possiamo fidarci della nostra vista? Un esperimento conferma che la percezione
individuale influenza il modo di vedere le cose attorno a noi.

14 GIUGNO 2020 | ELISABETTA INTINI

La vista non può restituire un’immagine completamente fedele del reale.

Possiamo fidarci della nostra vista? È lecito considerarla oggettiva, capace di restituire immagini
corrispondenti al vero come una fotografia? La domanda al confine tra le neuroscienze e la filosofia
e cara a filosofi come John Locke e David Hume ha una risposta semplice: no. La prospettiva
individuale finisce sempre per influenzare il nostro modo di vedere le cose e la percezione della
reale identità degli oggetti intorno a noi. Ciò che vediamo è per forza di cose anche il risultato
delle nostre aspettative, e non è possibile scorporare la versione pura e semplice del reale dalla
rappresentazione che il cervello si è fatto su di essa. La conferma arriva da una nuova serie di
esperimenti descritti su Proceedings of the National Academy of Science.

UNA CONTRATTAZIONE CONTINUA. Le immagini che vediamo sono il risultato di un continuo compromesso
tra le informazioni visive grezze e le nostre assunzioni basate sull’esperienza che abbiamo del
mondo. Se provate a guardare una moneta di profilo, il modo in cui la luce la colpisce restituirà
agli occhi la forma di un ovale o di un’ellisse, ma il cervello, che conosce la forma di
quell’oggetto, fa comunque in modo che lo vediamo per quel che è: un disco metallico di forma
circolare. È quindi possibile separare la vera natura di un oggetto (disco circolare) dal modo in
cui esso “approda” alla vista (ovale metallico)?

IMPRONTA PERMANENTE. Per scoprirlo, gli scienziati della Johns Hopkins University hanno architettato
nove variazioni sul tema di uno stesso esperimento, in cui si chiedeva ad alcuni volontari di
osservare una coppia di monete tridimensionali, una di forma ovale e una rotonda. I soggetti
dovevano decidere quale tra le due monete fosse il “vero” ovale, un compito solo apparentemente
semplice: quando la moneta circolare è stata girata di profilo, i partecipanti (che pure conoscevano
la sua vera forma) sono rimasti disorientati e hanno esitato a rispondere. La prova che per quanto
ci si sforzi di rappresentare la realtà in modo fedele, non è mai completamente possibile
accantonare la prospettiva soggettiva. Le stesse incertezze sono rimaste nonostante il variare delle
condizioni sperimentali (monete reali o rappresentate su uno schermo; ferme o in movimento; di forme
diverse).

IL MITO DELLA NEUTRALITÀ. I risultati hanno sorpreso gli stessi ricercatori, che inizialmente si
aspettavano che l’oggettività avrebbe completamente prevalso sulle (dis)percezioni individuali,
rendendole trascurabili. L’esperimento fa parte di una serie di ricerche sui fattori che possono
influenzare la percezione: i prossimi test indagheranno se e come gli stereotipi di genere
influiscano sulla vista e come talvolta si percepiscano oggetti che in realtà non ci sono.

da focus.it

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