di Radhanath Swami
Ci sono diverse forme di meditazione in ogni tradizione spirituale. Affinché esse siano effettive, i fattori fondamentali sono la nostra sincerità e la nostra volontà di assorbirci veramente in questo processo. Alcuni meditano su un mantra silenzioso, altri su una particolare forma, su una particolare preghiera, su una virtù, sul respiro, altri sulle sensazioni del corpo, e altri sul nome di Dio che è considerato divino e sacro.
Tutte queste meditazioni hanno lo scopo di purificare il cuore e di riportare la nostra mente alla sua condizione naturale. La nostra consapevolezza è originariamente pura, eterna, piena di conoscenza e di felicità, ma in qualche modo è stata ricoperta e distorta da così tanti condizionamenti, così tanti desideri, così tanti attaccamenti, così tante ansietà su ciò che vogliamo e ciò che non vogliamo. “Sono un uomo, sono una donna, sono americano, sono sudamericano, sono indiano, sono pakistano, sono russo, sono africano”. Tutte queste affermazioni sono basate sul corpo. Tutte queste credenze hanno contaminato la nostra coscienza. Se filtriamo la nostra mente attraverso la meditazione, o attraverso una genuina pratica spirituale, la nostra coscienza tornerà pura, al suo stato naturale.
Un altro esempio è quello dello specchio. Quando guardi in uno specchio vedi te stesso, ma se lo specchio non è stato utilizzato per centinaia di anni cosa riflette? Ci sono innumerevoli strati di sporco e polvere. E quando guardi nello specchio tutto ciò che vedi sono la polvere e lo sporco accumulati, e pensi: “Questo sono io!”. Ma quando pulisci lo specchio, poco a poco ricominci a vedere l’immagine di te stesso, e quando lo specchio è completamente pulito, vedi chi sei. La meditazione serve a questo, le preghiere servono a questo, la spiritualità serve a questo: pulire il nostro cuore, purificare il nostro stile di vita, in modo da poter realmente fare un’esperienza diretta della nostra essenza, che è eterna, piena di conoscenza e piena di amore.
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