Autostima e depressione: come sono correlate?

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Autostima e depressione: come sono correlate?

Autostima e depressione sono inevitabilmente connesse l’una all’altra. Anche se alla base di una
forma di depressione possono esserci molteplici fattori, studi clinici rivelano che una bassa
autostima, nel tempo, ci rende molto vulnerabili a questa condizione.

Non accettare noi stessi e non nutrire sentimenti positivi verso noi stessi, ovvero provare mancanza
di autostima e depressione, ci lascia senza risorse psicologiche e privi di energie.

Quando parliamo di autostima, ci riferiamo a quell’insieme di sentimenti che proviamo nei confronti
di noi stessi. Di conseguenza, mentre la percezione del sé coinvolge questo insieme di idee e
credenze che definiscono l’immagine mentale di ciò che siamo, l’autostima definisce prima di tutto
una componente emotiva alla base del benessere umano.

Una bassa autostima ci fa stare male con noi stessi, provocando alienazione, abbattimento e una
forte vulnerabilità quando si tratta di sviluppare diversi disturbi psicologici.

Sapendo ciò, non può sorprenderci che psicologi e psichiatri facciano particolare attenzione a
questa dimensione psicologica quando si interfacciano con i disturbi dello specchio depressivo.

Ciononostante, nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, la bassa autostima non è
annoverata tra i criteri diagnostici della depressione, bensì dimensioni come “il sentimento di
inutilità”.

I ricercatori nel campo della psicologia della personalità, da parte loro, hanno sempre dimostrato
un forte interesse per il rapporto tra autostima e depressione. In questi casi, la domanda da porsi
dovrebbe essere la seguente: “l’autostima è un fattore scatenante della depressione? O è piuttosto
la depressione a minare l’autostima?”. Scopriamolo insieme.

Autostima e depressione: due modelli per spiegarne la correlazione

Molte volte ci alziamo dal letto, facciamo una doccia, facciamo colazione e usciamo senza renderci
conto di essere nudi. Non ha importanza che cappotto indossiamo, la marca dei nostri jeans o della
maglietta, se ogni giorno affrontiamo il mondo con una bassa autostima. Perché dalla fragile
armatura e dalle fessure sottili, entrano abuso, paura, insicurezza, negatività…

Tuttavia, è chiaro che la depressione presenta diverse sfaccettature, senza dimenticare i fattori
endogeni che non sempre possiamo controllare. Tuttavia, nessuno può obiettare che una mente
sopraffatta dalla bassa autostima dia come risultato una bassa efficacia quando si tratta di
affrontare o gestire i problemi più semplici. La persona con bassa autostima, infatti, è solita
osservare il mondo con occhiali dalle lenti molto scure.

Per dimostrare il legame tra autostima e depressione, dobbiamo avvalerci di studi scientifici e, in
particolare, della ricerca longitudinale. In questo modo, e solo di recente, l’Università di Basilea
ha pubblicato uno studio molto esemplificativo sull’argomento, che può darci alcune risposte.
Vediamo quali.

Il modello della vulnerabilità

Secondo il modello della vulnerabilità, ci sono persone con un profilo e una personalità
caratterizzati da bassa autostima. Il soggetto in questione elaborerà gli eventi guardandoli
attraverso un filtro negativo. Questo schema presuppone anche la manca di resilienza.

Le persone che rispondono a tale profilo sono esse stesse promotrici di una realtà dalla quale
difendersi, dalla quale diffidare e verso cui porsi sempre in veste di vittima o di attore
secondario invece di percepirsi come protagoniste indiscusse delle propria storie di vita,
meritevoli di opportunità e sostenitori di cambiamenti positivi con cui superare gli eventi
negativi.

Gli autori di questo studio hanno potuto notare che in molti casi le persone con scarsa autostima
cercano di non contrastare, bensì di verificare il concetto negativo di sé, prestando maggiore
attenzione e dando ascolto ai commenti negativi su di sé.

Autostima e depressione sono correlate nel modello della vulnerabilità, utile a delineare un profilo
privo di resilienza e dalla scarsa solvenza emotiva.

Il modello della cicatrice

Adesso analizzeremo la visione opposta. Secondo lo studio poc’anzi citato, è stato individuato anche
che la depressione è l’elemento che spesso dà origine alla bassa autostima. Questo susseguirsi di
sentimenti disperati, negativi e stressati che tormentano la mente depressa sono direttamente
responsabili del calo di autostima.

Conclusioni

Tiriamo le somme. Meglio il modello della vulnerabilità o quello della cicatrice che attribuisce
alla depressione la causa della bassa autostima? La American Psycological Association (APA) ha le
idee chiare: una autostima bassa è un fattore di rischio in più quando si tratta di sviluppare
diversi disturbi psicologici, tra cui la depressione.

In una delle sua pubblicazioni questa istituzione avverte del fatto che autostima e depressione sono
fortemente correlate negli studi trasversali e che è fondamentale sviluppare strategie adeguate di
prevenzione nella popolazione adolescente. Il numero di diagnosi non smette di aumentare in questo
settore. E quel che è peggio, non diminuisce nemmeno il numero di suicidi.

Dovremmo sempre tenere a mente il modello della vulnerabilità che, in qualche modo, ci ricorda il
modello della triade cognitiva sulle persone più a rischio di depressione. Da notare che si tratta
di profili che hanno una visione negativa del mondo, con scarsa o nulla fiducia nel futuro e che
percepiscono se stesse come prive di valore alcuno.

Queste attribuzioni, questi approcci così limitati e carichi di aspetti oscuri non ci portano da
nessuna parte, né tanto meno a vivere una vita ricca di significato, piena e speranzosa. Autostima e
depressione sono senz’altro interconnesse.

Per concludere, è bene investire del tempo e degli sforzi nel nostro universo personale, prendendoci
cura del giardino della nostra autostima, luminosa e bella in ogni suo angolo e aspetto.

da lista mente meravigliosa

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