Acqua, motore della vita

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Acqua, motore della vita

Le ricerche Mae-Wan Ho sull’organismo “a cristalli liquidi” dotato di coerenza quantistica

di Roberto Germano – 14/05/2013

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La ricercatrice Mae-Wan Ho – autrice dei testi pionieristici sulla fisica degli organismi e sui
sistemi sostenibili – è stata ospite del Convegno di apertura dell’evento Le Connessioni Inattese
2011.
L’ha intervistata per noi Roberto Germano, uno dei padri de “Le Connessioni Inattese”.

Roberto Germano: Ciao Mae-Wan, ci fa davvero un grande piacere la tua presenza qui con noi a Napoli.
Oltre alle tue grandi lotte scientifiche contro l’utilizzo degli OGM, sono ormai molti anni che ti
occupi della coerenza biologica degli organismi e del suo fondamento dinamico: l’acqua. Puoi provare
a spiegare in poche parole di cosa si tratta e come è nato questo tuo interesse?
Mae-Wan Ho: Grazie a voi per avermi chiamato per l’edizione di quest’anno de “Le Connessioni
Inattese” in questa poetica città, traboccante di storia e conoscenza. Ho “scoperto” che
l’Università di Napoli è stata fondata quasi 800 anni fa e viene considerata addirittura la più
antica università laica del mondo!
Devo dire che il mio amore per l’acqua nacque quasi 20 anni fa grazie ad un piccolo verme (la larva
del moscerino della frutta, appena nata dal suo uovo) che mi apparve alla luce polarizzata del
microscopio – con cui lo osservavo ancora vivo – coi colori dell’arcobaleno!

In genere alla luce polarizzata si osservano i cristalli o i cristalli liquidi, per osservarne
l’ordine…
Infatti! Ciò che mi illuminò fu proprio questo! Questi colori brillanti non sarebbero stati
possibili se tutte le molecole nelle cellule e nei tessuti nel corpo della piccola larva non fossero
stati allineati come cristalli liquidi, e altempo stesso in moto coerente tutti insieme, comprese le
molecole d’acqua che formano unità dinamicamente coerenti con le macromolecole in essa presenti.
Siccome la luce oscilla molto più velocemente del moto delle molecole, esse appaiono allineate alla
luce che le attraversa in ogni istante, fin quando il moto molecolare è coerente.

E suppongo che ciò si evidenzi anche in altri organismi…
Infatti! La larva del moscerino della frutta non è unica, ma tutti gli organismi viventi appaiono
così al microscopio a luce polarizzata: insieme al collega Michael Lawrence abbiamo casualmente
scoperto un settaggio per il microscopio particolarmente efficiente per evidenziarlo. La matrice a
cristalli liquidi è polarizzata e allineata in un campo dotato di coerenza quantistica
elettrodinamica con l’acqua, che io chiamo l’acqua a cristalli liquidi, una componente fondamentale
delle macchine molecolari quantistiche che fornisce potenza alle cellule e agli organismi
permettendogli di lavorare quasi al 100% di efficienza.

Ti ringrazio di avermi regalato un tuo libro ricchissimo di informazioni: The Rainbow and the Worm.
The Physics of Organisms; grazie a questo tuo sforzo divulgativo, credo che ogni lettore interessato
possa approfondire queste scoperte…
Sì, questo mio saggio fu inizialmente pubblicato nel 1993, ma ora è giunto alla sua terza edizione
ampliata. Presento argomenti teorici ed evidenza empirica per supportare l’idea che l’organismo è
dotato di una coerenza quantistica, e dipende dalle singole macchine energetiche molecolari poste in
una matrice “acqua a cristalli liquidi” che lavorano insieme ininterrottamente per trasformare
materia ed energia senza perdite. Ormai, le scoperte scientifiche della fisica-chimica e della
biologia hanno confermato questo quadro. Infatti, acqua, ioni e macromolecole lavorano insieme
ininterrottamente mediante una generazione di elettroni che aziona il motore della vita, ma in
particolare l’acqua, come ad esempio hai di recente evidenziato sperimentalmente anche tu Roberto
con il tuo nuovo “Effetto Ossidroelettrico”.

Eh sì! Davvero affascinante! Mi sono reso conto che in determinate condizioni sperimentali è
possibile l’estrazione di una corrente elettrica – “inattesa” e nient’affatto trascurabile (decine
di microWatt) – da acqua, anche bi-distillata, tramite due identici elettrodi di platino, alimentata
dal semplice calore ambientale, e mediata da molecole di ossigeno. Cioè, si tratta di qualcosa che
qualunque normale studente di scuola media “sa bene” essere del tutto impossibile! Però, l’effetto
c’è, e oltre a evidenziare certi meccanismi di base in azione nei sistemi biologici, questo nuovo
fenomeno sperimentale potrebbe essere la base per un possibile breakthrough tecnologico sia verso
sistemi totalmente nuovi di generazione di elettricità, ecologici, non centralizzati e a basso
costo, sia verso la nascita di una chimica industriale efficientissima e quindi non inquinante.
Certo, l’acqua in sé è centrale nell’azione delle macchine molecolari. Gli archetipi delle macchine
molecolari sono gli enzimi, che rendono le reazioni chimiche più veloci di un fattore 1010 -1023, ma
la visione convenzionale ancora non riconosce il ruolo assolutamente primario dell’acqua. Già più di
50 anni fa Albert Szent-Györgyi suggerì che l’acqua all’interfaccia, cioè vicino le superfici, fosse
la chiave per capire la biologia; propose che l’acqua negli organismi viventi esistesse in due
stati: uno stato di minima energia ed uno stato eccitato, e che l’acqua alle interfacce, come quella
vicino alle membrane fosse nello stato eccitato, il che implica che necessiti di minore energia per
dissociarsi…

Ricordiamo che Albert Szent-Györgyi fu insignito del premio Nobel per la medicina nel 1937 proprio
per i suoi studi sui fenomeni di “combustione” nelle cellule (poi noto come ciclo di Krebs) e per la
scoperta della vitamina C. E nei suoi studi successivi affermò che il cancro è dovuto a un problema
di scambio di elettroni a livello molecolare.
In effetti, le strutture viventi sono frattali e quindi praticamente quasi tutta l’acqua presente
negli organismi viventi è acqua di interfaccia, perché è quasi sempre a contatto con qualche
membrana o con una macromolecola…
Il gruppo di ricerca di Gerarld Pollack dell’Università di Washington (USA) ha dato in tempi recenti
una brillante dimostrazione delle differenze chimico-fisiche tra l’acqua che sta vicino ad una
superficie idrofilica e quella che sta più lontana; fino a qualche centinaio di micron dalla
superficie si può distinguere uno strato di acqua “diversa”: non permette la presenza di microsfere
diluite nell’acqua (da cui il termine con cui l’ha battezzata, cioè “Zona di Esclusione”), né la
dissoluzione di coloranti o proteine; e viene misurata una differenza di potenziale col resto
dell’acqua più lontana, ha un basso pH, è 10 volte più viscosa, ha un picco di assorbimento a 270
nm, ed emette fluorescenza quando è eccitata a quella lunghezza d’onda, illuminandola con radiazione
infrarossa aumenta in larghezza.

In effetti è dal suo studio che anch’io sono partito per poi evidenziare l’Effetto Ossidroeletrico.
Infatti, stando all’interpretazione del fenomeno della Zona di Esclusione che ne dà la visione di
Emilio Del Giudice – acqua maggiormente coerente e quindi dotata di elettroni quasi liberi – insieme
ai lavori sperimentali di Vladimir Voeikov, ho capito l’importanza che avrebbe dovuto avere la
presenza di sia pur minime quantità di ossigeno in questo contesto; e infatti questo è stato
sperimentalmente verificato, misurando una potenza elettrica estratta 100 volte superiore.
Quindi ciò che accade è che la separazione tra l’acqua interfacciale (coerente) e quella “bulk”
diventa una pila redox! La tua cella è un po’ come una grossa cellula vivente…

Sì, infatti… speriamo di far luce su alcuni dei numerosi interrogativi ancora aperti delle biologia
cellulare…
Ti ringraziamo moltissimo per essere stata qui a Napoli, e spero che tu possa tornare di nuovo qui
in occasione dell’evento connesso a Scienza ed Arte che stiamo provando ad organizzare insieme!
Eh sì! Ciò che è bello è vero, e ciò che è vero è bello! Grazie a voi, e a prestissimo!

Bibliografia
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22. Germano R. et al. Oxhydroelectric Effect: oxygen mediated electron current extraction from
water by twin electrodes. Journal of Optoelectronics and Advanced Materials, in corso di
pubblicazione, 2012.

Chi è Mae Wan Ho
Autrice dei testi pionieristici sulla fisica degli organismi e sui sistemi sostenibili, The Rainbow
and the Worm, The Physics of Organisms (1993, 1998, 2008) e Living Rainbow H2O (2012), è anche una
critica delle biotecnologie basate sull’ingegneria genetica e del neo-Darwinismo. È direttrice e
co-fondatrice dell’Institute of Science in Society (www.i-sis.org.uk), ed è Editor-in-Chief e Art
Director della rivista trimestrale Science in Society.
Mae-Wan Ho ha pubblicato più di 170 articoli scientifici e più di 600 articoli divulgativi. Tra gli
altri suoi libri ricordiamo: Beyond neo Darwinism: An Introduction to the New Evolutionary Paradigm
(1984); Evolutionary Processes and Metaphors (1988); Bioelectrodynamics and Biocommunication (1994),
Bioenergetics (1995); Genetic Engineering Dream or Nightmare? (1998, 1999, ristampa con introduzione
estesa, 2007); Living with the Fluid Genome (2003); The Case for a GM-Free Sustainable World (2003,
2004); Unravelling AIDS (2005); Which Energy? (2006), Food Futures Now (2008); Green Energies, 100%
Renewables by 2050 (2009); Quantum Jazz Biology*Medicine*Art (2011).

Questo articolo è tratto dalla rivista:
Scienza e Conoscenza – N. 40
editore: Scienza e Conoscenza – Editore
Data pubblicazione: Maggio 2012
Formato: Rivista – Pag 80
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