5 fattori che ci rubano la felicità

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5 fattori che ci rubano la felicità

Ciascuno di noi, a suo modo, cerca di essere felice. Durante questa ricerca, però, ci ritroviamo
spesso sul cammino sbagliato, dimenticando ciò che ci fa stare davvero bene. Arriviamo quindi a fare
cose che crediamo siano giuste, ma che in realtà ci privano della vera felicità, spesso senza
nemmeno rendercene conto.

Molte delle cose che facciamo pensando che siano necessarie per essere felici non sono altro che
fattori che ci rubano la felicità, ai quali apriamo le porte permettendogli di divorarci da dentro.
Sono ladri che arrivano sotto forma di convenzioni sociali alle quali sottostiamo, cercando di
ostentare libertà, per raggiungere una felicità che, in realtà, si trova da tutt’altra parte.

“La felicità è qualcosa da costruire ogni giorno, con ogni nostra singola azione.”
-Dalai Lama–

Seguire la massa

In quanto esseri sociali, gli esseri umani sentono il bisogno di entrare in contatto con gli altri e
di piacere per sentirsi parte di un gruppo. Ma al di là della necessità di fare parte di una
comunità, spesso le persone acconsentono a fare tutto quello che è necessario pur di adattarsi,
senza opporsi né dar voce alla propria opinione.

Sono molte le persone che credono sia necessario sottomettersi perché, altrimenti, non sarebbero
accettate. Questa insicurezza le porta a rinunciare alle proprie idee e desideri per dedicarsi a ciò
che esige la massa, convinte che l’integrazione porti alla felicità, che l’obiettivo del branco sia
la felicità di tutti. Così facendo, una persona rinuncia ai suoi valori e ai suoi pensieri
sottovalutando se stesso pur di adeguarsi.

“La libera elezione dei padroni non abolisce né i padroni né gli schiavi. La libera scelta tra
un’ampia varietà di beni e di servizi non significa libertà se questi beni e servizi alimentano i
controlli sociali su una vita di fatica e di paura, se, cioè, alimentano l’alienazione.”
-Herbert Marcuse-

Obbedire alle autorità

Ascoltare i consigli degli altri va bene, ma ben diverso è credere a tutto e seguire alla cieca ciò
che vi dicono, senza porvi delle domande, senza rispettare i vostri valori personali. Se fin da
piccoli impariamo a credere ciecamente alle figure autoritarie, ci trasformeremo con il tempo in
adulti obbedienti e sottomessi che, a fronte della paura di prendere decisioni, preferiscono che
altri pensino per loro e si assumano le loro responsabilità.

Così, anziché seguire il proprio cuore e crearsi un cammino da soli, in molti preferiscono obbedire
agli ordini e seguire il percorso segnato da altri; un percorso che, probabilmente, è volto al bene
comune e a ciò che è meglio per la maggioranza. Ma su quel cammino non c’è modo di sviluppare un
senso critico, né di trovare ciò che dà realmente senso alla propria individualità.

“Nulla esalta l’autorevole come il silenzio”
-Augusto Roa Bastos-

Cercare di soddisfare le aspettative altrui

Rispettare i desideri degli altri, vivere secondo le loro aspettative implica vivere per la felicità
altrui e non per la propria. In questi casi non vale la scusa del “non posso scegliere”. Siete
uomini liberi e sta a voi decidere, sempre. Un altro discorso è che optiate per l’alternativa più
facile e meno dolorosa, almeno sul breve termine.

Anche se gli altri affermeranno di volere solo il meglio per voi, in fondo lo fanno per soddisfare
le proprie necessità, pensando a se stessi. Se vogliono che soddisfiate le loro aspettative senza
lasciarvi la libertà di scegliere, stanno soltanto cercando un modo per manipolarvi, vogliono porvi
dei paletti affinché non deviate dal percorso che hanno scelto per voi.

Le distrazioni che ci intristiscono

Siamo cresciuti nella cultura delle distrazioni. Siamo costantemente occupati, impegnati in cose che
non contribuiscono al nostro benessere, ma alle quali dobbiamo badare senza mai fermarci. Questa
costante distrazione ci riempie la testa di confusione e agitazione mentale.

In queste condizioni è molto difficile trovare un vero obiettivo, e ancor di più trovare i mezzi
adeguati per raggiungerlo. Simili distrazioni ci privano della pace e della quiete di cui avremmo
bisogno.

È fondamentale riuscire a mettere da parte ogni distrazione, centrandoci piuttosto nelle cose
davvero importanti, ovvero quelle che riempiono il nostro cuore di allegria e ci permettono di
essere la miglior versione di noi stessi.

La ricerca della perfezione

Un altro atteggiamento che ci priva della felicità è legato al tentativo di creare una vita
perfetta. La perfezione non esiste. La vita è un continuo percorso di crescita e miglioramento.
Cercare di rendere tutto perfetto ci impedisce di goderci a pieno ciò che siamo e ciò che abbiamo,
poiché tendiamo a concentrarci solo sui nostri difetti.

La costante ricerca della perfezione porta inevitabilmente molto stress, delusioni, vergogna, odio
verso se stessi e il tentativo di controllare gli altri.

“L’ansia nasce quando le persone pretendono di compiere tutto alla perfezione sentendo altrimenti
di non valere nulla come essere umani. Dovremmo rinunciare all’ambizione di vivere una vita perfetta
e renderci conto che tendiamo ad agire in maniera imperfetta perché, in qualità di esseri umani,
siamo fallibili, e possiamo accettarci con le nostre imperfezioni.”
-Albert Ellis-

Di: Vigilia Maria

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