Wolfgang Pauli: La Resurrezione dello Spirito nel Mondo

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Wolfgang Pauli: La Resurrezione dello Spirito nel Mondo

di F. David Peat

3-5-2006

Il dialogo tra la religione e la scienza avviene non solo come dibattito aperto tra due discipline.
È anche un movimento verso la completezza in un individuo che cerca di riconciliare interiore ed
esteriore, soggettivo ed oggettivo, teoria ed esperienza. Nel considerare questa relazione tra la
scienza e la religione è utile rivolgersi alla vita di Wolfgang Pauli, uno dei più importanti fisici
del ventesimo secolo.

Pauli nacque nel 1900 a Vienna e pubblicò il suo primo scritto scientifico due mesi dalla fine della
scuola superiore. A vent’anni aveva scritto un articolo di 200 pagine sulla teoria della relatività
che fu elogiato da Einstein con le seguenti parole, “nessuno che studiasse questo lavoro maturo e
magnificamente concepito potrebbe credere che l’autore sia un uomo di 21 anni (sic). Ci si chiede
cosa dovremmo ammirare di più … la comprensione psicologica dello sviluppo delle idee, la sicurezza
della deduzione matematica, la profonda visione fisica, la capacità di presentazione.” Le
conversazioni di Pauli con Heisenberg spianarono la strada per la teoria quantistica e, ad alcuni
mesi dalla scoperta di Heisenberg, Pauli aveva applicato la nuova teoria per calcolare lo spettro
dell’atomo di idrogeno. Le sue successive discussioni con Bohr aiutarono a formulare
l’interpretazione di quella teoria. Il suo famoso Principio di Esclusione spiega perché c’è
struttura nell’universo. Elettroni, protoni ed altre particelle chiamate fermioni sono governate da
un principio di asimmetria, che significa che non possono essere tutti nello stesso stato
quantistico. Questa restrizione dà inizio alla differenziazione del mondo materiale in uno di vari
elementi chimici. Dall’altra parte, le particelle bosone sono governate dal principio della
simmetria che permette loro di aggregarsi in un singolo stato coerente, com’è il caso dei laser, dei
superconduttori e dei superfluidi.

La visione di Pauli dell’importantissima simmetria in natura lo portò anche a predire il neutrino,
venticinque anni prima che fosse scoperto sperimentalmente. Da parte sua, Max Born, credette che
Pauli fosse uno scienziato più grande di Einstein. Però il nome di Pauli non è mai stato molto
conosciuto al pubblico in generale come gli altri giganti della scienza degli ultimi trecento anni.
Il motivo è che Pauli preferì lavorare dietro le quinte proponendo nuove idee e fornendo commenti
critici in conversazioni, lezioni e lettere. Nella sua personalità Pauli fu un po’ un paradosso.
Mentre alcuni si riferirono a Pauli come “la coscienza della fisica” altri lo soprannominarono “il
tremendo Pauli” e “la frusta di Dio” a causa dei suoi commenti brutali e severi durante i seminari.
Riferendosi ad un articolo di un collega, ad esempio, disse, “Questo non è corretto. E non è nemmeno
sbagliato. Pauli era molto attaccato a sua madre che si suicidò nel 1927 quando scoperse che suo
marito aveva una relazione. Da questo punto in avanti la vita di Pauli cadde a pezzi. Il suo
matrimonio con una cantante di nightclub durò solo alcune settimane. Iniziò a bere sempre più e
divenne aggressivo nei bar al punto di essere buttato fuori. Finalmente a trent’anni consultò Carl
Jung che lo trovò “un individuo estremamente unidirezionale il cui inconscio era divenuto turbato ed
attivato; così si proiettava su altri uomini che gli apparivano come suoi nemici … divenne molto
solitario … iniziò a bere … litigare … fu picchiato”. Nella tipologia junghiana, Pauli era il tipo
di pensatore la cui funzione dei sentimenti era stata così repressa e non riconosciuta che ora
minacciava di esplodere e di travolgerlo. Jung trovò Pauli così “stracolmo di materiale arcaico”
che, non volendo influenzare o “contaminare” questo materiale in alcun modo, lo indicò ad un
collega, Erna Rosenbaum, per l’analisi dei sogni.

La Rosembaum si era appena laureata perciò Jung sapeva che non avrebbe “interferito” col suo
paziente. Ed invero durante i cinque mesi di analisi Pauli riportò centinaia di sogni eccezionali.
Aveva aperto un dialogo con i più profondi livelli della sua mente inconscia e, a sua volta, aveva
iniziato ad insegnargli. L’incontro di Pauli con l’inconscio culminò in una visione di una tale
sublime armonia – l’Orologio del Mondo – che produsse qualcosa di simile ad una conversione
religiosa nel fisico. Questo sogno espresse la misteriosa armonia del cosmo e nel suo simbolismo unì
due mondi – rappresentati da dischi rotanti. Questo tema di unificazione di due mondi sarebbe
ricorso ripetutamente durante la vita da sveglio ed onirica di Pauli. Grazie a questi messaggi
dall’inconscio Pauli iniziò ad avere intuizioni sulla sua stessa natura ed avvertì il pericolo della
sua personalità nell’oscillare da un estremo all’altro. Si rese conto che era stato freddo, cinico,
ateo ed intellettuale. Poteva oscillare, scrisse, dal delinquente e criminale all’eremita non
intellettuale che aveva manifestazioni d’estasi e visioni. Verso il 1935 Pauli sognò che Einstein
venne da lui e gli disse che la teoria quantistica era unidimensionale ma che la realtà era
bidimensionale. Pauli doveva accettare una nuova dimensione della realtà ed egli credette che la
dimensione mancante fosse l’inconscio ed i suoi archetipi. Jung aveva proposto gli archetipi come
princìpi strutturali della mente inconscia ma Pauli ora affermava che essi erano anche i princìpi
sottostanti per le strutture ed i processi nel mondo fisico. A questo proposito intraprese un
programma di ricerca per sviluppare quello che definì un “linguaggio neutro”, uno che si fosse
applicato ugualmente bene alla fisica come alla psicologia. Collaborò con Jung sul lavoro di
quest’ultimo sulla sincronicità (il “principio di connessione acasuale” di Jung o la “connessione
significativa). Indipendentemente iniziò a studiare il modo in cui l’archetipo della Trinità aveva
influenzato Keplero nella sua formulazione delle leggi del movimento planetario.

Ma Pauli stava ora facendo altri sogni in cui una “donna esotica” gli andava a far visita. Pauli
credeva che lei fosse la sua anima. Iniziò a capire che la questione più importante era “la mancanza
dell’anima nella moderna concezione scientifica del mondo”. Lo “spirito della materia”, credeva, era
stato negato per 300 anni ed ora stava lottando per la resurrezione. Era guidato da una visione del
ritorno dell’anima nel mondo. Mentre aveva parlato con pochissime persone del suo nuovo lavoro, una
volta disse al suo assistente, H.B.G. Casimir, “Credo di sapere cosa succederà. Lo so esattamente.
Ma non lo dico agli altri. Perciò sto facendo piuttosto teoria a cinque dimensioni della relatività
benché non ci creda veramente. Ma so cosa succederà. Forse te lo dirò qualche altra volta.”
Contemporaneamente al suo lavoro sulla psiche, Pauli continuò a lottare con i princìpi della
simmetria e dell’asimmetria in fisica che, nelle sue numerose conversazioni con Heisenberg, egli
definì come un tentativo di riconciliare “Cristo e il Demonio”. Se seguiamo l’ingiunzione di Carl
Jung che l’alchimia non era tanto primitiva sperimentazione chimica ma un movimento psicologico
verso la completezza, in cui i processi interni della psiche sono proiettati esternamente sulla
materia, allora l’opera di Pauli in fisica è tutt’uno col suo tentativo di ottenere un matrimonio
mistico tra la materia e lo spirito.

Secondo Jung, il sogno di Pauli dell’Orologio del Mondo aveva prodotto qualcosa di simile ad una
conversione religiosa ed un cambiamento radicale nella vita di Pauli. Ciò nonostante nella sua mezza
età iniziò a diventare depresso. All’età di 47 anni ebbe il primo di una serie di sogni preoccupanti
in cui un “persiano” lo andava a trovare. Nella prima occasione lo straniero arrivò portando delle
lettere. Voleva entrare nell’università di Pauli e studiare ma non gli era concesso. Quando iniziò a
parlare a Pauli con voce acuta Pauli gli chiese se fosse la sua ombra. “No,” disse lo straniero, “tu
sei la mia ombra”. Pauli gli chiese se voleva studiare fisica. Il visitatore disse che non riusciva
a comprendere il linguaggio di Pauli e Pauli non avrebbe compreso la fisica nel suo linguaggio. Ma
avrebbe aiutato Pauli portandogli una sedia perché non c’era una sedia nello studio di Pauli. Pauli
avrebbe dovuto lasciar andare le sue illusioni. “Ha molte donne ma ce ne può essere soltanto una.”
Ripensando al sogno Pauli si rese conto che il suo tentativo di un matrimonio mistico era stato
troppo accademico.

Malgrado le sue intuizioni psicologiche egli stesso rimase scollegato dalla realtà – il suo ufficio
non aveva neppure una sedia. Nonostante questa visione di unificazione continuò a vivere in un mondo
dove c’era una chiara divisione tra spirito e materia. Il messaggio del persiano era chiaro, il
linguaggio neutrale di Pauli non sarebbe mai stato sufficiente per colmare quel divario. Pauli si
rese conto che l’elemento fondamentale nel nostro mondo moderno è la mancanza d’anima nella
concezione scientifica del mondo, però ora gli si dice di essere fedele soltanto ad una donna – la
sua stessa anima. I sogni di Pauli continuarono a metterlo in guardia. Due anni dopo sognò che era
nel dipartimento di fisica di un alto edificio. Lesse un annuncio che ci sarebbe stata una lezione
di cucina fatta dal Professor Pauli. Improvvisamente scoppiò un incendio nell’edificio. Pauli riuscì
a fuggire e trovò un taxi all’entrata. Il conducente era lo “straniero” che disse “Ti porterò dove
appartieni”. Di nuovo Pauli era stato avvisato che aveva perso contatto con la realtà. La cucina lo
avrebbe portato alla materia grezza della vita, alla trasformazione alchemica. Credette che lo
straniero fosse Ermes o Mercurio che lo tentava ad entrare nel mondo dei sensi.

Se Pauli non riuscì a fare questo passo nella sua vita come avrebbe mai potuto trasformare la
visione scientifica per includerne l’anima? In una lettera a Jung scrisse che l’elemento mancante
era Eros; solo l’amore avrebbe saputo colmare il divario tra la fisica, lo spirito e la psicologia.
Sempre più Pauli si sentì diviso nella sua vita. I suoi sogni avevano mostrato la direzione in cui
avrebbe dovuto muoversi, però gli mancava il coraggio di cambiare. Iniziò a far visita
all’assistente di Jung, Maria von Franz, e formò una relazione che ebbe un profondo significato
spirituale per lui. Perseverò nell’analisi dei suoi sogni però, secondo von Franz, “non voleva
arrendersi alle richieste dell’inconscio e soffrirne le conseguenze.” Nella scienza il calore è la
chiave di trasformazione. Come metafora si applica ugualmente all’alchimia come pure alla
psicoterapia. I processi entro una storta alchemica sono rispecchiati da quelli dell’incontro
terapeutico. Solo il calore, che sale con l’amore, scongelerà “gli incidenti ghiacciati della vita”
come dice la junghiana Beverly Zabriski.

Attraverso questo dialogo con l’inconscio e le sue proiezioni nel mondo della fisica, come pure i
suoi tentativi di riconciliare materia e spirito nel mondo, Pauli stesso stava facendo lavoro
alchemico. Però l’oro alchemico non apparì mai. Eros era sempre stato assente dalla sua vita. Verso
la fine della sua vita al fisico fu concesso un sogno finale. Una donna gli insegnerà a suonare il
pianoforte. Lei prende un anello dal suo dito e lo dà a lui. Gli dice che quest’anello unirà i due
mondi perché è l’anello della sua scuola di matematica. È “l’anello di i.” Il significato di
quest’anello è che in matematica “i” sta per quelli che sono conosciuti come numeri immaginari.
Assieme ai numeri reali essi creano un piano bidimensionale. Ancora il simbolismo ritornava al sogno
trasformatore di Pauli dell’Orologio del Mondo, un congegno che univa due mondi nell’armonia più
sublime. Ma le figure nei suoi sogni stavano diventando arrabbiate ed iniziarono a perseguitarlo.
Aveva perso il suo orientamento ed alla fine abbandonò il suo sogno di unificare il mondo interno e
quello esterno. Per qualche tempo continuò con la fisica e con il suo tentativo di riconciliare
“Cristo e il Diavolo”. Durante il Natale del 1957, scrisse ad Heisenberg, “Se solo i due divini
contendenti – Cristo e il Diavolo – potessero riconoscere che sono diventati molto più simmetrici!”
Poco tempo dopo Pauli si recò negli Stati Uniti per spiegare la sua nuova teoria.

Da là Heisenberg ricevette una brusca lettera che gli diceva che lui, Pauli, ritirava il suo lavoro.
Alcuni mesi dopo Pauli si ammalò e, a seguito di un’operazione, morì di cancro. Pauli stesso poteva
credere che la sua vita era finita in fallimento – il fallimento di unire “Cristo e il Demonio”
entro la sua teoria del campo unificato della fisica ed il fallimento di effettuare un’unione di
materia e spirito entro il mondo della fisica. Ciò nonostante la validità del suo sogno vive ancora.
L’esempio di Pauli è salutare. Ci dice che questo desiderio di un matrimonio tra la materia e lo
spirito, la scienza e la religione, rimane unilaterale quando è fatto solo a livello astratto o
intellettuale. Eros deve entrare, non si deve solo cercare l’unità all’esterno, nel mondo delle
idee, ma all’interno nella propria vita. Quest’ultima, questa ricerca per la completezza interiore,
può essere un processo infinito. A dire il vero, il processo stesso potrebbe essere più
significativo di qualche fantasia di uno scopo finale. Questo mi porta ad una considerazione finale,
che, spero stimolerà il dibattito. È che la religione in …. che, io credo la scienza (com’è
praticata al momento), e la religione si separino, o almeno rivelino un atteggiamento diverso verso
la conoscenza e la certezza.

La religione tollera il mistero, il vivere con l’incertezza e l’accettazione del dubbio. I filosofi
lavorano in una lunga tradizione, rivedendo ed illuminando eterni problemi di verità, morale e
comportamento. Scrittori, artisti e compositori aggiungono continuamente, consolidano o trasformano
le loro stesse tradizioni. La scienza però, particolarmente la fisica teorica della seconda metà del
ventesimo secolo, ha costantemente cercato una chiusura. Vuole raggiungere il livello più
fondamentale, l’equazione suprema, la particella “Dio”. La fisica ha creato questo scopo finale per
se stessa e crede che sia un fine raggiungibile. L’incapacità di raggiungere una tale ipotetica meta
può perciò essere facilmente vista come un fallimento personale. È vero che il livello o la
spiegazione suprema possono effettivamente esistere. Allo stesso modo possono non esistere. È del
tutto possibile che, in un certo senso, la fisica possa continuare a dialogare con la natura
nell’immediato futuro. È possibile che sia stato a questo livello che Pauli ha confuso il suo
fallimento di unificare la simmetria (Cristo e il Demonio) in fisica con l’apertura della sua
ricerca per la completezza della materia e dello spirito e con la natura interiore della sua stessa
ricerca interiore.

Io credo che la vita di Pauli ci insegni che il dialogo tra la scienza e la religione deve anche
continuare nella vita di ciascun individuo che si impegni nel dibattito. A questo proposito mi
ricordo di una storia che Carl Jung spesso raccontava. Si tratta della storia di un uomo della
pioggia che fu invitato in un villaggio che aveva avuto un lungo periodo di siccità. Dopo essere
entrato nel villaggio il vecchio andò in una capanna dove restò per qualche tempo. Finalmente le
piogge iniziarono e gli abitanti del villaggio chiesero all’uomo come aveva fatto la pioggia. “Io
non ho fatto la pioggia,” fu la sua risposta. “Quando sono entrato nel villaggio l’ho trovato in
grande disarmonia, così i processi della natura non operavano nel modo che avrebbero dovuto. Questo
ha prodotto disarmonia anche in me. Perciò sono andato dentro alla capanna per ricompormi finché la
mia armonia interna fu ritornata e l’equilibrio ristabilito. Poi iniziò a piovere.”

www.scienzaeconoscenza.it/articolo.php?id=3266

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