Una via diretta per il dolore da emicrania e trigemino

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Una via diretta per il dolore da emicrania e trigemino

13 novembre 2017

A differenza degli stimoli dolorosi provenienti dal resto del corpo, quelli che arrivano dalla testa
hanno accesso diretto alle aree cerebrali che attribuiscono un valore negativo a quegli stimoli. La
scoperta spiega perché il dolore provocato da patologie come la cefalea a grappolo o la nevralgia
del trigemino sia così insopportabile e debilitante (red)

da lescienze.it

Ciò che rende particolarmente insopportabili e debilitanti cefalee e nevralgia del trigemino è il
collegamento diretto fra i neuroni sensoriali che innervano la testa e il viso e le aree cerebrali
che controllano le reazioni istintive ed emotive agli stimoli. A scoprirlo è un gruppo di
ricercatori del Duke University Medical Center a Durham, negli Stati Uniti, che firmano un articolo
su “Nature Neuroscience”.

Il dolore cronico al capo e al viso, come la cefalea a grappolo e la nevralgia del trigemino, può
diventare così grave che alcuni pazienti cercano soluzioni chirurgiche, tra cui la resezione dei
percorsi neurali noti che portano segnali di dolore dalla testa e dal viso al cervello. Ma anche
dopo queste misure invasive un numero consistente di pazienti continua a soffrire.

Anche se i segnali dolorosi provenienti dalla testa e dal corpo arrivano al cervello attraverso due
diversi gruppi di neuroni sensoriali, non può essere questa la causa delle differenze di percezione
del dolore dato che entrambi i tipi di neuroni hanno la stessa efficienza nella trasmissione dello
stimolo doloroso.

Inoltre, ciò non spiegherebbe perché il dolore alla testa evoca una risposta molto più intensa
dell’amigdala, il centro cerebrale che attribuisce un valore positivo o negativo a uno stimolo,
concorrendo così a rendere più o meno sopportabile un dolore.

Nel nuovo studio Fan Wang e il suo team hanno monitorato l’attività cerebrale nei topi dopo aver
irritato una zampa o il muso, scoprendo che l’irritazione al viso provoca un’attività maggiore nel
nucleo parabrachiale del cervello (PBL), una regione direttamente collegata all’amigdala e ad altri
centri correlati alle risposte centri istintive ed emotive.

Ricorrendo a una nuova tecnologia chiamata CANE (capturing activated neuronal ensemble), hanno
quindi scoperto che mentre i segnali dolorifici provenienti dal corpo arrivano al PBL dopo essere
transitati per altri centri cerebrali, quelli che provengono dalla testa hanno, oltre a quel
percorso, anche un accesso diretto alla PBL.

“Abbiamo dunque ottenuto la prima spiegazione biologica del fatto che questo tipo di dolore può
essere emotivamente molto più sconvolgente degli altri”, ha detto Wolfgang Liedtke, coautore
dell’articolo. Ma oltre a offrire una comprensione più profonda del dolore cronico alla testa e al
viso, la scoperta apre le porte alla possibilità di nuove terapie potenzialmente di beneficio a
questi pazienti.

nature.com/articles/doi:10.1038/s41593-017-0012-1

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