Suoni che risvegliano Kundalini di Govinda

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I suoni che risvegliano Kundalini

di Govinda

Tratto da:

Govinda
LA CONOSCENZA DELL’INFINITO
Meditazione e realizzazione di Dio

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– I Suoni Interiori –

Vivere senza la Verità è penoso e angosciante. Quando un uomo pratica la
meditazione, il suo mondo, afflitto da problemi e sofferenze, diventa pieno
di pace e gioia divina. Concentrate la mente e immergetevi nei più segreti
recessi del vostro essere. Scoprirete certamente l’Eterno. Solo se cercate
nell’acqua profonda, troverete la perla della Verità. Se ve ne state a riva,
vedrete soltanto conchiglie rotte.

È a causa della dispersione mentale che l’uomo non sa guardare dentro di sé
e ha dimenticato lo splendore immortale della sua anima. Egli non può avere
una percezione acuta finché i raggi dispersi della mente non vengono fatti
convergere in un solo punto interno. Allora potrà percepire il fascino del
suo spirito.

Scopre che la vera realtà è indescrivibile e al di là della portata dei
sensi. Essa è la luce che illumina tutto, mentre niente è luce che può
illuminare lei. Il linguaggio non può esprimerla, l’intelletto non può
comprenderla. La più grande fortuna è conoscere questa Verità sublime che,
sebbene invisibile a chi non ha occhi per vederla, è la cosa più manifesta.
Proprio come conoscendo un solo pezzo di creta, si conosce ogni cosa fatta
di creta; come da un solo ornamento d’oro, si conosce tutto ciò che è fatto
di oro, dal momento che le modificazioni sono soltanto forme e nomi diversi,
mentre la realtà costituita dalla creta e dall’oro rimane sempre la stessa,
similmente, conoscendo la propria essenza, si conosce l’essenza di tutto ciò
che esiste. Conoscendo lo Spirito, ogni cosa di questo universo viene
automaticamente conosciuta, perché tutto è una sua modificazione.

Sperimentando l’estasi divina, tutti i piaceri del corpo e della mente sono
sperimentati. Da essa hanno origine e in essa, quindi, sono contenuti. Così
l’uomo soddisfa appieno i suoi sensi, appaga il desiderio di sensazioni
tattili e di bellezza fisica, il bisogno creativo di arte e di poesia.

Durante la concentrazione non ci deve essere sforzo, né tensione. Mentre
viene diretta sul terzo occhio, la mente deve stare rilassata tutto il
tempo. Anche se vi sfugge non inquietatevene. Cercate di portarla sotto
controllo dolcemente e in modo naturale. Se la sforzate, invece di ottenere
stabilità e calma, essa si sente stanca e si agita, avrete l’effetto
contrario. Via via che i pensieri si diradano e le onde mentali si placano,
il grado di concentrazione aumenta da solo.

Riempite l’intelletto di sentimenti puri ed elevati. Allo stesso modo in cui
potete impregnare l’aria di profumo, saturate la vostra mente con pensieri
su Dio e sulla presenza divina in ogni cuore. Saranno escluse tutte le
tendenze mondane e l’anima si sveglierà alla spiritualità. Si formeranno dei
nuovi canali nel cervello e nuove vie si apriranno nel subconscio.
Attraverso essi fluirà un flusso continuo di coscienza spirituale che vi
terrà sempre dediti alla meditazione e fedeli al vostro ideale divino. Una
misteriosa voce interiore vi guiderà. La udrete molto chiaramente.

Se coltivate pensieri positivi, vi metterete in sintonia con le
corrispondenti vibrazioni benefiche che si trovano nello spazio. Ve ne
avvantaggerete e diventerete più forti. Se invece nutrite pensieri negativi,
attirate su di voi vibrazioni negative. Aprirete quei canali interiori di
bassa natura attraverso i quali esse vi penetrano peggiorando la vostra
condizione.

Quando un legno bagnato viene posto sopra un braciere, esso perde a poco a
poco la sua umidità e infine brucia. Del pari, lo spirito di mondanità si
dissecca nell’uomo che pensa costantemente a Dio. Infine egli arde dal
desiderio di vederlo.

Tutto dipende dalla pratica. Il risveglio di Kundalini richiede tempo e
pazienza, ma non si deve vivere d’attesa, né chiedersi quando la meditazione
porterà frutto. Ci si deve abbandonare al sentiero, sapendo che è la propria
esistenza. Il tempo è troppo lento per chi aspetta, troppo rapido per chi ha
paura, troppo lungo per chi soffre, troppo breve per chi gioisce, ma per chi
ama il Signore il tempo non esiste.

Occorre sempre ricordare gli insegnamenti del proprio Maestro e stare in
compagnia dei suoi devoti. Le tendenze si sviluppano in noi a seconda delle
persone che frequentiamo. Bisogna allontanarsi dagli amici indesiderabili e
non farsi trascinare verso le frivolezze del mondo che distruggono le nobili
qualità. Esso è pieno di menzogne, d’inganni, di doppiezza, d’ipocrisia,
d’invidia, d’adulazione e d’interessi personali.

È impossibile non rendersi conto che è tutto falso. In ogni circostanza
usate il vostro discernimento, non date ascolto agli ignoranti e ai
maliziosi che cercano di distogliervi dai vostri propositi. La Verità che
salva sta solo dentro di noi. Impiegate tutte le vostre energie per
conoscerla.

Non meditate assieme a persone che seguono altri Maestri. È un consiglio
molto importante. La loro presenza crea ostacoli invisibili di cui non ci si
avvede, ritarda il momento del risveglio ed è negativa per la propria
evoluzione.

Nel campo spirituale non ci può essere mescolanza di sentieri. Ciascuno è
unico, esclusivo e strettamente personale. Per la sua originalità non ha
alcuna somiglianza con gli altri, sebbene le tecniche usate possano sembrare
uguali.

Si possono unire gli Stati, le ideologie e le associazioni, che operano
nell’ambito della vita materiale, ma non le vie dei Maestri. Basta pensare
che molti uomini, considerati tali e annoverati fra gli Illuminati, sono
invece false guide.

Se qualcuno parla di unione dei sentieri in nome dell’amore, è solo perché
in realtà non è sicuro del proprio, non si sente tranquillo e cerca
l’approvazione degli altri sentieri, di prendere da essi. Soprattutto denota
scarsa serietà nei confronti del proprio Maestro e una mente immatura.

Si reca nei vari ambienti religiosi spinto dall’irrequietezza interiore, per
non avere ancora trovato la sua vera guida. Egli non conosce il modo
particolare in cui opera la Grazia divina, la quale esige assoluta coerenza
ed esclusività, non sa che l’aiuto di cui ha bisogno gli può venire soltanto
dal suo Maestro e non anche dai Maestri degli altri. Ciò dimostra che
nessuna mescolanza è consentita, per il fatto stesso che ai fini evolutivi
non è di alcuna utilità, oltre a creare confusione. Ognuno dovrebbe stare
nel proprio sentiero, non introdursi in quello altrui e rispettarlo
qualunque cosa ne pensi. Questo significa fratellanza e armonia tra gli
uomini.

Non sono solo io a dirlo. Anche i Maestri dai quali sono derivate le
religioni hanno fondato il loro insegnamento su tali principi. Essi emergono
da molte affermazioni. È la maniera in cui in India viene praticata la
spiritualità da tempi immemorabili, la tradizione orale da cui sono nati i
giganti dello spirito.

Krishna, Buddha, Gesù e Maometto non hanno mai stabilito intese o accordi
con le religioni della loro epoca, ma le hanno respinte inducendo i loro
discepoli ad abbandonarle completamente. Essi scuotevano alla base l’intero
sistema religioso tradizionale, per questo la massa, educata dai sacerdoti,
non li accettò. Furono poche le persone che credettero e si salvarono.

Il loro intento non è stato mai quello di unire sentieri e religioni, perché
questo va contro la volontà divina, bensì di fare della propria via il
sentiero unico ed esclusivo per coloro che si convertivano.

Anche oggi in oriente i Maestri di risveglio di Kundalini vengono seguiti
con questa concezione fondamentale. Ogni sentiero è distinto e separato
dagli altri.

Non è vero che tutte le vie portano a Dio. Una sola conduce a Lui: è la via
del Maestro vivente. A cosa servono gli altri sentieri? Essi non sono che
deviazioni, falsi culti.

Gesù disse alla folla che lo ascoltava: “Io non sono venuto a unire, ma a
dividere, non a mettere pace, ma discordia. Da ora innanzi, se vi sono
cinque persone in una casa, saranno divise tre contro due, e due contro tre.
Io sono venuto a mettere il figlio contro suo padre, la figlia contro sua
madre, la nuora contro la suocera e l’amico contro l’amico; e i nemici
dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. Chi non viene dietro a me, non
è degno di me, non può esser mio discepolo. Chi non è con me, è contro di
me; e chi è contro di me, è contro Dio”.

Queste cose diceva Gesù a persone molto religiose, che seguivano fedelmente
le sacre scritture, compivano nel tempio i riti prescritti e si ritenevano,
erroneamente, nel giusto.
Krishna, parlando al suo discepolo Arjuna, disse:

“Diventa mio devoto. Lascia la religione e abbandonati a me. Io ti libererò
da tutte le reazioni dell’ignoranza e del peccato. Non temere. Senza dubbio
ti condurrò a Dio, nella dimora suprema dell’Assoluto”.

L’idea di mettere assieme le religioni e farsi punto d’incontro delle varie
fedi può sorgere solo in chi non è capace di creare un sentiero, non
sentendosi realizzato, e teme di non essere seguito. Egli si serve
dell’influenza dei grandi Illuminati per affermare la propria personalità.
Sfrutta la devozione e la fede che gli uomini hanno nei veri Maestri
ripiegandole abilmente su di sé, così da investirsi di un carisma che non è
suo, suscitare fiducia ed essere accettato come guida spirituale. Solo in
tal modo può fare proseliti e circondarsi di fedeli. Ma non deve essere
così.

Se in voi c’è ancora il desiderio di conoscere altri sentieri, significa che
quello in cui credete non è in realtà il vostro sentiero, che possedete
frivolezza di carattere. Quando incontrerete il Maestro che dovrà condurvi
alla Luce, la tranquillità e la fermezza di mente che acquisterete vi
terranno saldi nella sua guida, senza mai discostarvene. Dentro il suo amore
sarà la vostra unica dimora. In voi sorgerà una grande stabilità interiore e
non avvertirete più alcuno stimolo a recarvi negli altri sentieri, ad
apprendere nuovi metodi. Troverete ciò infantile e controproducente.

L’armonia non si raggiunge in rapporto alle persone, ma in rapporto a se
stessi. È uno stato della mente, non un sentimento tra individui. Nasce
dalla relazione con il Sé supremo e non dipende dalla vita esterna. Chi non
ha l’armonia dentro, non può sperare di raggiungerla attraverso gli altri.
Resterà sempre povero e infelice.

Il sentimento di devozione traccia un canale etereo che va dal cuore del
discepolo al cuore del Maestro. Attraverso esso scorre la Grazia divina. Se
mentre meditate siete con una persona che non è del vostro sentiero, questo
canale interiore viene deviato dalla sua devozione, che possiede una diversa
direzione, anche se è rivolta a Dio, per cui non raggiunge il Maestro e non
si arriva mai ad essere in sintonia con lui.

L’aura formata dentro di voi dalla vostra fede è disturbata a livello
inconscio dalle sue onde mentali. La Kundalini avverte questo turbamento e
non accorda il suo favore. Sono fenomeni molto sottili di cui l’individuo
non si accorge. Poiché le vibrazioni spirituali di chi segue un altro
Maestro non hanno le stesse caratteristiche delle vostre, si genera un
contrasto che blocca la crescita impedendo ogni esperienza.

Pertanto non andate nelle chiese e negli altri luoghi di culto, non fate
meditazione con chi non appartiene al vostro sentiero, perderete quello che
avete conseguito. La solitudine e la compagnia dei discepoli della propria
guida armonizzano l’aura, intensificano il canale che connette col Maestro e
lo tengono stabilmente orientato verso di lui, permettendo alla Grazia
divina di giungere al devoto.

La Madre universale sa con quanta fedeltà seguite il sentiero che avete
scelto. Se non siete sinceri si offenderà con voi, non vi darà la sua
amicizia. La vostra Kundalini è la stessa che dimora nel Maestro.
Assicuratevi quindi che i vostri sentimenti nei confronti della guida
spirituale siano genuini. Se simulate, siete ambigui o le mancate di
rispetto, non fate altro che ingannare voi stessi.

Con il termine meditazione si indicano anche le tecniche di risveglio. Esse
sviluppano pensieri elevati e calma mentale. Danno la forza e la pace per
affrontare tranquillamente i disordini e gli inconvenienti della vita
quotidiana. Sono la via che bisogna seguire per raggiungere la Coscienza
cosmica.

Inoltre costituiscono un potente tonico per l’organismo. L’energia vitale
viene spinta in tutti gli angoli e le fessure del corpo, penetrando i nervi,
gli organi e le cellule. In tal modo dà loro vitalità, ne elimina le sottili
cause di malattia e ne assicura il buon funzionamento.

Mentre meditate, i dubbi si risolvono da soli e le vostre domande ottengono
risposta. Non potete conoscere la vostra divinità senza fare le tecniche.
Non potete sbarazzarvi delle pene e delle afflizioni che derivano dal
susseguirsi delle rinascite senza la loro costante pratica. Solo tramite la
meditazione ottenete l’estasi immortale. Allora, in ogni luogo, non vedrete
che l’unico e infinito Sé colmo di beatitudine. Sarete il più ricco degli
uomini, anche se avete un solo straccio per coprirvi e niente da mangiare.

Il devoto coltiva le divine virtù dell’evoluzione interiore nel giardino del
suo cuore, prendendosi cura della disciplina spirituale.

Ma durante il cammino della vita, incontra amici che portano con sé il
divoratore delle virtù, vale a dire il vizio. Il contatto con queste persone
sembra interessante e piacevole, in realtà è un’amicizia che gli costerà
molto cara. Un giorno scoprirà con grande amarezza che quella compagnia lo
ha spogliato di tutte le virtù divine che aveva pazientemente coltivato per
poter entrare nella dimora del Signore. Egli non può presentarsi dinanzi a
Dio senza purezza di mente ed elevazione. Addolorato e pieno di rimorsi, con
fatica, deve riconquistare quello che ha perduto.

O aspiranti alla perfezione! Non stringete amicizia con esseri indegni e non
lasciatevi vincere dalle cattive abitudini. Amate il silenzio più
dell’eloquenza e non ascoltate i discorsi ignobili di individui corrotti.
Dovete avere un interesse genuino per ciò che riguarda i misteri dell’anima.
Allora soltanto tutta la vostra attenzione si rivolgerà all’interno.

Se fate sorgere l’amore per la Verità divina e create l’interesse, avrete
una meravigliosa concentrazione, niente potrà importunarvi. La mente è
sempre in agguato, pronta ad assalirvi per arrestare il vostro progresso. Vi
tenterà in mille modi. Chiaritevi costantemente le idee e riflettete con
lucidità. Siate sempre consapevoli della vostra missione nel mondo.

Se Dio non esistesse, da dove verrebbero all’uomo l’intelligenza, l’amore e
la saggezza? A nessuno sorgerebbe mai il desiderio di realizzarlo e ogni
tentativo risulterebbe vano. Non ci sarebbe dentro di noi il più lieve
stimolo religioso, mentre, al contrario, in moltissimi casi l’impulso
spirituale ha dominato l’intera vita dell’uomo ed è stato di gran lunga più
travolgente di qualsiasi forza umana. Nessuno avvertirebbe il bruciante
sentimento di elevarsi al di sopra della natura fisica per ricongiungersi
allo Spirito.

Mentre ero in profonda meditazione, gli occhi si fissavano in alto verso la
corona della testa, dove splendeva una potente luce e risuonavano dolci
melodie. Il respiro veniva risucchiato e rimanevo in questo stato a lungo.

Percepivo anche divine fragranze che scaturivano dall’interno, al cui
confronto perfino i migliori profumi sono del tutto sgradevoli. Il mio
appetito era ritornato normale, mi nutrivo tre volte al giorno. La mia dieta
consisteva in riso, legumi, latticini e frutta.

La carica e l’entusiasmo che mi davano le varie esperienze, tutte
meravigliose e al di là di ogni aspettativa, mi indussero a dedicare maggior
tempo alla mia disciplina e a procedere più speditamente. Non pensavo ad
altro che a meditare, non mi interessava neanche la compagnia delle persone.
Il giorno riflettevo costantemente su ciò che avevo visto e non vedevo l’ora
di tornare nel mondo interiore. La meditazione era la mia sola passione, il
solo scopo del mio respiro. In quel periodo avevo appena terminato
un’esperienza, che subito un’altra la sostituiva.

Udivo molti suoni spirituali. Essi si manifestavano uno per volta, quando
invece facevano la loro comparsa contemporaneamente, formavano tali
estatiche armonie che nessuna composizione di arte umana può eguagliare. Le
musiche divine avevano il potere di trasformarmi. Bastavano solo poche note
per avvincermi. Allora scioglievo i miei ormeggi e, dimenticando tutto, mi
lasciavo trasportare in dimensioni paradisiache.

Questi suoni hanno provenienza diversa, sebbene la loro sorgente sia la
stessa. Il suono del flauto, del tamburo, dell’organo, di alcuni strumenti a
corda, i rintocchi della campana, il rombo potente del tuono e la musica
celeste sono prodotti in uno spazio etereo all’interno del cervello.

Gli altri suoni, tra cui il canto degli uccelli, il mormorio dei fiumi e
alcune melodie, nascono dentro il petto, là dove si trova la luce
dell’anima, e vengono percepiti da entrambe le orecchie. All’inizio del
risveglio sono questi ultimi che si manifestano, in seguito si odono anche
quelli proveniente dall’alto. Normalmente l’uomo non ne fa esperienza a
causa delle impurità che otturano i suoi canali fluidici.

Il boato del tuono è il suono più importante e più intenso. Esso è l’ultimo
ad apparire e preannuncia l’avvicinarsi della meta. Quando sta per emergere,
tutti gli altri suoni tacciono e si fa un gran silenzio, come se stesse per
accadere un evento molto atteso di grande importanza. Questo suono fu
prodotto dall’energia divina quando cominciò la creazione dell’universo, è
la corrente sonora primordiale che continua a riverberare nella natura
spirituale di tutto il cosmo.

Durante la meditazione, nel primo stadio della sua comparsa? esso sembra
spostarsi da una parte all’altra della testa. In realtà il suono rimane
sempre fermo in un solo punto del cervello, è la mente che, non avendo
ancora raggiunto la fissità, si muove e crea l’impressione che sia il suono
a muoversi.

Ogni volta che lo udivo mi concentravo su di esso e potevo ascoltarlo per
parecchi minuti di seguito. Ne ero irresistibilmente attratto. Perfino
durante il giorno la mia attenzione si volgeva da sola verso il centro da
cui il suono proveniva.

Dopo un certo tempo divenne persistente. Lo percepivo in continuazione
qualsiasi cosa facessi, camminando, mangiando o facendo il bagno. Allora la
mia gioia cresceva immensamente senza conoscere limiti. Sapevo che era la
forma sonora del Sé, il corpo vibrante dell’Assoluto, e lo adoravo come Dio
stesso, la sorgente di tutte le cose. La sua purezza immacolata rivelava la
sua divinità, la sua natura trascendente.

Anche la musica celeste era un’esperienza incredibile. Mi deliziavo sempre
più nell’ascoltarne le sublimi varianti e nel farlo mi sentivo sciogliere in
essa come zucchero che si fonde in acqua. Ero estasiato da note musicali
dolcissime che mi immergevano in un mondo saturo di splendide melodie.
Queste esperienze mi facevano scoprire la bellezza e il valore della
creazione, che tutto è in realtà una meravigliosa rappresentazione divina.
Allora glorificavo la vita e veneravo ogni cosa. Onde di beatitudine si
liberavano in me e comprendevo come è dolce e gioiosa l’esistenza.

Un’immensa, soave felicità nasce nell’uomo, lo riempie e lo accompagna ogni
minuto che trascorre, perché è vera e non può essere mandata via, non la si
può nascondere. Ad ogni persona che incontra, lo assale il desiderio di
gridare la sua felicità, la sua contentezza, la meraviglia che ha scoperto.

Appena cominciavo a meditare udivo spesso il flauto divino suonare motivi
affascinanti. Tutti i miei sensi erano elettrizzati dalle sue note
incantevoli e mi era addirittura impossibile distrarmi o pensare ad altro.
Poi dall’alto pioveva il nettare che mi deliziava con i suoi squisiti sapori
soprannaturali. Infine il fragore del tuono mi ricordava l’onnipotenza di
Dio.

Proprio come esistono varie luci spirituali, che nascono dall’unica Luce
Divina, così vi sono vari tipi di suoni mistici che derivano tutti
dall’unico suono universale e autogenerato esistente in natura.

Potete constatare voi stessi quanto questo suono sia perfetto. È il potere
cosciente dal quale è nato l’intero universo con le sue innumerevoli forme
di vita.

Come un seme contiene potenzialmente un intero albero con tutte le
caratteristiche della sua specie, come la forma delle foglie, il colore dei
fiori e il sapore dei frutti, allo stesso modo tutte le cose esistono in
forma sottile di seme e in uno stato indifferenziato nel suono divino, che
non è altro che la vibrazione cosmica di Kundalini.

Quando avrete superato tutti i suoni, compreso l’ultimo, vi troverete nello
stato di silenzio ineffabile che brilla della sua propria luce: è il trono
supremo del Signore. Entrerete nella dimensione della beatitudine incorrotta
priva di ogni traccia di diversità, dell’esistenza imperitura che è
indipendente da tutto e rimane sempre identica a se stessa. Sarete assorti
nella Realtà non rivelata e avrete la perfetta conoscenza di Dio.

Il Sé viene sperimentato come separato dall’attività, in uno stato
d’inazione e di quiete assoluta. Mentre la mente è impegnata nelle attività
esterne, essa rimane ancorata al silenzio dell’essere interiore che permea
tutti i sensi. L’uomo vede il silenzio eterno nell’attività e gode
costantemente la gioia che deriva dallo stato sereno libero dai pensieri.

Da questa gioia egli è pienamente saziato e la conserva anche se le cose
della vita gli vengono a mancare. Avendo conseguito l’estasi liberatrice,
egli è distaccato e appagato dal suo stesso essere. Rimane eternamente
felice e dappertutto, nel sacro silenzio spirituale, scorge l’unità
universale della sua anima.

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