Pentecostalismo: Toccati dal fuoco

pubblicato in: AltroBlog 0

Toccati dal fuoco

di Don Lattin

Cosa hanno in comune il Pentecostalismo e il movimento New Age? Più di
quanto si possa immaginare. La vera differenza tra i movimenti religiosi
“fondamentalisti” da una parte e il Pentecostalismo e molte manifestazioni
mistiche e spirituali del cosiddetto movimento New Age dall’altra, è
l’aspetto esperienziale.

Vengono per incontrare lo Spirito Santo, riempiendo edifici di culto diversi
come la Cattedrale afro-americana del miracolo dell’antico sentiero a
Vallejo, in California, e la Chiesa del pieno vangelo a Yoido, Seoul, nella
Corea del sud, che con i suoi 800.000 membri è la più grande congregazione
cristiana. Le braccia sollevate verso l’alto, il corpo leggermente
oscillante, gli occhi chiusi e le labbra un po’ aperte, irradiano una
passione religiosa sensuale e quasi contagiosa.

Impongono le mani e dicono di guarire le persone, emettono strani suoni e li
definiscono miracolosi, raccontano con sentimento delle sofferenze vissute e
si proclamano rinati. Sono i cristiani pentecostali, e quando gli storici
elencheranno i movimenti religiosi più importanti del ventesimo secolo, essi
potrebbero essere in cima all’elenco.

Dall’inizio di questo secolo, il Pentecostalismo è cresciuto come un fungo
in tutto il mondo. Il demografo della Chiesa David Barrett, direttore di The
World Christian Encyclopedia, scrive che alla fine del secolo i cristiani le
cui Chiese saranno confluite nel moderno movimento pentecostale saranno
circa 3,7 milioni. Oggi egli calcola la forza globale dei pentecostali in
450 milioni di unità.

Gran parte di questa crescita è avvenuta nell’America Latina, in Africa e in
Corea, ma il Pentecostalismo ha trasformato anche la scena religiosa
nordamericana. Due delle confessioni religiose a crescita più rapida negli
Stati Uniti sono pentecostali: la Chiesa di Dio in Cristo, che annovera 5
milioni di membri, soprattutto neri, e le Assemblee di Dio, che annoverano
1,8 milioni di membri, soprattutto bianchi.

Il Pentecostalismo è anche il gruppo religioso che sta dietro molte delle
“megachiese” indipendenti del Paese (congregazioni i cui riti sono
frequentati da migliaia di fedeli), per non parlare dei telepredicatori
politicamente impegnati, come Pat Robertson e Oral Roberts.

Come si può spiegare una tale prodigiosa crescita? Se fai questa domanda ai
cristiani pentecostali, probabilmente riceverai un sorriso allusivo e la
pronta risposta: “Il potere dello Spirito Santo”. Sentirai parlare delle
opere miracolose della mano di Dio, tanto viva oggi quanto quella domenica
di Pentecoste di 2000 anni fa, quando lo Spirito Santo discese sugli
apostoli di Cristo, infondendoli di potere spirituale.

Ma la stessa domanda a Harvey Cox, autore di Fire from Heaven: The Rise of
Pentecostal Spirituality and the Reshaping of Religion in the Twenty-First
Century, ottiene una spiegazione più sfumata. Professore alla Harvard
University e uno dei più creativi teologi protestanti del Paese, Cox afferma
che il successo del Pentecostalismo è dovuto alla sua enfasi sull’esperienza
personale del divino.

Dal punto di vista di Cox, un weekend all’Esalen Institute (il centro di
crescita a Big Sur, in California, considerato la culla del movimento per il
potenziale umano) ha molte cose in comune con le prediche evangeliche del
reverendo Jimmy Swaggart, il telepredicatore della Georgia. Di fatto, Cox
pone il Pentecolismo “pieno di spirito” di Swaggart sullo stesso piano delle
ricerche psicospirituali che avvengono sulla costa del Pacifico.

“La loro psicologia è piuttosto simile: un recupero della spiritualità
primaria”, dice Cox. Ci sono molte analogie nel modo in cui essi cercano di
vivere l’esperienza della meraviglia e della reverenza tramite le visioni,
le guarigioni, i sogni e la trance. Entrambi ti incoraggiano a restare in
contatto con la tua esperienza e a parlarne, a offrire una testimonianza
personale”.

Cox arriva a questa conclusione alla fine del suo libro, nel quale racconta
i viaggi (straniero teologico in terra straniera) nelle fiorenti comunità
pentecostali in Africa, America Latina, Russia, Corea del Sud e Kansas City.
Inoltre, nel suo libro egli traccia un ritratto di un movimento spirituale
che molti americani associano erroneamente al fondamentalismo cristiano e
alla destra religiosa.

Il moderno Pentecostalismo è nato da un movimento di rinnovamento formatosi
nel 1906 in una chiesa semidiroccata di Azusa Street, a Los Angeles. Mentre
il Pentecostalismo americano si sarebbe in seguito chiuso in varie
confessioni afroamericane e caucasiche, il rinnovamento di Azusa Street fu
sin dall’inizio un movimento interrazziale che dava ai neri e alle donne un
eccezionale potere ecclesiastico. Sia le Assemblee di Dio sia la Chiesa di
Dio in Cristo, insieme a migliaia di altre chiese pentecostali nel mondo,
fanno risalire le proprie origini alle ferventi preghiere, canti, profezie e
“discorsi in lingue” di Azusa Street.

Per Cox, la vera differenza tra i movimenti religiosi “fondamentalisti” da
una parte e il Pentecostalismo e molte manifestazioni mistiche e spirituali
del cosiddetto movimento New Age dall’altra, è questo aspetto esperienziale.
Secondo tale concezione dei movimenti religiosi, ciò che conta è la
psicologia dell’esperienza religiosa, non le differenze tra le dottrine
religiose. Per cui, i sufi islamici e i pentecostali stanno da una parte,
Jerry Falwell e i talebani dall’altra.

“Nel fondamentalismo c’è una mentalità tipo «mettere i carri in cerchio»,
una netta definizione dei confini, oltre a un’interpretazione rigida e
letterale delle scritture”, spiega Cox; “nel Pentecostalismo c’è più
fluidità, i confini sono maggiormente flessibili. La loro preghiera spesso
sconfina nel caotico. Il fondamentalismo vuol dire chiudersi; il
Pentecostalismo, aprirsi”.

È difficile collocare Cox stesso in uno di questi due campi. I suoi
antenati, che abbandonarono l’Inghilterra diretti in Pennsylvania nel XVIII
secolo, erano quaccheri: un popolo perseguitato perché durante la preghiera
si agitavano con fervore e rifiutavano di inchinarsi ai re e ai papi.
Nessuno metterebbe questo liberal di Harvard tra i fondamentalisti, ma Cox
ammette che personalmente non si sente parte del vivace mondo del
Pentecostalismo. Egli non ha mai parlato in lingue né è stato “colpito nello
spirito” nelle innumerevoli domeniche trascorse visitando le chiese
pentecostali del mondo.

“Sono piuttosto inibito”, dice Cox, “ma riconosco che la preghiera
pentecostale esercita una certa attrazione per un professore che lavora
tutto il giorno con la parte sinistra del suo cervello. C’è qualcosa di
intrigante nell’idea secondo cui esiste un’intera parte di noi che può
essere ravvivata, nutrita e liberata attraverso la preghiera, l’adorazione e
il canto. La maggior parte delle chiese non offre questo”.

Ma, fa notare Cox, questo lo offrono sia la profezia e il parlare in lingue
dei pentecostali sia i fenomeni New Age come il channeling e la terapia
primal. Cox nota delle differenze tra le due realtà: la maggior parte dei
ricercatori New Age viene dalla classe media o medio-alta, mentre i
pentecostali appartengono generalmente agli strati meno abbienti della
società; inoltre, la filosofia New Age mischia il buddismo, l’induismo,
l’eclettismo,
mentre il Pentecostalismo è decisamente cristiano. Ciononostante, egli
scorge dietro entrambi una psicologia simile. “Penso che il parlare in
lingue sia l’espressione di un sentimento spirituale (che si tratti di
dolore o di un’aspirazione) che va oltre i nostri limiti linguistici”, dice
Cox. “Questo accade da millenni. L’anormalità è il fatto che le nostre
culture non lo riconoscono. Abbiamo un deficit di estasi. Uno dei motivi per
cui le droghe sono tanto attraenti in questa nostra cultura senza
religiosità, è perché forniscono una sorta di pseudo-estasi. Ma anche il
canto, il digiuno, i mantra, la musica, la meditazione e la preghiera
possono creare stati alterati di consapevolezza”.
A molti pentecostali certamente non andrebbe giù questo accostamento ai
praticanti New Age, così come contesterebbero la definizione di Cox di
“sciamani cristiani”.
“I pentecostali sono cristiani seri”, afferma Vinson Synan, preside del
Seminario della Regent University della Virginia e uno dei principali
storici pentecostali negli USA; “Il pentecostale medio definirebbe la
spiritualità New Age frutto del demonio”.

Nondimeno, Synan riconosce che tra le principali ragioni della crescita
esplosiva del Pentecostalismo c’è l’enfasi sull’esperienza spirituale
personale, la sua natura caoticamente democratica e la sua capacità di
assorbire e cristianizzare credenze indigene come lo sciamanesimo coreano e
il panteismo africano.

“Questo non è un movimento ecclesiastico razionalista e intellettuale”, dice
Synan. “È tanto fluido che lascia la possibilità alle popolazioni povere del
terzo mondo di costruire le chiese secondo i loro costumi. La gente
sperimenta Dio, più che teologizzare su di lui. Fa l’esperienza di una
liberazione istantanea. Colmi dello Spirito Santo, gli alcolizzati e i
tossicodipendenti guariscono. Per la gente povera è qualcosa di inebriante
divenire subito giganti spirituali”.

Secondo Murray Dumpster, professore di Etica Sociale al Southern California
College, una scuola affiliata alla confessione delle Assemblee di Dio, il
libro di Cox sta diventando un caso tra gli studiosi del Pentecostalismo.
Dempster spera che la fama di Cox di teologo autorevole e rispettato
convincerà alla fine il mondo a prendere sul serio il Pentecostalismo.

“Questa è la religione esperienziale «par excellence»”, dice Dempster, già
presidente della Società per gli studi pentecostali; “dà un significato alla
vita e agisce al livello più profondo della propria esperienza umana. Ma ti
fa anche sentire parte di un movimento e una comunità più grandi di te”.

Dempster concorda con Cox sull’importanza della distinzione tra i vari tipi
di Pentecostalismo, negli Stati Uniti e nel mondo. Cox vede con favore
l’espansione
del Pentecostalismo nel Terzo Mondo e il suo peso crescente all’interno
delle religioni afroamericane. È invece molto critico sull’uso che ne hanno
fatto Jim e Tammy Bakker all’interno della loro teologia “health and wealth”
(salute e benessere), così come sul fatto che alcuni leader della destra
religiosa come Pat Robertson cercano di renderlo parte del loro programma
politico conservatore. “È là che trovi tutte le celebrità, il sessismo,
l’avidità
dei soldi”, afferma egli; “ciò è rattristante soprattutto tra i pentecostali
bianchi del nord America”.

Cox termina Fire from Heaven con un avvertimento contro il tentativo di
Robertson e della destra religiosa di cooptare il Pentecostalismo americano,
corrompendo le sue radici ugualitarie e la sua spiritualità esperienziale.
“È in atto un aspro scontro tra chi vuole arruolarlo nelle file del partito
fondamentalista, per la destra religioso-politica”, egli scrive, “e quanti
sostengono che il suo scopo autentico sia andare oltre i credi e i canoni
per portare il vangelo della giustizia di Dio e dello Spirito più vicino a
ognuno”.

Cox ha cominciato a fare notizia tre decenni fa, con la pubblicazione di The
Secular City, un controverso saggio sulla teologia nell’«era
post-religiosa». Era l’epoca in cui “Time” si chiedeva sulla copertina: “Dio
è morto?” e sembrava che le forze secolari avessero prevalso. Come si
sarebbe scoperto, Cox e “Time” avevano torto. Le confessioni liberali
protestanti, come i Metodisti e i Presbiteriani, sono forse sul punto di
scomparire, ma Dio è molto vivo nelle chiese pentecostali in rapida
espansione, le stesse che i professori universitari e i giornalisti laici
hanno spesso ridicolizzato e condannato.

In realtà, tra tutte le correnti spirituali americane esistono molta
ignoranza e fraintendimenti. Nessuno ha il monopolio dell’intolleranza
religiosa. I gay, i liberali e gli intellettuali bollano gli evangelici
conservatori come fondamentalisti, mentre i pentecostali demonizzano i loro
avversari. Forse il merito principale del libro di Cox è l’averci insegnato
a guardare con occhi nuovi quei cristiani che prima definivamo
sbrigativamente esaltati o inurbati ignoranti. Questa esperienza può essere
illuminante soprattutto per chi paga parecchio denaro nei seminari di un
weekend che promettono stati estatici di consapevolezza, così come per tutti
coloro che ignorano che uno dei più vivaci fenomeni religiosi del ventesimo
secolo sta avvenendo sotto i nostro occhi.

I cristiani pentecostali, quasi 450 milioni nel mondo, sono uno dei
movimenti religiosi in più rapida crescita del pianeta. Il professore di
Harvard Harvey Cox crede che il loro ardente stile di preghiera condivida un
“recupero della spiritualità primaria” con le pratiche New Age.

Insieme agli ebrei, i pentecostali sono stati una delle fedi più
perseguitate nell’Unione Sovietica. Spesso le loro funzioni si svolgevano
nelle foreste o nelle sinagoghe, dove sapevano che gli ebrei non li
avrebbero denunciati.

Capovolgendo la tradizione, i missionari pentecostali arrivano negli Stati
Uniti da altri Paesi per fare nuovi proseliti e per assistere i fedeli
immigrati. A Somerville, nel Massachusetts, un pastore brasiliano guida i
bambini in una marcia contro la droga.

Parlare in lingue è uno degli elementi caratterizzanti del movimento
pentecostale. Si tratta di una lingua che un numero limitato di fedeli (o
nessuno) riesce a capire, ma che secondo tutti potrebbe essere compresa se
Dio li dotasse della facoltà di capire le lingue. È un’esperienza molto
personale ed emotiva che immerge l’individuo nella comunità dei fedeli.

Molti pentecostali in Cina praticano la loro religione tra mille rischi e
devono seguire le funzioni di nascosto, in case private. Ma nella chiesa del
pastore Samuel Lamb in Guangzhou, i cristiani cinesi pregano alla luce del
sole. Il pastore Lamb ha trascorso molti anni in prigione per la sua fede,
ma ora guida la comunità dei fedeli cristiani con il permesso delle
autorità.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *