Oltre la vita. Testimonianze di pre-morte

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Oltre la vita. Testimonianze di pre-morte

di Lucia Pavesi

tratto da: Lucia Pavesi. Oltre la vita. Testimonianze di pre-morte

DALLA PARTE DELLA PARAPSICOLOGIA

I FENOMENI DI OOBE

“Nel 1965 ero uno studente e frequentavo quotidianamente i corsi… Le lezioni terminavano alle tredici precise ed ero impaziente di tornare a casa, di gettarmi sul letto e di fare un sonnellino. Era questo un rituale che rispettavo quasi ogni giorno.
Un giorno tuttavia la cosa andò diversamente. Tornai a casa come al solito, mi tolsi le scarpe, aprii la radio e mi sdraiai aspettando che arrivasse il sonno. E allora avvenne il fatto.

Cominciai a provare uno strano senso di freddo e mi misi a tremare. Mi voltai su un fianco, rendendomi conto in eguale tempo che tutto il mio corpo pulsava e che io ero quasi paralizzato.

Mi concentrai su queste sensazioni e subito dopo persi conoscenza per un attimo. Dopo un istante mi trovai a fluttuare nell’aria: ancora un istante ed ero ai piedi del mio letto contemplando il mio corpo.

Feci un rapido dietrofront (non girai attorno, mi voltai soltanto) e cercai di recarmi nella mia stanza, che dava su un corridoio. Muovendomi avevo l’impressione di scivolare in una geletina; persi l’equilibrio per un istante e fui per cadere.

Tutto era offuscato da una nube grigia che avvolgeva una forma bianchiccia, in cui riconoscevo il mio corpo. Un momento dopo mi ritrovai sveglio nel mio letto. Ma mi resi conto che, in realtà, non mi ero mai addormentato. Non fui minimamente spaventato dalla mia esperienza. Avevo studiato parapsicologia per alcuni anni e sapevo di aver vissuto un’esperienza di OOBE.”
Con questa testimonianza di D. Scott Rogo, uno dei più illustri studiosi americani di parapsicologia, entriamo nel vivo di questa affascinante disciplina che si occupa dello studio dei fenomeni paranormali.

L’OOBE (out of the body experience), più conosciuta in Italia con il nome di bilocazione, ha molte similitudini con l’esperienza di pre-morte.

Lo studioso statunitense John Palmer include nella categoria delle OOBE ogni esperienza in cui una persona creda che la sua coscienza sia localizzata nello spazio fuori dal suo corpo fisico.

E’un fenomeno piuttosto diffuso e nella letteratura di tutti i Paesi e di tutti i tempi se ne possono rintracciare vari esempi, pur non esistendo ancora una precisa definizione che includa tutta la gamma di esperienze extra-corporee.

In molte bilocazioni il soggetto si rende conto, innanzitutto, di essere “fuori” e vede il suo corpo fisico da un punto esterno dello spazio, generalmente dall’alto. Egli può, a volte, percepire la propria coscienza avvolta in qualche genere di veicolo o corpo astrale (chiamato anche doppio).

Nelle bilocazioni più complete il soggetto può fluttuare verso luoghi distanti, accorgendosi di riuscire a passare attraverso i muri e scavalcare ogni ostacolo fisico.

Egli può interagire con altre persone mentre è “fuori” e percepirle mentre interagiscono con lui. Inoltre, può avere visioni non conformi alla realtà ordinaria.

Queste esperienze possono spaziare da visioni distorte del mondo fisico normale, a esperienze di vari colori, di disegni astratti o di materiale archetipo, che i percipienti spesso inerpretano,
letteralmente, come visite fatte in altri mondi.

Diverse sono le modalità della bilocazione. Essa può avvenire secondo processi inconsci e involontari, o coscienti e volontari. Nel primo caso, il soggeto si trova improvvisamente dinanzi al fatto compiuto e nulla può dire sulle modalità dello stesso; nel secondo, invece, è in grado di seguire il processo nelle sue varie fasi. Le modalità dello sdoppiamento variano da soggetto a soggetto. Il primo che studiò scientificamente il fenomeno fu il geologo inglese Robert Crookall, che dedicò molti anni allo studio dei fenomeni di bilocazione, che egli sottopose a una rigorosa analisi critica riuscendo a stabilire alcuni elementi comuni.

* Nella maggioranza dei casi il doppio (o corpo astrale) si distacca dal corpo fisico attraverso la testa e, nel momento in cui avviene il distacco e quindi il passaggio della coscienza dal corpo fisico al secondo corpo, per un breve istante si spegne ogni coscienza.

* Il doppio si libera sempre verso l’alto, così da vedere il suo corpo fisico sotto di sé. Al momento del rientro si verifica un altro brevissimo spegnimento di coscienza.

* Lo sdoppiamento è favorito da cause naturali, come malattie, notevole stanchezza, profonda depressione causata da sofferenze morali o fisiche, angosciosi stati di dormiveglia; in questi casi il corpo astrale ha visioni molto più nitide di quelle che gli si presentano se la bilocazione è stata ottenuta sperimentalmente. In questa situazione molto spesso il doppio vede solo il colore e il contorno degli oggetti, come se fossero piatti. In moltissimi casi, anche tra quelli studiati da Celia Green, psicologa e studiosa dei fenomeni
paranormali, il corpo astrale si vede legato al corpo fisico da un sottile filo argenteo, la famosa corda d’argento che collega la sua nuca alla fronte o al petto del corpo fisico. Questo filo scompare alla vista, diventando lunghissimo e sottilissimo, se il doppio si allontana molto dal corpo, ma torna ad apparire al suo ritorno.

Generalmente un’esperienza extracorporea è piacevole: scompaiono eventuali sofferenze fisiche e interviene un senso di libertà e di leggerezza, ma può essere turbata dalla paura di essere morti o dall’ansia di non pter tornare nel proprio corpo. Per lo più il doppio non può agire sulle cose del mondo terreno, che, tuttavia, vede nel modo consueto. Solo a volte può farlo, quando raggiunge una certa materializzazione che può essere percepite con la vista e con il tatto da altre persone.

La religione cattolica tramanda numerosissime esperienze di
bilocazione. Una delle più classiche fu quella vissuta da San Antonio da Padova.

Si narra che nell’anno 1226, il giorno di giovedì santo, mentre celebrava la messa in una cattedrale presso Limoges, sant’Antonio si ricordò di aver promesso di celebrarne un’altra, alla medesima ora, in un convento della stessa città. Allora inginocchiatasi davanti all’altare, rimase immobile per alcuni minuti. In quel preciso momento i frati dell’altro convento lo videro pregare nella loro cappella e scomparire poco dopo.

Questo è uno dei classici casi di bilocazione in cui il soggetto, con uno sforzo superiore di volontà, abbanUona il proprio corpo fisico e, valendosi di un altro corpo, anch’esso apparentemente fisico, si reca in un’altra località per svolgere una determinata attività.

Un episodio del genere, di data più recente, è quello riferito da Alexander Aksacov (1832-1903), diplomatico russo e insigne studioso dei fenomeni paranormali, che nutrì un particolare intersse per i fenomeni medianici.ù

Nel suo lobro “Animismo e spiritismo”, racconta un fatto accaduto al reverendo Thomas Benning, che come predicatore4 era stato invitato a tenere una conferenza in un importante circolo dello stato di New York. Purtroppo la vigilia del giorno fissato fu colto da improvviso malore, per cui scrisse una lettera, scusandosi di non poter partecipare.
ù
Un disguido postale non permise ai membri del circolo di riceverla e stavano attendendo già da mezz’ora l’arrivo del reverendo, quando udirono bussare alla porta. Uno di loro andò ad aprire e si trovò di fronte Benning che, con voce sorda, mormorò alcune parole di scusa, ma senza accennare ad entrare. Il membro del circolo, spazientito, trascinò il predicatore su per le scale.
Benning porse a tutti i presenti le proprie scuse, ma quando cercarono di trattenerlo, corse fuori e in tutta fretta scomparve, Il giorno dopo alcuni rappresentanti del circolo si recarono da lui per avere spiegazioni.

Benning dichiarò di non essersi mai allontanato dalla sua città, ma di essersi unicamente concentrato, tentando di avvertirli
telepaticamente.

Augustus Hare, “in storia della mia vita”, riferisce l’episodio capitato alla signora Butler, tipico esempio di bilocazione in stato di sonno.

La signora, che viveva in Irlanda con il marito, nel 1891 sognò ripetutamente di trovarsi in una bella casa, dotata di tutti i comfort. L’anno successivo i Butler decisero di stabilirsi a Londra e andarono a visitare una casa in un bel quartiere. Appena entrata, la signora riconobbe in ogni particolare la casa del suo sogno.

Quando i Butler chiesero il prezzo, lo trovarono tanto basso, da sospettare che l’edificio dovesse avere qualche grave difetto. L’intermediario, alla fine, confessò trattarsi di una casa infestata: più volte di notte era stato visto aggirarsi nelle stanze il fantasma di una signora. Quella entità spiritica risultò essere proprio il “doppio” della signora Butler che, dall’Irlanda, si proiettava durante i sogni in quella casa.

Altrettanto famoso è il caso della signorina Emilie Sagèe, raccontato da Aksacov nell’opera già citata.

La signorina Sagèe, nel 1845, era insegnante di lingua francese in un collegio femminile, in cui cominciarono a manifestarsi strani fenomeni: l’insegnante veniva vista contemporaneamente in luoghi diversi e notevolmente distanti tra loro.

Un giorno, mentre stava scrivendo sulla lavagna, le sue allieve videro, atterrite, comparire al suo fianco un “doppio” di lei stessa, vestito in ugual modo, che ne ripeteva i gesti senza, tuttavia, avere un gesso tra le mani. Un’altra volta il “doppio” si manifestò durante il pranzo: stava dietro alla Sagèe e ripeteva ogni suo gesto, senza, peraltro, avere in mano né un coltello né la forchetta.
Un giorno, l’insegnante aveva dovuto restare a letto per un grave raffreddore. Le sue alunne la videro, a un tratto, apparire in classe e passeggiare su e giù per qualche tempo.

Un’altra volta le allieve, che si trovavano riunite in una sala per la lezione di ricamo e cucito, videro dalla finestra la Sagèe in giardino che raccoglieva fiori.

A un certo punto la maestra sorvegliante dovette assentarsi e d’improvviso le ragazze videro apparire al suo posto la signorina Sagée che, comunque, era ancora in giardino, intenta a raccogliere fiori. I suoi movimenti erano più lenti e fiacchi e appariva in uno stato di sonnolenza. Quella volta le più audaci si avvicinarono al “fantasma” sulla sedia e lo toccarono. Raccontarono in seguito di aver avvertito una lieve resistenza mentre attraversavano le figura con la mano.

Quando il “fantasma” disparve, la Sagée, in giardino, riprese a muoversi con la solita velocità.

Non si era minimamente accorta del fenomeno. Interrogata, rispose che, avendo visto allontanarsi la sorvegliante, si era preoccupata che le ragazze continuassero il loro lavoro. Quelle bilocazioni continuarono per più di un anno finchè la signorina venne licenziata. Allora confessò che da tempo le capitavano episodi di quel genere, ma ne veniva a conoscenza unicamente quando le venivano riferiti da altri. Ogni volta, a quanto le avevano detto, sembrava cadere in uno stato di sonnolenza e continuava a compiere fiaccamente i suoi gesti, mentre appariva il “doppio”.

Stando ai numerosi resoconti raccolti, il corpo astrale non solo può muoversi attraverso ostacoli materiali, ma è addirittura in grado di spingersi nell’aldilà.

Sir Alexander Ogston narrò che, quando era militare in Sudafrica durante la prima guerra mondiale, fu colpito da tifo e attraversò un preiodo di delirio durante il quale ebbe l’impressione che il suo corpo fosse solo una massa inerte e inconscia.
Il suo io cosciente si allontanò per vagare solitario, ma non infelice, in una regione di grigia luminosità, dove non esistevano né luna, né stelle, ma solo ombre scure che aleggiavano senza emettere alcun suono.

Le esperienze più recenti in questo campo sono quelle riferite da Robert Monroe, uno dei più noti sensitivi americani.
Monroe, importante uomo d’affari, si accorse in età adulta di essere particolarmente dotato della capacità di compiere bilocazioni. Incuriosito dal fenomeno, si allenò a provocarlo in vari modi.

Nel suo libro “Viaggi extracorporei”, egli definisce localizzazione 2 la dimensione extraterrestre che sarebbe riuscito a ottenere con il suo “doppio” e scrive:

“La localizzazione 2 è un ambiente immateriale dove le leggi del movimento e della materia sono collegate a quelle del mondo fisico solo in modo molto più remoto. E’un’immensità dai confini sconosciuti, la cui profondità e le cui dimensionisono incomprensibili per la mente cosciente e delimitata.

In questa vastità stanno tutti gli aspetti che attribuiamo all’Inferno e al Paradiso. Essa è abitata, se così si può dire , da entità fornite di gradi di intelligenza diversi, con cui è possibile comunicare”.

Il Monroe narra, per esempio, che durante una delle sue visite in quella localizzazione, si trovò in un luogo simile a un parco con alberi e piante fiorite, attraversato da viali. Una folla di uomini e donne passeggiava lungo quei viali o si sedeva sulle numerose panchine esistenti.

“Non so come, ma mi accorsi di sapere che si trattava di un punto di ritrovo dove i nuovi arrivati aspettano
parenti e amici.”

Un’altra volta, si trovò in una valle popolata da uomini e donne che indossavano lunghi abiti scuri. Chiese a un uomo, il cui aspetto gli era familiare , se si conoscevano. Quello gli rispose che in lui riconosceva un monaco di un convento di Coshocton in Pennsylvania.

Più tardi, in seguito a ricerche, Monroe potè accertare che Coshocton era esistito effettivamente un piccolo monastero e concluse, così, di essere stato un monaco in una vita precedente.

In casi molto rari, duramente la bilocazione, il corpo astrale può assistere a episodi svoltasi nel passato o che si svolgeranno realmente nel futuro. Famoso è il caso riferito da J.W. Goethe, che, oltre a esser uno dei massimi poeti tedeschi, era un sensitivo dotato di notevoli capacità. Nella sua opera “poesia e verità” scrive:

“Cavalcavo lungo il sentiero per Drusenheim quando mi colse un presagio dei più strani. Vidi, cioè, me stesso, con gli occhi della mente, ma non con quelli del corpo, venirmi incontro per la stessa via, a cavallo, ma vestito di un abito che non avevo mai indossato: grigio-azzurro con ornamenti d’oro. Quando mi riscossi dal sogno, la figura era scomparsa.

Lo strano, però, è che otto anni dopo, mi ritrovai a indossare il vestito del sogno, che mi ero messo non per scelta ma per caso, sulla stessa via per rendere un’altra visita a Friedriken”.

Numerosi sono stati e sono i ensitivi che possono ottenere bilocazioni volontarie e che, quindi, si prestano a uno studio sperimentale. Studi sulla bilocazione sono stati condotti a partire dal 1965 da Charles T. Tart, psicofisiologo americano, dellUniversita della Virginia.

Tra gli altri soggetti, Tart si valse in particolar modo della signorina “Z”, che riusciva a proiettarsi a volontà.

Durante l’esperimento fu legata a un lettuccio in modo che non potesse alzarsi e, sopra di lei, presso il soffitto, fu collocato un foglio sul quale era scritto un numero scelto a caso.

Alla quarta prova, librandosi in aria, la signorina “Z” riuscì a identificare il numero esatto.

Nel 1971, il dottor Karlis Osis iniziò alcuni esperimenti per incarico della Società Americana per la ricerca psichica, con un soggetto capace di proiettarsi in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento: i risultati furono positivi.

Osis, inoltre, nel 1959-60 condusse una famosa inchiesta tra medici e infermieri, raccogliendo testimonianze sulle visioni dei morenti.

Esaminò circa 6500 casi, accertando che la grande maggioranza delle visioni era fornita da pazienti, cui non erano stati somministrati particolari farmaci e che non erano in stato di delirio febbrile.

Quei fenomeni erano indipendenti dalla personalità e dalla cultura dei soggetti e in gran parte si riferivano a visioni di fantasmi di amici o di congiunti deceduti.
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Nel Centro della Fondazione per la ricerca Psichica di Durham, per accertare la presenza del “doppio”, ci si avvale di testimoni umani, di animali e di apparecchi elettrici.

I testimoni umani sono sensitivi in grado, talora, di vedere il corpo astrale, quando si presenta. Gli animali, in genere gatti, piccoli roditori e addirittura un serepnte, possono rivelare con i loro diversi comportamenti la presenza o meno del “doppio”. Gli apparecchi elettrici, invece, misurano gli eventuali cambiamenti dell’energia elettrica nell’area, nella quale il “doppio” potrebbe apparire.

I più famosi esperimenti condotti in quel Centro sono quelli del dottor Robert Morris, docente di parapsicologia presso l’Università di California, con l’aiuto del sensitivo Blue Harary, che doveva raggiungere determinati bersagli distanti varie miglia e farsi notare in particolar modo da un gattino. Nei momenti in cui Harary descriveva il bersaglio raggiunto e si mostrava all’animale, questo diventava improvvisamente calmo, fino a raggiungere un’immobilità passiva.

Un esperimento di particolare interesse fu ideato dal dottor John Palmer, che mise a punto un metodo per accertare se un soggetto poteva proiettare il suo “doppio” in un medium e, quindi, comportandosi esattamente come uno spirito, dare precise notizie di sé attraverso il medium stesso.

Tale fenomeno è stato ottenuto da alcuni sensitivi, ma non sembra che sia ancora stato verificato in laboratorio.
Gli studi sulla bilocazione si sono intensificati parallelamente all’intensificarsi delle ricerche per ottenere una dimostrazione scientifica dei fenomeni di pre-morte.

Qualora fosse definitivamente provata l’esistenza di un “doppio” immateriale o minimamente materiale e cosciente, che possa agire fuori dal corpo fisico e indipendentemente da esso, la sua sopravvivenza risulterebbe altamente probabile, eliminando ogni dubbio sulla veridicità di chi, dopo aver visitato l’aldilà, torna sulla terra.

approfondimento su:
http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/esperienze_extracorporee.html

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