L’ECONOMIA DELLA COMPASSIONE

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L’ECONOMIA DELLA COMPASSIONE

“L’altro lato della crisi economica è un’opportunità storica per la spiritualità” lo sostiene sua
Santità swami Radhanath, guru carismatico mondiale degli Hare Krisna, in questa intervista a piedi
scalzi.

di Antonio Gregolin, 26/04/2013

L’economia manca di moralità? E con più moralità, usciremmo prima dalla crisi? “Sì, se usiamo la
compassione” è la proposta del guru degli Hare Krisna “Swami” Radhanath, in contrapposizione alle
più avventate teorie economiche per arginare la deriva globale. Il guru Radhanath, al secolo Richard
Slavin, è un americano che negli anni ’70, poco più che ventenne, scoprì in India la dottrina del
maestro e fondatore degli Hare Krisna, Bhaktivedanta Swami Prabhupada, di cui poi diventerà uno dei
discepoli più apprezzati nel mondo. Oggi è uno dei più affermati mediatori del dialogo
interreligioso, ricevuto da capi di stato e religiosi di tutto il mondo, non ultimo il presidente
americano Obama. Il minuto “monaco di compassione” dallo sgargiante chadar arancione ha fatto tappa
in questi giorni nei principali centri spirituali Hare Krisna in Italia, per presentare il suo primo
libro “Ritorno a casa” (EIFIS Editore) dove il maestro racconta la sua intricata e affascinante
esperienza spirituale. Il libro è già stato tradotto in 20 lingue e l’edizione italiana è stata
curata dai vicentini Tiziano Valentinuzzi e Annalisa De Stasi. Ad Albettone, nel verde delle
colline che dividono i Monti Berici dagli Euganei, sorge la grande villa settecentesca di Albettone
(Vi), venduta negli anni ’80 dai benedettini di Padova alla comunità orientale. Da un decennio la
villa è stata trasformata nel tempio Prabhupada Desh, sede dell’Associazione culturale “Vaishnava”,
dove lo swami è stato accolto con tutti gli onori riservati ad una grande guida spirituale. Questo è
il secondo centro italiano per importanza degli Hare Krisna, dopo quello di Firenze, che raggruppa
una decina tra monaci e monache ed è punto di richiamo per un migliaio di fedeli sparsi nel
Triveneto. Occasione di ritrovo è stato l’incontro con swami Radhanath, che si è poi concesso ad
una intervista, rigorosamente a piedi scalzi, sull’economia della compassione.

Santità Swami Radhanath, Lei si trova in una terra (Nordest italiano) particolarmente colpita dalla
crisi economica, con suicidi di imprenditori per via dei debiti. Qual è la sua idea sulla situazione
economica attuale?

“Il problema è dell’Occidente intero. Bisogna però prima comprendere che tutto, ma proprio tutto, è
proprietà e creazione di Dio. Tutto è energia sua, quindi tutto è sacro e quando noi vediamo tutte
le cose create nel mondo in relazione a lui, allora possiamo vedere la sacralità che c’è in ogni
cosa. Diversamente se vogliamo usare le cose solo per soddisfare noi stessi, intendo gli uomini,
allora vediamo unicamente il mondo materiale. Eccole un esempio: un coltello, è buono o cattivo? Se
questo va in mano ad un ladro potrebbe uccidere qualcuno. Se invece quello stesso coltello viene
usato da un chirurgo, salverà qualche vita. Così allo stesso modo ogni cosa di questo mondo può
essere buona o cattiva, in accordo con chi la usa”.

Vedendo come l’uomo sta abusando di tutto, economia compresa, il coltello ce lo stiamo puntando
contro. Non crede?

Certamente, il mondo c’influenza in maniera da farci vedere quello che non abbiamo, piuttosto dei
tanti doni che possediamo. In qualche modo dobbiamo adattarci alla situazione e cercare di
crescere. Se noi andiamo alla ricerca della grazia divina, in qualsiasi situazione noi siamo, la
troveremo. Dovremmo fare in modo di cercare di sistemare l’economia nostra e degli altri, facendo
come le sequoie della California che hanno radici superficiali che le farebbero cadere al minimo
movimento di vento. Invece, stando tutte vicine si sorreggono l’una con l’altra”.

Crede che sia il denaro l’origine di ogni male?

“L’economia diviene malvagia solo se noi siamo malvagi. Ma se siamo persone buone, anche i soldi
sono cosa buona. Non li chiamerei malvagi quelli che abusano del denaro, ma piuttosto persone che si
sono scordate della loro natura. Di quello che veramente sono. Della grazia che ognuno di noi ha
dentro, che ognuno può vedere come non vedere. A noi scegliere… ”.

Lei ha parlato di concetto”educativo” nel saper vedere le cose.

“C’è una verità che non cambia mai: la vera felicità va trovata dentro di noi, solo che le cose più
belle di questo mondo ci distraggono dalla solitudine che abbiamo dentro il nostro cuore. In realtà,
se noi non riusciamo a trovare questa felicità nel nostro cuore, allora saremo infelici in qualsiasi
situazione esterna. Quando noi dimentichiamo di amare ogni essere vivente, allora sostituiamo
questo profondo piacere dell’anima con qualcosa di esterno. Ricordo che incontrando Madre Teresa di
Calcutta nel 1971, lei mi disse: “Il più grande problema dell’umanità è la fame nel cuore”, e
soddisfare questa fame significa amare ed essere amati. Il problema è che le persone stanno
dimenticando chi sono veramente e fanno cose che le rendono frustrate. Per contro, questo credo sia
il momento storico migliore per una rinascita spirituale, non nel senso di settarismi o altro, ma di
autentici principi universali di verità. Resto convinto che ci sia un’essenza comune nelle religioni
che può trasformarci in esseri compassionevoli”.

Cosa intende per “compassione”?

“Significa che la felicità degli altri è la mia felicità. Lo stesso vale per il dolore. La
compassione quando è completa vale per il corpo, la mente e l’anima. Così che amare gli altri in
maniera completa porta come frutto la felicità. Nella mia ricerca personale attraverso l’ebraismo
-sono di origine ebraica-, il cristianesimo, l’islam, l’induismo, ho trovato un’essenza comune che
si sintetizza nel bhakti yoga, insegnatomi dal mio maestro spirituale, Bhaktivedanta Swami
Prabhupada. Per questo ritengo che la compassione può anche essere un’efficace “arma” contro questa
crisi globale”.

“Compassione come regola di mercato?” Mi pare cosa ardua…

“Certo non è facile da comprendere se ci basiamo solo sulle regole economiche, ma appena usciamo da
questi schemi e troviamo l’amore, allora cambiano tutte le regole. Se sapremo essere
compassionevoli, il mondo sarà compassionevole anche verso di noi”.

E’ questo che prevede per il futuro?

(Ride…)

Debbo considerarla una risposta?

“Cos’altro possiamo fare in questo momento, se non sorridere? Nel futuro credo che le cose
polarizzeranno e le cose andranno pure peggio perché c’è tanta avidità e arroganza nel mondo. Nel
frattempo però, vedo molte altre persone che s’interrogheranno, domandandosi: “Sarà questo l’unico
modo di vivere o c’è qualche altra alternativa?”. Poiché la situazione è così grave, credo che le
persone non si rivolgeranno alla spiritualità in modo bigotto, ma con sincerità e impegno di
cuore. Più diventa buio, più le persone realizzeranno la necessità di vivere nella luce. Questo è
uno degli insegnamenti comuni delle grandi religioni monoteiste”.

Lei ha incontrato personaggi dello spettacolo, cultura, capi di Stato e di Governo. Qualche anno fa
è stato pure ascoltato dalla Camera del Commewell e solo un mese fa dal presidente Obama. Cosa vi
siete detti?

“E’ stato grazioso sia lui che la sua first lady. Abbiamo condiviso i nostri pensieri in modo onesto
e sincero”.

Di tutte le grandi personalità qual è stata quella che le è rimasta più impressa?

(Lunga pausa di silenzio…) E’ stata la filosofia e la compassione del mio maestro indiano Shrila
Prabhupada. Come pure quella di S. Francesco e Gesù che mi hanno sempre ispirato, tanto che negli
insegnamenti del mio maestro spirituale c’è molto di quello spirito. Oggi sono molto felice che
abbiate un papa di nome Francesco. E’ un buon segno per l’umanità. Francesco di Assisi fu un uomo
molto compassionevole. Per questo piace agli uomini di tutte le religioni”.

da www.storiecredibili.it/2013/04/leconomia-vista-dal-guru/

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