LE BASI DELL’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO

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LE BASI DELL’APPRENDIMENTO DEL LINGUAGGIO

di Nathalie Pasquetti e Florence Brisciano
per Edicolaweb

Oggi, i giovani laureati europei devono sempre più andare all’estero per lavorare, pertanto
progettare un’educazione europea multilinguistica diventa dunque una necessità. Per questo è
importante comprendere le basi fisiologiche dell’apprendimento del linguaggio.

Appunti di Neuro-Linguistica
Attualmente nel mondo si contano più di 6.000 lingue caratterizzate da diversi intervalli di
frequenza sonora. Molte differenze si osservano nei diversi linguaggi, ad esempio nelle lingue di
origine Slava si denota che esse hanno un “range” di tonalità sonore di grande ampiezza, infatti i
suoni emessi vanno da circa 200 a 16.000 Hertz (Hz). Le attività di apprendimento di lingue diverse
dalla loro, per gli Slavi, sono fortemente facilitate già dall’esercizio della lingua madre, proprio
in quanto quest’ultima contiene l’espressione di una vasta gamma di suoni che facilita una loro
educazione poliglotta. Facilitazioni di bilinguismo si denotano anche tra linguaggi che hanno
etimologie delle parole similari, in quanto in tal caso è agevolata la comprensione dei significati.
Infine linguaggi che utilizzano uno spetto sonoro del tutto simile quali ad esempio Italiano e
Spagnolo, la cui sonorità mediamente oscilla tra i 2.000 ed i 4.000Hz, rendono quasi inutile la
traduzione tra la lingua madre e la lingua straniera, così che dopo un poco di esercizio, due
persone di nazionalità diversa, possono parlare ciascuna la propria lingua madre, senza difficoltà
di intendersi reciprocamente. Linguaggi di differente ampiezza della tonalità sonora (Inglese
4.000-11.000Hz, Francese 3.500-6.000Hz, Tedesco, 3.000-8.000Hz), determinano problemi nella
significazione del linguaggio da parte di soggetti con lingua madre diversa, in special modo se la
loro espressione è troppo scattante e rapida, perché in tal caso risulta difficile la separazione
delle parole singole e del rintracciamento della loro significazione.
Bisogna ricordare che nel cervello è collocata, nell’emisfero sinistro anteriore, l’area detta di
Broca, che presiede alla espressione del linguaggio; mentre, collocata sempre nell’emisfero
sinistro, sopra l’area temporale, si definisce Area di Wenicke, una zona deputata alla comprensione
dei linguaggio tramite interconnessioni associative con la evocazione della memoria. (1)

Si è notato in particolare, in riferimento all’area di Broca, che se un bambino impara due lingue
contemporaneamente (ad esempio perché a padre e madre sono originari di due differenti Paesi), le
zone neuronali attivate dalla espressione di ciascuna delle due lingue, risultano essere, nella
attivazione dell’area di Broca, molto vicine e ciò acuisce la facilità per il bambino di parlare le
due lingue senza dover memorizzarne una di riferimento per tradurla nell’altra.
Ciò si ritiene conseguente al fatto che entrambe le lingue vengono trattate indipendentemente,
evitando il passaggio dall’uno all’altro circuito cerebrale, come avviene se le persone imparano a
scuola i due linguaggi in età più adulta.

Pertanto la capacità di rapida espressione/comprensione delle lingue appare facilitata negli
individui che hanno avuto un apprendimento bilinguistico in tenera età; inoltre si nota che,
generalmente, le femmine hanno maggior facilità di esercizio bi-linguistico o multi-linguistico, in
particolare dalla lingua madre alla lingua straniera, mentre nei maschi, che in generale sono meno
predisposti all’apprendimento pluri-linguistico, a volte è più facile la traduzione opposta, cioè
dalla lingua straniera alla lingua madre.
La “full immersion” (cioè il fatto di vivere all’estero per un lungo periodo) permette di rendere
più rapido e ravvicinato il circuito cerebrale di traduzione da una lingua all’altra. È importante
capire che oltre l’audizione del linguaggio, il cervello deve significare concetti. La
significazione si sviluppa preferenzialmente nell’area di Wenicke, che fa un raffronto fra la
comprensione del linguaggio con la memoria a lungo termine di ciò che è stato precedentemente
esperito. Per questo si comprende che la memorizzazione può essere facilitata dalla “full immersion”
in un ambiente dove l’attenzione alla comprensione del linguaggio diventa necessaria. Si ricorre
così sempre più agli stage di formazione all’estero per l’apprendimento delle lingue.

Oggigiorno si può anche simulare lo stare in un ambiente linguistico poliglotta creando ed
organizzando appositamente per l’apprendimento linguistico liste di discussione in Internet per lo
scritto o con le chat e video conferenze in voce.
In conclusione possiamo sottolineare che in futuro l’apprendimento linguistico necessiterà di
conoscenze più avanzate del funzionamento cerebrale. Quindi, quanto più le conoscenze di
neurolinguistica (cioè le relazioni tra il cervello e le lingue) verrà sviluppata, più facilmente si
troveranno strategie educative per l’apprendimento polilinguistico. Proprio per la ragione suddetta
si stanno infatti sviluppando scuole di neurolinguistica in tutto il mondo, al fine di facilitare lo
studio delle lingue. (2)
Queste scuole lavorano in un ambiente di ricerca per trovare metodi alternativi alle modalità
tradizionali di studio dei linguaggi, ponendo ancor maggiore attenzione ad incrementare la
personalità manageriale e la capacità oratorie.

Note:
1. Creatività e memoria: www.edscuola.com/lre.html
2. Scuole di neurolinguistica: www.programmazioneneurolinguistica.com/

Nathalie Pasquetti e Florence Brisciano florence.brisciano@caramail.com

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