La transitorieta’ di fortuna e sfortuna

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La transitorieta’ di fortuna e sfortuna

di Marco Ferrini

Fortuna e sfortuna sono per loro natura cangianti. E’ da folli affidarsi ciecamente alla fortuna,
così come ritenere di essere perseguitati dalla sventura. La loro transitorietà non è che uno stato
di impermanenza, la cui influenza sulla vita è proporzionale a quanto ne dipendiamo. Investire nella
fortuna può essere molto pericoloso, riducendo la persona al lastrico per scelte troppo azzardate. A
chi dare la colpa poi? Alla sfortuna? Occorre mantenere il giusto senso della realtà e della misura.
Maneggiare la fortuna richiede avvedutezza, come quando afferriamo qualcosa di molto caldo e ci
proteggiamo le mani. La giusta misura consente di essere toccati dalla fortuna senza rimanerne
ustionati e dalla sfortuna senza esserne congelati.

Chi aspira alla realizzazione spirituale non dovrebbe curarsi della fortuna o della sfortuna.

Come arriva, la fortuna se ne va; non si sofferma troppo a lungo presso la stessa persona. Quando
arriva non bussa alla porta… Irrompe con frastuono e bagliori, ma quando abbandona lo fa di
soppiatto. La fortuna non dona, ma presta; non è cieca, ma per lo più rende ciechi coloro che ne
restano dipendenti.

È quindi bene non eccitarsi quando la incontriamo, e neanche disperarsi quando ci abbandona. Occorre
farne un’esperienza pratica giorno per giorno, vivendo con distacco emotivo anche le più semplici
situazioni. Camminando troviamo una banconota? Gestiamo la nostra emozione senza lasciarci prendere
dall’euforia! Riuscire a governare la propria emotività nelle più piccole circostanze, aiuta anche
in quelle più grandi. L’ondata emotiva può essere lieve o dirompente, ma destinata a infrangersi
contro le barriere che sapremo erigere. Osserviamo con distacco l’accadimento e chiediamoci “Ma io
cosa ho a che fare con questo?”. Riflettendo, potremo meglio gestire le nostre emozioni e realizzare
che le circostanze transitorie hanno ben poco a che fare con noi. L’anima condizionata dimentica ben
presto questo principio, perciò subisce le sofferenze materiali in preda all’illusione. La nostra
natura spirituale è situata su un altro piano, mentre noi dobbiamo gestire e trasformare i nostri
sentimenti ed emozioni di esseri umani, se non vogliamo che i pensieri disturbanti, le emozioni
involutive e i sentimenti amari si impadroniscano di noi.

Il saggio pensa che ciò che è piacevole venga dal sé, così come quel che è spiacevole, frutto delle
azioni compiute in passato. Lo stolto pensa invece che la felicità sia un merito suo, mentre
attribuisce la colpa dell’infelicità ad altri. Questa vita ci mette costantemente alla prova, di
fronte alla quale possiamo predisporci nel modo migliore. Sviluppare il senso di responsabilità
personale ci permette di agire in modo equilibrato e riflessivo, nella piena consapevolezza che il
nostro comportamento e le nostre decisioni producono conseguenze in noi e negli altri.

Nella Tradizione dello Yoga della Bhakti, Lakshmi Devi é la dea dell’abbondanza e prosperità;
rappresenta l’energia che diviene vera ricchezza solo quando la si pone al servizio di Dio.
Altrimenti, come viene se ne va e l’occasione offerta di fare della propria vita un dono d’Amore é
andata perduta.

In virtù di quanto sopra, uno dei principi della libertà recita: non giocare d’azzardo!

Infatti, l’autentica fortuna non la si ricerca giocando d’azzardo o agendo disonestamente, perché il
successo lo si consegue praticando costantemente le virtù. Conclusione: l’autentica fortuna non è
mai disgiunta dalla pratica costante delle virtù, che naturalmente includono il distacco emotivo da
ciò che accade nel mutevole fenomenico.

da www.MARCOFERRINI.net

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