La pelle è lo specchio delle nostre paure inconsce

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La pelle è lo specchio delle nostre paure inconsce

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Il termine dismorfofobia (dal greco δύσμορϕος = deforme e ϕόβος = paura) fu introdotto nel 1891 dallo psichiatra modenese Enrico Agostino Morselli per indicare l’eccessiva preoccupazione per un difetto corporeo immaginario o trascurabile. Per descrivere tale situazione in medicina si utilizzano anche espressioni come dismorfia, delirio dismorfofobico e disturbo di dismorfi-smo corporeo.

Antonio Del Sorbo – 13/06/2021

Questa forma di disagio si manifesta sotto forma di eccessiva focalizzazione e inquietudine a causa di un’imperfezione o un inestetismo, oggettivamente irrilevante o persino inesistente.

Un esempio è il timore infondato di perdere tutti i capelli dinanzi a un minimo diradamento, o di sviluppare troppi peli, pur avendo una peluria normale. Altri motivi di dismorfofobia riguardano le rughe, la seborrea, il rossore, il pallore, l’acne, la sudorazione, le cicatrici e le asimmetrie del viso.

Oltre agli aspetti che riguardano la pelle e i suoi annessi, al dermatologo vengono spesso richiesti consigli sulla forma o la grandezza del naso, delle orecchie, sul profilo degli occhi, dei denti, del seno, e di qualsiasi altra parte del corpo oggetto di attenzione.

Nelle persone che in precedenza avevano avuto episodi di anoressia o bulimia, anche il peso corporeo può diventare un’idea fissa, fino a diventare il primo pensiero al risveglio, e l’ultimo della giornata prima di addormentarsi.

L’esagerata preoccupazione di aver contratto una malattia venerea è nota come venereofobia, e perdura anche in assenza di manifestazioni cliniche e quando gli esami per le malattie sessuali risultano nella norma. In questi casi il paziente diventa ipervigile sul colore della lingua o dei genitali.

La percezione soggettiva di difetto fisico, è tale che il paziente si sente osservato dagli altri, malgrado il suo aspetto esteriore rientri oggettivamente nei limiti della norma. Tutto ciò ha anche ricadute relazionali e sociali, dal momento che chi focalizza eccessivamente l’attenzione su un proprio difetto fisico, spesso considera quest’ultimo la causa della scarsa qualità dei propri rapporti sociali.

I pazienti con venereofobia ad esempio, attribuiscono il loro comportamento evitante nei confronti del partner a un presunto rossore ai genitali, spesso irrilevante. Al momento della visita il paziente con dismorfofobia riferisce che se non fosse per quel problema, la sua vita affettiva sarebbe normale.

Dismorfofobia e stress post traumatico

La dismorfofobia può essere considerata una variante somatoforme del disturbo ossessivo compulsivo. Se l’ossessione (pensiero fisso) è focalizzata su una determinata parte del corpo, il comportamento compulsivo che ne fa seguito è un rituale irrefrenabile di osservarsi ripetutamente nel corso della giornata.

Per esempio, nelle persone in cui l’attenzione si focalizza

su un minimo diradamento al cuoio capelluto, il terrore di perdere i capelli,

costringe a comportamenti compulsivi

come quello di contarne ogni giorno quanti ne cadono.

In altre persone la dismorfofobia si manifesta sotto forma di ossessione di avere la pelle invasa da insetti, seguita da un meccanismo compulsivo che le induce a staccarsi piccoli pezzetti di pelle, per poi fotografarli e rinchiuderli in un sacchetto da far analizzare al microscopio.

In casi estremi questa parassitofobia può accompagnarsi a episodi di autolesionismo. In altre persone ancora, la dismorfofobia può manifestarsi dopo aver riscontrato qualcosa di insolito sui genitali (per esempio strane secrezioni, puntini o macchie rosse).

Anche dopo aver escluso la presenza di malattie veneree con gli esami normalmente previsti, il paziente mette in atto veri e propri rituali, come quello di disinfettare in maniera compulsiva le parti intime, pratica che nei casi più estremi può determinare vere e proprie reazioni irritative da contatto, come vulvite e balanite.

Alcune persone riferiscono che tale disagio è insorto in un momento preciso della loro vita, a seguito di un evento traumatico. Infatti qualsiasi forma di dismorfofobia a carico della pelle e degli annessi cutanei, è genericamente ricordata con il termine improprio di dermatite da stress. [continua…]

Puoi leggere l’articolo completo su Scienza e Conoscenza n.76

Scienza e Conoscenza n. 76 – Aprile-Giugno 2021 >> bit.ly/3dKxwWX

Rivista – Autori vari

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Ascoltando la Pelle — Libro

Il dermatologo risponde – Antonio Del Sorbo

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