La donna – Una nuova visione – di Osho

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La donna – Una nuova visione – di Osho

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< La donna - Una nuova visione >

(di Osho)

L’interrogativo reale:

Puoi dire qualcosa sul mistero delle donne?

Devageet,

è uno degli interrogativi che risalgono alla notte dei tempi. L’uomo si è sempre interrogato sulle
donne, e l’interrogativo reale non è l’uomo e neppure la donna. Portando la questione su un piano
pratico, a livello esistenziale, il problema si pone tra la testa e il cuore.

La testa non è in grado di capire il mistero del cuore. La testa è logica, razionale, matematica,
scientifica; il cuore non conosce nulla della ragione, né della logica. Il cuore funziona in modo
completamente diverso. E il suo modo di operare crea nella testa l’idea del mistero. La donna non
c’entra, l’interrogativo sorge perché la donna funziona tramite il cuore e l’uomo attraverso la
testa. Avete mai sentito una donna chiedere: “Qual è il mistero dell’uomo?” Lo conosce e basta!

Il problema sorge a causa del ragionamento logico. E’ un fenomeno assolutamente superficiale.
Funziona con gli oggetti, con le cose morte: con esse funziona a perfezione, in quanto una cosa
morta non ha un’essenza interiore, non possiede un essere interiore, non ha vita. Lo scienziato ha
ragione per ciò che concerne gli oggetti, ma nel momento in cui arriva a pensare alla soggettività
–alla sfera interiore– resta frustrato, perché in quella dimensione la ragione non funziona.

Il cuore conosce senza un processo di pensiero, senza sillogismi, senza discutere. Come sai che una
rosa è bella? E’ una conclusione razionale? Se metti in causa la ragione, non riuscirai più a
dimostrare che la rosa è bella, perché la ragione non è in grado di percepire il fenomeno della
bellezza.

Quando affermi che la rosa è bella, stai funzionando dal cuore. Quando dici che una notte stellata
ti travolge, non fai un’affermazione razionale; se vieni costretto a dimostrarlo razionalmente, non
saprai che dire. A quel punto, all’improvviso, diverrai consapevole che è stato il tuo cuore a
parlare, e che la testa è assolutamente incapace di discernere come il cuore funziona.

Viceversa, il cuore non si trova nella stessa difficoltà per ciò che concerne la testa, perché la
testa è superficiale e il cuore opera in profondità dentro di te: ciò che è inferiore non è in grado
di comprendere la sfera superiore. La sfera superiore è semplicemente in grado di comprendere la
sfera inferiore, non ha bisogno di ragionamenti. Il tuo cuore è al tempo stesso superiore e più
profondo della tua testa. La donna può essere una poetessa, ma non può essere un matematico. La
matematica è solo un gioco della mente. La poesia è un fenomeno totalmente diverso.

Marito e moglie non sono in grado di capirsi. E’ naturale che si fraintendano. L’uomo dice qualcosa,
subito la donna capisce qualcos’altro. L’uomo stenta a crederci, non capisce come possa essere
arrivata a quella conclusione, e per la donna quella conclusione è una cosa ovvia, lampante! Per
cui, qualsiasi cosa dica, l’uomo non sa cosa dire.

Gli psicologi hanno iniziato a definire le coppie “nemici intimi”. Lo sono… perché non si
capiscono tra di loro. Ma la ragione non sono né la donna né l’uomo. Il motivo è molto più profondo:
si tratta della testa e del cuore.

Per cui vorrei sottolineare che fin dall’inizio l’interrogativo è stato formulato nella maniera
sbagliata. Non si tratta del mistero della donna, ma del mistero del cuore, mistero che la testa è
incapace di risolvere.

Il cuore non ha problemi per ciò che concerne la testa; è un livello più basso, più superficiale, e
il cuore lo comprende. Per cui, quando gli uomini dicono che le donne sono un mistero, le donne tra
di loro ne ridono: guarda quegli sciocchi! Avete mai sentito una donna dire che le donne sono
misteri? Tra loro si conoscono benissimo. Non esiste mistero.

Sarebbe meglio capire l’intero fenomeno in una dimensione diversa. Scordati dell’uomo e della donna;
pensa solo alla tua testa e al tuo cuore: hanno una comunione? Sono in grado di capirsi tra loro?
Non ho mai incontrato Albert Einstein, ma mi sarebbe piaciuto perché avrei voluto chiedergli come si
innamorò della signora Einstein. Quale fisica, quale matematica, quale scienza sta alla base del suo
innamoramento?

Ma forse non ci ha mai pensato. L’amore sorge dal cuore; non può essere un frutto della testa.
Persino i più grandi scienziati, una volta ogni tanto, si allontanano dalla testa: un tramonto
stupendo… e si viene travolti! Ci si scorda di essere uno scienziato, a cui non è concesso fare
cose simili, cose da donne. Lui, una mente maschile! E ogni scienziato si innamora di una donna
senza mai pensare cosa sia l’amore. E’ un mistero… perfino il tuo stesso cuore, per te è un
mistero.

Mahavira agli inizi negò alle donne l’iniziazione al sannyas, e così pure Buddha e tutte le altre
religioni: tutte hanno messo le donne in secondo piano. A mio avviso, questo è successo perché tutte
le nostre religioni hanno un orientamento mentale… sono troppo mentali. Il loro Dio non è amore, è
un’idea. Dio è un’ipotesi. Essi crearono un sistema –razionale, logico, perfetto– ma era un frutto
della loro mente. Non era una scoperta: non svelava il mistero dell’esistenza.

E come mai tutte queste religioni hanno avuto paura delle donne? I motivi sono diversi, quello
fondamentale è che tutti i fondatori sono stati maschi, e le loro teologie erano frutto della testa.
Dare spazio alle donne, in quanto compagne di viaggio, avrebbe significato creare guai inutili,
perché esse parlano una lingua diversa, comprendono lingue diverse. Provengono da uno spazio
diverso. Al massimo, è possibile tollerarsi a vicenda.

E’ ciò che accade tra ogni moglie e ogni marito: ci si limita a tollerarsi. Non sembra esistere la
minima possibilità di avere una conversazione ragionevole. Ogni conversazione diventa immediatamente
baruffa, e la donna inizia a comportarsi, dal punto di vista dell’uomo, come una pazza… lancia
oggetti, rompe tutto.

L’uomo non riesce a capire: che argomenti sono questi? Ma la donna sa benissimo che quello è il solo
argomento che risolverà ogni cosa: ed è decisivo! L’uomo si limita a essere d’accordo: “Hai ragione,
ma non distruggere più nulla!” In ogni discussione, la donna esce vincitrice, sebbene non conosca
nessuna dialettica.

Quando il cuore e la testa camminano insieme, tu sei più completo e sei più integro. Il cuore è una
parte, e così pure la testa, ma insieme… se è possibile una comunione, la tua forza non è solo
duplicata, ma è moltiplicata.

Come possono congiungersi la testa e il cuore? E’ una domanda multidimensionale: si pone tra la
donna e l’uomo; tra il cuore e la testa; tra Oriente e Occidente.

Rudyard Kipling ha scritto due versi che divennero più famosi di qualsiasi altra cosa abbia scritto:
“L’Oriente è Oriente e l’Occidente è Occidente, ed essi non si incontreranno mai”. Nessuno l’ha mai
messo in discussione… ma io sono in profondo disaccordo, perché ovunque tu ti trovi essi si
incontrano: Bombay è a occidente di Calcutta, Calcutta è a oriente di Bombay; Tokyo è a oriente di
Calcutta e Calcutta è a occidente di Tokyo. Ovunque sei, non puoi dire di essere in Oriente o in
Occidente. Si tratta di termini relativi, non di territori fissi. Ovunque sei, in ogni uomo, in ogni
albero, in ogni uccello, Oriente e Occidente si incontrano.

Rudyard Kipling ha detto un’assurdità! Ma nella sua affermazione qualcosa di sensato esiste:
l’Occidente è focalizzato nella testa, l’Oriente nel cuore. La domanda è la stessa: come possono
incontrarsi? Come può esistere amore e intimità tra la testa e il cuore, e non un’intima inimicizia?
Si tratta di una contraddizione in termini.

Testa e cuore si incontrano nella meditazione, perché nella meditazione la testa si svuota e il
cuore si svuota: la testa è vuota di pensieri e il cuore è vuoto di sentimenti. E allorché si hanno
due vuoti, è impossibile tenerli separati: non esiste nulla che li tenga separati. Due zero
diventano uno solo… due nulla non possono esistere separati; è inevitabile che diventino uno. Tra
loro non esiste neppure uno steccato.

Ed è in meditazione che la testa e il cuore si perdono l’uno nell’altro, si fondono l’uno
nell’altro. E’ in meditazione che l’uomo e la donna si fondono l’uno nell’altro.

In India abbiamo una statua molto, molto antica –uno dei capolavori più belli– una statua di
Ardhanarishwar. La statua è per metà uomo e per metà donna. E’ la statua di Shiva, la divinità
hindu… e fino a Carl Gustav Jung venne ritenuta un semplice mito, una metafora, poesia, ma nulla
di vero. Il merito di aver annunciato al mondo che non si tratta di una metafora, ma di una realtà,
va tutto a Jung.

Ogni uomo e ogni donna è entrambi, in quanto ogni bambino nasce da un padre e da una madre. Per cui
nel bambino è presente qualcosa del padre e qualcosa della madre, sia che nasca un maschio o una
femmina. La sola differenza può essere che l’uomo è un po’ più uomo, forse lo è al cinquantun per
cento, mentre è donna al quarantanove per cento, e viceversa. Ma non si tratta di una grossa
differenza.

Ecco perché è diventato scientificamente possibile cambiare sesso: l’altro sesso è già presente, si
deve solo cambiare la percentuale di ormoni…

Ma persino dentro di te, sei a disagio. Esiste un conflitto, un conflitto costante tra la testa e il
cuore, tra l’uomo e la donna. Questo conflitto può essere dissolto solo se la testa abbandona il suo
pensare e il cuore abbandona il suo sentire ed entrambi diventano solo spazi vuoti e puri. In quel
vuoto esiste un profondo incontro e un profondo comprendere.

Io non vedo nessuna donna come mistero. Ho scrutato a fondo, e forse non esiste un altro uomo al
mondo che abbia incontrato tanti uomini e tante donne. Ma né gli uomini né le donne mi sembrano un
mistero, perché dentro di me la testa e il cuore si sono fusi l’uno nell’altra, e questo mi ha
fornito una nuova prospettiva e ha mutato l’intera visione che mi circonda.

Devageet, se vuoi veramente comprendere il mistero delle donne dovrai comprendere l’arte di fondere
la tua testa col tuo cuore. E questo non solo ti aiuterà a capire il mistero delle donne, ti aiuterà
anche a conoscere il mistero degli uomini. Non solo, ti aiuterà anche a conoscere il mistero
dell’intera esistenza.

Una ragazza molto timida stava per sposarsi, per cui andò a trovare una sua amica con più
esperienza, per chiederle consiglio. “Doris”, iniziò, “ti sembrerà una domanda stupida, ma vorrei
chiederti se è una cosa fatta bene parlare col proprio marito, mentre si fa all’amore?”

“Beh”, rispose Doris, “devo dire che non l’ho mai fatto, ma penso non ci sia nulla di male…
ammesso che ci sia un telefono a portata di mano!”

Esiste un mistero, ma non si limita alle sole donne. L’esistenza intera è misteriosa. Questa pioggia
meravigliosa che canta, cadendo… e la gioia degli alberi. Non pensi sia un profondo mistero? Se
osservi, ogni fiore è un mistero. Da dove spuntano tutti quei colori? Ogni arcobaleno è un mistero,
ogni istante della vita è un mistero. Il semplice esistere… non è un mistero il fatto che vi
troviate qui e non altrove?

Quando i tuoi occhi saranno limpidi e la testa ed il cuore non saranno più in conflitto, tutto
inizierà a essere misterioso. E allora non vorrai più demistificarlo, questa è una cosa orribile, è
un crimine! Il mistero dell’esistenza deve essere accolto così com’è. Sezionarlo, demistificarlo, è
una violazione, un’aggressione, violenza.

Un uomo che medita si limita a gioire dei fiori, degli uccelli, degli alberi, del sole, della luna,
della gente. E’ un bene che noi tutti si sia immersi in una totalità misteriosa. Se tutti i misteri
fossero stati svelati, la vita sarebbe pura noia.

Lo sforzo della scienza tende continuamente a demistificare l’esistenza. La poesia e l’arte si
preoccupano di gioire, di accogliere il mistero dell’esistenza. E il mistico, l’uomo religioso, vive
il mistero, non dall’esterno come un poeta, vive all’interno del mistero stesso. Lui stesso diventa
il mistero.

Esiste una storia magnifica. Sfortunatamente non può essere vera. Mi piacerebbe se lo fosse…! In
Oriente sono esistiti molti amanti, amanti famosi –Heer e Ranjha, Sheeri e Farhad– ma la coppia
più famosa sono Laila e Majnu.

Nessuna di queste tre coppie riuscì mai a incontrare l’amato: questa fu la loro grande fortuna; per
questo rimasero amanti per tutta la vita!

Nel caso di Majnu, lui era povero e Laila era molto ricca, una ragazza ricchissima, e i genitori non
volevano affatto concedergli la mano della loro unica figlia, Majnu non era nessuno, era un
mendicante. Per evitarlo, e per evitare qualsiasi maldicenza, i genitori cambiarono città: avevano
affari e case in molte città…

Il giorno in cui partirono, Majnu si trovava fuori dalla città, di fianco a un albero, nascosto tra
il fogliame: voleva vedere la sua amata Laila che se ne andava. Vide Laila sul suo cammello, vide
passare l’intera carovana, e continuò a guardare, guardò fin dove il suo sguardo poté arrivare, e in
un deserto puoi guardare lontanissimo, non c’è nulla che ostruisca il tuo sguardo.

Alla fine la carovana scomparve oltre l’orizzonte… ma Majnu continuò a guardare. Ed è qui che la
storia diventa un mito, di estremo valore: non lasciò mai quel luogo. Si fidò del suo amore, sperò
che un giorno Laila tornasse per quella stessa strada. Non esisteva altra strada che collegasse alla
città.

E dodici anni dopo Laila tornò. Il padre era morto e ora finalmente lei era libera. Non sposò mai
nessun altro; disse sempre che il solo uomo che avrebbe mai sposato era Majnu. E il padre le
rispose: “Se questa è la tua decisione, vorrà dire che non ti sposerai!” Ma quando il padre morì,
Laila tornò.

Dodici anni sono un periodo di tempo molto lungo. In quei dodici anni Majnu era rimasto di fianco
all’albero. Il fogliame era cresciuto molto: lui non aveva mai mangiato, mai bevuto, e pian piano si
era unito all’albero. Dodici anni fermo lì, ritto in piedi, sono lunghissimi… pian piano, divenne
parte dell’albero.

Laila tornò e chiese notizie di Majnu in città. La gente disse: “E’ una storia molto triste. E’
venuto a dirti addio e non è mai più tornato. Solo ogni tanto nei profondi silenzi della notte, un
albero emette un suono che evoca il tuo nome: “Laila è troppo… quando tornerai?” E la gente ha
iniziato a temere quell’albero, sembra visitato dai fantasmi. Nessuno gli si avvicina più”.

Laila andò a quell’albero. Udì la voce, udì il gioioso benvenuto, ma non riuscì a vedere dove Majnu
si nascondesse. Si addentrò tra il fogliame, e con grande difficoltà riuscì a intravedere che Majnu
era diventato parte dell’albero.

Non può essere un fatto vero… ma il mistico diventa parte del mistero dell’esistenza. E la storia
di Majnu e Laila è un racconto Sufi. Forse simboleggia l’unione suprema con l’esistenza.

Questa è la sola comprensione: non cercare di demistificare il mistero, ma diventane parte tu
stesso. Il mistero rimarrà tale, ma diventando tu stesso un mistero, lo comprenderai.

Quella è la sola vera comprensione. Ogni altro capire è solo sapere preso in prestito dagli altri.

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