Insonnia e carenza di sonno dannose per la salute

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Insonnia e carenza di sonno dannose per la salute

Per il cervello è come essere ubriachi

12 04 2016

La carenza di sonno, in modo particolare dovuta dall’insonnia può essere piuttosto pericoloso per la
salute, dormire poco infatti, ci rende molto vulnerabili, condiziona il nostro umore, ci rende
deboli, confusi e azzera completamente la nostra concentrazione. Ma non solo, la mancanza di sonno
può provocare gli stessi effetti sul cervello di quando ci si ubriaca. Secondo una ricerca condotta
dal University of Oxford e Royal Society for Public Health, in Gran Bretagna, sembrerebbe proprio di
si. In pratica secondo gli esperti, rimanere svegli per molte ore scatena nel cervello, gli stessi
effetti dell’ubriachezza. Forte calo dell’attenzione, concentrazione praticamente azzerata e
riflessi limitati. Nello specifico, se rimaniamo svegli per 17 ore, corrisponderebbe ad un tasso
alcolemico nel sangue dello 0,05%, mentre se si resta svegli per 24 ore, equivale a quella che si
verifica con una concentrazione di alcol dello 0,1%, superiore ai limiti previsti per poter guidare
negli Stati Uniti.

I consigli degli scienziati

In modo particolare gli scienziati inglesi rivolgono le loro attenzioni e consigli, soprattutto a
coloro i quali hanno gravi problemi con il sonno, ad esempio le persone che soffrono di insonnia,
capaci loro malgrado di restare svegli anche per 2-3 giorni.

Non abusare di farmaci, meglio il latte – i problemi di insonnia potrebbero essere risolti, o
quantomeno “gestiti” bevendo un bicchiere di latte caldo. Ma raccomandano i ricercatori, latte munto
di notte. Sembrerà strano ma , il latte munto di notte è risultato ricco di melatonina e triptofano.
La melatonina è un ormone naturale che regola il ciclo del sonno, mentre il triptofano è un
aminoacido fondamentale per l’organismo che può trasformarsi in melatonina o serotonina. Questi due
composti avrebbero lo stesso effetto del benzodiazepine ma senza controindicazioni ovviamente.

Disturbi del sonno

“I disturbi del sonno colpiscono circa 13 milioni di italiani. I principali sono l’insonnia, che in
forma più o meno grave colpisce circa il 41% della popolazione; la sindrome delle apnee in sonno, di
cui soffrono circa 2 milioni di italiani; la sindrome delle gambe senza riposo, che colpisce 3
milioni di italiani e i disturbi del ritmo circadiano. I disturbi del sonno si associano spesso ad
altre malattie, soprattutto a carico del sistema nervoso”. Così Gianluigi Gigli, ordinario di
Neurologia presso l’Università di Udine.

L’insonnia

Uno studio condotto da ricercatori della Johns Hopkins Medicine ha dimostrato come il sonno
interrotto incide negativamente sul buon umore. Secondo i ricercatori svegliarsi più volte ,durante
la notte è molto più dannoso per la psiche rispetto a dormire per una quantità ridotta di tempo ma
senza interruzioni. Lo studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of
Science (Pnas), l’ultimo di una lunga serie a indagare sul legame tra sonno e memoria, dimostra
ancora una volta quanto un buon sonno possa giovare alla salute. In particolare, dormire male e con
continue interruzioni potrebbe privarci di una buona memoria o di concentrazione, riducendo
drasticamente la capacità di imparare cose nuove. I ricercatori hanno analizzato 62 adulti sani,
uomini e donne, divisi in tre gruppi: il primo gruppo è stato sottoposto a frequenti interruzioni
del sonno durante la notte, al secondo gruppo è stato detto di andare a dormire tardi, il terzo
gruppo invece poteva dormire fino a tardi. La qualità del sonno è stata rilevata da un esame detto
polisonnografia. Dopo la prima notte, i due gruppi di chi aveva dormito tardi e chi aveva avuto un
sonno interrotto si ‘equivalevano’ dal punto di vista dell’umore, già dalla seconda notte in poi
sono emerse, tramite le risposte a un questionario, delle notevoli differenze: nel gruppo dei
risvegli ‘forzati’ c’è stata una riduzione del 31% nello stato d’animo positivo, mentre il gruppo
che e’ andato a letto tardi ha avuto un calo ‘solo’ del 12% rispetto al primo giorno. La chiave di
queste differenze secondo gli esperti si troverebbe nel cosiddetto ‘sonno ad onde lente’, cioè più
profondo, che col sonno interrotto si riesce ad avere solo per brevi periodi.la mancanza di tale
chiave provocherebbe lo stato d’animo negativo.

da contattolab.it

approfondimento:
www.amadeux.net/sublimen/dossier/sonno_e_sogni.html

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