Il Tao della vita e l’arte del Tai-ji

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Il Tao della vita e l’arte del Tai-ji

Tratto dal libro

“Il Tao della vita e l’arte del Tai-ji”

di Giuseppe Urselli

Il Tai ji è la danza della vita alla portata di tutti, anziani, giovani e
bambini in forma o no. Il Tai ji è una via e una filosofia di vita che va
sperimentata nella vita di ogni giorno. La pratica, che consiste in una
serie di fluidi movimenti eseguiti lentamente e con consapevolezza, fa
acquistare grazia, coordinazione ed equilibrio psicofisico favorendo
sentimenti di pace e di rigenerazione.

La lentezza e la fluidità dei movimenti energetici donano calma e
tranquillità nella velocità del mondo moderno.

La pratica del Tai ji chuan sorse in Cina forse sette secoli or sono o
addirittura, secondo altre fonti, migliaia di anni fa. La vera storia ed
origine si confondono con la leggenda, il mito e la fantasia. Molti ne
attribuiscono a Chang San-feng la creazione. Si dice che questo monaco
taoista l’abbia “inventato” ispirandosi ad un sogno o più verosimilmente
osservando il combattimento-danza fra un serpente e una gazza. Ciò che è
certo è che il Tai ji è sorto dall’imitazione e dall’identificazione di un
uomo con i movimenti della Natura attorno a lui.

Dalle origini ai tempi moderni sono stati creati e studiati moltissimi stili
e tantissime forme di Tai ji chuan. Eppure, al di là del prolificare delle
diverse scuole e dei diversi stili l’essenza del Tai ji chuan continua a
rimanere la stessa: l’Amore per la Vita e per la Natura.

Il movimento del Tai ji prende infatti origine da un’unica fonte: il Vuoto
(Wu Ji) che è l’Amore e Mistero. Attingendo a questa meravigliosa sorgente
il corpo di chi pratica Tai ji diventa trasparente, chiaro, cristallino,
come l’acqua di un fiume.

Letteralmente Tai ji significa Fondamento o Polarità Suprema. L’ideogramma
Tai mostra una persona con le braccia e le gambe aperte, centrata nel
proprio Dan Tien. Mentre Ji rappresenta un albero e la danza Tai ji che
connette l’uomo tra cielo e terra.

Tai ji è quindi la suprema Danza della Vita!

Molte persone praticano il Tai ji chuan troppo seriamente dimenticando i
principi e lo spirito che lo animano. La forma (l’insieme dei movimenti, la
coreografia) non è l’essenza, ma semplicemente una struttura indispensabile
con cui si lavora per non entrare nel caos e nella confusione. Qualsiasi
forma del Ta ji è soltanto una delle infinite manifestazioni del Tao.

La Via del Tai ji non è contrassegnata dalla serietà e dall’introversione ma
dalla gioia e dal sorriso. L’essenza del Tai ji sta nella risata. E la
risata è terapeutica, contagiosa, porta alla danza, alla musica e al gioco.
Col Tai ji apprendi l’autoironia, cioè impari a ridere di te stesso.

Tutti i movimenti del Tai ji sono continui, non isolati gli uni dagli altri
ed hanno come base il cerchio. Il corpo del praticante diventa come uno
specchio, un vero e proprio microcosmo che riflette lucidamente e fedelmente
la vastità del macrocosmo.

Il corpo umano è un Tai ji così come lo è l’Universo stesso. Il danzatore
armonizza il piccolo universo del suo corpo con la vastità dell’intero
universo diventando l’asse, il perno attorno a cui si alternano lo yin e lo
yang. Il danzatore si muove circolarmente avanti e indietro, a destra e a
sinistra, in alto e in basso, collegando le varie direzioni al proprio
centro psicofisico, il Dan Tien.

Durante gli esercizi di Tai ji notiamo che è importante “svuotare” e tenere
infossato il petto. Non gonfiarlo forzatamente come quando ci si mette sull’
attenti.
Il saggio non è “il macho dal petto villoso che non deve chiedere mai”, ma
al contrario è l’uomo semplice che con umiltà ammette i propri errori ed è
disposto ad imparare eternamente. Non è rigido ma cedevole. Apprende con lo
spirito del principiante. Non compete, non lotta ed elimina ogni forma di
dualismo.
Il Tai ji ci invita ad integrare gli opposti e a farli danzare insieme.

Perché ciò avvenga è necessario sospendere i giudizi, trasformando
contemporaneamente il modo di pensare (prova a non dire più “o.o”, bensì
“e..e”; non più “o bianco o nero”, né “assolutamente sì/assolutamente no”,
ma “e bianco e nero”, oppure “per il momento no, domani forse sì”).

Nella danza Tai ji si fa affidamento su pochi e semplicissimi principi
filosofici di base. Uno di questi è il Wu-wei, cioè l’agire con la minima
resistenza, col minimo sforzo. Letteralmente Wu-wei significa “non agire,
non fare” che non vuol dire inerzia, pigrizia o non fare assolutamente
niente di niente impigrendosi sul divano. In realtà Wu-wei vuol dire assenza
di forzature, assenza di interventi inopportuni ed artificiali. Wu-wei
significa agire senza sforzo.

“Il Tao non fa nulla e tuttavia compie ogni cosa”
(Lao Tzu)

Il principio del Wu-wei ti suggerisce di non combattere contro le forze
della natura, ma al contrario di utilizzarle.

Nella danza Tai ji applichi il principio del Wu-wei muovendoti senza sforzo
e procedendo con grazia, semplicità ed eleganza.

Molti di noi sono stati abituati a credere nello sforzo, nella fatica e nel
sacrificio. Di conseguenza succede che quando si danza liberamente il Tai
ji, si comincia a pensare che quest’arte non faccia al caso proprio. In
realtà quando si vede qualcosa di semplice si ritiene di conoscerla già e di
aver bisogno di qualcosa di più serio, di più difficile, di più complicato.

Il Tao suggerisce invece di non complicarsi inutilmente la vita. I bambini
ci insegnano ripetutamente che in realtà la vita è semplice quando siamo
ricettivi ed aperti ad essa.

Non occorre combattere contro la realtà perché non è come ci piacerebbe. La
realtà è semplicemente ciò che è, né più né meno.
Col Tai ji non vogliamo cambiare il mondo. Riconosciamo invece l’importanza
del cambiamento individuale ed interiore. Tutto si trasforma, tutto scorre;
non occorre spingere il fiume.

Non vogliamo fare nessuna rivoluzione, consapevoli del fatto che non
possiamo modificare in nessun modo gli altri e la realtà esterna, se prima
non cambiamo noi. L’unica rivoluzione auspicabile è interiore e inizia
quando cominci a conoscerti ed accettarti così come sei.

Chi fa Tai ji non lotta per nessun ideale; semplicemente “non agisce”
mantenendo un dinamico equilibrio tra gli opposti. Così la “brava persona”
apprendendo il Tai ji smette di lottare esclusivamente per il bene ed impara
a “dare il pugno Tai ji” ritirandolo quando non è più necessario.

“Ritirare il proprio corpo quando l’opera è compiuta, tale è la Via del
Cielo”
(Tao Te Ching)

Allo stesso modo il “cattivo” danzando il Tai ji smette di lottare
esclusivamente per il male trasformando “il suo pugno Tai ji” in un fiore
che si schiude.
Chi danza Tai ji è romantico e concreto al tempo stesso, ama la dolcezza ma
sa come aggredire e come “difendersi” quando occorre.
Il principio del Wu-wei ti invita ad essere spontaneo, sincero e naturale
conservando la semplicità e la purezza di un bambino.

– Per il gusto ed il piacere di farlo.

– Per condividere un’esperienza gioiosa ed affascinante insieme con altre
persone.

– Per armonizzare il corpo, la mente e lo spirito.

– Per imparare a muoversi dolcemente e gentilmente nella vita di ogni
giorno.

– Per conoscere meglio il rapporto che abbiamo con noi stessi e con gli
altri (il Tao della relazione).

– Per apprendere ad apprendere.

– Per apprendere delle semplici tecniche che ci consentano di mettere in
pratica le nostre idee, i nostri sogni e le nostre aspirazioni.

– Il Tai ji ti fa sentire eternamente giovane e pieno di energie vitali.

– Favorisce e dona rilassamento, calma ed equilibrio psicofisico.

– Giova all’apparato cardio-vascolare e contribuisce alla prevenzione dell’
arteriosclerosi, dell’ipertensione e delle malattie cardiache.

– Mantiene in ottime condizioni le articolazioni e l’apparato scheletrico. E
‘ benefico per reumatismi ed artriti.

– Allevia l’asma e giova all’apparato respiratorio in quanto i movimenti
sono coordinati con una respirazione naturale, addominale e profonda. La
stessa respirazione diaframmatica massaggia gli organi della cavità
addominale; è benefica per il cuore, calma le emozioni, migliora la
digestione ed il metabolismo, rafforza il diaframma stesso.

– Previene e cura i disturbi gastrici, l’ulcera gastrica e duodenale, la
costipazione cronica e la maggior parte delle malattie etichettate come
“psicosomatiche”.
– Previene le disfunzioni renali ed i disturbi al fegato.

– Ha un effetto benefico sui disturbi della vista, sull’insonnia e sul
sistema nervoso.

– Attenua i disturbi nervosi, depressivi e gli stati ansiosi; irrobustisce
le difese immunologiche.

– La corteccia cerebrale sperimenta condizione di calma e riposo.

– Il Tai ji e il Qi Gong sono stati introdotti in numerosi ospedali sia in
Cina sia negli Stati Uniti rivelandosi efficaci perfino nella prevenzione e
cura dei malati di cancro.

– Numerosi tests clinici eseguiti in Cina hanno dimostrato che i praticanti
di Tai ji presentano condizioni psicofisiche migliori rispetto a chi non lo
pratica. Inoltre il gruppo dei praticanti dimostra almeno dieci anni in meno
dei coetanei che non lo praticano mai; presentano una pressione sanguigna
perfetta, un elettrocardiogramma più regolare, una maggiore elasticità della
spina dorsale, un ottimo equilibrio nervoso.

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