Il significato dei numeri

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Il significato dei numeri

Consapevolezza e fisica quantistica

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Qualche tempo fa ho letto un interessantissimo libro su Nikola Tesla in cui si parlava
dell’ossessione di questo grande scienziato per il numero 3. Questa particolare ossessione lo
portava, per esempio, a ripetere le azioni tre volte o in multipli di tre, e addirittura a chiedere
che la stanza di albergo dove soggiornava avesse il numero divisibile per 3 o fosse il 3 stesso.
Infine lo portò a vivere gli ultimi anni della sua vita al 33° piano di un hotel, dove poi morì!

Romina Alessandri – 15/10/2022

Dopo questa scoperta mi sono chiesta diverse volte: “perché una mente illuminata come quella di
questo instancabile inventore dava tanta importanza ai numeri, e in particolare al numero 3? Pur non
avendo, ancora oggi, una risposta definitiva, da quel giorno, non ho mai smesso di farmi delle
domande sui numeri e sul loro eventuale significato.

Il numero 41 di Scienza e Conoscenza forse è un po’ il frutto di questa curiosità, della voglia di
capire il significato dei numeri e soprattutto la loro influenza sul nostro quotidiano, sulla terra
e su tutto il cosmo. Raccogliendo gli articoli che compongono questa rivista ci siamo resi conto, in
redazione, che i numeri vanno ben al di là della matematica e della scienza esatta, tanto che (per
usare un termine coniato da Sabrina Mugnos nel suo articolo) potremmo parlare di mate-magica.

Grazie a questo minuzioso lavoro di raccolta articoli, è iniziato il nostro viaggio di conoscenza
che ci ha portato ad analizzare le sequenze numeriche come assunti base di tutte le forme più
perfette in natura, dai fiocchi di neve al nostro codice genetico, dall’assetto del fogliame delle
piante alla natura frattale del fegato umano, arrivando fino alla configurazione dell’intero
universo. Se tutto ciò che c’è, di più perfetto nel cosmo, può essere ricondotto a un ordine
numerico che svela l’armonia di ogni sistema vivente, possiamo ancora affermare che i numeri non
hanno un significato o un’influenza diretta nella nostra vita?

Se siete già stupiti di queste affermazioni preparatevi al peggio.. Infatti la nostra indagine si
spinge molto oltre! Dall’intervento della geologa Sabrina Mugnos, sui numeri magici in natura, la
sequenza di Fibonacci, il Phi (numero aureo) e la geometria frattale passeremo infatti alla
numerologia pitagorica applicata al quotidiano di Rita Maria Faccia per poi addentrarci nei numeri
che compongono le distanze e le grandezze dell’Universo con l’astrofisico Corrado Ruscica, saltando
poi, a piedi pari, nelle scoperte estreme di Grigori Grabovoi sul potere di guarigione di alcune
sequenze numeriche.

Arrivati poi, senza fiato, alla parte finale di questo nuovo numero 41, troveremo una sezione tutta
dedicata alla Medicina Non Convenzionale in cui ospitiamo le risposte ai quesiti dei nostri amati
lettori da parte del dott. Valesi, l’interessante approfondimento sull’argento colloidale e il suo
utilizzo in alternativa ai normali antibiotici del dott. Graziani ed infine due articoli
d’avanguardia: la medicina dell’informazione per le malattie autoimmuni del dott. Baldari e la
Terapia chelante per i metalli pesanti della dott.ssa Fiamma Ferraro.

Cari lettori mi auguro che anche questa volta riusciremo a sorprendervi, incuriosirvi ed
appassionarvi in questo viaggio di scoperta che, numero dopo numero, svela gli affascinanti segreti,
nascosti nella brevissima, seppur meravigliosa, parola VITA.

Scienza e Conoscenza – N. 41 — Rivista >> bit.ly/3s7ljDo

Nuove scienze e antica saggezza per svelare i misteri della vita

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Cosa sono i numeri primi?

Cos’hanno in comune 9991, 68399 e 37? Il fatto di essere numeri, certamente, unito a quello di
terminare, tutti, con entità numeriche dispari. Altro li collega, un aspetto davvero singolare, già
noto peraltro ai filosofi dell’antica Grecia: la condizione di numeri primi, questo il collante.

Emanuele Cangini – 19/10/2022

«Numero naturale maggiore di 1 divisibile solamente per se stesso e per 1», definizione descrittiva
che non lascia spazio a dubbi o esitazioni di carattere interpretativo: solamente il 2 rientra come
numero pari nell’insieme dei succitati numeri primi. Facile intuirne la motivazione: essendo
qualsivoglia numero pari maggiore di 2, sempre divisibile per 2 appunto, e non solamente per se
stesso e per 1 come definizione impone.

Tracce di numeri primi antecedenti alla Grecia antica si possono riscontrare in taluni documenti
egizi: famoso è il papiro di Rhind, nel quale le “espansioni” delle frazioni egizie (una frazione
egizia, in matematica, è definita come frazione scritta secondo modalità di somma di frazioni
unitarie) risultano essere formulazioni rappresentative differenti di numeri composti e numeri
primi.

Da Euclide alla Congettura dei numeri primi

Risulta essere il matematico e filosofo Euclide però, il primo ad aprire ufficialmente il sipario su
questo argomento affascinante e complesso: nel suo Elementi, enuncia diversi teoremi di importanza
cruciale, tra i quali, appunto, la dimostrazione dell’infinità dell’insieme dei numeri primi. Il
Crivello di Eratostene (algoritmo di calcolo utilizzato ancora oggi da diversi programmi per
computer) risulta essere il più semplice sistema di calcolo di numeri primi, pur rivelandosi al
contempo intrinsecamente laborioso e tortuoso inerentemente alla complessità di computo.

Famosissima è la Congettura dei numeri primi, problema posto per la prima volta da Euclide che
tutt’ora rimane irrisolto: si asserisce che esistano infiniti numeri primi tali che, aggiunti di 2,
diano come risultano sempre un numero primo. Questa supposizione ritenuta vera dalla maggior parte
dei matematici analisti, è il frutto di una valutazione sulla base di un’evidenza numerica, il
prodotto altresì di ipotesi euristiche, non il risultato di una vera e propria dimostrazione in
senso stretto. Per definizione ne risulta che, due numeri primi separati dalla quantità numerica 2,
vengano definiti “gemelli”.

La “non” solitudine dei numeri primi

Di recente, precisamente nel 2013, pare sia stata formulata una versione “debole” della congettura
poc’anzi esposta, la quale stabilisce un limite finito e fissato alla distanza tra numeri primi
gemelli, con buona pace degli “afezionados” del romanzo La solitudine dei numeri primi. Secondo un
manipolo di appassionati ricercatori, tra i quali ricordiamo Dan Goldston (San Jose state
University), Cem Yildirim (Università di Istanbul) e Janos Pintz (Accademia delle scienze
ungherese), i numeri primi non risulterebbero essere affetti dalla, seppur romantica, “solitudine”
alla quale il romanzo, prima, e il film, poi, amerebbero relegarli.

I ricercatori hanno dimostrato che esiste una “infinità di numeri primi per i quali quell’intervallo
è piccolo rispetto alla media degli intervalli precedenti”. In un secondo momento hanno sempre
dimostrato che “assumendo come valida una particolare ipotesi, deve esistere un numero infinito di
coppie di primi che differiscono di non più di 16”.

Tale formulazione si è rivelata, essa stessa, una congettura priva di dimostrazione. Yitang Zhang,
dell’Università di Durham, pare aver definito una dimostrazione che permette di stabilire un
“limite” alla distanza posizionale fra primi gemelli, pur meno “stringente” di 16. Il limite
stabilito è dell’ordine di 70.000, valore visibilmente grande. Ciononostante, il risultato tradisce
le sue stesse premesse: poiché trattasi di un valore fissato e finito, è certamente migliore della
media stabilita dalla ricerca precedente di Goldston, Pintz e Yildrim, la quale si riferiva a una
media progressivamente crescente.

Insomma, si può legittimamente pensare che il bersaglio ancora non è stato colpito, ma si è ridotto
sensibilmente il campo d’indagine. L’antico culto di Ela, tenebrosa scienza del disordine e
disciplina della distruzione, fu arte oscura che si prefiggeva lo scopo di porre fine a tutti i
mondi e ricondurre l’universo all’informe caos primordiale: i suoi adepti veneravano la Dea madre
Ela, essa stessa partorita dal caos. Questa tetra idolatria protrasse nel tempo i propri influssi e
vide nella sinistra presenza di Olimpiade, moglie del re di Macedonia Filippo II, la sacerdotessa
più devota e la celebrante più impenetrabile. Come i numeri primi conservano tutt’ora i propri
misteri non svelati, così gli antichi culti mitraici rimangono celati all’interno dello scrigno
arcano dei propri enigmi. Avvicinarsi a loro senza poterli decifrare mai. Nell’Egitto, nella Grecia,
fino ai giorni nostri.

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Storie di Scienza e di Scienziati come non li avete mai visti

Emanuele Cangini

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