ESPERIMENTI DI AZIONE MENTALE SU PIANTE

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ESPERIMENTI DI AZIONE MENTALE SU PIANTE

In questa relazione tratterò di una ricerca sperimentale esploratìva condotta nell’ambito delle
attività dell’AISM di Milano nei corso degli ritmi due anni, e avente per obbiettivo la verifica di
una possibile interazione a distanza fra la psiche umana e semplici sistemi viventi le piante.

In genere i parapsicologi (ma non tutti) ammettono l’esistenza di una azione diretta mente- mente
(telepatia) e anche la possibihtà di una azione mentale diretta verso sistemi viventi inferiori,
come animali e microrganismi, fino a giungere a sistemi non viventi (gli oggetti fisici): in questo
caso il fenomeno prende il nome di psicocinesi.

La letteratura su questi argomenti e vasta e bastera’ citare i lavori di W. Braud (1979) con Matthew
Manning e ìe ricerche di J.B. Hasted coi ”piegatori di metalli” (1980) e i risultati ottenuti da
Nash (1984) con batteri mutanti.

Per quanto riguarda l’argomento specifico trattato in questa relazione, si possono

ci­tare i lavori pionieristici di La Fontaine (1841) il quale cercò di influire sulla crescita di
gerani, e il prof. Bertholet di Losanna, il quale protrasse per anni nuove e ingegnose pro­ve
ottenendo risultati nettamente positivi (4) (5).

Più recentemente in Italia il prof. Armani e in Francia i coniugi Paul e Christian Vasse hanno
condotto esperimenti in questo senso. In particolare i Vasse compirono una serie di esperienze
fondate sulla ipotesi di Rhine dell’influenza diretta della psiche sulla materia, in contrasto con
la teoria fluidistica. Evitarono cioe’ il piu’ immediato o ravvicinato contatto materiale coi semi
di grano in esperimento, rimanendo a una di­stanza di circa 1.5 metri da essi e cercando di
immaginare e vedere i chicchi ingranditi.

I risultati, altamente positivi, furono pubblìcati sulla “Revue Métapsichique” n.2 (1942).

Un’altra esperienza, molto particolare, fu quella del rev. Franklin Loehr (6) dottore in chimica e
pastore presbìteriano, che speri nìentè il potere della preghiera, quale desi­derio vivo e
pienamente vissuto, per influire su un altro essere vivente.

E non solo in senso positivo, pregando cioé per la crescita di pianticelle e semi, ma anche in senso
ne­gativo. pregando per esempio alcunì germogli di grano di non crescere, di seccarsi, men­tre
altri, i controlli, crescevano regolarmente li’ vicino.

Le esperienze furono 700, le per­sone che collaborarono furono 150, le pianticelle e semi oltre
27000.

I risultati furono veramente positivi.

Nel 1961 un biochimico della Mc. Gill Universitv, in Canada, il dott. Bernard Grad (7) tentò di
influire sulla germogliazione di chicchi d’orzo con la collaborazione di un guaritore, O. Estebany.

Al termine della sperimentazione risultò che le piantine nate erano cresciute in numero maggiore e
piu’ rigogliose rispetto a quelle nate da semi di controllo.

Probabilmente il piu’ famoso fra gli studiosi di questi fenomeni fu l’americano Cleve Backster (8)
che alla fine degli anni’ 60 pubblicò una serie di ricerche in cui affermò che la resistenza
elettrica dei vegetali è caratterizzata da fluttuazioni correlate con le manife­stazioni emotive
dell’uomo. Backster tuttavia arrivò ad affermare l’esistenza di « emozioni» e «sentimenti» nelle
piante stesse, equiparandole a comportamenti propri degli animali superiori. Questa tesi tuttavia è
poco credibile, poichè i vegetali non possiedono neppure un rudimentale sistema nervoso, ed inoltre
le tecniche sperimentali di Back­ster producevano un gran numero di segnali spuri che hanno reso
poco significativi i suoi risultati dal punto di vista scientifico.

Nella stessa epoca, nel 1967, il dottor Robert N. Miller (4) (9) ingegnere chimico di Atlanta
(Georgia USA) invitò la sensitiva O. Worral a tentare di influenzare la crescita di una piantina di
segale collocata nel suo laboratorio, mentre la Worral si trovava a Bal­timora (Maryland USA) a
circa 800 Km di distanza.

Servendosi di un apparecchio idea­to dal dott. H.H. Kleiter del Ministero dell’ Agricoltura
americano, che poteva misura­re la crescita di una pianta con notevole sensibilità, Miller potè
constatare un incremen­to di velocità di crescita di circa 8 volte in coincidenza con la
concentrazione mentale della Worral.

Nel 1966-1968 un altro studioso, Julius Weinberger, direttore della ricerca presso i laboratori RCA
(10) eseguì una serie di esperimenti molto simili nel procedimento e nelle tecniche a quelli da me
realizzati. Applicò opportuni elettrodi a una pianta di Dio­nea Muscipala e, attraverso un
amplificatore elettronico a valvole, ottenne registrazioni dei potenziali elettrici variabili della
pianta, in condizioni di ottima schermatura della pianta e delle apparecchiature.

Quindi si propose di stabilire se era possibile influenzare il numero e l’entità di que­sti segnali,
attraverso la sola azione mentale. I risultati furono veramente notevoli e fu­rono elaborati dal
punto di vista statistico anche con l’aiuto di J. B. Rhine.

La probabilita’ che i risultati fossero casuali fu di 1/93000.

Esperimenti piu’ recenti. nel 1973 – 1974, furono condotti in Unione Sovietica dalla dottoressa
Larisa Vilenskaja e dal dott. V.N. Pushkin (11); anche in questo caso i

re­sponsi elettrici delle piante furono registrati mediante un elettroencefalografo e gli elet­trodi
facevano capo alle foglie. Fu confermato che un soggetto può influenzare mental­ mente una pianta e
che non tutti possono farlo allo stesso modo.

Lo fa indubbiamente meglio chi è dotato di facoltà psichiche: il soggetto N.A. utiliz­zato dagli
studiosi russi, poteva indurre questo effetto rapidamente e con successo. Al­tri, che non riuscivano
in stato normale, conseguivano successi apprezzabili in stato di pnosi o di coscienza alterata (12).

Parte Sperimentale

L’ipotesi dì lavoro, confortata dai dati di letteratura citati, era quella di poter osser­vare una
correlazione positiva fra concentrazione psichica di un soggetto e attività elettrofisiologica di
una pianta.

Sono state utilizzate molte piante di Tradescantia Albiflora coltivate nello stesso va­so e con
foglie ben sviluppate.

Mediante opportuni elettrodi applicati alle foglie, sono stati registrati i potenziali elettrici
variabili presenti sulle foglie in condizioni normali.

La apparecchiatura elettronica utilizzata era costituita da un preamplificatore ad alta impedenza
d’ingresso, un amplificatore a guadagno variabile ed infine un registratore grafico.

Nella progettazione del circuito si è posto particolare attenzione alla eliminazione dei disturbi di
rete a 50Hz che possono essere captati dall’ambiente, e ciò è stato ottenu­to limitando la banda
passante dell’amplificatore fra 0.3 e 10Hz.

In precedenza, nel corso di prove preliminari, era stato accertato che i segnali elettrici variabili
provenienti dalle piante sono compresi in questa banda di frequenza e pre­sentano intensità fra 10 e
500 microvolt, con valore medio di circa 50 microvolt.

Inoltre era stato verificato che i disturbi provenienti da macchine, dalla atmosfera, dalle onde
radio etc. erano suffìcentemente bassi da non richiedere una schermatura del­le piante. Gli
elettrodi erano costituiti da due lamine circolari d’oro con un’area di circa 1.5 cm2 ciascuno e
connessi all’amplificatore con cavetti schermati.

L’uso di un metallo nobile come l’oro, senza paste elettrolitiche conduttrici, mini­mizza la
quantità di segnali spuri che possono essere generati da processi di ossidazione sugli elettrodi.
Questi elettrodi erano fissati mediante nastro adesivo su una stessa foglia, oppure su foglie
diverse di una stessa pianta, mentre l’elettrodo dì massa era infisso sta­bilmente nel terreno
umido, in prossimità delle radici.

Dagli studi preliminari era stato osservato che il periodo di maggiore attivita’ elettri­ca sulle
foglie corrispondeva alle ore del mattino e del primo pomeriggio.

L’amplificatore impiegato presentava inevìtabilmente una certa sensibilità ai campi elettrostatici,
a causa della elevata impedenza d’ingresso. e quindi per evitare disturbi di questo genere, si
curava che nessuna persona si trovasse a meno di due metri dalle appa­recchiature e dalle piante nel
corso di un esperimento. Con tutte queste precauzioni e controlli si aveva la certezza che i segnali
elettrici registrati rappresentavano la reale atti­vita’ elettrofisiologica della pianta.

Occorre dire che la realizzazione pratica di questi esperimenti non è né semplice né facile:
l’attività elettrica media delle foglie presenta forti e imprevedibili fluttuazioni di giorno in
giorno, e perciò è necessario mediare i risultati su un numero sufficente di prove, poiché l’effetto
paranormale che si va cercando, se esiste, è sicuramente piu’ debo­le delle fluttuazioni spontanee.

Per valutare l’area totale dei segnali in un dato intervailo di tempo, è stato adottato in un primo
tempo un metodo manuale, ma in seguito è stato costruito un circuito inte­gratore elettronico il
quale provvede a sommare con precisione e velocità l’area di tutti i segnali, fornendone un’uscita
analogica su un secondo pennino del registratore grafico.

Dopo avere raggiunto una sufficente garanzia del buon funzionamento di tutte le apparecchiature
(tarate con un generatore di Funzioni) si è proceduto alla realizzazione degli esperimenti veri e
propri di carattere parapsicologico.

Procedura Sperimentale

Sono state realizzate sinora 55 registrazioni, suddivise in tre distinti tipi di esperi­menti.

Il primo esperimento comprende 15 registrazioni dove l’agente era una persona che agiva a distanza,
senza mai avere avuto la possibilità di vedere direttamente o di toccare le piante in questione.

Il procedimento seguito consisteva, in primo luogo, nei concordare una data e un orario preciso in
cui l’agente doveva cercare di influenzare mentalmente, a distanza, una pianta per un periodo esatto
di cinque minuti.

Di solito la data e l’orario erano concor­dati con uno o due giorni di anticipo. L’apparecchiatura e
le piante erano poste nel mio laboratorio, mentre le persone in questione si trovavano a casa loro,
da tre a trenta km di distanza, Quindi procedevo alla registrazione dei potenziali elettrici
iniziando circa 30-40 minuti prima rispetto all’orario concordato e proseguendo per altri 10-15
minuti dopo tale orario.

Al termine di ogni esperimento procedevo alla valutazione dei risulta­ti, basati sulla misurazione
dell’area dei segnali registrati in un periodo di tempo di 15 minuti, in modo da confrontare l’area
dei segnali nei 5 minuti precedenti (a) e seguenti (c) il periodo concordato (b).

In questo modo le condizioni ambientali (temperatura, luce, umidità) potevano con­siderarsi quasi
costanti nell’arco di tempo dell’esperimento e cio’ rendeva minimi i segnali causati dalle
variazioni ambientali. Le persone che hanno collaborato alla realizza­zione di questo primo
esperimento, sono le signore E. Longoni, M. Bertolini, M.A. Al­chisio.

In questo primo esperimento, l’analisi statistica non mostra alcun significativo incremento
dell’attività elettrica nel periodo ”b” cioè durante l’azione mentale.

Occorre anche dire che come precauzione contro una eventuale interferenza psi dello sperimentatore,
per tutta l’intera durata di ogni esperimento, mi tenevo impegna­to in una attività che mi
distraesse il più possibile, come ad esempio leggere o conversare con qualcuno.

Il secondo esperimento, comprendente 30 registrazioni, è stato eseguito con le medesime modalità del
precedente e l’agente ero in stesso, ed operavo a una distanza di 8 metri dalle piante, oppure da
120 metri circa.

E’ stato ottenuto un incremento significativo dell’attività elettrica nel periodo « b ».

Questo incremento e’ stato valutato con metodi statistici chiamati «t-test» e «test sequenziali» e
si puo’ affermare che il risultato è significativo con una probabilità supe­riore al 99.9%. Cio’
significa che esiste meno di una probabilità su 1000 che il risultato sia dovuto solamente al caso
(P <0.001).

Delle 30 prove, 14 erano realizzate a una distanza di otto metri circa dalle piante, e 16 a una
distanza superiore a 120 metri. E’ stato ottenuto lo stesso grado di incremento percentuale nel
periodo «b»: sembra dunque che la distanza non abbia importanza.

L’ultimo tipo di esperimento, comprendente 10 registrazioni, e’ stato eseguito consegnando a un
soggetto, la signorina M. Mori, una delle piante in questione, nell’intento di favorire la
concentrazione mentale verso i bersagli, cioè le piante del laboratorio.

Il soggetto operava da una distanza di circa 5 km, e non aveva mai visto o toccato le piante del
laboratorio.

In questo caso non fu concordato un orario preciso, ma solo un intervallo di un’ora, sempre lo
stesso, all’interno del quale il soggetto doveva scegliere, a suo piacimento, l’intervallo di 5
minuti per l’azione psichica.

Con questo procedimento, qualsiasi influsso anche inconscio dello sperimentatore era evitato, dato
che non conoscevo l’esatto intervallo di tempo dell’azione mentale del­la Mori. Solo al termine di
tutte le prove, ho potuto conoscere quali erano questi inter­valli e procedere alla valutazione
quantitativa dei risultati.

In questo terzo esperimento, l’analisi statistica non mostra alcun significativo incre­mento dell’
attivita’ elettrica nel periodo «b».

In futuro, avendo tempo a disposizione, si potrebbero impostare altri esperimenti in cui per esempio
si fa lavorare uno stesso agente, prima e dopo essere stato in contatto con le piante, per vedere se
questa variabile porta a differenze sensibili e riproducibili.

Discussione dei risultati

Vorrei ora discutere questi risultati nell’ambito della teoria ESP proposta nel 1983 dal fisico CN.
Villars (13). Tale teoria è basata sull’effetto quantistico noto come «non localita’» e rappresenta,
a mio avviso, una delle più promettenti teorie interpretative dei fenomeni ESP.

Non è il caso, in questa relazione, di scendere in dettaglio sul contenuto della teoria, ma basterà
ricordare che la teoria di Villars permette dì fare alcune previsioni esplicite sulle
caratteristiche dei fenomeni paranormali.

In particolare:

1) il tasso di successo in esperimenti di percezione extrasensoriale deve aumen­tare nettamente
quando fra soggetto e bersaglio c’è stata nel passato una qualche forma di contatto fisico.

2) il fenomeno non dipende dalla distanza.

3) la percezione ESP è mediata da un sistema sensoriale che nell’uomo con ogni probabilità è posto
nel cervello.

Cio’ lascia anche prevedere la possibilita’ che le capacità ESP possano migliorare con l’esercizio,
allo stesso modo con cui sono migliorabili molte altre capacità mentali, quali la memoria, la
concentrazione, la riflessione.

I risultati da me ottenuti sono in accordo coi punti 1 e 2 del modello di Vìllars.

Infatti hanno avuto esito mediamente nullo gli esperimenti dove l’agente (Bertolini, Longoni,
Alchìsio, Mori) non aveva mai visto ne toccato le piante del laboratorio, men­tre l’esito è stato
positivo nel mio caso, in cui ho avuto la possibilità di accudire alle piante, ad esempio
innaffìandole e ponendo gli elettrodi sulle foglie.

D’altra parte, come in ogni tipo di esperimento del genere basato su analisi statisti­ca, non si
puo’ mai escludere a priori che il risultato sia semplicemente fortuito, oppure causato da un
qualche artefatto sperimentale sfuggito a tutti i controlli e alle precauzioni. ­Questa situazione
e’ comune a quasi tutta la parapsicologia sperimentale, e resterà ta­le fino a quando non si
riuscira’ ad ottenere risultati riproducibili.

Se si accetta una causa paranormale come spiegazione del risultato positivo ottenu­to, allora io
personalmente preferisco presupporre che esista una forma di «percezione primaria» extrasensoriale
anche a Iivello di semplici sistemi viventi come le piante.

Questa ipotesi di una «percezione primaria» nel mondo vegetale fu sostenuta anche da Cleve Backster.

I lavori e le conclusioni di Backster furono assai contestati anche all’interno della ricerca
psichica. ma questa idea, oltre che suggestiva, a me sembra anche ragionevole, poiché la moderna
biologia ci mostra come i sistemi viventi a livello cellu­lare sono molto più simili fra di loro di
quanto non suggerisca la morfologia esterna.

Si ipotizza cioe’ che la percezione extrasensoriale sia una proprietà generale dei sistemi viventi.
e non solo dell’uomo, anche se probabilmente in quest’ ultimo puo’ raggiungere le forme più
eclatanti.

In alternativa, si possono interpretare i risultati ottenuti come dovuti a un azione psicocinetìca
diretta mente-materia. In questo caso la foglia, assieme al suoi elettrodi e all’amplificatore,
viene considera­vo come un «generatore di rumore elettronico casuale », e non e’ più rilevante che
sia, o no, un essere vivente. Infatti numerosi esperimenti, ad esempio quelli compiuti da H. Schmidt
e W. Braud, avrebbero dimostrato la possibilità di influenzare, col solo pensie­ro, un disposìtivo
elettronico basato su di un generatore casuale. Tuttavia personalmen­te preferisco la
interpretazione che assegna un ruolo più attivo, di vera e propria perce­zione, ai sistemi viventi
in genere.

È chiaro che questo lavoro non puo’ né vuole, dire nulla di conclusivo circa la realtà di questi
discussi fenomeni e vuole essere solo un contributo ulteriore verso la dimostra­zione sperimentale
delle possibilità insite nel mondo vivente.

BIBLIOGRAFIA

1) W. Braud, G. Davis « Experiments with Matthew Manning », J.S.P.R. 50, 782 (1979)

2) J. B. Hasted, D. Robertson «Paranormal action on metal and its surroundings»,

J.S.P.R. 50, 784 (1980).

3) Carrol B. Nash «Test of Psychokinetic control of bacterial mutation »,

J. Am. S.P.R., 78, 145 (1984).

4) Piero Cassoli « Guaritori e fenomeni fisici », pag. 56-57, Metapsichica (1975)

5) Piero Cassoli « I Guaritori», pag. 186-195, Armenia Editore (1983).

6) Franklin Loehr «The power of prayer on plants», Doubleday New York (1959).

7) Grad B. «Some biological effects of the laying on of hands »,

J. Am. Soc. Psych. Res., 95, 129 e 59, 2 (1965)

8) Cleve Backster «Evidence of a primary perception in plant life»,

Int. J. Parapsycholo­gy, Vol. 10, 329 (1968).

9) Robert N. Miller «Metodi per scoprire e misurare le energie guaritrici»,

da Parapsicolo­gia scienza del futuro, di J. White e S. Krippner, Armenia Ed. (1978).

10) Julius Weinberger «Apparecchio di comunicazione con i disincarnati»,

da Parapsicologia scienza del futuro di J. White e S. Krippner, Armenia editore (1978)

11) Larisa Vilenskaya «Recenti esperimenti su piante condotti nell’Unione Sovietica»,

pag. 33-34 Metapsichica (1974)

12) Peter Tompkins, Christopher Bird « La vita segreta delle piante», Sugar ed. (1979)

13) C.N. Villars — «Nonlocality and ESP » J.S.P.R. 52, 795 (1983)

di Giroldini William
Fonte: (Pubblicato in “Quaderni di Parapsicologia”, 1986, p. 21-30)

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