CERVELLO/MENTE/COSCIENZA (PRINCIPI E MODELLI) – 2

pubblicato in: AltroBlog 0

CERVELLO/MENTE/COSCIENZA (PRINCIPI E MODELLI) – 2

di Nitamo Federico Montecucco e Enrico Cheli

tratto da “Enciclopedia olistica”

L’IPOTESI COSCIENZA E I “PRINCIPIA CYBERNETICA”

L’idea di una Mente universale o Logos sarebbe, a mio avviso, una considerazione plausibile
dall’attuale stato della teoria scientifica; o per lo meno in armonia con esso. Sir Arthur Eddington

La mente è per sua natura un tantum singolare: dovrei dire: il numero complessivo delle menti è
soltanto uno. Erwin Schrödinger

La natura propria del Signore è la Coscienza. Abinavagupta – dal “Tantrasara”

L’Ipotesi Coscienza

La Teoria dei Cyber si basa sull’Ipotesi Coscienza. L’Ipotesi Coscienza afferma che l’intera
esistenza è Una Infinita Coscienza: un multidimensionale universo composto e animato da un’unica
energia intelligente.

L’esistenza Una e Sacra si manifesta in infiniti aspetti e dimensioni, coscienti e intelligenti; il
suolo su cui poggiamo i piedi, la nostra mente, il nostro stesso corpo e gli atomi di cui è
composto, questo pianeta rotante, come le altre stelle, sono terra sacra!

Questa infinita coscienza, come un continuum vuoto oltre lo spazio.tempo che si insinua nelle pieghe
frattali delle meccaniche quantistiche, costituisce la matrice “implicata” di ogni ordine,
intelligenza e bellezza.

Pervadendo l’intimo cuore di ogni frammento di realtà, questo oceano di coscienza rimane tuttavia
immoto e incontaminato, è il motore immobile, il perno vuoto delle mastodontiche ruote cosmiche in
perpetuo movimento. E, pur sfrangiato nella complessità delle sue molteplici dimensioni, esso rimane
uno, come un possente albero celato dalle sue stesse foglie.

Coscienza è un termine che rappresenta la dimensione unitaria e sacra dello spirito e la natura
essenziale di Dio, chiamato appunto la Coscienza del Tutto. La coscienza è stata raffigurata da
sempre come luce e simboleggiata da un occhio, ad indicare la sua principale caratteristica di
osservare e conoscere. La natura della coscienza è non-duale, allo stesso tempo immanente e
trascendente, continua, intelligente, indipendente dallo spazio e dal tempo e, quindi, senza
estensione o età.

Non nasce e non muore, non s’accresce e non diminuisce – dice Platone – è assoluta, in Sé, unica,
senza tempo e tutte le cose belle partecipano in lei.

L’Ipotesi Coscienza rappresenta l’archetipo di ogni spiritualità, ed è quindi sostenuta da
innumerevoli miti e cosmologie, antiche e moderne.

I Princìpi Cibernetici

I princìpi cibernetici sono le leggi logico-analogiche che sostengono la Teoria dei Cyber, sono
degli aforismi, delle affermazioni sintetiche espresse in linguaggio cibernetico-informatico che
possono essere rintracciate e riconosciute nella maggior parte delle tradizioni spirituali,
filosofiche e scientifiche. Lo scopo dei princìpi cibernetici è quello di costituire una semplice e
chiara base logico – filosofica per comprendere in modo olistico le leggi della coscienza e del suo
sviluppo. La loro matrice universale fornisce una concreta e profonda base comune per una
comprensione unitaria e globale della realtà, un primo inizio di scienza olistica, su cui è fondata
la Teoria dei Cyber.

I primi tre princìpi cibernetici, chiamati princìpi archetipici, sono la rilettura cibernetica delle
tre Matrici Archetipiche, una ricodificazione dei pilastri che reggono la coscienza collettiva
dell’umanità.

Principio del Campo Vuoto Primordiale della Coscienza

All’inizio era il nulla, e il nulla non aveva nome. Chuang Tzu

Questo è il racconto di quando tutto era fermo, tutto calmo, in silenzio; tutto senza movimento,
tranquillo e la distesa del cielo era vuota… Nulla esisteva. Dai “Popol Vuh”

Prima sorse il vuoto Caos. Esiodo

All’inizio vi era Quello, fatto di tenebre, indistinto, senza caratteristiche, inconoscibile e come
totalmente assopito. Dalla “Chandogya Upanishad”

Prima dell’inizio della nuova creazione, Awonawilona – il Creatore e Contenitore-del-Tutto, e Padre
di Tutti i Padri – se ne stava solo. Non c’era nulla altro nel grande spazio delle ere che profonda
oscurità e vuoto. Mito della creazione dei Nativi Americani Zuni

Lo Zero è l’elemento.numero del Vuoto.Nulla.Indifferenziato originario.

La Matrice Zero in termini cibernetici può essere definita come un “campo zero” o “campo vuoto”
caratterizzato da totale assenza di informazioni. Definendo informazione come minima differenza
comunicabile, e ipotizzando l’inizio come totale stasi, abbiamo di conseguenza un infinito “campo
informatico” privo di differenze e quindi a “zero” informazioni. La coscienza vuota deve essere
considerata quindi lo stato di base dell’esistenza.

L’assenza totale di movimento del campo zero, V=0, dove il movimento è definito matematicamente come
V=S.T (dove V è la velocità, S lo spazio e T il tempo), porta alla conclusione che lo stato iniziale
era senza spazio e senza tempo, non vi era possibile divisione negli eventi (zero informazioni):
l’intero campo era necessariamente indiviso e quindi unitario, ma non essendoci informazioni, sulla
base dell’ipotesi di partenza, la coscienza esisteva senza contenuto e quindi era non-consapevole,
non-cosciente.

All’inizio era il Buio assoluto, l’Indifferenziato, il Grande Vuoto, la nera notte, senza spazio,
senza tempo né consapevolezza. L’inizio dei miti corrisponde ad una coscienza profondamente
addormentata, un oceano di potenzialità senza movimento, senza differenze. Solo infinito Vuoto.
Vishnu giace profondamente addormentato su un infinito oceano di Nulla, senza sogni, appoggiato sul
serpente Ananta, l’Eterno, arrotolato su se stesso. Nella scienza questo primo livello corrisponde
al concetto di vuoto. La rappresentazione del Vuoto nelle varie tradizioni è schematizzata nella
tavola ** .

Principio dell’Unità della Coscienza

L’essere è generato dal non-essere. Lao Tzu

All’inizio era il Caos, poi venne l’Intelletto che diede ordine a tutte le cose. Anassagora

All’origine c’era solo l’Atman, sotto forma di Purusha. Guardandosi attorno egli non vide altro che
se stesso. E in primo luogo pronunciò le parole: So Ham, Io Sono Questo. Dalla “Brihad Aranyaka
Upanishad”

All’inizio vi era Quello, fatto di tenebre, indistinto, senza caratteristiche, inconoscibile e come
totalmente assopito. Apparve allora il Signore Svaysbhu, l’Autonomo, Colui che non evolve e che fa
evolvere la totalità di Quello, a partire dagli elementi ordinari. E’ lui che spiegando la sua
energia dissipa le tenebre. Egli meditò, desideroso di creare ogni genere di creatura. In principio
creò le acque, poi in esse egli mise il suo seme. E divenne un Uovo d’Oro, rivestito dallo splendore
di mille raggi, e in questo Uovo nacque da se stesso Brahma, l’antenato di tutti i mondi. dalla
“Chandogya Upanishad”

Non vi era l’essere, non vi era il non essere in questo tempo. L’Uno respirava senza soffio, animato
da se stesso: nient’altro esisteva. Dal “Rig Veda”

Il secondo principio archetipico evidenzia la trasformazione del Campo Zero di coscienza vuota che
si autopercepisce e diventa un Campo Unitario, una Oneness. Dal primitivo stato di coscienza vuota,
dormiente e indifferenziata si ha l’emergere della coscienza, della consapevolezza di esistere.
Dallo Zero emerge l’Uno. La Coscienza si risveglia e, non essendoci divisioni o limiti, realizza di
essere Una, potenzialmente Infinita e Intelligente. Dallo stato di Zero informazione (e quindi di
non-coscienza) si passa all’informazione Uno (o auto-coscienza). E’ il primo processo cibernetico
autoreferente, il primo auto-feedback, l’informazione ritorna, o meglio (non essendoci spazio e
tempo) “riverbera”, “risuona” in se stessa. Gli antichi indiani l’hanno chiamata Swaiambur, “colei
che si sostiene da sola”.

Il grande mistero da cui nasce la sacralità dell’esistenza è proprio questo risveglio della
coscienza cosmica addormentata, che diventa “consapevole di esistere” come infinità vuota, come
“campo di informazione-coscienza unitaria”. E’ questa coscienza che da vita e intelligenza al Tutto,
senza questa coscienza risvegliata l’intero universo sarebbe materia senza vita e senza la benché
minima coscienza, in nessuna forma. Mitologicamente questo “campo unitario di coscienza” è
raffigurato come un Uovo d’Oro, rivestito dallo splendore di mille raggi, dalla cui fecondazione e
successiva “rottura” nascono i mondi.

La Coscienza risvegliata è universalmente rappresentata come Luce, e con la qualità intrinseca
del’Amore (Eros). Da questa Coscienza, Una, Luminosa e Amorevole nasce la creazione.

Nella scienza questo livello di Infinito Vuoto Cosciente ancora immanifesto, e quindi ancora senza
spazio-tempo, corrisponde al concetto di ordine implicato di Bohm e di Vuoto Sub-Quantistico di
Laszlo, in astrofisica corrisponde all’istante che immediatamente precede la singolarity, da cui
origina il Big Bang.

Per questo tornando al vuoto e al silenzio ci si ritrova nella coscienza originaria.

La rappresentazione dell’Unità nelle varie tradizioni è schematizzata nella tavola ** e nella tavola
** .

Fecondazione e Rottura dell’Uovo della Coscienza Cosmica

Ma come avviene la “fecondazione” e la successiva “rottura della simmetria”? Come può, da questo
“campo di coscienza unitaria” assolutamente indivisa e immobile, scatenarsi un così drammatico
processo di creazione fisica che porta alla formazione del nostro Cosmo, in cui, per ora, sono state
osservate circa cento miliardi di galassie, ognuna delle quali è formata da circa cento miliardi di
stelle?

Teoricamente questo evento accade in una dimensione ancora indivisa e quindi aspaziale e atemporale,
e può essere “durato”, come sostengono molti miti, per molte eternità; ma è tuttavia evidente che da
questo stato nasce successivamente la più grande instabilità immaginabile che dalla completa
immobilità porterà alla creazione dinamica del cosmo. Anticipiamo che non siamo purtroppo in grado
di immaginare eventi al di fuori dallo spazio e dal tempo, le nostre metafore della dimensione
“implicata” quindi saranno condizionate da immagini mentali spazio-temporali; se le metafore saranno
corrette porteranno comunque un’espansione della comprensione.

L’evento più significativo dal punto di vista cibernetico è proprio la transizione di fase dal
“campo di coscienza unitaria”, che immediatamente precedette e provocò la singolarity,
all’esplosione del Big Bang e alla sua successiva frammentazione. Seguendo le tracce dei miti
possiamo ipotizzare che nell’oceano immobile della coscienza dormiente nasca la prima “differenza”
che stimola la coscienza dell’essere. Questa presa di coscienza – che viene comunemente tradotta
come: so ham, “io esisto” – è da interpretarsi come un evento critico, una minima, impercettibile
variazione del campo, l’onda della prima informazione. E’ la “scossa” con cui Ta’aroa uscì dalla sua
conchiglia che sembrava un uovo. Questo “io” è come l’informazione, senza corpo, di uno spermatozoo
che feconda l’immenso corpo di un uovo, che da solo non può suddividersi. Questo evento è
catalitico: in un oceano di silenzio infinito e statico, un sussurro, la prima informazione “rompe”
l’equilibrio perfetto e crea una cascata di eventi cibernetici. Una prima differenza genera una
reazione a catena di differenze, come uno specchio che riflette il nulla e si rompe generando
infinite immagini di nulla. Siamo così alla creazione del molteplice, che gli antichi a volte
chiamavano Maya, l’Illusione. Dall’ombelico di Vishnu Dormiente sorge un fiore di loto da cui nasce
Brahma, che crea, sognandoli, infiniti universi e dimensioni.

Principio dell’Energia Intelligente Creativa

All’inizio era il nulla, e il nulla non aveva nome. Di là si produsse l’uno, l’uno fu, senza che
avesse una forma materiale. Ne nacquero gli esseri: è ciò che viene chiamata la sua virtù. In ciò
che non aveva forma si ebbe una distribuzione, alla quale seguì un movimento perpetuo, che ha nome
Destino; nel corso delle sue trasformazioni sono nati gli esseri. Chuang Tzu

Prima dell’inizio della nuova creazione, Awonawilona – il Creatore e Contenitore-del-Tutto, e Padre
di Tutti i Padri – se ne stava solo. Non c’era nulla altro nel grande spazio delle ere che profonda
oscurità e vuoto. All’inizio della nuova creazione, Awonawilona concepì in Se stesso e il suo
pensiero si proiettò fuori nello spazio, dove nebbie generatrici e potenti vapori di crescita
crebbero e si svilupparono. Così, grazie alla sua innata conoscenza, il Contenitore-del-Tutto si
fece persona e forma del Sole, che noi sentiamo essere nostro padre e che così venne in esistenza e
manifestazione. Questa apparizione creò la luce che illuminò lo spazio. Mito della creazione dei
Nativi Americani Zuni

Il Cielo e la Terra e le Diecimila Creature sono generate dall’Essere. L’Essere è generato dal Non
Essere. Lao Tzu

Prima sorse il vuoto Caos, poi Gea dal rigoglioso seno. Dal Caos discendono Erebo, il buio senza
luce e Nyx, la notte, che, unitasi a Erebo, partorì Etere, la luce del cielo, ed Emera, il giorno.
Gea invece partorì Urano, il cielo stellato, e da lui venne abbracciata e fecondata e partorì Ponto,
il mare, e le infinite creature viventi che nascondeva nelle sue cavità. Esiodo

Tutto è in tutto. Anassagora

Nel Timeo Platone descrive il caos come il “ricettacolo” della materia informe che è all’origine del
mondo e che successivamente viene ordinata e organizzata in un Cosmo dalla coscienza e
dall’intelligenza del Demiurgo.

Dallo Zero-Uno si creano infiniti numeri e dimensioni. Nella Coscienza Vuota, Una e Infinita, ancora
implicata e immota, si produce una fertile e amorevole “rottura” dell’equilibrio-simmetria che
produce un movimento di informazione.energia vivente-intelligente, una divisione-moltiplicazione
dell’Uno negli Uno, che crea sincronicamente-olograficamente le infinite Unità-Creature e le
infinite Dimensioni-Livelli che compongono l’esistenza.

La cascata cibernetica di eventi di moltiplicazione-divisione che seguono l’iniziale rottura della
simmetria è infinita come la matrice da cui essa stessa deriva. Il numero delle unità cibernetiche
che ne derivano è potenzialmente infinito anche se, da un punto di vista atomistico, alcuni fisici
hanno “calcolato” il numero approssimativo degli atomi dell’intero universo.

La rottura dell’equilibrio altera lo stato di stasi, si genera un movimento; V (la Velocità), non
più uguale a zero, crea un valore discreto di S-T: il movimento produce lo spazio-tempo. Questo
movimento è perfettamente rappresentato dal fotone, araldo di ogni particella elementare, che si
muove alla massima velocità possibile nella nostra dimensione, ma, dato V=S.T, non potrebbe quindi
essere, al contrario, che l’intero spazio-tempo è relativo in quanto creato proprio dal movimento
degli infiniti fotoni?

Il fotone è un “quanto” di energia ma noi possiamo osservarlo come un “quanto” di informazioni che
si muovono alla velocità di trecentomila chilometri al secondo.

L’energia è informazione in movimento! La sua raffigurazione mitologica è il simbolo della spirale o
del serpente, emblema dell’energia intelligente e creativa.

La rappresentazione della Creazione nelle varie tradizioni è schematizzata nella tavola ** .

Ologrammi cibernetici

La Coscienza Una, Vuota e Infinita si suddivide, moltiplica olograficamente e sincronicamente in
infinite energie-parti. Ogni parte è una unità di energia-coscienza che riflette olograficamente il
Tutto e ad esso rimane sincronicamente connessa. In ogni singola unità dell’esistenza sono quindi
presenti gli stati di coscienza corrispondenti all’Unità e al Vuoto: la coscienza di Sé e lo stato
di sonno senza sogni, ossia lo stato di attività e di inerzia.

La Creazione è il processo di infinita divisione-moltiplicazione delle parti all’interno dell’Unità
stessa che crea differenze e quindi moltiplica le informazioni. Maggiore è la divisione delle parti,
maggiore è la moltiplicazione delle informazioni e la possibilità che l’esistenza ha di conoscere Se
stessa. L’Infinita Unità di Luce-Coscienza si frammenta in infinite unità di luce: dal Big Bang
emergono infiniti fotoni e particelle subatomiche, quanti di luce-energia. L’Uno si è frammentato in
infinite parti, si è diviso in infinite dimensioni e tuttavia l’Uno rimane, come affermano le Isa
Upanishad: Questo è il Tutto, quello è il Tutto. Dal Tutto emerge il Tutto ed il Tutto ancora
rimane.

Ritroviamo questo concetto di unità all’interno dell’unità praticamente in tutte le cosmologie,
sintetizzato nell’aforisma di Ermete Trismegisto: Come in alto, Così in basso, così come nella
poesia di William Blake Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore
selvaggio, sostieni l’infinito nel palmo della tua mano e l’eternità in un’ora. Ciò che appare
diviso in realtà è profondamente connesso con il sottostante ordine implicato della coscienza. Come
le onde sono connesse al profondo abissale oceano, così ogni parte-energia è intimamente connessa
all’intelligenza infinita che l’ha generata e che la sostiene.

Nella scienza questo principio dell’unità originaria si trova alla base dell’idea della singolarity,
del Big Bang e della Teoria del Campo Unificato, ossia di un unico principio e di un’unica energia
da cui tutto deriva per successive rotture della simmetria originaria.

La coscienza originaria non solo si è frammentata in infinite unità olografiche e sincroniche, ma
anche in infinite dimensioni e piani di realtà. Anche nella scienza esiste da tempo il concetto di
multidimensionalità, nella fisica quantistica sono infatti teoricamente possibili infinite
dimensioni di esistenza. Tuttavia, noi esseri umani, a cavallo tra il secondo e il terzo millennio,
percepiamo solo due dimensioni dell’esistenza: la realtà materiale e la realtà spirituale, poiché
abbiamo un punto di vista limitato, che corrisponde al nostro attuale stato di coscienza duale.

Ogni Unità è un Tutto

Ogni essere contiene in sé l’intero mondo intelligibile. Il suo Tutto è dovunque. Ciascuno è il suo
Tutto, e Tutto è ciascuno. Plotino

La coscienza individuale è il microcosmo della legge dell’Uno. Ra

Tat tvam asi: Tu sei “Quello”. Dai “Veda”

Aham Brahmasmi: Io sono il Brahman. Dai “Veda”

Se formuliamo il principio creativo dal punto di vista dell’Unità-Creatura come individualità,
abbiamo che ogni Unità-Creatura è parte inscindibile e fondamentale del Tutto, un frammento
olografico della Coscienza Vuota del Tutto, che contiene le stesse informazioni della sua matrice e
che è ad essa sincronicamente unita. Essendo la Totalità in ogni parte, ogni parte è sacra. Ogni
parte riflette, nella sua limitazione, la coscienza, l’informazione e la creatività del Tutto.
Questo legame cibernetico che connette ogni unità microcosmica all’infinita unità macrocosmica è la
base più significativa della teoria dei Cyber.

Per questo, quando si realizza lo stato interiore di coscienza vuota e splendente, l’Atman, ci si
ritrova sincronicamente uniti alla divinità, il Brahman.

Ogni singola unità di coscienza dell’esistenza ha quindi una sua propria individualità, memoria e
grado di libertà. Per quanto la sua coscienza e la sua libertà le permettono, essa può decidere
della sua vita sia orientandosi in senso involutivo, degradandosi, sia in senso evolutivo, arrivando
alla riunificazione con la coscienza del Tutto. La tendenza all’unità, intrinsecamente presente
nell’esistenza, porta alla creazione di unità viventi di differenti livelli di complessità e
coscienza, che chiamiamo Cyber. Ogni Cyber in quanto parte dell’unità del Tutto esprime in Sé, come
un seme, in modo sincronico e olografico, l’unità stessa su differenti ordini di complessità.

Le implicazioni dell’ipotesi coscienza: energia-informazione-coscienza

La coscienza è intessuta implicitamente in tutta la materia e la materia è intessuta dalla
coscienza. David Bohm

Dopo i princìpi cibernetici archetipici legati alle antiche tradizioni sacre, esponiamo i princìpi
cibernetici che nascono dalle implicazioni dell’Ipotesi Coscienza con la scienza fisica, chimica e
biologica.

Il punto centrale dell’ipotesi coscienza, come di ogni filosofia olistica, è che le due maggiori
dimensioni dell’esistenza, quella oggettiva-esteriore e quella soggettiva-interiore, ovviamente
coesistono, sono in profonda, costante interazione e possono essere indagate e conosciute con metodo
scientifico: è l’unità tra il Cielo e la Terra. Se dal punto di vista olistico questa unità non
presenta particolari problemi, è necessario creare delle basi logiche affinché questa logica
unitaria sia accettata anche dalla scienza. Iniziamo con il primo concetto unificante, che ci
permette di comprendere in modo più razionale e scientifico come la dimensione materiale sia
intimamente connessa con quella spirituale.

Questa interazione, già categorizzata da Eccles e Popper, può essere sintetizzata nei due concetti:
energia implica informazione, informazione implica coscienza. Queste due affermazioni di principio,
che possiamo chiamare principio di implicazione informatica e principio di implicazione noetica,
rappresentano dei formidabili strumenti operativi per trasformare le conoscenze della scienza
classica in conoscenze olistiche.

Il termine “implica” è necessariamente indeterminato, non sottintende una totale uguaglianza tra
energia e informazione. Questa indeterminazione è peraltro alla base della nostra conoscenza
scientifica (principio di indeterminazione di Heisenberg) e come tale deve essere compresa e
rispettata. Essa rappresenta l’evidenza dell’impossibilità di una quantificazione.comprensione
assoluta della realtà e quindi richiede un atteggiamento elastico, aperto, che costituisce la base
di una nuova epistemologia flessibile e olistica.

Le parole, qui, devono essere utilizzate come il dito che punta alla luna: il dito non c’entra, la
parola è solo uno strumento per aprire nuove dimensioni alla nostra conoscenza e comprensione. I due
atteggiamenti, dicotomico e olistico, nei confronti della dimensione ‘materiale-esplicata’ e
‘spirituale-implicata’ vengono ben espressi graficamente dalla differenza tra un semplice anello, in
cui esiste un lato interno e uno esterno ben separati, e il nastro di Möbius, creato nel 1800 dal
matematico tedesco August Ferdinand Möbius, in cui non vi è separazione tra il lato interno ed
esterno, che in realtà sono una sola cosa (fig.* ).

Analizziamo ora i due princìpi di implicazione, che sono consecutivi e specificamente formulati per
facilitare alla scienza il passaggio logico verso una visione unitaria.

Principio di implicazione informatica (o dell’energia intelligente): Energia implica informazione.

Tutto il mondo vivente è pervaso dalla coscienza. Ho la sensazione che coscienza ed energia siano in
fondo la stessa cosa. Joseph Campbell

L’energia è solo informazione congelata. Timothy Leary

Ricordiamo che l’intera esistenza materiale è energia. Andando a cercare il cuore atomico della
grande madre natura, l’Atom Heart Mother della materia, la scienza ha scoperto che le particelle
subatomiche hanno una natura energetica.

Prendiamo il fotone come esempio. Einstein stabilì che il fotone è un “quanto di luce”, la più
piccola unità di energia luminosa. Applicando il primo principio dell’ipotesi coscienza, il fotone
diventa un “quanto di informazioni”, una minuscola unità di energia che possiamo interpretare come
un insieme di informazioni. Di un fotone ci sono noti lo spin, la frequenza, la posizione, la
velocità, eccetera, ovvero le informazioni che lo caratterizzano, rappresentano la sua stessa vita e
permettono alla nostra coscienza di conoscere questa piccola unità vivente. Nessun fotone è uguale
ad un altro.

Quanti di informazione

Se al mondo esiste la mente allora deve pervadere ogni cosa, sia pure manifestandosi in modo vario.
Una montagna, un albero, un fiume, il pesce che nuota nel fiume, la rugiada e la pioggia, il
pianeta, il fuoco debbono possedere ciascuno per conto suo una propria psiche. P.D. Ouspensky

Quindi, ogni forma di energia, sia a livello subatomico che fisico, può essere tradotta in termini
informatici in quanto la base stessa dell’energia è costituita da unità discrete o “quanti” di
energia che di fatto sono “quanti” di informazione.

Di un elettrone, di una cellula, di un essere umano o di una lontana galassia conosciamo esattamente
soltanto le loro informazioni, ossia la parte di informazione che riusciamo a percepire e
interpretare, e comunque rimane una conoscenza parziale: è impossibile conoscere la totalità delle
informazioni di un’entità, perché la totalità delle informazioni è un’unità che presuppone
autocoscienza e questa, ovviamente, può essere conosciuta solo dal Sé e non può essere trasmessa
all’esterno.

Rigirando l’ottica di osservazione, possiamo dire che ogni entità vivente è espressione (forma)
della propria informazione, ossia “incarna” la sua specifica informazione. Ogni bit o quanto di
informazione che proviene da un’entità vivente ha con essa una relazione tendenzialmente sincronica
e olografica, per questo l’informazione tende ad essere globale: ogni frammento è un ologramma
dell’entità di cui fa parte.

Questo può avere infiniti risvolti. Il lavoro di qualsiasi scienziato, come di ogni polizia
scientifica, è quello di ritrovare informazioni dai particolari più minuti che possano permetterci
di risalire al soggetto e ricostruire l’intero evento. Poche righe scritte possono darci precise
informazioni su chi le ha scritte e sul suo stato psichico, così come dall’analisi di laboratorio di
una goccia di sangue possiamo avere un quadro dettagliato della salute di una persona, o analizzando
la luce proveniente da una stella possiamo conoscere la sua composizione chimica e altri preziosi
particolari.

Energia in-formata e intelligente

L’ordine e la connessione delle cose, è l’ordine e la connessione delle idee. Baruch Spinoza

Ogni energia è informata. Questo principio evidenzia l’intima e inscindibile interconnessione che
lega la forma all’in-formazione, la forma esterna e interna di una qualsiasi struttura fisica
all’informazione che ne codifica senso, funzione e relazione tra le parti.

È importante anche comprendere che ogni corpo solido è rappresentabile come una complessa rete di
atomi in precise relazioni dinamiche tra loro, e che questa relazione è un’informazione di estrema
importanza.

Il nostro corpo, ad esempio, si ciba più di proteine che di atomi liberi. La proteina è il prodotto
di un processo di aggregazione intelligente svolto dagli esseri viventi, un complesso di aminoacidi
composti, a loro volta, da idrogeno, ossigeno, carbonio e idrogeno più tracce di altri elementi, ma
delle loro infinite configurazioni possibili, solo 20 sono utili alla nostra vita e solo di questi
20 aminoacidi possiamo nutrirci. Non serve dare al corpo gli atomi senza quella precisa
in-formazione di struttura. E per costruire queste strutture sono stati impiegati milioni di anni di
evoluzione intelligente. Un semplice forno a microonde in un solo minuto può spezzare questi
delicati legami vanificando 2 miliardi di anni di intelligenza evolutiva.

Forma e informazione, significante e significato, soma e psiche, espressione e contenuto sono alcune
delle coppie di termini che evidenziano l’unità tra dimensione esterna.sensoriale e
interna.conoscitiva.

continua…

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *