Cenni sulla morte… di Annie Besant

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Cenni sulla morte

di Annie Besant e C. W. Leradbeater

Il cielo è un luogo dove noi accoglieremo ciò che seminiamo quaggiù, e la messe è proporzionata alla
ricchezza ed alla natura dei semi che piantiamo.

Se vogliamo, dunque, avere una vita celeste ricca e feconda, se vogliamo progredire più rapidamente,
dobbiamo pensare nobilmente ed in modo elevato, dobbiamo amare con purezza e con forza.

Allora, tutte le nostre esperienze terrene si trasformeranno in cielo in facoltà ed in nuove
attitudini.

Ecco come la conoscenza della vita d’oltre tomba aiuta a vivere quaggiù. Non si tratta solo di
gradevoli, ma vane inutili immaginazioni.

Si semina quaggiù ciò di cui godremo e di cui ci serviremo negli altri mondi. Quando si comprende
questo, o lo si comincia a comprendere, si cambia la vita di quaggiù e la si utilizza come una
preparazione ad una lunga vita celeste.

Bisogna ricordarsi che la vita quaggiù è come il tuffo di un uccello, che lascia per un momento
l’aria libera del cielo per l’oceano: esso si tuffa un attimo per prendere il nutrimento di cui ha
bisogno.

In modo analogo, ciascuno di noi, nato in cielo e non sulla terra, si immerge nella vita terrestre e
riporta poi, nel soggiorno celeste, l’esperienza che ha acquisita quaggiù.

Ed è appunto a questo che serve la vita terrestre: a procurarsi l’esperienza che in cielo sarà
trasmutata in carattere e facoltà, a seminare i semi della messe che si raccoglierà lassù, a rendere
possibile una vita celeste feconda, lunga e gloriosa.

Quando si sa questo non si fa passare giorno senza seminare qualche cosa per il grande raccolto
celeste.

La lettura di bei libri vi mette in contatto con i grandi spiriti dell’umanità, in comunione con
coloro che ci hanno lasciato quella bella letteratura del passato: ecco i legami che riceverete in
cielo!

Quaggiù è rara l’occasione di frequentare i grandi uomini, i nobili pensatori: però possiamo
scegliere qui il gruppo di quelli che vorremmo incontrare lassù. Studiando in terra le opere di un
Platone, gli scritti dei grandi pensatori dell’antichità, o dei grandi autori moderni, come per
esempio quelli di un Emerson o di un Ruskin, voi create dei legami che si consolideranno in cielo;
ed allora avrete per Maestri proprio le grandi anime delle quali avrete quaggiù studiato con amore
le opere.

Ecco come cielo e terra sono reciprocamente connessi ecco come la conoscenza dell’avvenire ci
permette di fare di questo avvenire ciò che vogliamo che esso sia.

Essendo gli artefici del nostro destino, noi possiamo farne ciò che vogliamo. Ma lassù non si può
cominciare nulla; è qui che bisogna iniziare quello che si continuerà dall’altro lato.

Man mano che i fatti diventano più reali e che grazie alle ripetute ricerche e ad uno studio
costante andiamo scoprendo che questi mondi sono tutti collegati fra loro (non essendo che frammenti
di una sola vita, che si continua senza interruzione), l’esistenza quaggiù si illumina della luce
dell’altra vita più bella, la terra si rischiara alla luminosità del cielo.

In realtà, voi siete sempre in cielo, grazie alla vostra natura superiore; e soltanto i rumori della
terra vi rendono sordi alla soave armonia dei mondi celesti.

Ma tutto ciò vi circonda senza posa; gli abitanti del cielo prendono parte alla vostra vita
terrestre, la musica del cielo vi circonda, la luce celeste brilla intorno a voi; siete cittadini
del cielo! Il cielo è la vostra patria, benchè voi non la vediate e rimaniate sordi ai messaggi che
essa invia alla vostra anima continuamente.

La vostra vita sarebbe assai più piena, più ricca, più felice, se soltanto voi voleste non
attaccarvi tanto appassionatamente alle forme della terra; ma fissare, invece, le forme superiori
che appartengono al vostro luogo di nascita, alla vera vostra dimora.

Un Istruttore rispose una volta ai suoi Amici che, nel cielo, gli domandavano che cosa egli pensasse
della terra:

“E’ un paese felice per colui che può dimenticare la propria patria! Ma è un paese più felice ancora
per coloro che si ricordano della loro patria; e coloro che conoscono più di una sola vita godono di
una felicità assai più grande, assai più elevata”.

Tutti i profeti che hanno conosciuto il cielo e vissuto sulla terra, tutti i divini Rivelatori, che
hanno sollevato un piccolo lembo del velo ed hanno insegnato a i loro discepoli le realtà di questa
vita più vasta, recano testimonianza della vita d’oltre tomba e del fatto che essa continua quella
di quaggiù.

Se voi studiate la vostra vita quaggiù, se fate attenzione alle vostre facoltà, ai vostri piaceri,
alle vostre occupazioni, potete prevedere ciò che sarà la vostra vita dall’altro lato.

Fatene, dunque, ciò che essa deve essere: una vita tutta penetrata dalla forza dell’evoluzione,
dalla certezza del progresso, dallo splendore delle potenzialità divine che sono in voi.

Allora, anche la terra diverrà cielo, ed i due si uniranno nella vostra vita; e coloro che, ancora
accecati dalla terra, non conoscono questa gloria, cominceranno ad intravedere-grazie alla bellezza
della vostra vita-una parte delle promesse della vita eterna; e voi farete giungere alle loro
orecchie, rese sorde dalla terra, qualcuna di quelle melodie del cielo, che saranno diventate per
voi la musica della vostra vita.

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