TERAPIE ENERGETICHE 2

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TERAPIE ENERGETICHE 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

L’Energia Luminosa e Intelligente – Il fotone e l’universo informatico

Basi per una comprensione olistica dell’energia
di Nitamo Montecucco

Analisi olistica del cyberspazio

Castellorizo, Grecia, 18 settembre ’90.

Vecchi greci ancora ci raccontano che Socrate, scendendo dall’Acropoli di Atene con un fiore di
giglio in mano, disse: ‘io tengo la luce’. Socrate, giocando sull’analogia, parlava del suo stato di
coscienza.. Luce è osservare, è essere coscienti, è guardarsi dentro, è trasparenza.. è sentirsi
lucidi, luminosi, è illuminarsi. Questo cosmo nasce da un’idea luminosa.

Il fotone è l’unità di luce-energia, luce è vedere: essere coscienti di tutto ciò che ci circonda
come se fosse dentro di noi.

Il fotone è un filo di coscienza che ci connette con le galassie più lontane che vediamo nel cielo
come se fossero proprio lì.` solo un poco più su della nostra testa.. un poco più in là delle nostre
mani.. e di fatto sono ancora più vicine di quanto sembra: sono proprio dentro la nostra coscienza.

Cyberspazio: l’universo è ‘fatto’ di informazioni

La coscienza cosmica, Dio, dopo molte migliaia di anni è stata ridefinita da cibernetici russi
‘campo informazionale dell’universo’ ossia l’informazione totale dell’universo. I fotoni sono le
unità di informazione.

Impariamo a percepire il mondo intorno a noi e dentro di noi come composto totalmente di
informazioni.

Il fotone è l’unità di energia più elementare che conosciamo e di cui facciamo costantemente
esperienza. Il fotone è il primo e uno dei maggiori costituenti dell’intero universo. Per il fisico
teorico Dewey Larson esso è il costituente unico di tutta l’esistenza, da cui derivano particelle
come gli elettroni che formano gli atomi e tutte le onde elettromagnetiche che pervadono l’universo
portando ‘in sé’ ogni tipo di informazione. Le onde elettromagnetiche vanno dai raggi cosmici, ai
raggi x e gamma, alle onde radio e televisive e, naturalmente, alla luce con il suo sottile spettro
di sette colori.

Per comprendere in modo olistico il fotone, costituente primo dell’intera esistenza, e come in esso
energia, informazione e coscienza siano indivise, utilizzeremo i concetti di Cyber (unità di
coscienza) e di Transe (unità di relazione).

Cyber: l’unita di coscienza

Il fotone, come la ‘monade’ di Leibnitz, non può essere diviso.

La scienza non conosce unità di luce più piccole del fotone, quindi non essendo lecito separarlo in
parti discrete, dobbiamo considerare il fotone come una unità in cui l’aspetto energetico,
informatico e di coscienza sono inscindibilmente fusi.

Il fotone diventa quindi il primo Cyber ossia il primo campo unitario di coscienza.

Mentre negli organismi più complessi e in massimo grado nell’uomo si osserva una progressiva
‘complessificazione’ e quindi ‘distanza’ evolutiva tra il livello più esterno del corpo (costituito
da energia/informazione) e il livello evolutivo più interiore della coscienza (il sé), nel fotone,
che è indivisibile, questa separazione ancora non esiste: nel fotone energia, informazione e
coscienza di sé sono un’indivisa unità.

Ogni alterazione del fotone quindi modificherà la sua totalità modificando insieme energia,
informazione e coscienza.

Il fotone, dal punto di vista olistico, è la più piccola unità di coscienza esistente, il primo
Cyber. Il fotone è coscienza delle informazioni che è. Il fotone è un quanto di coscienza informata.

L’unità di relazione

Tutto è relazione: la minima unità di relazione è la coppia. Il mattone dinamico che esprime un
circuito di relazione tra due unità attraversato da informazioni/coscienza.

Gran parte delle strutture cosiddette fisiche e quindi anche le unità viventi e la quasi totalità
delle comunicazioni esiste grazie ai fotoni. Il fotone è il punto di incontro di tutte le coscienze
di tutte le informazioni dell’universo. I1 fotone è il grande comunicatore.

Ogni unità di coscienza, essendo un sistema dinamico aperto, è in continua relazione con
l’esistenza, ossia è in costante relazione di comunicazione e ricezione con la realtà esterna.

Ogni relazione avviene tra differenti unità di coscienza in grandissima parte tramite i fotoni. I
fotoni sono il tramite della relazione tra le differenti unità di coscienza.

Notti cibernetiche

Una notte chiara.. un bambino e una stella si guardano.. tra loro esiste una relazione. Una
relazione tra due unità di coscienza molto differenti mediata dalla luce e dai campi
elettromagnetici ossia da fotoni, le minime unità di coscienza. L’intero circuito di relazione è
quindi attraversato da coscienza.

Il fotone che ci porta l’immagine di una stella, porta con sé un’informazione relativa all’intera
stella stessa. Per questo le ricerche di astrofisica sono in grado dall’analisi dalla luce che
giunge dalle stelle, di risalire alle caratteristiche particolari di quel corpo celeste.
L’informazione/coscienza del fotone è olografica ed olistica: nel fotone c’è in altri termini una
esperienza memorizzata della globalità in cui era vissuto prima nel tempo.

La memoria implica il rimembrare, ricordare nel proprio corpo (o campo di coscienza) il senso
dell’informazione. Il fotone assume in sé la qualità vibratoria, la frequenza di quella stella. Il
fotone che giunge a noi è una goccia di esperienza globale dell’onda (elettromagnetica) particolare
e tipica di quell’oceano di luce che era la stella.

Porta in sé il sapore di quell’oceano.

Ogni contatto (relazione) con un’energia/informazione esterna è registrato (percezione) dal fotone
come alterazione quantitativa e qualitativa (frequenza e lunghezza d’onda) dell’energia/informazione
del suo campo di coscienza (acquisizione di informazioni) che viene così modificato più o meno
stabilmente nel tempo (memoria), e che può essere trasmessa (comunicazione) attraverso una nuova
relazione.

Il fotone è il mercurio degli Dei.

Dall’occhio illuminato al cervello cosciente

L’occhio è un fiore per fotoni. I1 fotone della stella, dopo aver attraversato lo spazio giunge ed
entra nell’occhio.. come ape in un giglio.

Una immagine.(informazione visiva) è composta da fotoni come quanti di coscienza di
quell’informazione. Quando quei fotoni arriveranno dentro la complessa unità di coscienza del bimbo
(occhio retina), la loro primitiva coscienza/informazione entrerà nel suo evoluto sistema
modificandolo (fotoni coni alterazioni biochimiche segnale nervoso) diventandone parte (nervo ottico
cervello consapevolezza cosciente). La sua coscienza si fonderà con la mia e la sua informazione
entrerà nella mia ad un certo livello di consapevolezza (inconscio) e potrà diventare più 0 meno
cosciente sulla base dell’importanza che le sue informazioni hanno per il mio intero sistema. La
bellezza è un ottimo motivo perché un’informazione diventi cosciente, forse il migliore!

Il fotone è una goccia d’acqua nell’oceano della coscienza.

Come per i fotoni che escono dalla stella la stessa cosa accade ai fotoni del campo elettromagnetico
che ci circonda: l’aura energetica luminosa. Ognuno di quei fotoni contiene preziosissime
informazioni sulla nostra unità vivente e dalla sua analisi e riequilibrio attraverso l’iride, la
Kirlian, la Mora e la Light therapy e numerosissime altre tecniche fotoniche/elettromagnetiche
possiamo iniziare la medicina del futuro: la medicina della luce.

LE TERAPIE ENERGETICHE

ESPERIENZE TERAPEUTICHE DI PSICOSOMATICA OLISTICA E MEDICINA SACRA

Fluire con la corrente – Intervista a Shantam Dheeraj
Dall’Osho Times International

Domanda: Negli ultimi mesi, I’Osho Tibetan Pulsing Healing ha sviluppato una nuova tecnica chiamata
streaming (scorrimento, flusso). Ci puoi dire qualcosa a riguardo?

Dheeraj: Sì, ma prima di entrare nello specifico, mi piacerebbe parlare un po’ dei principi generali
che connotano il Tibetan Pulsing Healing. Dal nostro punto di vista, tutte le forme di sofferenza,
tutte le forme di dolore sono generate da input bioelettrici al cervello. Ogni input crea un carico
elettrostatico negativo nel cervello, che costituisce una forma di protezione, impedendo di farci
del male di nuovo. E’ come una specie di armatura, una collezione di tutte le nostre passate
esperienze negative. Ogni volta che siamo stati fisicamente o psicologicamente feriti. Si è prodotto
un blocco, a cui corrisponde un carico elettrostatico memorizzato nel cervello.

Prendiamo per esempio un problema comune come l’abuso di alcool.

Bere molti superalcolici produce una sovrastimolazione dei nervi che collegano il pancreas ed il
fegato al cervello. Il cervello non può sopportare indefinitamente questa situazione e alla fine
interrompe il circuito; questo fenomeno è chiamato blackout; una persona beve così tanto che
improvvisamente perde conoscenza. Questo succede quando la funzione interpretativa dei nervi
raggiunge il suo limite estremo. Il cervello impazzisce, cercando di liberarsi in qualche modo da
tutto il carico negativo che si è accumulato.

Osho ha parlato molte volte di come le persone sono intrappolate in modelli di comportamento. Per
esempio, l’alcolista si sente male per essersi ubriacato il giorno prima, forse è imbarazzato perché
ha ferito delle persone, degli amici, e si sente cosi male che la sola cosa che lo può sollevare è
bere di nuovo.

Così l’alcolista è intrappolato in una struttura di comportamento distruttivo e il carico negativo
continua ad essere trattenuto dai nervi percettori del cervello.

Questo è solo un esempio di come lavora la sofferenza. La mia speranza è di poter essere in grado di
usare questo nuovo metodo, lo streaming, in modi e applicazioni molto ampi. Se qualcuno è in una
condizione come l’alcolismo ed è pronto a lasciarla, cioè ha volontà di cambiare, c’è la possibilità
di usare lo streaming per cambiare la sua situazione. Questo si applica a tutte le situazioni
negative del cervello. Questa possibilità di trattamento può essere utile perfino per comportamenti
criminali, in casi di persone che sono continuamente in galera per crimini.

Io ho lavorato un po’ in questo campo, in California, prima di venire a Poona, e quello che abbiamo
scoperto è che nessuno vuole essere veramente un criminale. Nessuno vuole realmente essere un
alcolizzato. C’è qualcosa dentro di loro che li rende così. Vorresti essere così idiota, un tale
idiota da avvelenare te stesso? Non ha senso. E forse, se uno lo vuole, è possibile, attraverso
questo processo, perdere questa attitudine e la vera causa alla radice può essere eliminata.

D: Come si svolge il processo? Quante persone sono necessarie per lo streaming?

Dheeraj: Bene, questo avviene nell’Intensive Program. In cui in certi modi creiamo un collegamento
tra un centinaio di persone. Uno di questi è quello di giacere sulla schiena e di connettersi
attraverso il contatto fisico con la gola e con altri punti correlati del corpo. Usiamo i suoni ed
il battito della pulsazione del cuore) per generare la corrente iniziale, il flusso. Se si hanno
cento persone collegate allo stesso modo avviene una cosa veramente magica: ecco qui da dove viene
il nome streaming.

Un flusso di energia elettrica incomincia a passare tra tutte le persone della catena e tutti
cominciano a condividere uno stato di beatitudine. Dentro questa beatitudine si incomincia a
condividere e a sentire gli stati che ci pervadono (stato fisico, mentale, emozionale). Per esempio,
se qualcuno ha la tendenza ad essere depresso, questo carico negativo è trattenuto in un particolare
punto della gola e si manifesta in esso. Il carico elettrico, che si diffonde nel gruppo di lavoro,
entra e neutralizza il carico negativo; come un` flusso di energia pulita esso “lava” via la
negatività e ci libera del suo carico. Un altro esempio: se una persona è troppo yang, ovvero troppo
attiva per essere ricettiva, può acquisire ricettività dalla tecnica dello streaming. Il flusso
ridistribuisce l’energia creando un reale bilanciamento, e dopo alcune sessioni questo processo di
cambiamento in positivo diventa chiaramente evidente e l’individuo ne diventa cosciente.

La correzione avviene nell’area della mente che ha registrato il danno subito. L’effetto lampante è
che ci riappropriamo improvvisamente del feeling, il sentire originale, e viviamo la sua centralità
primigenia. Quando guardi le facce delle persone distese durante lo streaming, essi sembrano infatti
come bambini. Ecco quindi come usiamo lo streaming in processo di gruppo.

D: Molte persone hanno sperimentato l’Ignition Group con il Tibetan Pulsing.

In che modo si differenzia dallo streaming?

Dheeraj: Il Tibetan Pulsing è focalizzato su blocchi emozionali, guarendo danni che sono stati
causati al corpo da shock emozionali. Lo streaming è invece focalizzato sul guarire danni al
cervello da vari tipi di shock elettrici che sono avvenuti in conseguenza di traumi. Le due tecniche
sono interconnesse tra di loro. E’ come una mano destra e una sinistra. Non sono separate. Noi
troviamo che la strada migliore da seguire sia prima il lavoro con la pulsazione in modo da
utilizzare lo streaming più efficacemente. In entrambi i casi usiamo il potere del cuore: la
pulsazione del suo battito è la forza vitale del corpo che noi chiamiamo bioelettrica, ma che ha
molti altri nomi, Osho ama chiamarla forza della vita (LifeForce). Con queste tecniche noi dirigiamo
la forza vitale ponendola sotto il potere del cuore attraverso la percezione del suo battito, cosi
che il cuore stesso ne diventa il motore.

Nella vita normalmente il motore è il cervello. Nel nostro lavoro terapeutico il cuore diventa il
motore, cosicché il potere di controllo si sposta dalla testa al cuore.

Quello che abbiamo scoperto è che, dopo ripetute esperienze, le persone sono capaci di farlo da sole
consapevolmente, che stiano camminando in M.G. Road o in una strada di Berlino. Dopo l’esperienza di
questo cambio di potere elettrico dal cervello al cuore, diventa molto utile e appagante vivere in
questa nuova condizione,

in cui la consapevolezza è centrata più nel proprio sentire che nelle proprie idee.

D. Sembra che tu abbia trovato un sistema per fare del cuore il comandante, invece della mente.

Dheeraj: Questa è la cospirazione. Noi chiamiamo questo lavoro “la Cospirazione del cuore”. Pensiamo
a noi stessi come cospiratori del cuore, perché alla fine questo è ciò che esce dal Tibetan Pulsing
il cuore va al potere dentro la consapevolezza individuale. Questo è lo scopo reale del lavoro.

I maestri tibetani che lo idearono 5000 anni fa, in altre forme, decisero che poteva essere usato
solo dentro i monasteri, data l’intensità ed il potere di queste tecniche. Essi vollero usarlo su
persone che erano pronte ad evolversi ad un più alto livello di consapevolezza, non su persone che
volevano sviluppare qualche sorta di potere personale fuori dall’ordinario. E noi lo usiamo nello
stesso modo, per l’evoluzione della nostra consapevolezza, che è accelerata da questo scambio dalla
mente al cuore.

Il cuore ha la qualità dell’innocenza; la mente ha invece certi attaccamenti. Attraverso questo
processo di attaccamento della mente noi sperimentiamo solo metà gioia, metà amore, metà piacere,
perché la mente opera attraverso le polarità: giusto o sbagliato, si – no, buono – cattivo. Se trova
un’esperienza “buona” le si attacca più che può, ma la volta dopo è forzatamente spinta verso
qualcosa di “cattivo”. Con la mente al potere si mantiene sempre questa ciclicità polare del
positivo – negativo. Con il cuore è un’altra faccenda. Il cuore è sempre nel momento, è interessato
all’esperienza di questo momento. Non separa la destra dalla sinistra, l’alto dal basso, il sopra
dal sotto, il dentro dal fuori. Non è interessato a nessun tipo di separazione. Vuole fondersi con
altri cuori.

Quando due persone si toccano e sentono il battito della pulsazione, il battito è lo stesso per
entrambi. Quando cento persone si toccano l’un l’altra, percependo il battito della pulsazione, c’è
una pulsazione, con mille, un milione di persone è lo stesso. Dal punto di vista del cuore c’è solo
uno di noi.

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