Tecniche di meditazione trascendentale – di Anonimo – Parte sesta,e fine

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TECNICHE DI MEDITAZIONE TRASCENDENTALE

(di Anonimo)

Parte sesta, e fine

La purificazione

Quando volgiamo lo sguardo interiore verso la Luce e cominciamo a percorrere il sentiero che porta
alla liberazione, noi applichiamo, in qualche misura più o meno la scienza dei ia Purificazione.

Perciò mentre lo sguardo d’insieme che segue conterrà idee familiari, potrà servire a far ricordare
i vari compiti che esso comporta, ed essere un incentivo ad usare i mezzi esistenti che rendono
capaci di cooperare alla realizzazione del grande Piano di Dio.

La Purificazione può e deve essere applicata a tutti i livelli della manifestazione divina.

1 . Al livello fisico

Il primo passo è la purificazione dei corpi fisico ed eterico. I mezzi sono ben noti: uso
dell’acqua, aria pura; esporsi al sole; dieta semplice e sana adatta alla propria costituzione è
soltanto preliminare e rende l’attuazione dei successivi compiti di purificazione più facile e
sicura. Però se le viene accordata una importanza eccessiva può ostacolare le altre e più importanti
pratiche.

2. Purificazione emotiva

In un certo senso è a questo livello che un’ampia applicazione della purificazione da parte
dell’umanità è necessaria con urgenza. Si può dire che le sofferenze, le malattie, i problemi che
assillano l’umanità hanno la loro origine principalmente nei desideri egoistici nella ricerca di
appagamento personale. Ciò è stato chiaramente indicato dal Buddha nelle quattro Nobili Verità, che
Egli formulò per indicare le cause della sofferenza e per mostrare la via della liberazione.

Tutti gli uomini sono mossi – potremmo dire posseduti – da un desiderio di qualche specie, anzi da
desideri di molti generi da quelli relativi ai piaceri sensuali fino alle aspirazioni più
idealistiche. Il desiderio è la radice comune di tre cause di attaccamento e di schiavitù:
l’allettamento della materia, i molti tipi di annebbiamento emotivo e le illusioni mentali. Tutti
culminano o si combinano, nel creare l’attaccamento fondamentale alla propria personalità, alla
identificazione con essa che viene scambiata per il proprio vero sé.

3. Purificazione dell’immagine

Il Potere dell’immaginazione nel condizionare tanto la vita interiore, quanto il comportamento
esterno dell’uomo è sempre stato riconosciuto, sia in Oriente che in Occidente. L’immaginazione
agisce quale forte stimolante dell’attività mentale e all’insorgere delle emozioni e sentimenti.I
metodi e le tecniche per attuare la purificazione sono numerosi.

Alcuni sono di applicazione generale, altri sono specifici verso particolari tipi di impurità. Ecco
un breve commento di alcuni di essi come introduzione allo schema della meditazione che segue.
L’eliminazione delle illusioni richiede una chiara comprensione della duplice natura della mente:
dualità analitica e sintetica.

Mente analitica

Data la sua attività propria e ancor più stimolata dalle impressioni, dagli impulsi, dai desideri e
dalle emozioni, produce una costante e spesso febbrile ridda di pensieri e concezioni errate, spesso
di carattere egocentrico.

Mente superiore sintetica

Questa dà una visione chiara e giusta di ciò verso cui è diretta. Oltre a tale capacità di
percezione diretta, essa ha la funzione di riconoscere ed interpretare rettamente le induzioni
quando sembrano nel campo della coscienza. Questo è il vero significato e compito della
discriminazione. Ma affinché possa compiere tale funzione, il campo della coscienza deve essere
“purificato”, cioè svuotato dai “contenuti” che normalmente lo occupano impedendo il libero uso
della mente superiore e dell’intuizione.

Da ciò la necessità preliminare della meditazione riflessiva che consente soltanto le attività
mentali che servono al proposito deliberato alla conoscenza. Dopo ciò occorrono il conseguimento del
“silenzio mentale” il quale elimina tutti gli ostacoli del canale che collega la mente con le
funzioni conoscitive superiori dell’intuizione e della illuminazione. Su più vasta scala, questo
significa eliminazione di tutte le impurità del canale che unisce il sé personale col Sé superiore,
transpersonale, o Anima.

Significa in realtà la purificazione dell’intera personalità e una cosciente disidentificazione da
essa per mezzo della coltivazione di una “divina indifferenza” alle sue pretese e quindi alla
identificazione col Sé, o Anima. Il raggiungere una certa misura di purificazione individuale
consente di cooperare alla grande opera di purificazione di gruppo planetaria. Questo pure deve
essere compiuto a tutti i livelli.

L’attenzione rivolta ora alla ecologia dimostra il crescente riconoscimento dell’importanza di
questo compito; ma essa è ancora allo stato iniziale e molto più deve essere fatto affinché le
devastazioni della natura perpetrate dagli uomini possano essere riparate.

Un ulteriore opera implica ciò che può essere chiamato la redenzione della materia, il suo
affinamento e la sua trasmutazione. Ciò significa redenzione da parte dell’umanità degli
innumerevoli ‘esseri che costituiscono i tre regni inferiori: “animale, vegetale, minerale”.

Al livello emotivo la purificazione richiede la dispersione dei miasmi e dei veleni che oggi formano
il principale contenuto di quel piano. Ciò può esser compiuto in primo luogo con la eliminazione
degli ` annebbiamenti” di gruppo. La purificazione del mondo mentale esige il dissolvimento e la
distruzione dei vecchi concetti e dogmi, dalle false o unilaterali e fanatiche ideologie che le
menti degli uomini hanno fabbricato nel passato e stanno tuttora attivamente creando (dissolvimento
delle illusioni).

Schema di meditazione sulla purificazione

1°. Preparazione: Rilasciamento fisico; calma emotiva; silenzio mentale.

2°. Consacrazione: “Accordarni, o Signore, di essere così puro da abbracciare il mondo senza
desiderare di trattenerlo”.

3°. Elevazione: “Sulle ali dell’Aspiraz ione, proietto in alto il centro della conoscenza personale
verso l’Anima, o Sé”.

4°. Affermazione: Asserzione della propria identità essenziale col Sé, il quale è più puro della
neve.

5°. Proclamazione: Proclamazione da parte della personalità pervasa dall’Anima della propria
“volontà di purezza”.

6°. Meditazione sui mezzi di purificazione:

1. Purificazione con l’acqua; Visualizzare una cascata di acqua che scende dall’alto e porta via
ogni specie di impurità e di ostacoli (melma, pietre ecc.). Pensare ad una forte corrente di Vita e
di Luce che scende dal regno dell’Anima: e deterge l’intera personalità da tutte le impurità (mente
immaginazione, emozioni, corpi fisico ed eterico).

2. Purificazione del fuoco: Riflettere sul fuoco quale distruttore delle impurità e degli ostacoli.

3. Visualizzare:

a. Un grande fuoco che brucia un cumulo di rifiuti;

b. Un “terreno ardente” sul quale gli arbusti vengono consumati.

4. Immaginare: Un torrente di fuoco che scende dall’Anima che purifica tutti i veicoli della
Personalità.

7°. Invocazione finale: Dire la Grande Invocazione con brevi pause fra strofa e strofa realizzando
gli effetti purificatori della Luce, dell’Amore, del Potere.

Esercizio di disidentificazione di sé

Il l° stadio consiste nell’affermare con convinzione e diventare consapevoli del fatto: “Io ho un
corpo, ma non sono il mio corpo”. Il corpo è qualcosa di materiale ed in continuo cambiamento. Noi
ci identifichiamo erroneamente di continuo col nostro corpo ed attribuiamo all’Io le nostre
sensazioni fisiche. Diciamo “io sono stanco”; ma questa è una eresia psicologica, poiché l’Io non
può essere stanco; il corpo è stanco, e trasmette all’Io una sensazione di affaticamento, ciò che è
molto differente. Questa identificazione ha grande importanza pratica, poiché ci rendiamo schiavi
del corpo.

Il 2° stadio consiste nel rendersi conto che “Io ho una vita emotiva ma non sono le mie emozioni o i
miei sentimenti”. Quando uno dice: “Io sono irritato”, “Io sono contento” o “Io sono insoddisfatto”
fa anche in tal caso una falsa identificazione dell’Io con questi stati psicologici, che sono
mutevoli e spesso contradditori. Dire “io sono irritato” è commettere un errore di “grammatica
psicologica”. La espressione giusta è invece “Vi è in me uno stato di irritazione.

Il 3° stadio consiste nel rendersi conto: “Io ho un intelletto ma io non sono quell’intelletto”‘.
Ordinariamente noi ci identifichiamo con i nostri pensieri, ma quando li analizziamo, quando ci
osserviamo mentre pensiamo, ci accorgiamo che l’intelletto funziona come uno strumento. Noi possiamo
esaminare il modo- di lavorare più o meno logico della mente, osservarlo “dall’alto'”, per così
dire. Questo indica che noi non siamo i nostri pensieri. Essi pure sono mutevoli: un giorno pensiamo
una cosa, il giorno dopo possiamo pensare l’opposto. Una prova evidente che non siamo i nostri
pensieri si ha quando cerchiamo di dominarli e dirigerli.

Quando vogliamo pensare su qualcosa di astratto, o di noioso, il nostro “strumento mentale” spesso
rifiuta di obbedirci, ogni studente che debba imparare qualcosa di seccante ha questa esperienza. Se
la mente è ribelle e indisciplinata ciò significa che l’Io non è la mente. Questi fatti dimostrano
che il corpo, i sentimenti e la mente sono strumenti di esperienza, di percezione e di azione,
strumenti mutevoli ed impermanenti, ma che possono venir dominati, disciplinati e deliberatamente
usati dall’Io. L’Io è qualcosa di essenzialmente diverso, L’Io è semplice, immutabile, consapevole
di sé. L’esperienza dell’Io può essere formulata nel modo seguente:

“Io sono Io, un Centro di pura coscienza”. Affermare questo con convinzione non significa che già si
sia raggiunta l’esperienza dell’Io, ma è la vita che Vi conduce, è il mezzo per avviare a dominare
le nostre attività psichiche. Si dovrebbe cominciare la giornata “rientrando in se stessi”.
Generalmente viviamo “al di fuori” del nostro vero essere. Noi siamo ovunque fuorché nell’Io.
Veniamo costantemente attratti, distratti da sensazioni, impressioni, preoccupazioni, ricordi dei
passato, progetti per il futuro. Siamo “dis-centrati”, ignari o obliosi di quello che siamo in
realtà.

l. Preparazione: Mettersi a sedere in posizione comoda, abolendo ogni tensione muscolare e nervosa,
ma con la colonna vertebrale. diritta e la testa lievemente abbassata. Chiudere gli occhi. Fare
alcune respirazioni profonde, lente, regolari.

2. Affermare lentamente, con attenzione e convinzione: “Io ho un corpo; ma, non sono il mio corpo”.
Il mio corpo può trovarsi in differenti condizioni, di salute o di malattia, può essere riposato o
stanco; ma questo non ha niente a che fare con Me, il mio vero Io. Il mio corpo è il mio prezioso
strumento di esperienza e di azione nel mondo esterno, ma è soltanto uno strumento. Lo tratto bene,
cerco di tenerlo in buona salute, ma non è me stesso. Io ho un corpo, ma Io non sono il mio corpo.

“Io ho emozioni, ma non sono le mie emozioni”. Queste emozioni sono svariate, mutevoli, spesso
contrastanti, mentre io rimango sempre Io, me stesso, nell’avvicendarsi della speranza e della
disperazione, della gioia e del dolore, dell’irritazione e della calma. Io posso osservare
comprendere e giudicare le mie emozioni, e sempre più dominarle, dirigerle, utilizzarle: perciò è
evidente che esse non sono me stesso. lo ho emozioni, ma io non sono le mie emozioni. “Io ho
desideri ma non sono i miei desideri”, suscitati da impulsi fisici o psichici o da influssi esterni.
Anche i desideri sono mutevoli e contrastanti, in un avvicendarsi di attrazioni e repulsioni. Vi
sono in me desideri, ma essi non sono me.

“Io ho un intelletto, ma io non sono il mio intelletto”. Esso è più o meno sviluppato e attivo; è
indisciplinato ma può esser dominato e diretto; è un organo di conoscenza, sia del mondo esterno sia
del mondo interno, ma non è me stesso. Io ho un intelletto ma non sono il mio intelletto. Sono
convinto ed affermo che: “Io sono un Centro di pure consapevolezze. Io sono un Centro di Volontà,
capace di dominare, dirigere, usare tutte le mie attività psichiche ed il mio corpo. IO SONO”.

Il potere di trasmutazione della preghiera

Uno dei problemi dell’umanità è quello di trasmutare in aspirazioni, verso mete superiori, le
potenti e torbide correnti dei desideri umani, volti all’acquisizione del potere e dei possessi
materiali. Fra i mezzi per attuare questa trasmutazione e una nuova delle energie emotive vi è la
preghiera di aspirazione. Escludendo la preghiera supplicativa e la richiesta di beni o di potere
materiale a scopi egoistici, tutte le altre forme di preghiera hanno carattere di aspirazione, e si
dirigono verso l’alto. Questo è anche vero per la preghiera che invoca forza ‘ luce, protezione e
guida per noi stessi, poiché dirige l’attenzione ed il sentimento verso il sé spirituale o verso i
Poteri superiori, e lo è ancora di più per la preghiera mirante al bene altrui e per la più alta
forma di preghiera: “Sia fatto il volere di Dio”.

Qui troviamo uno dei paradossi della vita spirituale, mentre, quando preghiamo, noi desideriamo che
qualcosa possa essere accordato, possa “discendere” a noi stessi o ad altri, la proiezione della
nostra richiesta ed aspirazione verso l’alto, ha l’effetto di elevare in qualche misura il nostro
centro di coscienza a livelli più sottili del mondo interiore ed è perciò un processo di elevazione.
Per il processo di trasmutazione e sublimazione delle energie psicologiche, possiamo indicare tre
modi per attuarlo: sostituzione e purificazione dei moventi; elevazione del livello al quale si
agisce; cambiamento di metodi di agire.

In una certa misura la trasformazione psicologica e la sublimazione spirituale avvengono
spontaneamente ed inconsciamente, poiché sono procedimenti propri della evoluzione dell’uomo. Ma
esse sono grandemente aiutate nell’accelerazione da un’azione interiore cosciente.

Vari sono i modi di farlo, ma uno dei- metodi relativamente facile ed efficace, poiché attua un
mutamento tanto del movente quanto del livello di attività, è la preghiera di aspirazione. Come ha
detto un istruttore spirituale. la preghiera è “Un gioioso processo che santifica il desiderio”. Il
primo “obbiettivo” a cui dovrebbe venire diretta la preghiera di aspirazione è il Sé spirituale o
Anima. Questo può sorprendere e dare la impressione che in tal modo si rivolga la preghiera a se
stesso, ma dobbiamo riconoscere che normalmente la personalità umana, l’Io cosciente, è ben lungi
dall’essere unito ed identificato col Sé spirituale, con l’Anima.

Spesso l’io personale ignora e persino nega l’esistenza dell’Io o Sé spirituale , non ne tiene conto
e respinge le intuizioni, i cenni, le spinte che da esso pervengono, cerca di evadere dalle
responsabilità che essi comportano. Nostra prima mira dovrebbe essere di eliminare questo senso di
dualismo e di contrasto poiché fino a quando non sia raggiunto un certo grado di unità in noi
stessi, la nostra azione interna non può essere efficace, né può la vita esterna essere realmente
benefica e costruttiva. Perciò la preghiera rivolta al Sé spirituale per invocare luce, ispirazione.
e guida dovrebbe integrare la manifestazione ricettiva fatta con la mente, la preghiera di questo
tipo corrisponde a quella che molti cristiani rivolgono al “Cristo interno”.

In tipi più elevati di preghiera, la coscienza personale e il Sé spirituale si rivolgono uniti ad un
potere superiore, e tale preghiera, essendo l’espressione della volontà di bene, è priva di
richieste e di desideri personali.

Per imparare la pratica della preghiera non occorre basarsi su alcuna teologia, né aderire ad alcuna
determinata ideologia metafisica, basta ammettere che esiste una Realtà Universale attorno e sopra a
noi ‘ che trascende le­nostre concezioni razionali. Mentre non ci è possibile conoscere la natura
essenziale di questa Realtà, possiamo però riconoscere, anche con la nostra mente razionale, alcune
delle Sue manifestazioni, e più viene rivelato quando siamo capaci di metterci in rapporto intuitivo
con Essa.

La manifestazione più evidente è l’intelligenza. Oggi gli scienziati d’avanguardia parlano di una
Mente cosmica la quale dirige tutta la manifestazione e l’evoluzione materiale. Le mirabili leggi
che determinano la struttura e regolano l’attività di ogni cosa, dall’atomo al sistema solare, sono
manifestazione di una Causa, o Intelligenza, che non può essere negata. La bellezza esistente in
tutti i regni della natura, dal più minuscolo cristallo all’immensità del cielo stellato, è pur essa
manifestazione di una Mente o Realtà Superiore creativa.

Nell’umanità troviamo il genio, l’amore altruistico ed altre qualità che non si possono spiegare se
non quali riflessi nell’umanità di attributi ed aspetti di un Essere Superiore. Nel regno umano,
inoltre, si può osservare una grande diversità fra i tipi primitivi ed i geni nel campo della
scienza, dell’arte, del pensiero, ecc. Questo indica uno sviluppo evolutivo verso livelli superiori
di intelligenza e di vita e ci induce ad ammettere l’esistenza di Esseri e Regni superiori che
trascendono la nostra comprensione. Che essi non rientrino nella nostra visione, non e una ragione
per negarli; la scienza ci ha condotti a riconoscere sempre più quanto sia limitato il campo della
nostra visione e della nostra conoscenza, e quante energie, o stati della materia a noi invisibili,
esistano nell’universo.

Se tali Realtà ed energie esistono, non possono essere completamente separate e debbono esistere dei
mezzi per stabilire rapporti e contatti con esse. Molti ne hanno avuto conferma mediante la loro
esperienza diretta. Le illimitate possibilità dei nostri rapporti con aspetti superiori dell’essere
e la spinta verso una maggiore conoscenza della vera natura della nostra esistenza, costituiscono
potenti incentivi verso l’esplorazione dei mondi interni e verso la ricerca delle nuove esperienze
che si possono fare in questa avventura spirituale.

Tipi di preghiera

Vi sono varie vie di avvicinamento al grande Ignoto. Una di queste è la preghiera. Ma teniamo ben
presente che esistono distinti tipi di preghiera molto diversi fra loro. La comune concezione della
preghiera come petizione, o supplica, per ottenere aiuto personale, diretta ad un Essere superiore,
generalmente concepito in modo antropomorfico, non è che il tipo più elementare di preghiera, ed è
comprensibile che esso appaia quale una espressione di egoismo, di dipendenza e di crudeltà che non
attrae la mentalità moderna.

Vi sono però forme superiori di preghiera in cui si cerca la comunione con Esseri o energie che
esprimono i più alti valori che possiamo concepire, quali l’intelligenza, la bellezza, l’amore, la
bontà, ecc. allo scopo di intonarci con le loro qualità ed aprirci al loro influsso. Tale comunione
può inoltre essere cercata al fine di’incanalare quelle superiori energie per il bene altrui; in
termini religiosi questa è preghiera di intercessione. Vi è infine un tipo di preghiera che non
chiede niente, ma mira alla comunione ed all’unificazione con le Realtà superiori o col Supremo.

E’ l’uso dell’energia delle emozioni, l’uso dei sentimenti che caratterizzano la preghiera,
distinguendola da altre forme di azione interna. Sentimenti diversi danno le “ali” alla preghiera.

Quando riusciamo a superare le limitazioni dovute all’egocentrismo ed al clamore dei nostri desideri
egoistici e delle nostre paure, diveniamo consapevoli dei benefici che ci provengono dagli altri
regni della natura e dai nostri fratelli in umanità. L’apprezzamento dì ciò e la bellezza e le
meraviglie del mondo circostante, e dell’immensità dell’universo, induce in noi un sentimento di
venerazione del più alto ordine che potremmo chiamare “gioiosa ammirazione” verso l’ignota Vita o
Realtà, la quale ha creato l’universo e guida tutte le cose e tutti gli esseri, inclusi noi stessi,
verso una misteriosa e stupenda meta. Tutti questi sentimenti sono naturali in noi e basta dar loro
libera espressione affinché ci sia possibile cooperare con la Suprema Realtà e con tutto ciò che
vive.

Questa consapevolezza di un più ampio rapporto non è conseguita soltanto da coloro che hanno
tendenze religiose o mistiche. Molti artisti, scienziati, filantropi, molti uomini e donne non
appartenenti ad alcuna fede religiosa l’hanno sentita e manifestata in vari modi. Un significativo
esempio ci è dato dal filosofo Emanuele Kant:

“Due cose mi colmano sempre di nuova e crescente venerazione, quanto più spesso e più a lungo vi
rifletto: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me. Io non ho bisogno di
cercarli o di supporre che esistano…. li vedo dinanzi a me ed immediatamente li riferisco alla
consapevolezza della mia esistenza. Il primo (lo spazio) ha inizio dal posto che io occupo nel mondo
esterno poiché allarga il mio rapporto con esso fino ad una illimitata ampiezza con mondi e mondi,
con, sistemi di sistemi; ed anche il mio rapporto con illuminate estensioni di tempo, con i loro
movimenti periodici, il loro principio e la loro durata.

Il secondo ha inizio dal mio invisibile sé, dalla mia personalità, e rappresenta me stesso in un
mondo che è realmente infinito, ma in cui soltanto l’intelletto può penetrare e col quale io mi
conosco essere in un universale e necessario rapporto.

La prima immagine di un illimitato numero di mondi annulla la mia importanza quale creatura animale
che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’universo) la sostanza di cui era formata dopo
essere stata per un breve tempo (senza che essa sappia come) di energia vitale.

La seconda visione accresce infinitamente il mio valore, quale un intelletto in cui la legge morale
manifesta una vita indipendente dalla natura animale ed anche dall’intero mondo visibile, come può
dedursi dal fatto che questa esistenza è determinata da fini non circoscritti dalle condizioni e
limitazioni di questa vita, ma si estende all’infinito” (Critica dalla Ragione Pratica).

Riassumendo, la preghiera costituisce la via dei cuore verso la Realtà e gli Esseri Superiori. E’
una via diretta che dovrebbe venire compresa ed utilizzata particolarmente da coloro per i quali la
via mentale, cioè la concentrazione e la meditazione, è il metodo preferito. Ricordiamo che l’azione
interna più efficace è la combinazione e la sintesi di tutti i diversi metodi, ma prima di saperla
debbono essere riconosciuti ed esperimentati più o meno separatamente. Questo si applica tanto alla
preghiera quanto alla concentrazione ed alla meditazione. Nella preghiera altri elementi psicologici
quali il pensiero e la volontà possono intervenire associandosi al sentimento, e non dovremmo
certamente tentare di escluderli purché resti il predominio alle attività del cuore, alla
utilizzazione e consacrazione del sentimento al fine spirituale.

Perciò il pregare può essere utile in due modi: come attività specifica di un importante aspetto del
nostro essere. e come preparazione necessaria per la inclusiva e sintetica azione interna che
dovrebbe costituire lo slancio spirituale unitario di tutto il nostro essere. Le preghiere possiamo
così classificarle:

1) Preghiere spontanee suscitate dall’ispirazione del momento.

2) Preghiere formulate personalmente, secondo necessità e propositi individuali.

3) Preghiere già esistenti, usate dalle diverse religioni e movimenti spirituali, o scritte da
altri.

Ognuno può scegliere quella che preferisce; ma noi suggeriamo la Grande Invocazione che ha carattere
universale.

tratto da lista Sadhana > it.groups.yahoo.com/group/lista_sadhana

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