Osho Rajneesh, Zorba il Budda

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Osho Rajneesh, Zorba il Budda

di Nirava Tronconi

Brillante e controverso filosofo e ricercatore contemporaneo, ha ispirato
un’intera generazione gettando i semi per un nuovo tipo di essere umano,
esteriormente gaudente e interiormente sereno.

Osho è un mistico contemporaneo la cui vita e il cui insegnamento hanno
inspirato milioni di persone di ogni età e in ogni percorso di vita.
Parlando del proprio lavoro ha detto che aiuta a creare le condizioni per la
nascita di un nuovo genere di essere umano. Spesso ha descritto questo nuovo
essere umano come ‘Zorba il Buddha’, capace di godere sia i piaceri terreni
come uno ‘Zorba il greco’ sia la silenziosa serenità di un Gautama il
Buddha.

Nei suoi discorsi, ha trattato praticamente tutti gli aspetti legati allo
sviluppo della consapevolezza dell’uomo, spaziando nel lavoro di quanti, in
passato, vi hanno contribuito: da Sigmund Freud a Chuang Tzu, da George
Gurdjieff a Gautama il Buddha, da Gesù Cristo a Rabindranath Tagore e a
mille altri. Dal lavoro di questi esseri straordinari, egli ha estratto la
quintessenza, per offrire all’uomo contemporaneo tutti gli elementi utili
alla sua ricerca nel mondo interiore, che non si fonda su una comprensione
intellettuale, ma sull’esperienza esistenziale di ogni individuo, ed è
pertanto sempre legata a un lavoro su di sé, unico vero mezzo per arrivare a
conoscersi.

Egli ha spiegato: “Il mio messaggio non è una dottrina, né è una filosofia.
Il mio messaggio opera sicuramente una alchimia particolare, è una scienza
della trasformazione, per cui è rivolto solo a quanti sono pronti a
rinascere, a quei pochi coraggiosi che sanno ascoltare, in quanto ascoltare
me sarà per chiunque un rischio.

Ascoltandomi, avete fatto il primo passo verso la vostra rinascita. Dunque,
non si tratta di una filosofia con cui abbellirsi e di cui vantarsi; non è
una di quelle dottrine consolatorie, con le quali ci si difende da
interrogativi esistenziali imbarazzanti… niente affatto, il mio messaggio
non è per nulla una comunicazione verbale. E’ qualcosa di gran lunga più
rischioso.

Non è altro che una morte e una rinascita”.
Tutti gli aspetti del lavoro di Osho sono permeati dalla sua visione che
abbraccia sia la saggezza senza tempo dell’Oriente che le più alte
espressioni della scienza e della tecnologia occidentali. Egli è noto anche
per il rivoluzionario contributo dato alla scienza della trasformazione
interiore, con un approccio alla meditazione che riconosce il ritmo
accelerato della vita contemporanea.

Le sue originali ‘meditazioni attive’ sono concepite per lasciar andare
prima di tutto, lo stress accumulato nel corpo e nella mente in modo da
facilitare l’esperienza dello stato di meditazione, senza pensieri ne
tensioni.

Osho ha lasciato il corpo il 19 gennaio 1990.

Qualche settimana prima di morire gli fu chiesto che cosa sarebbe accaduto
al suo lavoro quando se ne fosse andato. Egli rispose:

“La mia fiducia nell’esistenza è assoluta. Se esiste una qualsiasi verità in
ciò che dico, mi sopravvivrà.
Le persone interessate al mio lavoro si limiteranno a portarne la torcia
accesa, senza però imporre nulla a nessuno.
Voglio che essi crescano in quanto individui e che sviluppino qualità come
l’amore,
intorno a cui non si può erigere alcuna chiesa; come la consapevolezza, che
nessuno può manipolare; come la celebrazione e la fresca meraviglia che
caratterizza gli occhi di un bambino.
Voglia che la mia gente conosca se stessa, non che viva in funzione di
qualcun altro.
La strada è dentro di sé”.

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