L’influenza dell’attività fisica sull’umore e sul benessere

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L’influenza dell’attività fisica sull’umore e sul benessere

Tutti sanno che l’attività fisica fa bene, e non solo per le conseguenze propriamente
muscolo-articolari che essa induce, ma anche perché ci si “sente “meglio a livello
neuro-psichico-vegetativo. Come questo fenomeno sia legato alla fisiologia dell’organismo è
abbastanza ben spiegato dalle influenze

1. del sistema nervoso vegetativo e
2. degli ormoni.

Il sistema nervoso vegetativo detto anche autonomo è quella parte del sistema nervoso che regola le
funzioni dell’organismo che sfuggono alla volontà del soggetto (da cui il motivo di autonomo) come
ad esempio la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, i movimenti dell’intestino, la secrezione
delle ghiandole. La secrezione di ormoni è principalmente (ma non unicamente) regolata dall’ipofisi,
una ghiandola estremamente piccola che si trova alla base del cervello e che è connessa con
l’ipotalamo (parte centrale dell’encefalo in cui sono regolate le funzioni vegetative e di
eccitazione/rabbia – vedi precedente articolo sul sistema nervoso centrale).Un ormone è una sostanza
chimica elaborata da particolari ghiandole del corpo che ha lo scopo di accelerare (o inibire) una
funzione di cellule o organi posti in un’altra parte del corpo.

Sistema simpatico e parasimpatico

Il sistema nervoso vegetativo si compone di due parti il simpatico (detto da alcuni anche
ortosimpatico) e il parasimpatico, che producono effetti opposti sull’organismo.
Il sistema nervoso simpatico ha sede in gangli (agglomerati di cellule nervose) posti lungo il
midollo spinale, con il quale si connette, e tali gangli innervano con apposite fibre nervose i
seguenti organi: occhio, cuore, bronchi, piloro (sfintere inferiore dello stomaco), rene, ghiandole
surrenali, intestino, ano, vescica, vasi sanguigni, ghiandole sudoripare e muscoli dei peli. Da
questi organi partono anche fibre nervose che, con un decorso inverso, portano la sensibilità. Il
sistema nevoso simpatico è molto più sviluppato del suo antagonista parasimpatico giacché le fibre
nervose del primo sono largamente diffuse in tutto il corpo.
Il sistema nervoso parasimpatico ha sede invece nel tronco encefalico (parte inferiore del cervello)
e nel midollo sacrale; le sue fibre innervano principalmente i seguenti organi: pupilla e ciglia,
ghiandole nasali e lacrimali, cuore, polmoni, stomaco, intestino, ano e vescica. Tali nervi partono
quasi tutti direttamente dal cervello (e non dai gangli posti di fianco al midollo spinale come per
il simpatico) e la maggior parte degli organi sono innervati dal nervo vago. Ci sono tuttavia poche
innervazioni che partono invece dal midollo spinale sacrale.
Come già accennato i due sistemi hanno funzioni opposte. Infatti, l’azione del simpatico aumenta
l’attività cardiaca e dilata le arterie coronarie e costringe le altre. Per contro, il
parasimpatico, diminuisce l’attività cardiaca e dilata, anche se moderatamente, i vasi sanguigni.
Quindi il sistema simpatico regola la pressione sanguigna.

Anche sulla respirazione i due sistemi hanno funzione opposta: il simpatico dilata i bronchi e il
parasimpatico li costringe. Il simpatico inoltre determina la liberazione di glucosio (zucchero) dal
fegato nel sangue e la qualcosa assicura un apporto nutritivo alle cellule muscolari durante le
attività prolungate. Il simpatico inoltra stimola le ghiandole sudoripare. Ancora, la stimolazione
simpatica generalizzata aumenta il metabolismo di tutte le cellule dell’organismo grazie ad un
ormone (la noradrenalina) che le terminazioni nervose simpatiche producono per attivare i loro
organi. La noradrenalina aumenta la velocità delle reazioni chimiche cellulari aumentando quindi la
temperatura corporea, ma anche il metabolismo delle cellule nervose e quindi l’attività mentale.
L’intero sistema nervoso vegetativo ha connessioni nervose con l’ipotalamo e con la corteccia.
Ricordo che queste due parti del cervello sono responsabili rispettivamente delle nostre emozioni e
della nostra coscienza.

Sistema nervoso autonomo e attività fisica

Durante l’attività fisica vi sono impulsi che dalla corteccia motoria del cervello (quella che
regola il movimento, vedi articoli precedenti) vanno direttamente ai centri simpatici del tronco
encefalico che dilata i vasi dei muscoli interessati al movimento che quindi vengono maggiormente
irrorati di sangue.
In sostanza il sistema simpatico ha una funzione preminente sulla regolazione dell’organismo
piuttosto che il sistema parasimpatico.
Sinteticamente il simpatico aumenta dunque la pressione arteriosa, l’intensità del metabolismo
aumenta, l’attività mentale viene stimolata e la glicemia (tasso di zucchero nel sangue) cresce.
L’attivazione in massa di questa parte del sistema nervoso prepara l’organismo all’attività. Siccome
il simpatico è anatomicamente connesso col sistema nervoso centrale, di cui abbiamo visto le
funzioni nel controllo del movimento, risulta determinante il mettersi “sotto pressione” prima di
una attività fisica. Ciò prepara l’organismo allo sforzo e all’attiva l’attività mentale che è
determinante nel rendimento fisico e nel controllo del gesto sportivo.

L’importanza della regolazione nervosa dell’attività vegetativa è notevole in quanto assicura delle
modificazioni immediate caratterizzate dal fatto che la trasmissione nervosa di segnali è
rapidissima (massimo 1-2 secondi). L’organismo dispone, infatti, di altre regolazioni in cui delle
ghiandole riversano sostanze ormonali nel sangue che vanno a colpire gli organi a distanza. Tali
sostanze, trasportate dal sangue, impiegano parecchi secondi prima di raggiungere l’organo
bersaglio. L’immediatezza di taluni fenomeni fisiologici, assicurata dall’innervazione simpatica
piuttosto che da quella puramente biochimica-ormonale, è determinante per la pronta reazione a
situazioni di sopravvivenza o presunte tali.

Il sistema simpatico stimola inoltre le ghiandole midollari surrenali, ghiandole poste sopra i reni.
Queste ghiandole riversano nel sangue, sotto la stimolazione nervosa del simpatico, due ormoni molto
importanti: l’adrenalina e la noradrenalina. Questi ormoni (detti catecolamine) vengono portati dal
sangue in tutto il corpo e aumentano l’attività del cuore, inibiscono la digestione, aumentano il
metabolismo di tutte le cellule compreso quelle cerebrali, aumentano il tasso di zucchero nel
sangue, diminuzione del senso di fatica e quindi migliorano l’attività fisica al pari della
stimolazione nervosa-diretta degli organi da parte delle fibre nervose del simpatico. La differenza
di questo tipo di stimolazione sta nel fatto che l’azione degli ormoni surrenali non è così veloce
come quella diretta/nervosa. Il vantaggio di questo sistema però consiste nel fatto che la
stimolazione per via ormonale è più duratura in virtù della maggior quantità di ormoni prodotti
dalle cellule specializzate delle ghiandole midollari del surrene. La produzione di adrenalina e
noradrenalina diventa dunque molto importante per la sopportazione della fatica molto intesa e
protratta. Un certo atteggiamento “tenace” (per non dire “aggressivo” tipico ad esempio dei
pugilatori e dei lottatori) nell’attività fisica dunque porta alla secrezione di questi ormoni che
permettono una maggiore forza, velocità, resistenza allo sforzo estremo.

Emozioni e reazioni vegetative

Le strette correlazioni anatomiche fra il sistema nervoso autonomo e il sistema nervoso centrale ci
fanno comprendere come certe situazioni percepite dal soggetto come fortemente emotive (paura,
stress, felicità, urgenza) inducono delle immediate reazioni vegetative. Le innumerevoli connessioni
nervose tra corteccia sensitiva, corteccia limbica e ipotalamo (vedi articoli precedenti sul sistema
nervoso centrale) e sistema simpatico e parasimpatico fanno si che le situazioni vissute come
negative (paura, fretta, stress, dolore emotivo, pericolo) eccitano il primo sistema con aumento
della frequenza cardiaca, ipersensibilità, sudorazione sino a non sentire il dolore e la fatica;
situazioni positive (estasi, piacere fisico, visioni piacevoli, musica ecc.) inducono il
rilassamento con abbassamento della frequenza cardiaca, della temperatura, rilasciamento muscolare,
sino alla sonnolenza e alla trance (ipnosi).

Gli ormoni

Molti ormoni circolanti nel sangue sono prodotti dall’ipofisi, quella ghiandola che sta alla base
del cervello ed è connessa con esso ed in modo particolare con l’ipotalamo (sede del controllo
vegetativo e dell’eccitazione/rabbia). Alcuni di questi ormoni servono per attivare altre ghiandole
per far in modo che esse ne producano altri ancora. Il controllo della secrezione dell’ipofisi
attuata dall’ipotalamo (il quale fa parte del sistema limbico del cervello che contiene i centri del
piacere e del dolore) fa comprendere come gli stati psichici e le emozioni possano influire
sull’attivazione organica, sulla capacità di prestazione e sul senso di benessere (fitness appunto).
In particolare l’ipofisi produce l’ormone detto corticotropina (o adrenocorticotropo) che stimola le
ghiandole corticosurrenali a produrre un altro ormone il cortisolo che ha funzioni antinfiammatoria.
Questo giustifica, nelle immediate ore seguenti lo sforzo, la mancanza di dolori da sovraccarico che
invece si fanno sentire il giorno dopo (o a volte anche due) quando tale ormone non è più in
circolo. La secrezione della corticotropina, e quindi del cortisolo antinfiammatorio, avviene in
situazioni in cui il soggetto avverte uno stress psicofisico generalizzato. L’ipofisi inoltre
produce le endorfine, molecole simile all’eroina, che sopprime il dolore e produce euforia. Tali
sostanze sono prodotte anche da altre parti del cervello e sembra che servano anche a regolare la
secrezione di parecchi ormoni (tra cui anche l’adrenalina) prima e dopo lo svolgimento di attività
fisiche.

Quindi anche il sistema ormonale sembra influenzato dall’atteggiamento psichico (carica nervosa) del
soggetto nei riguardi dell’attività che deve svolgere e del suo significato emotivo e motivazionale.
Occorre tener presente che recenti studi hanno comprovato la dipendenza fisica dall’endorfine, quasi
al pari di un tossicodipendente, da parte di coloro che per lungo tempo si sono tenuti sotto
pressione (stress); tali dipendenza porta il soggetto ad essere continuamente alla ricerca di
stimoli eccitatori che appunto fanno si che si producano endorfine. La “disintossicazione” avviene
con attività di rilassamento, vacanza e attività fisiche che inibiscono l’eccitazione simpatica (es.
attività di resistenza come la corsa il nuoto ecc.). Un altro tipo di ormone sono le prostaglandine
che sembra vengano prodotte dai muscoli e che rimanendo in circolo anche dopo l’esercizio fisico,
hanno un effetto vasodilatatorio e quindi abbassano la pressione.

Tipo di attività fisica, regolazione vegetativa e stato nervoso

Normalmente le influenze del sistema simpatico e parasimpatico stanno in un rapporto di equilibrio.
Questo equilibrio può rompersi se il soggetto compie un tipo di attività fisica prevalente o
esclusiva. Possiamo, infatti, distinguere le attività fisiche in due grosse categorie:

1. Le attività di resistenza e lunga durata (corsa, nuoto, bicicletta, aerobica).
2. Le attività di potenza, forza, velocità e destrezza (body building, danza)

Queste due tipi di attività, infatti, producono due effetti nettamente diversi sul sistema nervoso
vegetativo e anche sulla produzione ormonale. Le attività di resistenza, infatti, portano ad una
continua e lunga eccitazione del sistema simpatico poiché la frequenza cardiaca e il metabolismo
devono essere mantenuti elevati per lungo tempo. Nella fase successiva allo sforzo di resistenza
dunque questa parte del sistema nervoso deve “riposare” e quindi la parte parasimpatica prende il
sopravvento. Ciò determina quello stato di rilassamento tipico del dopo corsa, con bassa frequenza
cardiaca, stato di ipotonia, scarsa eccitazione.
Al contrario l’attività di forza e velocità sembra facciano produrre notevoli quantità di
catecolamine e di endorfine, che rimanendo in circolo per un certo tempo, lasciano l’organismo in
uno stato di eccitazione permanente con effetti di ipersensibilità, insonnia, nervosismo, ipertonia.

Ecco che le attività fisiche possono influire sul nostro stato nervoso (umore) e quindi si può
consigliare un certo tipo di attività secondo le proprie necessità. Ad esempio per chi conduce una
vita stressante, caratterizzata da continue situazione di fretta ed emergenza, è consigliabile una
attività di resistenza in modo che il simpatico possa riposarsi e conseguentemente la persona avrà
modo di rilassarsi. Per chi invece ha delle tendenze depressive o la noia è il suo stato abituale
una attività di forza o velocità lo aiuterà ad eccitare il sistema simpatico, a produrre le
endorfine e conseguentemente ad essere più attivo.

Roberto Biella

www.pianetafitness.com/avanzato/avanz1_b4_center.htm

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