L’ALCHIMIA: ARTE OSCURA ANTICA E MODERNA 2

pubblicato in: AltroBlog 0

L’ALCHIMIA: ARTE OSCURA ANTICA E MODERNA 2

di Mauro Paoletti

per Edicolaweb

Dal 1737 al 1742 fu ospite alla corte dello Scià di Persia; nel 1745 fu visto a Londra; nel 1746 a
Vienna, nel 1749 a Versailles; nel 1756 a Bombay; nel 1762 in Russia e prese parte al colpo di
stato; nel 1763 a Chambord dove aveva il suo laboratorio; nel 1768 a Berlino, nel 1769 in Italia.
Nel 1770 in Germania, protetto dal principe Karl von Kassel. Nel 1780 viene pubblicato a Londra una
sua raccolta di studi per violino, nel 1785 lo si indica in una riunione massonica e, infine, la
contessa di Genlis scrive di averlo incontrato a Vienna nel 1821. Secondo i registri ecclesiastici
tedeschi sarebbe deceduto il 27 febbraio del 1784. L’età, secondo la testimonianza di Rameau,
sarebbe di 125 anni.
Sembra che il Conte di Saint Germain abbia detto: “Parto domani sera. Non mi si vedrà più in Europa
andrò sulle montagne dell’Himalaya”.
Quanto ha scritto nella sua sola opera, “La Très Sainte Trinosophie”, è alquanto sconcertante e
intrigante: “La velocità con cui si muovevano nello spazio era tanto grande che, in breve tempo
perdemmo di vista le regioni sotto di noi. La Terra sembrava solo una piccola palla avvolta nelle
nuvole sotto di me. Ho visto globi ruotare intorno a me e terre gravitare intorno ad un sol punto.”
“So che hanno bisogno di me a Costantinopoli, poi in Inghilterra dove devo occuparmi di due
invenzioni di cui potrete disporre nel prossimo secolo: il treno e il battello a vapore”.
Questo è quanto scritto e detto a Franz Graffer; il Conte possedeva una macchina del tempo?
Nel 1939 tale Nicholas Roerich balzò sulla scena parigina per aver ideato le scene e i costumi delle
Danze Polinesiane rappresentate presso il teatro di Chetelet. Era un artista che nelle sue opere
usava colori violenti. I suoi quadri erano presagi. Nell’opera “L’infausto presagio” del 1901
anticipò le guerre del secolo; nelle “Opere dell’uomo” del 1913 e “La città domata” preannunciò
catastrofi; nelle “Tre corone” previde la fine delle dinastie degli Hohenzollern, dei Romanov e
degli Asburgo; nel 1914 nell’”Orribile Splendore”, l’entrata dei tedeschi in Belgio. Anche Roerich,
come Apollonio e Saint Germain, compì il viaggio verso l’Himalaya.

La moglie, Helena Roerich, nel libro “Leggenda della pietra” scrive: “Porto il calice con dentro il
dono d’Orione. Una pietra grande come il mio mignolo, grigia, simile ad un frutto avvizzito, sopra
si distinguono quattro lettere sconosciute. La pietra emette radiazioni e può influenzare gli eventi
del mondo.”
Sicuramente era un frammento di una pietra più grande che fu affidata a Roerich per portarla a
Shambalà.
Un lama interrogò Roerich: “Che cosa sapete, voi occidentali della pietra? Sapete da quale pianeta
proviene?” Il riferimento ad Orione porta a pensare che l’oggetto provenga dal compagno oscuro di
Sirio; secondo una leggenda “può insegnare agli uomini tutto quanto devono ancora scoprire”.
Dal cinquecento le teorie chimiche emersero dai campi di ricerca medica, farmacologica,
mineralogica, filosofica, botanica e alchemica, per questo si può affermare che il chimico moderno
ha come progenitori maghi e alchimisti.
La chimica nasce come scienza nel XVIII secolo, quando registrarono quantitativamente il verificarsi
dei fenomeni.
La legge di Lavoisier è la versione chimica del più famoso “nulla si crea, nulla si distrugge, ma
tutto si trasforma”. Questo è il primo pilastro della nuova scienza, l’uomo comprese che, prima e
dopo una reazione chimica, gli atomi presenti devono essere gli stessi e nello stesso numero.
Ai tempi di Keplero, Newton e Descartes esistevano numerosi testi alchemici; sembra che lo stesso
Newton abbia attinto da questi documenti per elaborare le sue teorie.
Gli alchimisti, sostenevano che era stato Ermete Trismegisto il vero padre dell’alchimia, qui
l’origine di “Scienza ermetica”.

Alessandro Magno e i suoi successori abbinarono al culto di Thoth quello di Ermes di Ermopoli Magna,
l’antico sito di Akenaton; perciò Ermes rappresenta il viaggiatore Akenaton il cui culto solare è
partito da Ermontis, in Grecia per ritornare ad Amarna, in Egitto.
Ermes, chiamato Mercurio dai romani, figlio di Zeus e Maia figlia di Atlante; nato sul Monte Cilene
in Arcadia è noto come Dio della fertilità, dei sogni, protettore dei greggi e della natura,
messaggero degli Dei, accompagnatore dei morti nell’Ade. Colui che aiutò le tre Moire a comporre
l’alfabeto, che inventò l’astronomia, la scala musicale, la cetra a sette corde, l’arte del pugilato
e della ginnastica, la bilancia e le misure di capacità, la coltivazione dell’ulivo.
Secondo la dottrina Indù Ermes e Budda erano la stessa persona; nell’ordine genealogico egizio Ermes
è il figlio del grande Thoth, Dio di tutta la conoscenza nascosta.
Il sacro numero abbinato ad Ermes è il quattro con il quale si indica la materia, la sostanza delle
cose. Quattro sono gli elementi, i punti cardinali, le regioni celesti egizie, i figli di Horus, i
vasi canopi, i figli della terra, i bracci della croce.
Ermes è anche il Trickster, l’imbroglione, in mitologia è l’essere immaginario, spesso identificato
in un animale, che gioca burle colossali. Il Trickster rappresenta la dualità, il buono contro il
malvagio, il saggio e lo sciocco, il serio e il burlone, il distruttore dei mondi e il salvatore
dell’umanità. Appartiene al nostro mondo e al contempo non vi fa parte; è un creatore, un Joker, un
custode della verità e della storia; Ermes sotto questo aspetto è il dio dei ladri e della frode. È
l’alchimista.

Un concetto che si ricollega alla doppia realtà in cui viviamo, al positivo e al negativo, al
maschile e al femminile, al dio e al diavolo, allo Yin e allo Yang cinese. Tutto diviene un grande
giuoco dove vincitore risulta colui che è capace di creare un equilibrio. Il Trickster è dentro di
noi e ogni tanto viene fuori; in un certo senso è quel bambino che nascondiamo, desideroso
dell’attenzione e soddisfazione a tutti i costi; quel fanciullo che spesso dobbiamo ignorare per non
complicarci la vita. Quando abusiamo degli altri è il Trickster che si sveglia. La gelosia, la
rabbia, l’invidia, la collera, l’auto distruzione, la depressione, come l’intuizione, la creatività,
l’allegria, la pietà, la solidarietà, l’amore, sono tutti aspetti del Trickster, presente tanto
nell’uomo quanto nel Dio. Purtroppo a volte alcuni prendono il lato negativo di questa figura
divenendo minacce per l’intera umanità; la storia riporta molti esempi.
Le rivelazioni ascritte a Ermes Thoth Trismegisto, inventore e patrono della scrittura e di tutto
quello che deriva da questa, sono rappresentate da diciassette trattati che costituiscono il Corpo
Ermetico.
A Ermopoli Magna la grande divinità adorata era Thoth il rivelatore della saggezza, Dio della
cultura e patrono degli scribi.
Disquisendo riguardo al termine “Herm” o “Herma” scopriremo che significa “pile di pietra”, confine,
limite invalicabile. Alla frontiera con la Palestina si eleva la più alta sommità della regione il
Monte Hermon, luogo della discesa dei duecento veglianti, il luogo proibito, il confine che marca il
punto dove Mosè si arrestò.

Ermopoli, Ermontis, Hermon, Ermocrates costituiscono un unico fenomeno formatore della prima scena
della civiltà che proseguirà il suo cammino con la forma della Cristianità.
Esiste una casa in Tebe che porta il nome di Ermontis; i re che venivano incoronati qui erano
associati al processo di unificazione delle province egiziane, questa casa era un luogo consacrato
al culto solare.
Ermes è anche il nome di un pianeta minore scoperto nel 1937, un asteroide che con un’orbita
eccentrica passa molto spesso vicino alla Terra. Nel gennaio del 1938 si avvicinò di circa 485
miglia.
Si racconta anche che Ermes fosse un viaggiatore che rinvenne a Ceylon un’antica tavoletta in una
grotta e dopo averla studiata imparò a viaggiare sia in cielo sia in terra.
Un antico documento greco riporta “Io conosco il tuo nome in lingua egiziana e il tuo vero nome è
scritto sulla santa tavoletta nel sacro luogo a Ermopoli dove sei nato”.
Si narra che un giorno ad Ermes apparve un essere immenso che si presentò dicendo di essere
Pimandro, l’intelligenza suprema; Ermete tremò nel guardarlo e quando l’essere fece un cenno lui
comprese la luce e le sue innumerevole forze. Ermes mise tutto per iscritto, occultandone gran
parte, e salì alle stelle.

Thoth Ermes Trismegisto è il riconosciuto autore della Tavola Smeraldina, ossia della descrizione
delle leggi naturali della materia e dell’universo.
La tradizione egizia narra che Thoth, come Ermes per i Greci, rivelò le arti ermetiche agli uomini,
una di queste arti l’alchimia.
Thoth significa “la verità”, strana coincidenza che anche Ermeth, in lingua copta, significhi Vero.
Riferimenti ad una mente, una sola cosa e la relazione fra il Sopra il Sotto, sono stati evidenziati
in molti papiri egizi fra i quali quello di Ani e nel Libro dei Morti.
Gli egizi con i loro simboli esoterici hanno nascosto la vera natura di Ermes. Dalle vecchie
leggende emergono tracce di misteriosi viaggiatori, giunti in Egitto dodicimila anni fa, in possesso
di un potere tecnologico e spirituale trasmesso attraverso la tavola di smeraldo. Il famoso “Zep
Tepi” quando esseri divini vivevano in terra e regnavano in Egitto.
Thoth era uno di loro, dio delle scienze e della matematica, indicato come l’autore della Tavola.
Dio delle scienze, inventore dei geroglifici, della matematica, dell’astronomia e medicina, la mente
unica creatrice dell’universo. La sorgente del mondo, il potere della volontà che trasforma il
pensiero in materia. Come citano i testi egizi: “Ciò che emana dalla sua bocca diviene. Egli parla e
la parola prende forma.”
Il contabile dell’universo, la sorgente di tutte le leggi naturali, il pastore degli uomini e il
veicolo di conoscenza, il rivelatore nascosto. Giudice finale che vaglia la verità, i nostri
pensieri le nostre parole le nostre azioni, presiede alla pesatura del cuore e determina chi può
essere ammesso al regno dei cieli.

Dipinto come un uomo con la testa di un Ibis appare come una semplice personificazione della mente,
quell’Unica Mente creatrice dell’Universo.
Thoth tramanda l’antica saggezza scritta su rotoli che nasconderà in due colonne situate una a
Eliopoli e l’altra a Tebe. Solone narra che su di esse vi era incisa la storia di Atlantide. Erodoto
scrisse che una era di oro puro e l’altra come di smeraldo capace di risplendere di notte con grande
brillantezza.
Thomas Taylor raccontò di aver letto che tali colonne furono rinvenute nelle caverne vicino a Tebe.
Tante le storie riguardo alle colonne e tanti i personaggi che le hanno menzionate, Achille Tatius,
Crisostomo, Laerzio.
Molti indicano che Akenaton venne in possesso della tavoletta di smeraldo e mise in atto i suoi
principi, divenendo il secondo Ermes della storia e stabilendo la nuova religione monoteistica
riconoscendo il sole come la Cosa Unica, la sorgente dell’energia creativa.
Il terzo Ermes viene indicato in Alessandro che secondo Alberto Magno ritrovò la tavola e la espose
al pubblico. Divenuto faraone nel 332 a.C. venne a conoscenza dei tesori segreti dell’Egitto e del
luogo della tomba del primo Ermes al tempio di Siwa. In quel luogo prelevò la tavola smeraldina e
applicò i suoi insegnamenti e perché tutti ne fossero a conoscenza la espose a Eliopoli.
Quando Alessandro lasciò l’Egitto portò con se l’originale e lo seppellì in un luogo rimasto
segreto, ma fece fare diverse copie del reperto fornendo a molti la possibilità di vedere come era
fatta e di studiarla.
Si narra che in seguito un certo Balina, noto come Apollonio di Tiana, trovò l’originale in una
caverna in Cappadocia. Fu un uomo di grande saggezza, contemporaneo di Gesù che lasciò molti scritti
di alto valore spirituale che gli valsero il titolo di quarto Ermes. A lui furono dedicati anche
molti templi.

Apollonio venne in possesso di una carta ove era segnata la strada che conduceva al luogo dove
vivevano gli Dèi e si mise in viaggio verso Oriente. Attraverso il racconto del viaggio narrato da
Filostrato apprendiamo che la città si trovava nel Tibet, dato che si diresse verso l’Himalaya.
Giunto a destinazione Apollonio vide pozzi dai quali uscivano raggi luminosi diretti verso il cielo;
pietre che illuminavano tutta la città, automi che fungevano da servitori; gli uomini erano in grado
di viaggiare in aria e spostarsi con facilità da un luogo ad un altro. Secondo Apollonio gli uomini
vivevano sulla terra e fuori da essa, cioè avevano contatti con altri mondi.
Questa civiltà comandò al greco di porre alcuni magneti in luoghi precisi considerati importanti e
di abbattere la tirannia di Roma dove imperava Nerone. Inutile dire che a Roma fu posto sotto
processo, ma all’atto della sentenza la carta dove erano stati annotati i capi di accusa risultò
bianca e fu assolto. Con Vespasiano divenne consigliere dell’imperatore e sotto Domiziano fu
nuovamente accusato di tramare contro Roma. Davanti all’imperatore in attesa della sentenza si
avvolse nel suo mantello e sparì sotto gli occhi del popolo.
Dopo tale fatto è stata testimoniata la sua presenza a Efeso dove all’età di cento anni faceva
l’insegnante.
Sfortunatamente Apollonio fu contemporaneo di Cristo e tutti i templi dedicati a lui furono
distrutti da cristiani zeloti.

La Tavola Smeraldina, considerata antica di 5000 anni, è un antico artefatto rivelatore di una
profonda tecnologia spirituale; le frasi contenute in essa sono state ritrovate in molti papiri
egizi, come quello di Ani, di Berlino e nel Libro dei Morti. Si tratta in pratica della sorgente di
alchimia e scienze ermetiche condannata dal potere patriarcale dei sacerdoti egiziani, dalla chiesa
medievale. Nella tavoletta di smeraldo sono codificate misteriose espressioni che la rendono una
possente formula per raggiungere una trasformazione spirituale e accelerare l’evoluzione della
specie umana attraverso il raggiungimento dei più alti stati di coscienza. Sarebbe stata modellata
in un unico blocco rettangolare di verde cristallo, o di puro smeraldo, con lettere in basso rilievo
di uno strano alfabeto sconosciuto, simile all’antico fenicio, definita da chi ha potuto osservarla,
un accurato lavoro artigianale. Una preziosa pietra simile allo smeraldo, da qui il nome
“smeraldina” con caratteri in rilievo, antica a quel tempo di duemila anni. Costruita con materiale
portato allo stato fluido e gettato in uno stampo ove l’artista aveva saputo sapientemente dare la
durezza del naturale smeraldo tanto da poter essere scambiata per una gemma autentica.
Si racconta che l’oggetto sia stato portato a bordo dell’Arca e una volta cessato il diluvio
nascosto in una grotta vicino ad Hebron. Altre versioni della storia lo vogliono donata dallo stesso
Ermes a Miriam, sorella di Mosè, affinché venisse conservata nell’Arca dell’alleanza dove si
troverebbe ancora.
La dottrina occulta afferma che la tavoletta fu scoperta nel 1350 a.C. in una stanza segreta sotto
la piramide di Cheope.
I principi esposti nella tavoletta ci conducono indietro di cinquemila anni. Alcuni studiosi
indicano la data di origine della tavoletta intorno al tremila a.C., quando i fenici sbarcarono
sulle coste della Siria.

La sua vera origine è persa nelle leggende che risalgono a oltre diecimila anni fa. Tradotta in
Greco da studiosi Alessandrini intorno al quattrocento a.C. fu in seguito sepolta in un punto
segreto del plateau di Giza per proteggerla dai fanatici.
La maggior parte degli alchimisti medievali hanno copiato la tavoletta sul muro dei loro laboratori
usandola come guida nella loro meditazione e nel loro lavoro.
È uno dei più rispettati documenti del mondo occidentale e il suo autore Ermes Trismegisto è
sinonimo di saggezza antica. L’insegnamento impartito da Ermes attraverso tale documento trova
riscontro nelle tradizioni pagane, nella religione ortodossa, giudaica, cristiana, islamica. Una
delle storie più antiche che trattano la tavoletta ed Ermes indicano quest’ultimo come figlio di
Adamo e la tavoletta coma la guida per riscattare noi stessi dalla colpe del padre.
Sulla tavoletta è scritto: “È vero, è certo e verissimo che ciò che è in basso è come è in alto, e
ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere il miracolo della cosa unica. Tutte le
cose sono nate dalla cosa unica. Tu separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso,
dolcemente, con gran cura. Qui consiste la forza più forte di ogni forza perché vincerà ogni cosa
sottile e penetrerà tutto quello che è solido. In questo modo il mondo fu creato. Per questo motivo
fui chiamato Ermete Trismegisto, possessore delle tre parti della filosofia di tutto il mondo.”
Per alcuni il testo sarebbe stato rinvenuto dai soldati di Alessandro Magno in una cavità nascosta
della Grande Piramide considerata da molti la tomba di Ermes. Lo stesso Ermes avrebbe inciso le
frasi usando una punta di diamante sopra una lamina di smeraldo.
L’alchimia latina racchiude in chiave allegorica tutto il mistero cristiano, la creazione di Adamo è
assimilata all’opera alchemica, poiché come Dio trasse Adamo dal fango, così l’alchimista trae la
Pietra Filosofale da una materia iniziale vile.
Elia, rapito in cielo su un carro di fuoco raffigura l’alchimista che ha realizzato il lavoro,
ottenendo la trasmutazione di se stesso.

Attraverso le operazioni alchemiche viene sprigionata la forza vitale dell’uomo e di tutte le
sostanze fino a raggiungere la Quintessenza. L’uomo è il piombo che deve essere raffinato,
perfezionato al fine di divenire oro davanti alla luce dell’Universo. Quindi diviene la sostanza che
attraverso la Calcinazione viene riscaldata sulla fiamma viva fino a ridurla in cenere. Viene
sottoposta all’azione corrosiva dell’acido solforico ricavato dal vetriolo; alfine di distruggere
dentro la nostra psiche l’ego e l’attaccamento al possesso materiale. Obbiettivo raggiunto
attraverso l’umiliazione subita con le prove a cui la vita ci sottopone per guadagnare quella
spiritualità che aiuta all’auto valutazione.
La cenere viene quindi Dissolta nell’acqua per aprirsi psicologicamente alle energie del corpo e
ricaricare le cellule. Si acquista la soddisfazione di accorgersi di operare attivamente negli atti
creativi, senza essere vincolati ai pregiudizi personali o a quelli stabiliti dalla gerarchia.
Nella fase successiva della Separazione ogni materiale impuro viene scartato e si separano i tre
elementi costitutivi dell’individuo: anima, spirito e corpo (cioè Zolfo, Mercurio e Sale). È il
momento in cui riscopriamo la nostra essenza, si rivisitano i sogni più reconditi e segreti al fine
di scegliere cosa scartare e cosa reintegrare nella nostra personalità; il momento in cui si inizia
a cooperare con le forze spirituali; la fase del rinnovamento psichico dopo un lungo periodo volto
all’analisi e all’introspezione solitaria.

Tutto ciò che abbiamo scelto si Congiunge, si combina, si fonde in una nuova sostanza. Si verifica
un’unione a livello individuale e cosmico, e l’elemento fisico viene sostituito da quello
spirituale. Rappresenta lo sviluppo delle tecnologie e l’abilità idonea a dominare l’ambiente.
In noi Fermenta una nuova vita da ciò che nasce dalla congiunzione al fine di rafforzare e
assicurarne la sopravvivenza. La materia è sottoposta al processo di elaborazione prima di divenire
un nuovo materiale; una diversa sostanza migliore di quella originale. Un materiale più forte e
duraturo ricavato, dopo una profonda meditazione, dalla scelta degli elementi che contribuiscono
alla sua formazione. Secondo la tavoletta si raggiunge un prima fase di spiritualità, separando la
terra dal fuoco, il sottile dal grosso delicatamente con gran cura.
La parte fermentata bolle e si condensa in un prodotto Distillato. È la purificazione. Per l’adepto
è il salto di livello che permette di isolare e purificare lo spirito. La psiche raggiunge il più
alto livello e si libera delle emozioni e dei sentimentalismi. Culmina nel terzo occhio al livello
della ghiandola pituitaria e pineale, nel Chakra d’argento. In tale processo si realizza il momento
più alto dell’amore, si manifesta la forza vitale dell’intero pianeta basata sulla visione della
verità. La Sublimazione del fermento purificato dalla distillazione, si Coagula nella più alta
aspirazione ed evoluzione della mente. La fase che incarna e realizza l’ultima materia dell’anima
del corpo astrale, che gli alchimisti indicano nella Pietra Filosofale, attraverso l’uso della quale
credevano di esistere su tutti i livelli di realtà. È il processo che porta alla creazione di un
secondo corpo formato dalla luce solida che filtra attraverso la croce; il chakra d’oro. Il ritorno
all’Eden su un livello più alto e più vicino alla mente divina. Per la tavoletta è la gloria
dell’universo su tutte le oscurità, la forza più grande di tutti i poteri perché ogni cosa sottile
penetra ogni cosa solida.

L’alchimia porta alla Magia; per entrambe la Cosa Unica è l’Universo e tutto quello che contiene,
cioè Dio, tutte le cose sono aspetti di una cosa sola. L’universo è percorso da forze misteriose che
lo condizionano e tali forze sono i sette pianeti simbolizzati nei sette metalli (1) e i centri
sottili dell’uomo.
Anche la magia ha origini in Caldea, Mesopotamia e in Egitto e come l’alchimia giunse in Europa in
tempi successivi.
Le opere di Agrippa e Alberto Magno, considerate appartenenti alla magia naturale, di Lullo e Ripley
sull’alchimia, quelle talismatiche di Paracelso e Holland; di Dee e Kelly, sono raccolte per sezioni
nel “Magus” un’enciclopedia di dottrine magiche. In particolare quelle di Alberto Magno insegnano a
compiere riti magici con l’uso di filtri e ricette.
Si narra che Eliphas Levi, pseudonimo di Alphonse Louis Constant, prete mancato e occultista, riuscì
ad evocare lo spirito di Apollonio di Tiana seguendo le istruzioni di un libro di magia. Descrizioni
di rituali magici tradizionali sono attribuiti a Salomone. La “Clavicola di Salomone” è il più
temuto testo di magia rituale, nel 1559 fu considerato pericoloso dall’Inquisizione.
Nel primo secolo dopo Cristo Giuseppe Flavio si riferisce ad un libro di incantesimi per evocare gli
spiriti maligni attribuito a Salomone. Il mago Elazar consultando il libro di Salomone e con
l’anello del re, esorcizzò alcuni demoni alla presenza di Vespasiano.
Molti altri testi sono stati attribuiti a Salomone quali: il “Lemegeton”, che tratta dei poteri dei
singoli spiriti e il “Testamento di Salomone”, che narra come egli entrò in contatto con i geni ed
ottenne la loro obbedienza.

Altri libri di Magia sono il “De Occulta Philosophia” di Agrippa; il “Libro della Potenza”, di
provenienza medio orientale; il “Grand Grimoire” di Antonio Veneziano; il “Grimorium Verum” e il
“Libro di Papa Onorio” definito blasfemo e considerato il più diabolico fra tutti.
Curiosamente, nel 1937, Paul Le Cour in un libro spiegava che nel 2160 l’uomo sarebbe passato
dall’era dei pesci a quella dell’acquario e avrebbe vissuto il momento in cui prendeva corpo una
nuova coscienza, l’affermazione delle dottrine esoteriche e l’avvento di un unico governo
planetario.
Ma qui abbiamo cambiato strada e stiamo percorrendo una via che conduce alle porte di un mondo
arcano e occulto che non vogliamo dischiudere perché il nostro istinto ci porta a ritirarci davanti
a ciò che non conosciamo e non comprendiamo, benché la nostra innata curiosità ci spinga, di contro,
ad indagare e a conoscere.

Note:
1. Ai sette metalli primari corrispondono i sette pianeti dell’astronomia e dell’astrologia antica.
Oro il Sole, Argento la Luna, Rame Venere, Stagno Giove, Piombo Saturno, Mercurio in Mercurio, Ferro
Marte. Dal Mercurio dei Saggi derivano tutti i corpi dell’Universo ed è all’origine dei sette
metalli.

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *