Com’è giunta a noi, la moderna Rivelazione?

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Com’è giunta a noi, la moderna Rivelazione?

Tratto da:

di Guido Da Todi

(Nota: L’autore prega i lettori di quelle poche righe
‘tecniche’ [doverosamente citate], nella monografia, a riguardo dell’errore
sulle ronde e sulle catene di Leadbeater e della Besant.

Se egli proprio non è interessato al fatto, queste righe rischierebbero
di… appesantirgli la lettura dell’intero testo…)

Necessarie rivelazioni

v Helena Petrowna Blavatsky, e la sua opera –

v I suoi poteri di alta lettura delle –

v Annie Besant e C.W. Leadbeater –

v Analisi critica e storicamente documentata della veggenza mal riposta dei
due autori –

v Rettifica autorevole della Blavatsky e di un Adepto di Saggezza
v riguardo agli errori dei due leader –

v Descrizione degli sbagli della Besant e di Leadbeater –

v Alice A.Bailey, ed il suo incontro con l’Adepto Tibetano –

v Sua breve biografia –

v Krishnamurti, e la sua opera –

v La Besant allontana A.A.Bailey dalla Società Teosofica –

v Logica dimostrazione di questa sua mancanza di valutazione –

Quantitativi enormi di cosiddette opere esoteriche esistono ovunque. Sono
frutto del processo di sviluppo mentale, che si arricchì lungo gli ultimi
pochi secoli, alimentato dagli alchimisti, dai maghi del medio evo e dalla
moderna superstizione. Chiunque entri in una libreria pubblica troverà
centinaia di tali volumi.

Qui e là, vi è del buono. Ma, in tale filone specifico letterario, salvo a
non essere degli intuitivi spasmodici, sì da comprendere quanto, ad esempio,
veli il simbolismo della Kabala, quello delle religioni orientali, ecc., si
perde soltanto del tempo; lo studioso crea forme pensiero ed annebbiamenti
astrali, che appesantiscono la nostra povera terra di ulteriori difficoltà
generali.

La Gerarchia Bianca inviò, come abbiamo già scritto nell’introduzione al
corso di lezioni, Helena Petrowna Blavatsky, alla fine del secolo passato,
per costruire una pietra miliare che mettesse luce nel caos della conoscenza
sulle origini magiche dell’universo, e indirizzasse l’attuale società verso
una limpida visione del reale. Vedremo, più in là, che ella era
semplicemente l’iniziatrice di un’opera che sarebbe stata completata da
qualcun’altro. La “Dottrina Segreta” , nei suoi volumi originali, è la
monumentale opera che costituisce le basi di una penetrazione fondamentale
sulle leggi esoteriche.

Quando H.P.B. dette inizio alla sua fatica di rivelatrice, l’umanità non era
preparata a ciò. Sarebbe veramente interessante per lo studente cercare i
brani che narrano la storia e gli episodi più importanti di questa grande
anima. Una propria e vera autobiografia non esiste, a nostra conoscenza.

H.P.B. fu una grande Iniziata che aveva, secondo noi, un unico,
fondamentale pregio: l’obiettività ed il razionalismo spirituali. La sua, fu
veramente un’arte: l’arte di raggruppare, in una panoramica oggettiva, tutta
la cultura, la scienza e le religioni passate e presenti, e di estrarne,
davanti agli occhi del lettore, i significati più evidenti, facendolo
pervenire al riconoscimento immediato delle verità celate che presiedono ai
destini dell’uomo. Essa era a contatto diretto coi Maestri della Gerarchia.

Inoltre, possedeva, sviluppata al massimo, la vera chiaroveggenza
iniziatica; per cui, riusciva a decifrare, quasi perfettamente, nei livelli
del piano mentale, i rapidi ed infuocati geroglifici che il Maestro le
proiettava, mentre lei esauriva la propria salute e le proprie energie
personali nello scrivere la Dottrina Segreta.

La stessa facoltà le permise di decifrare i simboli vergati su di un
antichissimo testo, da cui estrasse buona parte della didattica che forma la
ragion d’essere della Dottrina Segreta. In tale lavoro sovrannaturale
(povera anima, malgrado tutto, indifesa), si avvalse di numerosi
collaboratori; i quali, per lo più, non solo non la compresero, ma,
addirittura, le ferirono l’animo con dubbi, velate ipocrisie, prese di
posizione ostacolanti. E, ciò, fu dovuto alla differente natura della sua
evoluzione da quella di tutti costoro.

Dunque, una prima base storica per le informazioni che lo studente trova nel
presente trattato è dovuta alla nostra analisi, alla riscoperta degli
scritti della Blavatsky.

Due figure emergono nella letteratura esoterica, dopo Blavatsky. Sono Annie
Besant e C.W. Leadbeater. Ci soffermeremo a parlare di loro perché, a rigor
di termini e dell’evidenza dei fatti, vengono più studiati dell’autrice
della Dottrina Segreta.

Questo è dovuto a due ragioni: il livello inferiore della loro spiritualità
si adatta meglio a combaciare con quello del particolare tipo di umanità a
cui si rivolgeva la Blavatsky; l’accentuata tendenza di essi, inoltre, per
un determinato misticismo patriarcale, per delle investigazioni, a volta
errate (e lo dimostreremo), nel campo della chiaroveggenza nei tre mondi,
piacque ed ingolosì la massa, facendo perdere di vista la garante
completezza delle rivelazioni blavatskyane.

Non avremmo parlato di essi se non fossimo fermamente convinti che i loro
errori hanno inciso in profondità nello strato spirituale dell’umanità; la
medesima umanità a cui si rivolge, ora, il messaggio del Cristo, Portatore
dell’epoca dell’Aquario e Rivelatore della vera magia universale, incarnata
nel settimo Raggio, in attuale ascesi.

Annie Besant.

Considerando tale figura dal punto di vista storico, personalmente l’
ammiriamo per il bene sociale e filantropico che fece al mondo. Tale opera è
notoria: l’India deve la propria indipendenza anche alle sue lotte
qualitative e quantitative. L’Inghilterra l’ebbe a promotrice di vasti
movimenti, che risolvettero delle crudeli piaghe sociali e crearono
utilissimi inquadramenti sindacali.

L’addebito che le portiamo inizia nel campo delle sue ricerche
chiaroveggenti. E non lo inquadra totalmente, ché molte di esse sono
giustificate ed utili.

Abbiamo tentato di ripristinare e ordinare l’argomento che un Maestro
chiama: “L’arte dei chakras”. Abbiamo cercato di dimostrare allo studente
quanto la Magia Universale abbia prodotto il mondo delle cose statiche ed
animate attornianti. In ciò, seguendo da vicino la nostra sorella spirituale
H.P.B, la quale fece risalire l’origine del mondo, e non solo codesta, ma
anche la continuità degli infiniti frammenti vitali che lo compongono, ad un
Ceppo unico: i sette Dei planetari.

L’armonia tra le sette Sfere di vita ed il diretto rapporto sincrono che
hanno con l’uomo, trovando sbocco ed aggancio nei suoi sette chakras
principali, è il segreto meccanismo che, scoperto, rende l’uomo simile a
Dio. E lo rende, a sua volta, creatore, quand’egli ripeta, nelle linee della
propria aura, ciò che attualmente fanno gli Dei planetari. E’ un lieve
accenno che dimostra quanto sia essenziale ed importante, su questo punto,
non lasciarsi andare a confusioni di sorta.

Le antiche religioni orientali hanno sempre parlato dei sette Arcangeli
davanti al Torno di Dio, o dei sette Poteri creatori del sistema solare. Non
basta, però, localizzarne gli immani poteri, vividi e realistici come il
morso affamato di un bambino su di una pesca, ma importa allinearli,
individualmente e con arte, nella sfera dell’aura umana, vedendone il
riflesso accurato nei propri chakras, sì da pervenire, con il tempo, all’
apoteosi della creazione assoluta.

Ecco, dunque, il momento di parlare dell’opera di Leadbeater, congiuntamente
a quanto egli fece con la Besant, nello specifico campo delle ricerche
chiaroveggenti. Non dimentichiamoci – nel frattempo – che le due personalità
in oggetto sono state seguite, e lo sono tuttora, forse da decine e decine
di migliaia di studiosi.

L’Europa e l’America si rifanno ad esse, quali luminosi chiaroveggenti da
studiare, in ogni ricerca ed esperienza occulta. Purtroppo, tanti sforzi
sono destinati a fallire, se non si prende in considerazione uno dei
fondamentali errori che incrinano la costruzione esoterica che essi
costruirono.

In una fondamentale opera di Leadbeater, scritta in collaborazione con Annie
Besant, e intitolata:”Man, Fragments of a Forgotten History”, costui fonda
la struttura occulta del sistema solare, segue lo sviluppo delle precedenti
catene e ronde della terra, delinea i costumi delle razze passate,
affermando che tutto la rivelazione è dovuta alla propria chiaroveggenza ed
a quella della Besant.

E, esattamente nel citato trattato, parlando delle catene planetarie del
nostro sistema solare, dà informazioni categoriche, le quali contrastano con
gli insegnamenti della Blavatsky e, per l’importanza stessa della loro
natura, in seguito proibiranno allo studente di divenire padrone dei poteri
delle Correnti Universali.

In primo luogo, l’autore afferma che ogni catena è composta di materiale, a
partire dal piano Atma (cioè, dal terzo piano eterico-cosmico, a partire
dall’alto), sino a finire al piano fisico. In definitiva, egli salta due
importanti piani di Vita Cosmica. Ma, non è qui il punto che interessa. Egli
dispone i globi della catena terrestre in maniera tale che la sua
chiaroveggenza glieli fa vedere così: due globi di materia atmica, due di
materia buddica, due di materia mentale superiore, uno di materia mentale
inferiore costituiscono la prima catena. Per seguire – come egli continua ad
affermare – la fase di immersione nella materia, che precede quella in
ascensione nello spirito, la seconda catena, invece, possederà due globi di
materia buddica, due mentali superiori, due mentali inferiori ed uno
astrale. La terza catena avrà, invece, due globi di materia mentale
superiore, due di mentale inferiore, due astrali ed uno fisico; come globo
fisico, aveva la Luna. La quarta catena, secondo l’autore, sarebbe formata
da due globi di materia mentale inferiore, due globi di materia astrale e
tre di materia fisica.

Di conseguenza, secondo lui, la terra non sarebbe un pianeta a sé stante, ma
uno dei tre elementi fisici di un’unica catena, i cui due altri indica come
Marte (pianeta non sacro) e Mercurio (pianeta sacro). Egli afferma che la
quinta catena – la prossima – inizierà la sua fase ascensionale con soltanto
un globo fisico, due astrali, due mentali inferiori e due mentali superiori.
La sesta avrà, invece, un globo astrale, due mentali inferiori, due mentali
superiori, due buddici. La settima catena sarà eguale alla prima catena, con
un globo mentale inferiore, due mentali superiori, due buddici, due atmici.

Noi non sappiamo – e non vogliamo ragionarci sopra – il perché Leadbeater
abbia compiuto questi errori così accentuati, anche dal punto di vista
razionale. Sta di fatto, però, che il neofita, quando necessariamente vorrà
porsi in condizioni tali da sentire fluire nel suo corpo eterico, attraverso
i corrispondenti chakras, le energie dei sette Pianeti sacri, si troverà ben
presto di fronte ad una confusione di forze tale che ne deluderà, ben
presto, la necessità di constatare personalmente il potere dei raggi.

Dal canto suo, H.P.Blavatsky lesse:” Man, Fragments of a Forgotten History”
e noi riportiamo alcuni brani che criticano il libro ed anche il potere
veggente di questi suoi due collaboratori; ma, in particolar modo,
indichiamo quanto un Adepto di Saggezza ebbe a dire sulla questione dele
catene planetarie, per correggere l’errore di Leadbeater e della Besant.

Nella traduzione francese del volume della Dottrina segreta, che tratta
della Cosmogenesi (prima parte: Evoluzione Cosmica – Le stanze di Dzyan –
Librerie de l’Arte Indipendente – 10, Rue Saint –Lazare, 1899 – pag. 147)
H.P. Blavatsky scrive:”…. L’altro libro – Man, Fragments of a Forgotten
History – che apparve più tardi, aveva, come scopo, di presentare la
dottrina arcaica sotto un punto di vista ideale, di tradurre qualche
tavoletta impressa nella Luce Astrale, di riprodurre qualche insegnamento
tratto, in parte, dai pensieri di un Maestro e sfortunatamente incompreso.

Questa opera parla anche dell’evoluzione delle prime razze umane sulla
terra, e contiene dei capitoli eccellenti, di carattere altamente
filosofico. Ma essa non è altro, malgrado tutto, che un piccolo romanzo
mistico interessante. Non ha raggiunto il suo scopo, perché le condizioni
necessarie alla traduzione di queste tavolette astrali non esistevano in chi
lo faceva. Il lettore, di conseguenza, non dovrà stupirsi se i volumi
attuali contraddicono in parecchi punti queste prime descrizioni….”

Ma, l’affermazione veramente importante (perché, appunto, contiene la
correzione definitiva della stessa Gerarchia Bianca, nei riguardi dell’
errore sulle catene) si trova a pagina 142 dello libro in questione. La
Blavatsky scrive:” …Quando la presente opera fu intrapresa (n.d.r.: il
volume su citato della Dottrina Segreta), l’autore, convinto che la
speculazione al soggetto di Marte e di Mercurio fosse errata, domandò, per
lettera, agli Istruttori, una spiegazione, una specie di versione
autorizzata. Essa ricevette soddisfazione su tutti i punti, e dà qui degli
estratti testuali delle risposte ricevute”

Dalla lettera, noi stralciamo soltanto la frase che, scritta con umorismo
amabile, non per questo risulta men che lapidaria ed esauriente. Tale
lettera è a portata di mano di chiunque volesse aprire il libro menzionato,
a pag. 151. Dice il Maestro (Morya):” …inoltre (Marte e Mercurio) sono delle
catene settenarie, tanto indipendenti dai Signori e Superiori Siderali della
terra, quanto voi stessa siete indipendente dai di DAUMLING (Tom
Pouce), che erano forse i suoi sei fratelli, con o senza berretto da notte…”

Più avanti, a pag. 153, i Maestri, in un’altra lettera, sottolineano l’
importanza di comprendere e “sentire”, a fondo, il numero sette planetario,
e noi estraiamo un altro brano significativo:

” … Conducete la vita necessaria all’acquisizione di una tale conoscenza, e
questi poteri e la saggezza verranno a voi del tutto naturalmente. Appena
riuscirete a mettere la vostra coscienza in risonanza con una qualsiasi
delle sette corde della “Coscienza Universale” – corde che si estendono sul
clavicembalo del cosmico e vibrano da un’Eternità all’altra – , quando
avrete studiato a fondo “la Musica delle Sfere”, allora solamente avrete
ogni libertà di far parte della vostra conoscenza a coloro con i quali è
prudente farlo.

Nel frattempo, siate prudenti. Non divulgate alla nostra attuale generazione
(n.d.r.: quella passata) le Grandi verità che sono il retaggio delle razze
future. Non sforzavi di svelare i segreti dell’Essere e del non Essere a
coloro che sono incapaci di comprendere il significato celato dell’Eptacorde
di Apollo, la lira del Dio radioso, in ognuna delle cui sette corde abitano
lo Spirito, l’Anima e il corpo astrale di questo Cosmo, e la cui scorza
esterna è caduta nelle mani della scienza moderna….

Siate prudenti, vi diciamo; prudenti e saggi e, innanzitutto, abbiate cura
di sapere ciò che hanno capito coloro che ricevono le vostre lezioni, per
paura che, sbagliando essi, non portino in errore anche gli altri…poiché
tale è il destino di ogni verità che non è divenuta famigliare agli
uomini…Lasciate piuttosto le catene planetarie ed altri misteri super e
infra-cosmici nel paese dei sogni, per coloro che non possono vedere, né
credere ciò che vedono gli altri..”
Evidentemente, il Leadbeater e la Besant non si posero in risonanza con la
Musica delle Sfere di cui parla il Maestro, e non compresero l’armonia dei
sette Pianeti sacri, determinando così una confusione sull’argomento, e
portando anche altri in errore.

Nell’opera dei due autori vi sono varie imprecisioni ed errori, che
cercheremo di indicare; ma, lo ripetiamo, solo per riportare le convergenze
della nuda verità tradizionale in un giusto riassetto dei propri parametri.

Leadbeater e Besant descrissero con dovizia di particolari le loro
investigazioni paranormali su quanto le riferivano ad
essi della vita ospitata dalla catena di Marte, che si svolge – a quanto
asserivano – parallelamente a quella terrestre. Essi indicarono le vallate
ed i panorami di quel pianeta; la civiltà che vi si sviluppa; gli abitanti,
le abitudini locali, i tipi di piante, le case, ed ogni altro componente di
esistenza che si può trovare in un pianeta simile al nostro. Descrissero
minuziosamente le varie incarnazioni avute in quella catena da molti
discepoli che li circondavano, a Madras (sede della Società Teosofica),
oppure fuori da quella sede.

Evidentemente, ciò serviva ad avvalora le affermazioni da essi fatte a
proposito dei tre pianeti fisici (e contemporanei) :
Terra, Marte e Mercurio.
Sta di fatto che la sonda americana che si è posata sul rosso corpo celeste
del nostro sistema solare ha trovato soltanto delle brulle distese di
pietrisco millenario e rocce immerse nella loro spettrale ed antica morte
planetaria…

Per quanto riguarda le mete di ogni catena, essi affermano – in riferimento
alla quarta – che l’uomo vi ha il compito di raggiungere la quinta
iniziazione. Questo è un equivoco. Noi ci troviamo alla quarta catena,
quarta ronda, quarto periodo di globo, quinta razza, quinta sottorazza della
quinta razza. A rigor di termini, l’uomo che ha raggiunto la prima
iniziazione durante la terza razza (la Lemuriana), raggiunge la seconda alla
quarta razza (l’Atlantidea), la terza all’attuale razza (l’Ariana), la
quarta alla sesta razza – ancora da venire -, e la quinta alla settima
razza.

Ciò, perché la terza razza, o la Lemuriana, è quella dell’etere denso,
dominato il quale, l’uomo riceve la prima iniziazione di massa; la quarta
razza è quella del corpo emotivo, dominato il quale, l’uomo riceve la
seconda iniziazione; la quinta razza è la razza del corpo mentale, dominato
il quale, l’uomo raggiunge la terza iniziazione; la sesta, e prossima, razza
e quella dell’intuizione, o del corpo buddico, dominato il quale, l’uomo
perviene alla quarta iniziazione; la settima razza è quella di atma, o della
volontà spirituale, raggiunta la quale, l’uomo è un Adepto, e possiede la
quinta iniziazione.

Dunque, la quinta iniziazione è la meta per il nostro attuale periodo di
globo (ogni periodo di globo ha sette razze madri che si sviluppano in
esso); per giungere al termine della nostra quarta catena abbiamo ancora tre
periodi di globo, e concluderemo la quarta ronda (ogni ronda è composta da
sette periodi di globo). Resteranno, allora, tre intere ronde, in questo
periodo ( e si tratta di periodi di una lunghezza temporale
vastissima; ma, anche, seguiti e preceduti da epoche di riposo cosmico
altrettanto lunghe). L’uomo può giungere molto più avanti di quanto affermi
Leadbeater.

E’ il nostro Logos solare che, secondo le rivelazioni superiori, ha, come
meta finale del Suo manvantara, quella di conquistare la quinta iniziazione
cosmica. Ciò ha fatto dire a molti che il ciclo solare sarà adempiuto
quando, di riflesso, tutti gli uomini avranno raggiunto la quinta
iniziazione. Si deve, però, capire che, nel calcolo e nel rapporto con lo
sforzo che compie il nostro Logos entra di mezzo la qualità intrinseca e la
necessarietà del nostro Logos planetario; e che, dire:” ..quando tutti gli
uomini avranno raggiunto la quinta iniziazione il Logos solare sarà Iniziato
cosmico di quinto grado…” – significa tenere presente che ancora numerose
umanità non sono apparse alla luce, perché contenute nel serbatoio della
vita elementale del sistema.

Leadbeater e la Besant affermano, ancora, che sul nostro globo esiste un’
alta Personalità, chiamata: “Re del Mondo”. E che ogni ronda ha un
differente re del Mondo che tutela il globo, facendosi tramite dell’Autorità
solare. Gli antichi trattati esoterici, invece, parlano del Sanat Kumara, o
Re del Mondo, che si proiettò a Shamballa, da Venere, Primo ed Assoluto,
facendo voto di restare sulla terra:” …sino a quando l’ultimo stanco
pellegrino (gli atomi fisici e metafisici [anu] passati, presenti e futuri
del pianeta) non fosse arrivato in seno al Padre”.

Il che contrasta con l’assunto dei due autori. Essi, ancora, affermano che
il Dolce Giovinetto dalle sedici primavere è il terzo Re del Mondo; ed
aggiungono che, dal tempo dell’insediamento sulla terra, all’epoca lemurica,
del nucleo della Gerarchia Bianca, Egli è aiutato da tre Kumaras, Suoi
Discepoli, che:” …Gli fungono da Luogotenenti, o Assistenti”; – “…Essi –
aggiungono – dovranno divenire i nostri tre Signori del Mondo, quando l’
umanità sarà sul pianeta Mercurio”.

I Discepoli del Re del Mondo furono, sono e saranno sei! Tre exoterici, e
tre occulti; ognuno dei quali collegato con uno dei sei Pianeti sacri ed al
Re del Mondo (a sua volta, tramite del settimo Pianeta sacro). Questa
armoniosa concezione è necessaria viverla profondamente e profondamente
comprenderla, per raggiungere la sintonia occulta con i sette Pianeti sacri.
Gli autori parlano, ancora, di un altro “Augusto essere, ancora superiore al
Sanat Kumara”. Essi dicono che si sa ben poco di Lui e delle Sue funzioni.

Questo augusto Essere è il Logos planetario medesimo, che ogni discepolo
dovrebbe, invece, amare come il più puro e caro degli Dei, e sentire quale
sintetizzatore di ogni forma planetaria interna ed esterna, quale profumo
del fiore ed alito di ogni bimbo, verbo dell’Adepto e richiesta del
discepolo, nuvola e radice d’albero.

E’ significativo constatare, a titolo di semplice ammonimento, quanto uno
dei Maestri avesse profetizzato a Leadbeater il suo futuro errore, a
riguardo dello schema delle catene e della unificazione indebita in un solo
ceppo vitale di due Pianeti non sacri (Marte: sesto Raggio – Terra: primo
Raggio) con un Pianeta sacro (Mercurio: quarto raggio).

Nel volume:” I Maestri ed il Sentiero”, scritto da Leadbeater, questi
riporta, in proposito, un episodio significativo. L’edizione dell’opera che
esaminiamo è della Società Anonima Cooperativa Editrice: Prometeo, Torino,
anno 1928, traduzione di O. Boggiani.

L’episodio è a pagina 307 ed è intitolato:” Tabella del maestro Djwal Kul”.
Noi lo sintetizziamo.
Scrive Leadbeater che, con il signor Cooper-Oakley ed un confratello indù,
si trovava a discorrere sui terrazzi della Sede centrale di Adyar, nucleo
della Società Teosofica mondiale. Improvvisamente, si avvicinò a loro il
Maestro Tibetano, o D.K., che, in quell’epoca, era il discepolo principale
del Maestro K.H.. Nei giorni precedenti. Egli aveva dato ai tre un gran
numero di istruzioni e fu sempre molto gentile e paziente con loro. Il
signor Cooper Oakley volle, a proposito, chiedergli:” Fateci il piacere,
Maestro, di dirci tutto a proposito dei Raggi.”

Riportiamo fedelmente il brano che segue, traendolo dal libro citato:

” …Con un sottile sorriso, il nostro Istruttore rispose:<Veramente, non
posso dirvi tutto sul loro conto, se prima non avete raggiunto una
Iniziazione molto elevata. Volete sentire quel poco che posso dirvi, che,
per la sua pochezza, vi indurrà inevitabilmente in errore, o volete
aspettare fino a quando vi si potrà dire tutto?>.

Pensammo, come è ben naturale, che un boccone di pane era meglio che nulla,
e perciò dicemmo che ci saremmo accontentati di quel poco che potevamo
avere. Le informazioni che ci diede furono interessantissime, ma, come Egli
aveva predetto, per una gran parte ci risultarono incomprensibili…”

Non solo – aggiungiamo noi – riuscirono incomprensibili a Leadbeater, ma lo
spinsero a creare, sotto l’illusione di una mal diretta chiaroveggenza, il
confuso sistema delle ronde e delle catene che abbiamo appena analizzato, e
che è una derivazione molto stretta dell’azione dei Raggi nel cosmo.

Non vorremmo che lo studente ci fraintendesse. Con la critica analitica all’
operato del Leadbeater e della Besant (la quale è corresponsabile di
moltissime affermazioni fatte da Leadbeater, perché i due lavoravano
strettamente uniti nel campo delle loro ricerche chiaroveggenti) noi
intendiamo solo ed unicamente far fede all’impegno della verità,
innanzitutto, e della lotta ad ogni annebbiamento che il discepolo deve
assumere di fronte al proprio al suo Maestro di Raggio. Impegno che egli ha
il dovere di assolvere quando lo ritenga necessario, amorevole, vero.

Ma, a tal punto, occorre parlare dell’opera di un’altra figura eccezionale,
che venne a completare l’opera iniziata dalla Blavatsky: Alice A. Bailey.

Molti addebiti sono stati portati a questa iniziata, sin da quando la
medesima riferì di essere entrata in contatto diretto con il Maestro
Tibetano e di avere un compito di divulgazione ben preciso e qualificato,
nel campo dell’esoterismo, verso l’umanità. Molti neofiti, a tutt’oggi, si
rifiutano di studiare le numerose opere esoteriche che la medesima ha
scritte, e, ciò, per varie ragioni. Cercheremo di enunciarle, ricordando,
purtroppo (non certo a vantaggio dei meriti intuitivi della nostra attuale
umanità), che il comportamento di una vasta zona di individui verso Alice A.
Bailey ha aggiunto una spina alla corona di Cristo.

La vita di Alice Bailey fu dolorosa, come la vita di ogni discepolo sulla
soglia della libertà assoluta. Ella conobbe Annie Besant e, addirittura, non
solo si iscrisse alla Società Teosofica, retta dalla Besant, ma entrò nella
Sezione esoterica, fondata in seno alla medesima. Fu allora che lo sviluppo
delle qualità occulte della donna iniziò a germogliare. Cominciarono dei
suggestivi suoni a venir percepiti dal suo udito interiore, a varie riprese.

Ella intravedeva un mondo di luce e di vite sublimali, che sfuggiva ai sensi
comuni dell’ambiente circostante. Il Maestro Tibetano l’aveva già scelta per
fare di lei il calice in cui avrebbe riversato nuove rivelazioni all’
umanità, proprio come si comportò nei riguardi di H.P.B.. Il Maestro Koot
Humi apparve, dolce e suggestivo al suo solito, alla visione attonita di
Annie e le annunciò il desiderio che la Gerarchia aveva di avvalersi della
sua collaborazione.

Ma, fu tutto inutile. Ciò serviva ad impaurire la nostra veggente e, a più
riprese, la medesima rifiutò ogni rapporto con gli Adepti. Ma, esattamente
come il fiore si eleva, con tutti i suoi mezzi a disposizione, verso il
sole, fino a quando non ne tramuta i raggi in arbusti e foglie e profumo,
così il sole si protende verso di lui e non è sazio, sin quando non lo
contiene in sé. I Maestri resistettero, armoniosi, ed infine convinsero la
donna ad iniziare il suo lavoro. Nacquero diciotto titoli dalla
collaborazione con il Tibetano (altri, furono il frutto del talento autonomo
di Annie).

Però, Annie Besant non credette ad A.A. Bailey, condannandola, da allora, in
tal modo, all’ostracismo automatico e fideistico di tutti i suoi
seguaci. Era il tempo in cui stava lavorando all’educazione spirituale di un
giovane indiano, che voleva, in futuro, presentare al mondo come l’attesa
reincarnazione di Cristo: Krishnamurti.

Ed aveva creato un Ordine con il compito di preparare al giovane tutte
quelle adatte condizioni a compiere la missione di cui lo credeva solo ed
unico rappresentante. Krishnamurti vive tuttora e predica a migliaia di
persone, avvalendosi della televisione, dei suoi scritti, di continui
viaggi, della radio, di numerosissime conferenze.

Fattosi adulto, Krishnamurti di ribellò all’imposizione mistica, dichiarò
pubblicamente di non essere affatto quello che Annie Besant e Leadbeater
avevano deciso che fosse, e se ne andò per il mondo a predicare la Verità:
la sua Verità.

Annoveriamo anche questo, tra gli errori di una presunta veggenza dei due
leader teosofici.

Nota aggiunta

Inseriamo, nel presente capitolo, per coloro che conoscono l’opera di
Krishnamurti, la nostra analisi introduttiva al suo pensiero, scritta nell’
eventualità di pubblicarne alcuni dei più significativi discorsi. Il brano
può tornare utile allo studente, per delle ragioni che gli risulteranno
evidenti durante la lettura.

” La meta dell’uomo. Essa è indefinibile, a parole. La meta dell’uomo è un
fatto puramente spirituale, e solo l’anima individuale, identificata a
quella universale può percepire i profondi significati della base comune al
Dio ed all’uomo. La , per noi, è l’eterna strada su cui
si incanalò, si incanala e si incanalerà la coscienza nella ricerca dei
ritmi universali.

Erra chi fissa e cristallizza le proprie essenze interiori attorno ad una
figura simbolica individualizzata che, secondo lui, rappresenta un ideale
assoluto di verità. Ma, erra anche colui il quale voglia staccare la Vita
dalla Forma ed intenda liberarsi da qualsiasi germoglio che sboccia sulla
Quercia Cosmica. Ad occhio di monista, quercia e germoglio sono la medesima
cosa. E, secondo la ritmica di determinati cicli, sia individuali che di
gruppo, il fremente raggio dell’assoluto – che tutti cercano di fissare in
modo definitivo nel proprio animo – può apparire al mondo e desiderare di
essere sintetizzato solo sotto forma di un uomo, che lo rappresenti
compiutamente; come può, pure, desiderare di venir carpito ai cieli
interiori nella cruda e adamantina sua nudità.

Krishnamurti ha fatto e fa molto bene all’umanità; tuttavia, onestamente,
non possiamo non sottolineare che la meta a cui indirizza gli uomini – cioè,
la pura e semplice libertà da ogni quadro formale – può divenire una lama a
doppio taglio. Se consideriamo il modo di manifestarsi della Vita Assoluta,
sia attraverso la sostanza che attraverso la forma, in un imprescindibile
binomio unitario mai scisso da sé medesimo, vedremo che la libertà assoluta,
di per se stessa, non può esistere.

Il ciclo è il ponte necessario alla divinità. E, ciclo, è una personalità,
una dottrina, un’era, ecc.. H.P.Blavatsky, facendosi portatrice di una
eterna verità, afferma che Parabrahman, o l’Assoluto privo di veli, non
potrà mai essere raggiunto di per se stesso, essendo movimento puro e privo
di un inizio. Raggiungerlo significherebbe por fine all’eternità dell’
essere, alla sua condizione prima di incessante manifestazione. Parabrahman
si manifesta solo attraverso le Divinità Planetarie, o i sette Raggi. I
Quali, durante le epoche, ci inviano aspetti di loro medesimi, o i divini
Avatar. E’, l’Avatar, l’essenza più originale delle nostre anime; non
qualcosa di distaccato da noi; è, l’Avatar, Parabrahman stesso. E’, l’
Avatar, la ciclica reincarnazione divina.

Riteniamo, di conseguenza, che l’opera di Krishnamurti, intesa a spezzare
ogni schema fisso, ogni , a sbriciolare la
cristallizzazione di numerosissime menti paralizzate dal dogma, dal
complesso del gregge, sia veramente utile. Ma, riteniamo, nello stesso
tempo, che egli medesimo debba inchinarsi davanti al ritmo ineluttabile
della Gerarchia Bianca, e del principio che incarna. Le parole: realtà,
assoluto, libertà hanno un loro significato solo quando servono a indicare
libertà da qualche cosa di separato, o di negativo; sono prive di
significato quando vengono poste davanti alla mente della gente come
qualcosa di astratto, o di anarchico.

Esse debbono ammantarsi di qualche forma. Sta alle epoche avvenire, ed a
quella presente, dare forma alla cornice. Lo studio delle caratteristiche
della Nuova Era, o dell’epoca dell’Aquario; lo studio dei sette Raggi, come
postulatori dell’ordine della Gerarchia Bianca, che – da sempre – guida le
evoluzioni sul nostro pianeta; lo studio della psicologia del divino, come
trapela dalle leggi esoteriche, completerà, in chi studia Krishnamurti, l’
opera da lui varata. L’aver, cioè, liberato le menti di una parte dell’
umanità da ogni sovrastruttura del passato, ed averle rese limpide ad
accogliere il Messaggio della Nuova Era.

Intanto, Alice Bailey aveva già cominciato a lavorare. Dobbiamo a lei i
volumi:” Il ritorno del Cristo”, ove sono spiegati, in modo lucido e totale,
il mistero e le modalità dell’Avvento; “Iniziazione umana e solare”,
Astrologia esoterica”, “Guarigione esoterica”, “Trattato di Magia Bianca”,
“Lettere sulla meditazione occulta”, Telepatia ed il veicolo eterico”, ” L’
illusione, quale problema mondiale”, “Il trattato dei Sette Raggi”, ecc.…
Questi titoli non diranno nulla a chi non abbia letto i libri citati. Ma,
senza averne approfondito il contenuto, non si potrà comprendere a fondo il
messaggio di H.P.B.; né, eliminare gli errori di Annie Besant e di
Leadbeater.

Com’era da prevedersi, quindi, Annie Besant allontanò Alice Bailey dalla
Scuola Esoterica Teosofica. E non solo; tolse anche ogni mezzo di
sussistenza materiale a lei ed al suo compagno, privandoli del lavoro e dell
’asilo nella sede della Società Teosofica a Madras.
L’atto fu l’inizio della fine. Migliaia e migliaia di teosofi – come già
dicemmo – seguirono la loro leader, nel giudicare, da allora, Alice Bailey.
Nel mondo spirituale – grazie al comportamento della Besant – parlare della
Bailey ad un particolare tipo di teosofo è, quasi, nominare la peste. Né
esageriamo!

Migliaia di persone potrebbero giungere sino alla Stanza centrale del Tempio
se soltanto proseguissero il discorso formativo da loro intrapreso sui testi
della Blavatsky, in quelli della Bailey.

Quattro sono gli addebiti che vengono portati alla nostra piccola, cara
eroina, A.A.B.: quattro addebiti che vogliono giustificare la diffidenza e l
’ostracismo a cui ella viene sottoposta.
Il primo è che l’autrice trascorse un periodo in una casa di cura per
problemi psichici; il secondo è che tentò il suicidio; il terzo, che fu
radiata dalla Scuola esoterica Teosofica, da Annie Besant; il quarto, che le
sue opere, a parere di alcuni, sono un di quelle del
Leadbeater e di Annie Besant.

Come può – si afferma – una donna che è stata in una casa di cura per mali
mentali, che ha tentato il suicidio, che è stata radiata dalla Scuola
Esoterica della Società Teosofica dalla dell’ultimo
secolo, dare garanzia di veridicità su quanto dice?
E’, chiaramente, un discorso di poveri uomini, codesto. In qualunque
ospedale esistono numerosi individui che vi si trovano per cure di nervi e
ne escono ristorati definitivamente. L’incubo che il dolore psichico (sfera
ancora sconosciuta, per la maggiore, all’uomo) crea nella società fa
considerare, tuttora, coloro che hanno frequentata, da pazienti, una casa di
cura mentale, degli essere potenzialmente pericolosi ed inaffidabili.
Tuttavia, grazie al cielo, le cose stanno cambiando.

I fautori di tale critica alla Bailey dimenticano le crisi di nervi che,
spesso, scuotevano la stessa H.P.Blavatsky, oggetto indifeso di forze più
vaste del suo sistema biologico; e dimenticano che, quando l’uomo si
avvicina alla Gerarchia Bianca, il suo interno è sottoposto ad
una tensione indescrivibile. Un Maestro afferma che, il più delle volte, non
c’è nulla da fare per simili ondate, che scuotono il discepolo e l’iniziato.
I detrattori della Bailey dimenticano (ed il fatto viene riportato nell’
autobiografia di Annie Besant, con ricchezza di particolari) che la stessa
Besant rasentò la pazzia, in un certo periodo della sua vita, maciullata da
ansie e da dubbi, ed alla ricerca di una direzione spirituale che non sapeva
trovare; e che lei stessa, per miracolo, sfuggì al suicidio, quando le morì
la piccola figlia.

Per quanto, poi, riguarda il terzo punto della questione, cioè l’autorità
chiaroveggente della Besant, <che non le avrebbe permesso di sbagliare nel
giudicare la Bailey>, mentre la radiava dalla Scuola Esoterica Teosofica, e
dalla Casa Madre di Madras, abbiamo dimostrato più che sufficientemente di
quale tempra fosse tale veggenza.

Ma, arriviamo al punto più vacillante della presa di posizione negativa e
pubblica nei confronti della Bailey. Viene detto che ella ha manipolato
materiale dei due autori, senza sfogo alcuno di originalità.

Questo, ci rende semplicemente attoniti. Perché non è vero!

Difatti, per approfondire lo studio di tutto il materiale che l’Adepto
Tibetano ha dettato telepaticamente alla nostra sorella, bisogna studiare,
per lo meno, le opere che appartengono a tale dettatura, e sono circa la
metà dei diciotto titoli; gli altri furono il frutto del talento dell’
autrice.

Ora, risulta evidente, penetrata la struttura intera dei volumi menzionati,
che, negli stessi, vi è una tale ricchezza di novità, di informazioni
esclusive, di ridimensionamenti e correzioni della vecchia letteratura
esoterica, che ogni accusa di non originalità non solo suona ridicola, ma
addirittura delittuosa ed immorale. Perché dimostra che, chi critica, lo fa
senza alcuna ragion veduta, senza essersi documentato a fondo ed onestamente
sull’opera della Bailey, e sotto la spinta di fanatismi di parte e di
impulsi provenienti dal lato oscuro dell’essere.
Cosa dire, a questo punto?

Noi esortiamo lo studente a munirsi di una propria attività investigatrice;
di leggere i volumi dell’autrice, e di giudicare, una volta completato
integralmente il loro sforzo, quanto ha studiato.

A tali volumi attinge parte del costrutto del nostro corso di lezioni. Che
non solo sono servite a dare una panoramica completa della Verità esoterica
allo studente, ma hanno anche cancellato dei gravi errori didattici di
coloro che avversarono la Bailey.

E, questo, è karma.

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