La via dello Zazen di Fabrizio Ioppolo

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La via dello Zazen

di Fabrizio Ioppolo

FUKANZAZENGI

Regole universali per la pratica di zazen (Maestro Dogen 1200-1253)

La via è fondamentalmente perfetta, assoluta, include tutto, permea ogni cosa. Come potrebbe mai
dipendere da una pratica, o da una realizzazione? Il Dharma è libero, privo di ostacoli.

Perchè l’uomo deve compiere lo sforzo della concentrazione? In verità, il grande corpo dell’uomo è
al di là della polvere di questo mondo. Se è così perchè mai pensare che ci sia bisogno di un mezzo
per toglierla? Esso non è mai lontano, non è mai separato da nessuno e da nessuna cosa. E’ sempre là
dove esattamente siamo. A che serve girare a vuoto di qua o di là se vogliamo praticare?

Se creiamo una separazione, per quanto piccola, sarà sufficiente a separarci dalla Via tanto quanto
la terra dista dal cielo. Se discriminiamo continuamente tra scelte e rifiuti, per piccoli che
siano, la mente si perderà nella confusione.

Quando qualcuno pensa si aver compreso e si illude d’aver raggiunto il Risveglio, intravedendo la
Grande Saggezza che penetra tutte le cose, costui si è solo di poco avvicinato alla Via. La mente di
questa persona diventa più chiara e nasce in lei il desiderio di dare la scalata anche al cielo.

Ma questa persona è pur sempre solo all’inizio dell’esplorazione, si trova ancora solo in una zona
di confine. Ancora non basta per penetrare la conoscenza della Grande Via dell’assoluta
emancipazione.

C’è forse bisogno di parlare della realizzazione del Buddha, che possedeva l’innata Coscienza
Originaria?

Ancora oggi noi riceviamo il benefico influsso dei suoi sei anni passati stando seduto, con le gambe
incrociate e la schiena dritta, nella postura del loto, immerso nella più profonda e totale
immobilità.

E che dire, poi, di Bodhidharma! La trasmissione del Sigillo fino a noi conserva ancora il ricordo
dei nove anni passati seduto davanti al muro.

Se è dunque stato così per i Santi del passato, possiamo oggi esimere noi stessi dal praticare la
Via?

Dovreste adesso definitivamente abbandonare una pratica basata sui ragionamenti, sulle deduzioni,
sui pensieri discorsivi e sulla comprensione intellettuale per andare al di là del mero senso
letterale delle parole.

Imparare piuttosto a compiere quell’intima inversione (conversione) nel profondo che vi porterà a
rivolgere la vostra luce verso il vostro autentico sè, illuminando la vostra vera natura.

Il corpo e la mente si estingueranno da soli e apparirà il vostro volto originario.

Se volete realizzare il Risveglio dovete praticarlo qui ed ora senza il minimo indugio. Per zazen
trovate un luogo che sia tranquillo e silenzioso. Mangiate e bevete sobriamente. Lasciate da parte
tutte le ordinarie occupazioni, liberatevi da relazioni e legami. Smettete di pensare: “questo va
bene” o “questo va male”. Non prendete posizione “pro” o “contro”. Non seguite più i movimenti del
pensiero cosciente liberandovi dal pensiero deduttivo.

Non considerate più le cose con il vostro pensiero individuale e lasciate da parte prospettive e
punti di vista. Non cercate nemmeno di sforzarvi per diventare un Buddha. Zazen non ha niente a che
vedere con una posizione seduta, o allungata.

Mettete una stuoia dove di solito vi sedete e disponetevi sopra un cuscino rotondo. Sedetevi nella
posizione del loto, o del mezzo loto.

Nella posizione del loto, portate prima il piede destro sulla coscia sinistra e poi il piede
sinistro sulla coscia destra. Nella posizione del mezzo loto accontentatevi di mettere il piede
sinistro sulla coscia destra. Sciogliete nodi e cinture e indossate un abito comodo, sistemandovi
convenientemente. Deponete quindi la mano destra, palmo in alto, sul tallone della gamba sinistra e
le dita della mano sinistra sulle dita della mano destra. I pollici sono orizzontali e con le punte
in leggero contatto.

Sedete con la schiena ben dritta nella giusta postura, che non deve pendere, nè a destra, nè a
sinistra, nè avanti, nè indietro.

Accertatevi che le orecchie siano sullo stesso piano delle spalle e che il naso si trovi sulla
verticale dell’ombellico. La punta della lingua tocca il palato alla radice dei denti superiori, la
bocca è chiusa, senza tensioni, i denti si toccano nella posizione normale, naturale. Gli occhi
devono rimanere ben aperti, respirare dolcemente attraverso le narici.

Raggiunta la posizione corretta, respirate profondamente una volta, inspirando ed espirando. Fate
oscillare il busto alcune volte a destra e a sinistra, ritornate dolcemente nella posizione
verticale. Non muovetevi più. Pensate dalla profondità del “non pensiero” hishiryo .Come? Andando al
di là del pensiero e del non – pensiero: hishiryo .Questa è l’arte essenziale dello zazen.

Lo zazen di cui parlo non è una delle tante tecniche di meditazione: è il dharma di pace e gioia
profonde. E’ la pratica realizzazione del perfetto e immediato Risveglio. Zazen è la manifastazione
della Realtà Ultima. Non potrà mai essere preda di trappole e insidie. Cogliendone il cuore segreto,
sarete come un drago che entra in profondissime acque, o come una tigre che si addentra nella folta
foresta di una montagna.

Dobbiamo sapere che nel momento stesso in cui si sta facendo zazen, il vero Dharma si sta
manifestando, pertanto siamo liberi dalla distrazione e dall’indolenza fisica e mentale sin
dall’inizio. Quando vi alzate, fatelo con movimenti dolci, senza fretta eccessiva, ma anche senza
troppi indugi. Non alzatevi di scatto, bruscamente.

Se guardiamo nel passato vediamo che l’illuminazione e la non-illuminazione, il morire in piedi o
seduti, sono sempre dipesi solo dal vigore della pratica dello zazen. Inoltre l’illuminazione
improvvisa scaturita a causa di un dito, del movimento di una banderuola, di un ago, di un martello
o di uno scacciamosche, a causa di un pugno, di un colpo di bastone o di un grido, tutto ciò non si
potrà mai cogliere profondamente solo facendo uso del pensiero dualista, nè potrà essere meglio
afferrato con dei poteri soprannaturali.

Queste cose sono ben al di là di ciò che gli esseri umani vedono o sentono. Non è forse questo
principio anteriore alla coscienza e alla percezione? Anche essere più o meno intelligente non conta
molto. Non c’è diversità tra uno sciocco ed uno avveduto. Quando concentriamo il nostro spirito su
una sola mente, quest’azione è in sè praticare la Via.

La pratica realizzazione è pura per natura, per cui progredire non è altro che una questione di
pratica quotidiana. Nell’insieme di questo e degli altri mondi, in India come in Cina, tutti
rispettano il Sigillo del Buddha in sommo grado. Questa pratica in particolare prevede una dedizione
completa alla postura seduta della meditazione senza oggetto e priva di uno scopo o una finalità
qualsiasi, continuando a sedersi con impegno totale nell’assoluta immobilità.

Anche se si dice che vi siano tanti spiriti quanti uomini, tutti hanno sempre praticato la Via nello
stesso modo: facendo zazen.

Perchè lasciare il posto che vi è riservato a casa vostra per girare a vuoto in terre straniere
piene di polvere? Basta un passo falso per uscire dalla Via tracciata dritta davanti a voi.

Avete la fortuna di vivere in forma umana, non perdete quindi del tempo prezioso e date il vostro
contributo all’opera essenziale della Via del Buddha. Chi mai può trarre piacere dalla fiamma
scaturita dalla selce? Forma e sostanza sono come rugiada sull’erba. Il tempo è rapido come il
fulmine; un istante, e non c’è più.

Vi prego, cari discepoli dello zen, abituati da molto tempo a palpare l’elefante nell’oscurità, non
abbiate paura del drago vero.

Consacrate tutta la vostra energia alla Via che indica l’assoluto. Rispettate l’uomo che ha
realizzato la Via e che è andato al di là delle azioni ordinarie umane. Entrate in armonia con
l’illuminazione del Buddha. Siate i successori della linea di trasmissione leggittima del Satori e
dei patriarchi. Comportatevi così e diverrete come loro. La vostra segreta stanza del tesoro si
aprirà e potrete farne l’uso che vorrete.

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