La rete neurale di default del cervello

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La rete neurale di default del cervello

La rete neurale di default prende il controllo del nostro cervello quando sogniamo ad occhi aperti o
quando la mente vaga. Si tratta di uno stato molto benefico perché aumenta il concetto di sé e
allevia lo stress.

Pensare che il nostro cervello abbia una “vita privata”, estranea alla nostra coscienza, potrebbe
spaventarci. Eppure è così. Un esempio è la rete neurale di default, una regione del cervello che
agisce come un pilota automatico ogni volta che vaghiamo nei nostri pensieri o quando ci
disconnettiamo dalla realtà per rilassarci e abbandonarci a noi stessi.

Per molti anni si è pensato che il nostro cervello mostrasse tutto il suo potenziale ogni volta che
eseguiamo un compito, soprattutto per quelle attività cognitive come ragionare, memorizzare,
dedurre, ecc. La neuroscienza ci mostra da decenni qualcosa di sorprendente e affascinante: il
nostro cervello non riposa mai. Come tutti sappiamo, anche quando dormiamo, il cervello svolge un
numero elevatissimo di operazioni.

Anche in quei momenti in cui non stiamo facendo o pensando nulla, è ancora immerso nelle sue
complesse attività. È proprio in questi momenti di apparente inattività cognitiva che si attiva la
cosiddetta rete neurale di default. Questa attività, come tutti quei processi utilizzati per
mantenere il cervello vigile e funzionante, ha il curioso nome di “energia oscura”.

Fu il neuroscienziato Marcus Raichle a scoprire nel 1990 questa “energia cerebrale” mentre conduceva
una serie di esperimenti utilizzando la risonanza magnetica funzionale. Anche se una persona è a
riposo, non fa nulla o sta sognando ad occhi aperti, il cervello mostra una “vita privata” e
funzionalità molto sorprendenti.

“Io sono un cervello Watson. Il resto di me è una mera appendice”-

-Arthur Conan Doyle, L’avventura della pietra di Mazarino-

Cosa è la rete neurale di default?

Per definire la rete neurale di default, possiamo usare la metafora del pilota automatico. È come un
sistema che assume il controllo quando ci disconnettiamo dalla nostra mente. In realtà, questo non è
del tutto corretto, perché in un certo senso la rete neurale di default è sempre moderatamente
attiva e in attesa di assumere il controllo quando ci disconnettiamo per rilassarci.

Facciamo un esempio. Siamo in biblioteca davanti a degli appunti che stiamo cercando di memorizzare
per un esame. Ad un certo punto, cadiamo in una sorta di stato di sogno in cui la nostra mente
sospende l’attività cosciente e vaga nei nostri pensieri. È come se stessimo sognando ad occhi
aperti. In quel momento, la rete neurale di default assume pieno controllo del nostro cervello.

All’improvviso, il rumore di una sedia che striscia ci distrae da quel vagare permettendoci di
tornare sui nostri appunti. È in quel momento che smettiamo di divagare e torniamo a concentrarci su
ciò che stavamo facendo e sulla nostra realtà percettiva. È qui che entra in azione il circuito
neurale TPN (Task Positive Network). Si tratta di regioni del cervello che ci permettono di
focalizzare l’attenzione sull’ambiente circostante. Tutta l’energia e l’attività elettrica passa da
una struttura cerebrale all’altra a seconda delle richieste esterne e dei bisogni della nostra
mente.

Dove si trova e perché si attiva?

La rete neurale di default si trova in tre regioni specifiche del cervello: i lobi temporali
mediali, prefrontali e parietali. Fu il dottor Marcus Raichle a chiamare il circuito che attiva
queste strutture rete neurale di default. Tuttavia, nel 1997, quando furono pubblicati questi dati,
la stampa volle dare a questo circuito un nome più eclatante. Pertanto, nacquero le definizioni di
“rete dei sogni” o la più nota “energia oscura del cervello”.

Forse, vi starete chiedendo: “Perché si attiva questa rete?”, “Perché il cervello dispone di un
sistema che permette di attivare una rete neurale quando vaghiamo con il pensiero o sogniamo ad
occhi aperti?”. Eccovi alcune ipotesi proposte dai neuroscienziati:

Anche il vagare col pensiero, o mind-wondering, ha una sua utilità. Il cervello umano comprende che
sognare ad occhi aperti è un modo per rafforzare il concetto di sé. Di fatto, è un’operazione utile
perché si riduce lo stress, aumenta la creatività, ci si rilassa e si provano persino dei sentimenti
positivi.

Negli stati di sogno, il cervello utilizza quasi la stessa energia di quando siamo completamente
ricettivi. Entrambe le realtà hanno eguale importanza.

La rete neurale di default e i disturbi psicologici

Questo è un argomento che ci permette di fare una riflessione importante. Si è riscontrato che la
rete neurale di default non funziona efficacemente in persone con stati depressivi o che soffrono di
disturbi d’ansia.

Ad esempio, in uno studio condotto dai dottori Yvette I. Sheline, Deanna M. Barch e Joseph L. Price
dell’Università di St. Luis (Stati Uniti d’America) si è scoperto che i pazienti con depressione
presentavano delle alterazioni molto evidenti nelle aree del cervello relative alla rete neurale di
default.

Come abbiamo detto in precedenza, il vagare col pensiero o il sognare ad occhi aperti sono azioni
utili per gli esseri umani. Vagare con il pensiero allenta la tensione accumulata durante il giorno.
È un modo per far riposare la mente e distoglierla dalla realtà per raggiungere un “luogo sicuro”
dove immaginare e relativizzare.

Tuttavia, si è dimostrato che le persone che soffrono di depressione, anche se vagano col pensiero,
non provano benessere. Al contrario, aumenta ulteriormente in loro la negatività e la disperazione.
In persone con disturbi psicologici, la rete neurale di default si modifica e non funziona allo
stesso modo degli altri.

Inoltre, si è riscontrato lo stesso problema in persone con Alzheimer e con disturbo dello spettro
autistico. Si è visto che hanno molte difficoltà a entrare e uscire da questi stati di riposo
mentale in cui possono rafforzare il loro senso di sé.

Conclusioni

Anche se non li conosciamo in profondità, gli enigmi del cervello ci danno indizi su condizioni e
stati mentali. Con il progresso della scienza, potremo senza dubbio trovare nuove strategie per
affrontare queste realtà in modo più efficace.

Bibliografia

Marcus E. Raichle, “La red neuronal (por defecto)”, Investigación y Ciencia, 404, mayo de 2010,
págs. 20-26.

Wang, S., Vaishnavi, S. N., Barch, D. M., Sheline, Y. I., Coalson, R. S., Snyder, A. Z., … Rundle,
M. M. (2009). The default mode network and self-referential processes in depression. Proceedings of
the National Academy of Sciences, 106(6), 1942–1947. <doi.org/10.1073/pnas.0812686106>
doi.org/10.1073/pnas.0812686106

it.wikipedia.org/wiki/Risonanza_magnetica_funzionale

www.pnas.org/content/106/6/1942

da lista mente gg

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