Il DNA patrimonio genetico dell’essere umano interagisce di continuo con l’energia circostante

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Il DNA patrimonio genetico dell’essere umano interagisce di continuo con l’energia circostante

Il corpo dell’essere umano è composto da materiale genetico dotato di un trasmettitore e un
ricevitore estremamente sofisticati di frequenze. In particolari sperimentazioni scientifiche si è
osservato che inserendo il DNA in un contenitore tubolare di elettroni, questi ultimi si dispongono
a formare una struttura uguale al DNA. Se si rimuove il DNA, gli elettroni ritornano ad occupare le
precedenti posizioni. Questa è la prova inequivocabile che il patrimonio genetico dell’essere umano
interagisce di continuo con l’energia circostante; siamo noi, le nostre condizioni emotive, a
influenzare il mondo di continuo.

Dentro ogni essere umano ci sono delle microantenne conosciute con il nome di amminoacidi
direttamente collegate con il DNA. Inoltre, esistono 64 codici genetici o antenne, capaci di
trasmettere e ricevere frequenze più elevate collegando ogni persona a dimensioni più elevate.
Recenti studi scientifici suggeriscono che solo 20 di queste antenne sono attivate, e le rimanenti
44 rimangono “disattivate”. Ma solo 20 antenne sono insufficienti a collegare un essere umano con le
frequenze più elevate. Ne deriva che ogni persona usa solo una piccola frazione del proprio
potenziale cerebrale. Scienziati dell’Istituto HeartMath e di altri istituti di ricerca hanno fatto
altre nuove e importantissime scoperte: queste microantenne presenti sul DNA si attivano o
disattivano dalle frequenze filtrate in continuazione attraverso il DNA.

Per questo motivo le nostre emozioni hanno una funzione peculiare sull’attivazione di queste
microantenne. Un’emozione di paura, il derivato di tutte le nostre emozioni negative, può attivare
solo alcune di queste “antenne” perché genera una lunghezza d’onda lenta e lunga. Mentre l’amore, il
derivato di tutte le nostre emozioni positive, riesce ad attivare un numero molto più elevato di
“antenne” perché genera una lunghezza d’onda veloce e corta.

La natura vivente – ed in specie quella vegetale – offre ai nostri sensi forme armoniose, suoni
melodici, profumi delicati. Per oltre un secolo, oppressi dall’idea dell’utilitarismo biologico,
siamo stati incapaci di apprezzare queste naturali armonie e bellezze, quasi considerandole
pletoriche e ingannevoli. Tutto si doveva misurare in termini funzionali, ed era quasinata una
preferenza per la bruttezza , che stava a dimostrare la sbrigativa praticità della natura e il suo
disinteresse per inutili estetismi. La paura del bello e delle sue implicazioni filosofiche e morali
ha concorso alla fuga della ricerca biologica verso l’invisibile, verso le strutture
submicroscopiche e la chimica cellulare.

Come è stato detto, questa tendenzaha segnato la “scomparsa dell’organismo”. Il segreto della vita
era nella sua chimica, nelle sue reazioni molecolari, nelle sue strutture intime: che importanza
avevano forme, suoni e profumi se non come il futile belletto della vita? Nell’ultimo secolo c’è
stato un progressivo rimpicciolimento degli oggetti prediletti dai biologi. Abbandonati gli animali
e le piante, su cui si era lavorato nel XIX secolo, le ricerche di biologia generale si sono rivolte
ai moscerini, poi alle muffe, poi ai batteri e infine al virus. “quando si è compreso il virus – si
soleva dire – si è compresa la vita”.

“La vita è tutta nei geni – dicevano altri – ; l’organismo è un prodotto secondario che ha solo la
funzione di far riprodurre i geni”. “Il gene – scrisse Dawkins – è un egoista: si costruisce
l’organismo che più gli fa comodo”.
La ricerca del submicroscopio ha rivelato un mondo insospettabile. Nelle profondità invisibili delle
cellule viventi non risiede una gelatina, un brodino, una poltiglia tutta impegnata al funzionamento
della vita elementare. Esistono invece figure meravigliose, eleganti cristalli, perfette spirali,
mirabili geometrie. Il materiale ereditario, il famoso DNA (Acido DesossiriboNucleico) è un nastro
avvolto in una regolare e lunghissima elica di misure costanti e perfette. Le officine della sintesi
proteica, i ribosomi, formano ordinati cristalli che si aggregano in tetrameri.

I virus sono dei meravigliosi poliedri fedeli alle regole dei solidi platonici. L’armonia della
natura inizia dalle sue più segrete e minute strutture, inizia nell’invisibile e si rivela
nell’eleganzaen nella grazia delle forme visibili. La più straordinaria escursione nella
inosservabile armonia della natura e’ stata compiuta anni fa da un ricercatore giapponese operante
in California: Susumu Ohno, del Beckman Research Institute of the City of Hope, Duarte. Ohno è
riuscito a produrre melodie musicali dalla struttura del DNA (1). Il principio da cui Ohno parte è
che la vita è caratterizzata da una moltitudine di

ricorrenze,da ripetizioni di moduli. Nel bruco segmentato, nel fiore contornato di petali, nelle
vertebre di un animale superiore, nelle fibre muscolari, nelle palizzate dei tessuti vegetali, tutto
è ripetitivo. Il principio della Ricorrenza Ripetitiva governa tutto: “Ieri è un altro oggi, e
l’anno prossimo sarà molto simile a quest’anno”. Anche nella cultura umana la ripetizione, cioè il
plagio, fonda la bellezza.

Persino i geni si sarebbero formati attraverso la ripetizione di piccolissimi moduli originari
sub-genici. poiché la decifrazione musicale del DNA si riferisce al nastro di alcuni geni, basterà
fornire un’idea del tipo di scrittura chimica ricavabile dall’analisi di un gene. Si tratta di un
messaggio lineare, costituito da quattro soli tipi di “lettere” (i nucleotidi), disposte
consecutivamente e senza interruzioni, per qualche centinaia di battute. Le lettere sono
simbolizzate con le cifre A, G, T, C. Un particolare gene del topolino (per una immunoglobulina)
comincia, per esempio, così:

CACTCCCAGG TCCAACTGCAG …
e prosegue per centinaia di lettere.

La dotazione di ogni cellula animale è di 3,6 miliardi di nucleotidi, in rigoroso allineamento, ma
Ohno ha rilevato la sonorità di qualcosa di molto più ridotto, di milionesimi di questa sequenza,
corrispondenti, per l’appunto, ai geni.
Attraverso quale codice i geni siano «tradotti” nella cellula è un problema affascinante, che ha
occupato i biologi per una decina d’anni dopo il 1960, e che accenneremo soltanto, poiché poco
importante per la impresa musicale di Ohno. La «traduzione” di un gene consiste nella generazione,
dalla sequenza di nucleotidi, di una sequenza di amminoacidi (ce ne sono venti tipi), che si
allineano a formare una catena proteica. Ogni tre nucleotidi adiacenti prescrivono il luogo di un
amminoacido nella sequenza nascente.

Quattro nucleotidi (A, G, T, C) forma no 64 possibili combinazioni tre a tre. Sono i famosi 64
codoni, di cui è stata trovata perfetta corrispondenza nei 64 segni dell’ I-‘ ching. Il codice
genetico è un cerchio cosmico perfetto, un magnifico mandala (3). In natura il messaggio genetico
genera dunque catene di amminoacidi (proteine) attraverso un codice che somiglia all’I ‘ching. Lo
stesso messaggio, processato con un codice musicale, genera catene di note che si sistemano nel
pentagramma a produrre suoni. Che genere di suoni? Che sorta di musica? Susumu Ohno, con la
collaborazione di Marty Jabara, musicista a Los Angeles, o della moglie Midori, ha preparato varie
partiture, alcune pubblicate, alcune da dividere con gli amici. Ho avuto modo di ascoltarne alcune.
Una era tratta da un gene dell’immunoglobulina del topolino, una da quello della fosforo-
glicerochinasi dell’uomo, una da quello di un istone della trota.

Il nome dei geni non faccia impressione. Per il traduttore musicale sono solo lunghe processioni di
lettere cui insegnare a cantare.E’ una musica tonale, garbata, caratterizzata dalla ricorrenza di un
tema musicale dominante e dalle sue variazioni. Qui ricorda Bach, là è limpidamente chopiniana. Il
ritorno del motivo esprime quella ricorrenza Ripetitiva che il DNA dei geni serba nel suo messaggio.
La chiave musicale consente di rendere la ripetizione di un modulo chimico unmotivo musicale
ritornante, in un ritornello. L’operazione di Ohno e del suo amico musicista è stata piuttosto
semplice.

Egli ha convertito ognuno dei quattro nucleotidi (A, G, T, C) in due possibili note in chiave di
violino: A in do-re, G in mi-fa, T in sol-la, C in si-do concedendosi l’arbitrio di scegliere tra le
due per esigenze musicali. L ‘accompagnamento, in chiave di basso, è anche affidato al gusto
musicale; e così il tempo.

Tuttavia il vincolo imposto dal codice genetico rimane forte, e regola la struttura fondamentale del
brano. Questo vincolo si gode, ascoltando la Musica del DNA come un segno d’ordine, una disposizione
armonica che il DNA serba e la musica trasmette. Tutta la vita è simmetrica, armoniosa, modulata, ma
si rimane incantati ad ascoltare la melodia espressa da una struttura chimica sottilissima e
invisibile, racchiusa nel cuore più segreto della cellula. Il codice musicale adottato da Ohno è
semi-vincolante, poiché i nucleotidi sono meno delle note (4 contro 7).

Tuttavia da un a partitura musicale si ritorna ad una ed una sola sequenza nucleotidica. Data la
chiave di trasformazione e una serie di note, la sequenza nuclotidica del DNA è generata
univocamente. Allora ci si può chiedere: esistono dei geni corrispondenti a sequenze generabili da
musica già composta? Da sonate, valzer, mazurche? Ohno ha iniziato la ricerca partendo dal Notturno
op. 55 n°1 di Chopin. Per alcune sue caratteristiche strutturali esso si prestava bene. La
perlustrazione tra i geni conosciuti è stata lunga, e infine Ohno si è imbattuto, quasi incredulo,
in una sequenza genica che rassomigliava straordinariamente alla versione chimica del Notturno. Era
un frammento del gene per la Polimerasi II (una proteina) del topolino. Nel Notturno op. 55 n°. 1 di
Chopin si incontra un soggetto ricorrente di nove note:

do-fa-mi-re- do-si-do-re-do

che si presenta invariato o con varianti.
Il nonamero si traduce nella seguente sequenza di nucleotidi:

CAACCTCCC

Questo è un modulo ricorrente nel DNA del gene in esame. Si presenta ripetutamente nella versione
esatta o in leggere modificazioni. Se il gene è trasformato in sequenza musicale, il Notturno di
Chopin è continuamente rievocato. Nell’ascoltarlo, al piano, si prova un’intensa commozione, come se
la natura rivelasse una melodia chopiniana che da milioni e milioni di anni teneva serbata nel suo
cifrario chimico; come se quella melodia, discesa dal mondo degli archetipi, avesse ispirato il moto
delle dita del grande polacco su una tastiera incantata, in una notte del secolo scorso.

Come spiegare questa periodicità del DNA?

DNA? Ecco ricomparire l’Ohno genetista con la sua idea dell’Evoluzione per Duplicazione del DNA. Le
prime catene di DNA, in un ipotetico “brodo primordiale” pre-biotico, sarebbero state piccole
sequenze di 7-10 basi. Queste si sarebbero poi allineate, ripetendosi in serie, in modo da formare
strutture modulari. Le susseguenti vicende dell’evoluzione chimica avrebbero poi introdotto
variazioni in queste catene monotone, senza tuttavia abolire la fondamentale ripetitività del modulo
iniziale. Se la natura ha costruito il suo messaggio genetico (il DNA), mettendo in fila tante
frasette eguali e poi lasciandole variare, essa ha prodotto composizioni chimiche del tipo della
sonata.

Miliardi e miliardi d’anni dopo, un genetista giapponese ha disposto queste notazioni sul
pentagramma e ha rivelato musicalmente le armonie primordiali della vita. Il cifrario genetico del
DNA attrae l’uomo moderno per la possibilità di intervenire sui geni alterati, di migliorare le
razze animali o vegetali, di costruire il ciclopico catasto della nostra eredità. lo Denso che sia
sommamente importante l’aver avvertito, in alcune striscioline della magica molecola, interne
armonie, decorsi melodici, strutture ricorrenti.

Se il cieco accidente avesse costruito le strutture viventi, senza una logica generativa e senza
misura, l’esperimento di Ohno non sarebbe riuscito a nessuno; ascoltando dalla strada un pianoforte
suonare, avrebbe detto: “È Chopin!”, mentre un pianista stava modulando sulla tastiera la partitura
del DNA.

* Note:

(1) Susumu Ohno & Marty Jabara. Repeats of Base Oligomers (N=3n ± 1 or 2) as Immortal Coding
Sequences of the Primeval World: Construction of Coding Sequences is based upon the principle of
Musical Composition. Chemica Scripta 1986 26B; 43\49
(2) Susumu Ohno e Midori Ohno. The All pervasive Principle of Repetitions Recurrence governs Not
only Coding Sequence Construction but also Human Endeavor in musical composition. “Immuno-Genetics”
1986, 24: 71-78
(3) Poiché le triplette sono 64 e gli aminoacidi 20, il codice si dice “degenerato”: lo stesso
aminoacido corrisponde di regola ora a quattro ora a due triplette simili

LE FREQUENZE POSSONO INFLUENZARE E RIPROGRAMMARE IL DNA

Il DNA umano è un Internet biologico, superiore, sotto molti aspetti, a quello artificiale. La più
recente ricerca scientifica russa spiega, direttamente o indirettamente, fenomeni quali la
chiaroveggenza, l’intuizione, gli atti spontanei ed a distanza di cura, l’auto-guarigione, le
tecniche di affermazione, la luce o aure insolite intorno alle persone (concretamente, dei maestri
spirituali), l’influenza della mente sui modelli climatici e molto ancora. Inoltre, ci sono segni di
un tipo di medicina completamente nuova nella quale il DNA può essere influenzato e riprogrammato
dalle parole e dalle frequenza SENZA sezionare e rimpiazzare geni individuali.

Solo il 10% del nostro DNA viene utilizzato per costruire le proteine. Questo subcomplesso di DNA è
quello che interessa i ricercatori occidentali che lo stanno esaminando e catalogando. L’altro 90% è
considerato ” DNA rottame”. Tuttavia, i ricercatori russi, convinti che la natura non è stupida,
hanno riunito linguisti e genetisti per intraprendere un’esplorazione di quel 90% di ” DNA rottame”.
I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionarie! Secondo loro, il nostro
DNA non solo è il responsabile della costruzione del nostro corpo, ma serve anche da magazzino di
informazioni e per la comunicazione.

I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente nell’apparentemente inutile
90%, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane. Per questo motivo, hanno confrontato le
regole della sintassi (il modo in cui si mettono insieme le parole per formare frasi e
proposizioni), la semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole grammaticali di
base.
Hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse
come avviene nelle nostre lingue. Così le lingue umane non sono apparse per coincidenza, ma sono un
riflesso del nostro DNA inerente.

Anche il biofisico e biologo molecolare russo Pjotr Garjajev e i suoi colleghi hanno esplorato il
comportamento vibratorio del DNA. (Per essere breve, qui farò solo un riassunto. Per maggiori
informazioni, per favore, andate all’appendice finale di questo articolo).

La linea finale è stata: “I cromosomi vivi funzionano come computer “solitonici/olografici” usando
la radiazione laser del DNA endogeno”. Questo significa che hanno fatto in modo di modulare certi
modelli di frequenza con un raggio laser e con questo hanno influenzato la frequenza del DNA e, in
questo modo, l’informazione genetica stessa. Siccome la struttura base delle coppie alcaline del DNA
e del linguaggio (come si è già spiegato) sono la stessa struttura, non si rende necessaria nessuna
decodificazione del DNA. Uno semplicemente può usare parole e orazioni del linguaggio umano! Questo
è stato anche provato sperimentalmente.

La sostanza del DNA vivente (in tessuto vivo, non in vitro), reagirà sempre ai raggi laser del
linguaggio modulato e anche alle onde radio, se si utilizzano le frequenze appropriate. Infine
questo spiega scientificamente perchè le affermazioni, l’educazione autogena, l’ipnosi e cose simili
possono avere forti effetti sugli umani e i loro corpi. E’ del tutto normale e naturale che il
nostro DNA reagisca al linguaggio. Mentre i ricercatori occidentali ritagliano geni individuali dei
filamenti del DNA e li inseriscono in un altro posto, i russi hanno lavorato con entusiasmo con
dispositivi che possono influenzare il metabolismo cellulare con le frequenze modulate di radio e di
luce per riparare difetti genetici.

Per esempio il gruppo di ricercatori di Garjajeva ha avuto successo nel provare che con questo
metodo si possono riparare i cromosomi danneggiati dai raggi X. Sono anche riusciti a catturare
modelli di informazione di un DNA specifico e lo hanno trasmesso ad un altro, riprogrammando così le
cellule su un altro genoma. In quel modo, hanno trasformato con successo, per esempio, embrioni di
rana in embrioni di salamandra, semplicemente trasmettendo i modelli di informazione del DNA!
In quel modo, l’informazione completa è stata trasmessa senza nessuna delle disarmonie o effetti
collaterali che si manifestano quando si fa l’ablazione e si reintroducono geni individuali del DNA!

Questo rappresenta una rivoluzione e sensazione incredibili, che trasformerà il mondo! Tutto ciò
applicando semplicemente la vibrazione e il linguaggio al posto dell’arcaico processo d’ablazione!
Questo esperimento punta all’immenso potere della genetica delle onde, che ovviamente ha più
influenza, sulla formazione degli organismi, che i processi biochimici delle sequenze alcaline.

I maestri esoterici e spirituali sanno da millenni che il nostro corpo si può programmare con il
linguaggio, le parole e il pensiero. Ora questo è stato provato e spiegato scientificamente.
Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno
lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. La persona deve lavorare con i
processi interni e la maturità per poter stabilire una comunicazione cosciente con il DNA. I
ricercatori russi lavorano con un metodo che non dipende da questi fattori, però funziona SEMPRE,
sempre e quando venga usata la giusta frequenza.

Però, quanto più è sviluppata la coscienza individuale, meno c’è la necessità di qualsiasi tipo di
dispositivo! Si possono ottenere quei risultati da se stessi e la scienza finalmente smetterà di
ridere di tali idee e potrà spiegarne e confermarne i risultati. E non finisce qui. Gli scienziati
russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può causare modelli di perturbazione nel vuoto,
producendo così “cunicoli” magnetizzati!

I “piccoli buchi” sono gli equivalenti microscopici di quelli chiamati ponti Einstein-Rosen nella
vicinanza dei buchi neri (lasciati da stelle consumate).

Questi sono dei tunnel di connessione, fra aree completamente differenti dell’universo, attraverso i
quali si può trasmettere l’informazione fuori dallo spazio e dal tempo. Il DNA attira quei frammenti
di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione è più
efficace in stato di rilassamento. Lo stress, le preoccupazioni e l’intelletto iperattivo
impediscono il successo dell’ipercomunicazione o ne distorcono completamente l’informazione
rendendola inutile. In Natura, l’ipercomunicazione è stata applicata con successo da milioni di
anni. Il flusso di vita strutturato in “organizzazioni stato” di insetti lo prova drammaticamente.
L’uomo moderno lo conosce solo ad un livello molto più sottile come “intuizione”. Però anche noi
possiamo recuperarne a pieno l’uso.

Un esempio in Natura. Quando un formica regina è lontana dalla sua colonia, la costruzione continua
con fervore e in accordo con la pianificazione. Tuttavia, se si uccide la regina, nella colonia
tutto il lavoro si ferma. Nessuna formica sa cosa fare. Apparentemente, la regina invia i “piani di
costruzione” anche da molto lontano per mezzo della coscienza gruppale dei suoi sudditi. Può stare
lontana quanto vuole, fintanto che sia viva. Nell’uomo l’ipercomunicazione si attiva quando uno
improvvisamente riesce ad avere accesso ad un’informazione che è fuori dalla propria base di
conoscenze.

A quel punto questa ipercomunicazione viene sperimentata e catalogata come un’ispirazione o
intuizione. Il compositore italiano Giuseppe Tartini, per esempio, una notte sognò che il diavolo si
sedeva vicino al suo letto suonando il violino. La mattina seguente, Tartini potè trascrivere il
brano a memoria con esattezza e lo chiamò la Sonata del Trillo del Diavolo.

Per anni, un infermiere di 42 anni sognò una situazione nella quale era connesso ad una specie di
CD-ROM di conoscenza. Gli veniva trasmessa conoscenza verificabile da tutti i campi immaginabili e
alla mattina poteva ricordare. Era tale la valanga di informazioni che sembrava che di notte gli
trasmettessero tutta una enciclopedia. La maggior parte delle informazioni era fuori dalla sua base
di conoscenze personali e arrivava a dettagli tecnici di cui lui non sapeva assolutamente niente.

Quando avviene l’ipercomunicazione, si possono osservare fenomeni speciali nel DNA, così come
nell’essere umano. Gli scienziati russi hanno irradiato campioni di DNA con luce laser. Nello
schermo si è formato un modello di onde tipico. Quando hanno ritirato il campione di DNA, i modelli
di onda non sono scomparsi, sono rimasti. Molti esperimenti di controllo hanno dimostrato che il
modello proveniva ancora dal campione rimosso, il cui campo energetico apparentemente è rimasto di
per se stesso. Questo effetto ora si denomina effetto del DNA fantasma.

Si presume che l’energia dello spazio esteriore e del tempo, dopo aver ritirato il DNA, fluisca
ancora attraverso i “cunicoli”. La maggior parte delle volte gli effetti secondari che si incontrano
nell’ipercomunicazione, anche degli esseri umani, sono campi elettromagnetici inspiegabili nelle
vicinanze della persona implicata. In presenza dei quali i dispositivi elettronici, come
attrezzature per CD e altri simili, possono essere alterati e smettere di funzionare per ore. Quando
il campo elettromagnetico si dissolve lentamente, le attrezzature funzionano ancora normalmente.

Molti curatori e psichici conoscono questo effetto dovuto al loro lavoro. Più si migliorano
l’atmosfera e l’energia dell’ambiente più frustante è che in quel preciso istante l’attrezzatura di
registrazione smette di funzionare e di registrare. Il riaccendere e spegnere dopo la sessione non
ne ristabilisce ancora la funzionalità totale che però il giorno dopo ritorna alla normalità. Chissà
forse leggere ciò risulta tranquillizzante per molti, in quanto non ha niente a che vedere con
l’essere tecnicamente incapaci, ma significa semplicemente che sono abili per l’ipercomunicazione.

Gli scienziati russi hanno irradiato diversi campioni di DNA con dei raggi laser e su uno schermo si
è formata una tipica trama di onde che, una volta rimosso il campione, rimaneva sullo schermo. Allo
stesso modo si suppone che l’energia al di fuori dello spazio e del tempo continua a passare
attraverso gli tunnel spaziali attivati anche dopo la rimozione del DNA. Gli effetti collaterali più
frequenti nell’ipercomunicazione sono dei campi magnetici vicini alle persone coinvolte. Gli
apparecchi elettronici possono subire delle interferenze e smettere di funzionare per ore. Quando il
campo elettromagnetico si dissolve, l’apparecchio ricomincia a funzionare normalmente. Molti
operatori spirituali conoscono bene questo effetto.

Grazyna Gosar and Franz Bludorf nel loro libro Vernetzte Intelligenz spiegano queste connessioni in
modo chiaro e preciso. Gli autori riportano anche alcune fonti secondo le quali gli uomini sarebbero
stati come gli animali, collegati alla coscienza di gruppo, e quindi avrebbero agito come gruppo.
Per sviluppare e vivere la propria individualità, tuttavia, avrebbero abbandonato e dimenticato
quasi completamente l’ipercomunicazione.

Ora che la nostra coscienza individuale è abbastanza stabile, possiamo creare una nuova forma di
coscienza di gruppo. Così come usiamo Internet, il nostro DNA è in grado di immettere dati nella
rete, scaricare informazioni e stabilire un contatto con altre persone connesse. In questo modo si
possono spiegare i fenomeni quali telepatia o guarigioni a distanza.

Senza un’individualità distinta la coscienza collettiva non può essere usata per un periodo
prolungato, altrimenti si ritornerebbe a uno stato primitivo di istinti primordiali.
L’ipercomunicazione nel nuovo millennio significa una cosa ben diversa.

I ricercatori pensano che, se gli uomini con piena individualità formassero una coscienza
collettiva, avrebbero la capacità di creare, cambiare e plasmare le cose sulla terra, come fossero
Dio! E l’umanità si sta avvicinando a questo nuovo tipo di coscienza collettiva.

Il tempo atmosferico è piuttosto difficile da influenzare da un solo individuo, ma l’impresa
potrebbe riuscire dalla coscienza di gruppo (niente di nuovo per alcune tribù indigene). Il tempo
viene fortemente influenzato dalla frequenza risonante della terra (frequenza di Schumann). Ma
queste stesse frequenze vengono prodotte anche nel nostro cervello, e quando molte persone si
sincronizzano su di esse, o quando alcuni individui (p. e. maestri spirituali) concentrano i loro
pensieri come un laser, non sorprende affatto che possano influenzare il tempo. Una civiltà moderna
che sviluppa questo tipo di coscienza non avrebbe più problemi né d’inquinamento ambientale, né di
risorse energetiche; usando il potere della coscienza collettiva potrebbe controllare
automaticamente e in modo naturale l’energia del pianeta.

Se un numero abbastanza elevato di individui si unisse con uno scopo più elevato, come la
meditazione per la pace, si dissolverebbe anche la violenza.

Il DNA sembra essere anche un superconduttore organico in grado di lavorare a una temperatura
corporea normale. I conduttori artificiali invece richiedono per il loro funzionamento delle
temperature estremamente basse (tra -200 e -140°C). Inoltre, tutti i superconduttori possono
immagazzinare luce, quindi informazioni. Anche questo dimostra che il DNA sia è grado di farlo.

Vi è un altro fenomeno legato al DNA e ai tunnel spaziali. Normalmente questi minuscoli tunnel sono
altamente instabili e durano soltanto una frazione di secondo. In certe condizioni però si possono
creare dei tunnel stabili in grado di formare delle sfere luminose. In alcune regioni della Russia
queste sfere appaiono molto spesso. In queste regioni le sfere a volte s’innalzano dalla terra verso
il cielo, e i ricercatori hanno scoperto che possono essere guidati dal pensiero. Le sfere emettono
onde a bassa frequenza che vengono anche prodotte dal nostro cervello, quindi sono in grado di
reagire ai nostri pensieri.

Queste sfere di luce hanno una carica energetica molto elevata e sono in grado di causare delle
mutazioni genetiche. Anche molti operatori spirituali producono queste sfere o colonne di luce,
quando si trovano in uno stato di profonda meditazione o durante un lavoro energetico. In alcuni
progetti per la guarigione della terra queste sfere vengono catturate anche nelle foto. In passato
di fronte a questi fenomeni luminosi si credeva che apparissero degli angeli. In ogni caso, pur
mancando le prove scientifiche, ora sappiamo che persone con queste esperienze non soffrivano
affatto di allucinazioni. Abbiamo fatto un grande passo in avanti nella comprensione della nostra
realtà. Anche la scienza “ufficiale” conosce le anomalie della terra che contribuiscono alla
formazione dei fenomeni luminosi. Queste anomalie sono state trovate di recente anche a Rocca di
Papa, a sud di Roma.

L’articolo intero (in inglese) si può trovare sulla pagina fosar-bludorf.com (Kontext – Forum for
Border Science).

Tutte le informazioni sono tratte dal libro “Vernetzte Intelligenz” di Grazyna Fosar e Franz
Bludorf, ISBN 3930243237; purtroppo per ora esiste soltanto in tedesco.

Nel suo libro “Vernetzte Intelligenz” (Networked Intelligence: Intelligenza trasmessa dalla rete),
Grazyna Gosar e Franz Bludorf spiegano queste connessioni chiaramente e precisamente. Gli autori
citano anche fonti supponendo che in tempi primitivi l’Umanità, come gli animali, è stata fortemente
connessa alla coscienza gruppale e agiva come gruppo. Tuttavia, per sviluppare e sperimentare
l’individualità, noi umani abbiamo dovuto dimenticare l’ipercomunicazione quasi completamente. Ora
che siamo abbastanza stabili nella nostra coscienza individuale,possiamo creare una nuova forma di
coscienza gruppale, concretamente una, quella in cui abbiamo accesso a tutte le informazioni per
mezzo del nostro DNA senza essere forzati o controllati a distanza rispetto a quello che dobbiamo
fare con quell’informazione.

Tutti i dati sono del libro “Vernetzte Intelligenz” di Von Grazyna Fosar e Franz Bludorf, ISBN
3930243237, riassunti e commentati da Baerbel. Purtroppo il libro per ora è disponibile solo in
tedesco.

fonte: terapiedelfuturo.it e spaziosacro.it

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